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Autore: Lulumyu    18/02/2005    8 recensioni
Un'anima è incatenata in mezzo a buio e luce.
Quale sarà la sua scelta?
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Between Light and Darkness

By Lulumyu

 

1. PRIMO CAPITOLO

“Mara”

 

Camminava in riva al mare già da un’ora.

Non sapeva come aveva fatto ad arrivare fino alla spiaggia quando le avevano dato quella notizia…..

Era ormai il tramonto, chissà per quanto aveva camminato…. Non lo sapeva neppure lei in realtà. Non aveva pianto, non una lacrima, ma chiunque l’avesse vista in quel momento avrebbe intuito certamente che le era successo qualcosa di brutto.

Parole, immagini, suoni… confusi ricordi nella sua mente… ricordi del pomeriggio appena trascorso… ricordi di qualcuno che non avrebbe mai più potuto vedere…. Ricordi…

Sollevò la testa e il suo sguardo si perse all’orizzonte, verso il tramonto.

L’acqua del mare le bagnava delicatamente i piedi, come se volesse dirle di non preoccuparsi, come se non la volesse vedere in quello stato.

Buffo. Era stata proprio l’acqua a portarle via tutto.

 

- Mara, signorina Mara! - qualcuno l’aveva chiamata, ma non voleva voltarsi… non voleva vedere nessuno.

Una signora sulla cinquantina con un vestito violetto e un vistoso scialle fucsia le si avvicinò e con voce dolce continuò a chiamarla:

- signorina Mara… -

- mi lasci in pace signora Riloy, la prego. Non voglio vedere nessuno… non ora -

- …Non può restare tutto il tempo qui in riva al mare, lo sa anche lei signorina Mara… Non vedrà quella nave apparire all’orizzonte. Non la vedrà nessuno di noi… -

Detto questo la signora Riloy tirò fuori un grosso fazzoletto della stessa tinta del suo scialle e cominciò a singhiozzarci dentro.

“perché non se ne può andare… ho voglia di stare da sola, tutto qui. Perché la preside deve sempre impicciarsi nei fatti di tutti…” si ritrovò a pensare Mara.

Tuttavia non si girò neppure sentendo la signora dietro di lei singhiozzare.

Non le importava nulla, ora come ora di quello che la signora Riloy potesse fare.

Continuando prepotentemente a fissare l’orizzonte, dolorosi ricordi sopraggiunsero.

 

Il pomeriggio era stato caldo e assolato. Mara Emeron era in compagnia delle amiche e come tutti i giorni stavano ridendo e scherzando.

Erano le studentesse di una delle migliori scuole del paese, situata in un’isola in mezzo al mare. Naturalmente l’argomento del giorno era il tanto sospirato ritorno a casa.

Erano tutte entusiaste e continuavano a danzare sui verdi prati dell’isola, facendo roteare le lunghe gonne degli abiti. I loro parenti sarebbero giunti il pomeriggio stesso, chi sulla nave della scuola, chi sulle navi dei parenti o private. Mara si era allontanata dal gruppo di ragazze del suo corso e si era accoccolata sotto l’ombra di una grande quercia; non stava pensando a nulla in particolare, stava solo attendendo con ansia l’arrivo dei genitori. Suo padre, capitano di una nave, sarebbe venuto a prenderla come tutti gli anni e, appena la nave fosse attraccata, lei sarebbe corsa come al solito fra le braccia della madre. Sorrise. Accadeva fin da quando era arrivata lì, alla tenera età di quattro anni, e la medesima situazione continuava a ripetersi tutti gli anni. Sentiva che anche quell’anno sarebbe andata così, anche se ormai aveva la bellezza di 17 anni.

Oh, quanto si sbagliava…

 

- signorina Mara non può rimanere qui per sempre lo sa bene anche lei; la prego tenti di ragionare… Torni con me alla scuola, vedrà che troveremo una soluzione… -

Stanca delle continue insistenze della signora Riloy, Mara si voltò verso di lei e con un sospiro particolarmente vistoso si allontanò dal bagnasciuga e la seguì a testa bassa.

La signora Riloy si tolse immediatamente il vistoso scialle fucsia e lo appoggiò sulle spalle della ragazza.

La guardò con disapprovazione: avrebbe potuto tranquillamente prendersi un accidente continuando a rimanere in riva al mare con quel leggerissimo abito e senza scarpe.

Mara era troppo sconvolta per fare caso a com’era vestita. Però la Riloy non aveva tutti i torti: era a piedi scalzi, e, nonostante si fosse alzato un vento particolarmente fresco, indossava ancora il leggero abito azzurro che si era messa nel pomeriggio per accogliere i suoi genitori.

Mara era una ragazza bella, anche se in quel momento non lo sembrava: i suoi occhi castano-dorati erano rossi e gonfi, per le lacrime che non cadevano, mentre i capelli ricci e ribelli di un colore biondo-ramato erano sciolti e le ricadevano disordinatamente sulle spalle, sollevati ritmicamente dal vento.

La pelle mostrava un leggero aspetto di abbronzatura.

La signora Riloy non aveva mai visto quella ragazza in quelle condizioni. Non sapeva se essere spaventata per lei o semplicemente in pena. Eppure quel pomeriggio era così felice e tranquilla…

 

- Maretta perché sei così seria? Non va bene! Non l’ultimo giorno di scuola! - Lilian, una biondina occhi-da-cerbiatto-innocente-ma-tutto-tranne-che-quello, sua compagna di corso nonché di stanza, l’aveva notata da sola sotto la quercia e le si era subito avvicinata; nessuna di coloro che si dichiaravano sue amiche poteva permettersi di stare isolata dal gruppo l’ultimo giorno di tortura!

- Ah Maretta, Maretta! Cosa ‘andavi’ pensando? - disse, con un’aria di chi la sa lunga

- per caso a un ragazzo che non ci hai fatto conoscere? - aggiunse con un’aria da finta offesa, mentre si sedeva al fianco di Mara e scostava il suo leggero vestito rosa.

- Lilian finiscila! Non ci sono ragazzi su quest’isola, solo gli insegnanti; spiegami come avrei fatto a trovare qualcuno di cui innamorarmi qui! - ribatté Mara.

Poi con un sorriso sarcastico aggiunse:

- Ah, scusa, dimenticavo la tua capacità di farti stare appresso tutti quando ti ci metti… -

- Mara non toccare questo punto, ti prego! Lilian ha passato tutto il pomeriggio a parlarmi del nuovo insegnante di materie filosofiche del prossimo ciclo! - disse esasperata Marianne, una mora dagli occhi verde scuro. Anche quest’ultima si sedette, davanti alle altre due, scostando il vestito dello stesso colore dei suoi occhi.

Mara sorrise, dopodiché aiutò le altre due ad attirare l’attenzione delle amiche mancanti. Erano in tutto quattro le ragazze con cui aveva legato di più nel suo corso: Lilian, Marianne, Diana e Caterina. La quinta del gruppo era lei, ovviamente. Poi c’era la migliore amica di Mara, in un’altro corso.

Quindi erano sei in tutto e sentivano che sarebbero rimaste amiche per molto tempo…

 

Mara alzò lo sguardo e intravide la grande quercia, che con la sua maestosità sembrava stare a guardia della piccola isola. Sorrise involontariamente.

Chissà se le avrebbe riviste… chissà se nonostante tutto le avrebbe riviste.

Con gli occhi velati di tristezza seguì la Riloy all’interno dell’edificio, e una cameriera le chiuse la porta alle spalle.

 

 

 

Appunti di fine capitolo: questa storia è ambientata in un altro mondo (questo non vuol significare che è una storia di alieni) con altri paesi ed ambientazioni. Per gli ambienti mi sono lasciata andare un po’ in vari secoli passati, ma ho usato anche vestiti dei giorni nostri (Quindi non vi stupite se in un luogo simile ad un castello medievale ci siano ragazzi vestiti in jeans e maglietta, tanto per capirci).

 

NdA: Ciaaao!

Ecco qui il primo capitolo della mia primissima fic! Mi affido a voi, anime pie che l’avete letto, per avere una piiiiccola recensione, anche per fare critiche (se proprio, vi chiedo di andarci un po’ pianuccio perché sono solo leggermente terrorizzata dal fatto che la mia fic verrà letta da qualcuno al di fuori dei miei amici (si spera!)). Se ci sono cose incomprensibili (e capita spesso quando a scrivere sono io!) non esitate a chiedere, vi risponderò alla meglio delle mie capacità (almeno fino a quando il mio povero neurone non si bloccherà per sovraccaricamento….).

Quindi RECENSITE!!!

Approposito, un ringraziamento particolare va a blakkangel, perché molto probabilmente senza il suo aiuto non mi sarei mai convinta a mettere questa fic su questo sito!

Baciuzzi da Lulumyu!

 

  
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