Between Light and Darkness
By
Lulumyu
1. PRIMO CAPITOLO
“Mara”
Camminava in riva al mare
già da un’ora.
Non sapeva come aveva fatto
ad arrivare fino alla spiaggia quando le avevano dato quella notizia…..
Era ormai il tramonto,
chissà per quanto aveva camminato…. Non lo sapeva neppure lei in realtà. Non
aveva pianto, non una lacrima, ma chiunque l’avesse vista in quel momento
avrebbe intuito certamente che le era successo qualcosa di brutto.
Parole, immagini, suoni…
confusi ricordi nella sua mente… ricordi del pomeriggio appena trascorso…
ricordi di qualcuno che non avrebbe mai più potuto vedere…. Ricordi…
Sollevò la testa e il suo
sguardo si perse all’orizzonte, verso il tramonto.
L’acqua del mare le bagnava
delicatamente i piedi, come se volesse dirle di non preoccuparsi, come se non
la volesse vedere in quello stato.
Buffo. Era stata proprio
l’acqua a portarle via tutto.
- Mara, signorina Mara! -
qualcuno l’aveva chiamata, ma non voleva voltarsi… non voleva vedere nessuno.
Una signora sulla cinquantina
con un vestito violetto e un vistoso scialle fucsia le si avvicinò e con voce
dolce continuò a chiamarla:
- signorina Mara… -
- mi lasci in pace signora
Riloy, la prego. Non voglio vedere nessuno… non ora -
- …Non può restare tutto il
tempo qui in riva al mare, lo sa anche lei signorina Mara… Non vedrà quella
nave apparire all’orizzonte. Non la vedrà nessuno di noi… -
Detto questo la signora
Riloy tirò fuori un grosso fazzoletto della stessa tinta del suo scialle e
cominciò a singhiozzarci dentro.
“perché non se ne può
andare… ho voglia di stare da sola, tutto qui. Perché la preside deve sempre
impicciarsi nei fatti di tutti…” si ritrovò a pensare Mara.
Tuttavia non si girò neppure
sentendo la signora dietro di lei singhiozzare.
Non le importava nulla, ora
come ora di quello che la signora Riloy potesse fare.
Continuando prepotentemente
a fissare l’orizzonte, dolorosi ricordi sopraggiunsero.
Il pomeriggio era stato
caldo e assolato. Mara Emeron era in compagnia delle amiche e come tutti i
giorni stavano ridendo e scherzando.
Erano le studentesse di
una delle migliori scuole del paese, situata in un’isola in mezzo al mare.
Naturalmente l’argomento del giorno era il tanto sospirato ritorno a casa.
Erano tutte entusiaste e
continuavano a danzare sui verdi prati dell’isola, facendo roteare le lunghe
gonne degli abiti. I loro parenti sarebbero giunti il pomeriggio stesso, chi
sulla nave della scuola, chi sulle navi dei parenti o private. Mara si era
allontanata dal gruppo di ragazze del suo corso e si era accoccolata sotto
l’ombra di una grande quercia; non stava pensando a nulla in particolare, stava
solo attendendo con ansia l’arrivo dei genitori. Suo padre, capitano di una
nave, sarebbe venuto a prenderla come tutti gli anni e, appena la nave fosse
attraccata, lei sarebbe corsa come al solito fra le braccia della madre.
Sorrise. Accadeva fin da quando era arrivata lì, alla tenera età di quattro
anni, e la medesima situazione continuava a ripetersi tutti gli anni. Sentiva
che anche quell’anno sarebbe andata così, anche se ormai aveva la bellezza di
17 anni.
Oh, quanto si sbagliava…
- signorina Mara non può
rimanere qui per sempre lo sa bene anche lei; la prego tenti di ragionare…
Torni con me alla scuola, vedrà che troveremo una soluzione… -
Stanca delle continue
insistenze della signora Riloy, Mara si voltò verso di lei e con un sospiro
particolarmente vistoso si allontanò dal bagnasciuga e la seguì a testa bassa.
La signora Riloy si tolse
immediatamente il vistoso scialle fucsia e lo appoggiò sulle spalle della
ragazza.
La guardò con
disapprovazione: avrebbe potuto tranquillamente prendersi un accidente
continuando a rimanere in riva al mare con quel leggerissimo abito e senza
scarpe.
Mara era troppo sconvolta
per fare caso a com’era vestita. Però la Riloy non aveva tutti i torti: era a
piedi scalzi, e, nonostante si fosse alzato un vento particolarmente fresco,
indossava ancora il leggero abito azzurro che si era messa nel pomeriggio per
accogliere i suoi genitori.
Mara era una ragazza bella,
anche se in quel momento non lo sembrava: i suoi occhi castano-dorati erano
rossi e gonfi, per le lacrime che non cadevano, mentre i capelli ricci e
ribelli di un colore biondo-ramato erano sciolti e le ricadevano
disordinatamente sulle spalle, sollevati ritmicamente dal vento.
La pelle mostrava un leggero
aspetto di abbronzatura.
La signora Riloy non aveva
mai visto quella ragazza in quelle condizioni. Non sapeva se essere spaventata
per lei o semplicemente in pena. Eppure quel pomeriggio era così felice e
tranquilla…
- Maretta perché sei così
seria? Non va bene! Non l’ultimo giorno di scuola! - Lilian, una biondina
occhi-da-cerbiatto-innocente-ma-tutto-tranne-che-quello, sua compagna di corso
nonché di stanza, l’aveva notata da sola sotto la quercia e le si era subito
avvicinata; nessuna di coloro che si dichiaravano sue amiche poteva permettersi
di stare isolata dal gruppo l’ultimo giorno di tortura!
- Ah Maretta, Maretta!
Cosa ‘andavi’ pensando? - disse, con un’aria di chi la sa lunga
- per caso a un ragazzo
che non ci hai fatto conoscere? - aggiunse con un’aria da finta offesa, mentre
si sedeva al fianco di Mara e scostava il suo leggero vestito rosa.
- Lilian finiscila! Non
ci sono ragazzi su quest’isola, solo gli insegnanti; spiegami come avrei fatto
a trovare qualcuno di cui innamorarmi qui! - ribatté Mara.
Poi con un sorriso
sarcastico aggiunse:
- Ah, scusa, dimenticavo
la tua capacità di farti stare appresso tutti quando ti ci metti… -
- Mara non toccare questo
punto, ti prego! Lilian ha passato tutto il pomeriggio a parlarmi del nuovo
insegnante di materie filosofiche del prossimo ciclo! - disse esasperata
Marianne, una mora dagli occhi verde scuro. Anche quest’ultima si sedette,
davanti alle altre due, scostando il vestito dello stesso colore dei suoi
occhi.
Mara sorrise, dopodiché
aiutò le altre due ad attirare l’attenzione delle amiche mancanti. Erano in
tutto quattro le ragazze con cui aveva legato di più nel suo corso: Lilian,
Marianne, Diana e Caterina. La quinta del gruppo era lei, ovviamente. Poi c’era
la migliore amica di Mara, in un’altro corso.
Quindi erano sei in tutto
e sentivano che sarebbero rimaste amiche per molto tempo…
Mara alzò lo sguardo e
intravide la grande quercia, che con la sua maestosità sembrava stare a guardia
della piccola isola. Sorrise involontariamente.
Chissà se le avrebbe
riviste… chissà se nonostante tutto le avrebbe riviste.
Con gli occhi velati di
tristezza seguì la Riloy all’interno dell’edificio, e una cameriera le chiuse
la porta alle spalle.
Appunti di fine capitolo: questa storia è ambientata in un altro mondo (questo
non vuol significare che è una storia di alieni) con altri paesi ed
ambientazioni. Per gli ambienti mi sono lasciata andare un po’ in vari secoli
passati, ma ho usato anche vestiti dei giorni nostri (Quindi non vi stupite se
in un luogo simile ad un castello medievale ci siano ragazzi vestiti in jeans e
maglietta, tanto per capirci).
NdA: Ciaaao!
Ecco qui il primo capitolo
della mia primissima fic! Mi affido a voi, anime pie che l’avete letto, per
avere una piiiiccola recensione, anche per fare critiche (se proprio, vi chiedo
di andarci un po’ pianuccio perché sono solo leggermente terrorizzata
dal fatto che la mia fic verrà letta da qualcuno al di fuori dei miei amici (si
spera!)). Se ci sono cose incomprensibili (e capita spesso quando a scrivere
sono io!) non esitate a chiedere, vi risponderò alla meglio delle mie capacità
(almeno fino a quando il mio povero neurone non si bloccherà per sovraccaricamento….).
Quindi RECENSITE!!!
Approposito, un
ringraziamento particolare va a blakkangel, perché molto probabilmente senza il
suo aiuto non mi sarei mai convinta a mettere questa fic su questo sito!
Baciuzzi da Lulumyu!