26/04/2015
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Cara Violetta,
Non so quando troverai questa lettera, non so se la troverai. Una parte di me spera di si, l'altra invece puoi benissimo immaginarlo. Non so come incominciare, lo sai non sono mai stato bravo con le parole. In questo momento non ho niente da dirti, solo la voglia di stringerti per un'ultima volta, una delle tante. Chissà forse durante quell'abbraccio sarei riuscito a strapparti una lacrima, o magari lo sto già facendo con questa stupida lettera, nella nostra relazione quello bravo a piangere sono sempre stato io, tu eri lo scoglio e io ero l'acqua del mare. Mi infrangevo contro di te con tutta la forza possibile ma ricadevo, mentre tu rimanevi al tuo posto solo con qualche goccia d'acqua in più. Non so dopo questa lettera cosa mi aspetterà, avrei preferito non scriverla, avrei preferito non aspettare. Magari davanti ai miei occhi ci sarà la luce come dicono molti, o forse ci sarai tu con il tuo sguardo da rimprovero e le braccia incrociate appena sotto al petto, spero che almeno sorriderai mi farebbe piacere ricordarti col sorriso, mi farebbe piacere se le lacrime non annebbiassero la tua immagine, l'ultima davanti ai miei occhi ma una delle tante davanti al mio cuore. Forse mi apparirai sotto forma di allucinazione, spero che il mio cervello sarà in grado di immaginare di poter afferrare la tua mano.
O chissà, un vortice mi porterà via senza lasciarmi il tempo di poterti pensare; come ho già detto non so quello che mi spetta. In questo momento so che il male mi sta risucchiando sempre più velocemente, so che il tuo dolore sarà forte quanto il mio ma spero che almeno in questo mi stia sbagliando, spero che rimarrai la solita roccia anche senza le stupide goccioline fastidiose, quelle goccioline che scendevano su una roccia ma mai sul tuo volto.
Spero che farai tutte le cose che non ho potuto fare io, le faremo insieme tanto non puoi liberarti di me perché io vivo in te.
Non aver paura del vento, non aver paura dei miei sospiri di notte. Quando sarai sola pensa che siamo soli insieme e che ci faremo compagnia con la nostra solitudine.
Non aver paura della pioggia, non aver paura delle mie lacrime. Quando l'acqua ti bagnerà i capelli, pensa al mio tocco fastidioso che tanto ti faceva arrabbiare, pensa alle mie mani bagnate che si attaccavano alla tua morbida chioma.
Non aver paura dei raggi del sole, non aver paura della mia felicità. Quando sarai triste e fuori il sole batterà sulla finestra pensa alla mia allegria che busserà alle porte per trascinare la tua.
Ma soprattutto, quando non sarò al tuo fianco non darti la colpa, quello era il mio momento. E ti prego non immaginarmi, io non sarò vero come te, pensami portando i nostri sogni ad un unico traguardo.
Se quelle lacrime righeranno il tuo viso, strofinati gli occhi... così almeno non scivolerò dalla tua anima.
Ricorda che quando guarderai in alto una stella non brillerà in cielo, quella stella brillerà in te.
So che me meno te non era il nostro mondo, ma dobbiamo imparare a viverlo...
Cara Violetta,
Non so quando troverai questa lettera, non so se la troverai. Una parte di me spera di si, l'altra invece puoi benissimo immaginarlo. Non so come incominciare, lo sai non sono mai stato bravo con le parole. In questo momento non ho niente da dirti, solo la voglia di stringerti per un'ultima volta, una delle tante. Chissà forse durante quell'abbraccio sarei riuscito a strapparti una lacrima, o magari lo sto già facendo con questa stupida lettera, nella nostra relazione quello bravo a piangere sono sempre stato io, tu eri lo scoglio e io ero l'acqua del mare. Mi infrangevo contro di te con tutta la forza possibile ma ricadevo, mentre tu rimanevi al tuo posto solo con qualche goccia d'acqua in più. Non so dopo questa lettera cosa mi aspetterà, avrei preferito non scriverla, avrei preferito non aspettare. Magari davanti ai miei occhi ci sarà la luce come dicono molti, o forse ci sarai tu con il tuo sguardo da rimprovero e le braccia incrociate appena sotto al petto, spero che almeno sorriderai mi farebbe piacere ricordarti col sorriso, mi farebbe piacere se le lacrime non annebbiassero la tua immagine, l'ultima davanti ai miei occhi ma una delle tante davanti al mio cuore. Forse mi apparirai sotto forma di allucinazione, spero che il mio cervello sarà in grado di immaginare di poter afferrare la tua mano.
O chissà, un vortice mi porterà via senza lasciarmi il tempo di poterti pensare; come ho già detto non so quello che mi spetta. In questo momento so che il male mi sta risucchiando sempre più velocemente, so che il tuo dolore sarà forte quanto il mio ma spero che almeno in questo mi stia sbagliando, spero che rimarrai la solita roccia anche senza le stupide goccioline fastidiose, quelle goccioline che scendevano su una roccia ma mai sul tuo volto.
Spero che farai tutte le cose che non ho potuto fare io, le faremo insieme tanto non puoi liberarti di me perché io vivo in te.
Non aver paura del vento, non aver paura dei miei sospiri di notte. Quando sarai sola pensa che siamo soli insieme e che ci faremo compagnia con la nostra solitudine.
Non aver paura della pioggia, non aver paura delle mie lacrime. Quando l'acqua ti bagnerà i capelli, pensa al mio tocco fastidioso che tanto ti faceva arrabbiare, pensa alle mie mani bagnate che si attaccavano alla tua morbida chioma.
Non aver paura dei raggi del sole, non aver paura della mia felicità. Quando sarai triste e fuori il sole batterà sulla finestra pensa alla mia allegria che busserà alle porte per trascinare la tua.
Ma soprattutto, quando non sarò al tuo fianco non darti la colpa, quello era il mio momento. E ti prego non immaginarmi, io non sarò vero come te, pensami portando i nostri sogni ad un unico traguardo.
Se quelle lacrime righeranno il tuo viso, strofinati gli occhi... così almeno non scivolerò dalla tua anima.
Ricorda che quando guarderai in alto una stella non brillerà in cielo, quella stella brillerà in te.
So che me meno te non era il nostro mondo, ma dobbiamo imparare a viverlo...
Tuo Leon.