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Autore: Avengeriana    26/04/2015    1 recensioni
Sam e Dean studiarono a lungo la ragazza: sembrava avere sui vent’anni, indossava una maglia a spalline fine blu sotto a una felpa grigia leggera. Alla coscia era legato un coltello da caccia.
- Si può sapere chi sei? - chiese Dean spazientito.
- Prima ditemelo voi. La mia missione è più importante e ho bisogno delle persone giuste. - rispose sgarbatamente la giovane.
Prima che Dean andasse su tutte le furie per il tempo che gli stava facendo perdere, intervenne Sam - Noi diamo Sam e Dean.
- Io sono Marta. Faccio parte delle Cacciatrici di Artemide.
- La dea della caccia?
*°*°*°*°*°*°*
Ispirata alla 8x16. Contiene spoiler dal libro "Percy Jackson egli dei dell'Olimpo-La maledizione del Titano"
Se trovate questa fanfiction anche su G+ e Wattpad, tranquilli, è tutto di mia proprietà :)
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Dean Winchester, Nuovo personaggio, Sam Winchester
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Questa long è nata nella mia testa l'anno scorso quando stavo leggendo uno dei miei libri preferiti della prima saga di Rick Riordan, "La maledizione del titano". Così cercando informazioni sulla dea della caccia, scoprii che sarebbe comparsa nella 8x16 (andata in onda giovedì scorso) e allora iniziai a pensare. Mi sono detta "perchè no?" ed ecco qua il primo capitolo.
La fic sarà composta da dodici capitoli più un epilogo, che devono essere solo betati :)
Volevo avvisare i fan di Percy che probabilmente ci saranno degli spoiler dal libro sopra citato e non tengo conto di ciò che accade nella saga "Gli eroi dell'Olimpo" :)
Spero che vi piaccia ^-^ buona lettura!!


CAPITOLO UNO
 
Finalmente, dopo una lunga notte di viaggio e di caccia sotto alla pioggia, Marta trovò delle orme fresche nel fango. Il suo viso si illuminò: era riuscita a scovarle dopo tanto tempo e finalmente la stavano conducendo a ciò che cercava: un meraviglioso esemplare di volpe bianca.
Seguì le orme fino a un’autostrada e poi di lì più nulla. Le impronte si interrompevano su terreno fangoso senza lasciare traccia sul lastrico della strada. Imprecò, ma non in inglese. Utilizzò una lingua ben più antica e sconosciuta agli americani.
Tornò indietro, dove, ad un chilometro più a sud l’aspettava una meravigliosa Acura Spider color bordò. Lanciò con rabbia il suo arco e la faretra piena di frecce sul sedile del passeggero e salì in macchina, frustrata per aver perso di nuovo la fortuna.
- Spero che abbia avuto un buon motivo per essersene andata. - e detto ciò, si diresse a Los Angeles.
 
*°*°*°*°*
 
La pioggia finì, schiarendo il cielo ora limpido e senza nuvole. Il sole faceva luccicare le gocce sull’Impala, pigramente parcheggiata sotto ad un pino ai margini della strada.
- Dean, forza, svegliati - lo chiamò il Sam.
- Che c’è? - chiese suo fratello ancora assonnato.
- Ha smesso di piovere e dovremmo rimetterci in viaggio. Hai guidato molto, vuoi che ci pensi io?
- Buona idea. - acconsentì Dean, e partirono.
Sam arrivò a Sausalito, un paesino nei dintorni di San Francisco, intorno alle dieci del mattino, dove finalmente riuscì a trovare un motel.
Dalla loro stanza si vedeva il Golden Gate Bridge in tutto il suo splendore.
- Allora, che abbiamo qui?- chiese Dean addentando un cheeseburger.
- Sparizioni. Dei testimoni dicono di aver visto l’ombra di un uomo con la testa di toro.
- Cosa? -
Sam gli passò il computer per mostrargli un’immagine – Il Minotauro. - Fuori dalla finestra si sentì un tuono, ma non ci fecero molto caso.
Sam continuò – La leggenda dice che nell’antica Grecia il Minotauro mangiasse sette giovani uomini e altrettante giovani donne che gli venivano offerti in tributo da Atene come punizione. E intanto sono spariti alternativamente ragazzi e ragazze. Sei in tutto.
- Hanno qualcosa in comune? Colore degli occhi, dei capelli…?
- Nulla… A parte la loro età: tra i 16 e i 24 anni e… Questo è strano.
- Non mi pare. - rispose Dean, con la bocca piena.
- Gli uomini soffrono di deficit dell’attenzione e le donne hanno radici greche; ma sono tutti iperattivi.
- Che se ne fa un mostro di tipi che non riescono stare attenti?
- Non lo so… Ma dobbiamo scoprire dove si nasconde. –
La sua frase fu interrotta da qualcuno che bussava con rabbia alla porta.
 
*°*°*°*°*

Seguendo le indicazioni della luogotenente, Marta si diresse verso un motel dal quale si poteva vedere il minaccioso monte Tamalpais. Assottigliò gli occhi, percependo che qualcosa non quadrava.
“Trova la stanza 35”. L'ordine di Talia le rimbombava in testa mentre saliva le scale per raggiungere il pianerottolo. Era piuttosto nervosa. Le era già capitato di trovarsi in una situazione del genere, ma sta volta le sudavano le mani. Fece un respiro profondo e bussò.
Nessuna risposta.
- Aprite! Non ho passato notti insonni e vagato per mezza America per arrivare fino qui e non ottenere risposte! Se non aprite sarò costretta a… - lasciò in sospeso la minaccia perché l’uscio si aprì.
Un uomo dai capelli biondi la salutò, facendole gli occhi dolci. – Salve. -





Angolo autrice
Lo so, è piuttosto corto, ma spero che queste poche righe vi abbiano incuriosito ;)
Alla prossima,
Avengeriana
   
 
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