Drunk

 
Lovino Vargas osservò il ragazzo piagnucolare al suo fianco per poi tornare a osservare la strada. Perché ancora non l’aveva abbandonato come facevano i bastardi coi cani? Non poteva, per una volta, fare lui il bastardo?
«Guarda Lovi, guarda!» piagnucolava, indicando la strada «Hanno raso al suolo tutte le coltivazioni di pomodoro»
«Dico davvero Antonio, se non la smetti mangio quello che hai in mano» fece innervosito.
Lo spagnolo inorridì e strinse al petto il pomodoro che Lovino gli aveva portato, dopo che Antonio lo aveva chiamato apposta per portargliene uno. L’italiano non era certo uscito di casa per portargli un pomodoro ma per andare a recuperarlo e, conoscendo come si comportava Antonio dopo qualche drink di troppo, aveva capito che l’unico modo per portarlo a casa era accontentare la sua richiesta.
«Sei una persona orribile Lovinito, come puoi anche solo pensare di mangiare Tomatito? È l’ultimo della sua specie!» piagnucolò Antonio facendo delle carezze al pomodoro «Lo curerò con tutto il mio amore, finché non diventerà grande e vorrà a… Andarsene di casa!!!»
«Gesù, Giuseppe e Maria!» Lovino azionò la freccia destra e si accostò a bordo della strada «Antonio, vuoi crollare e dormire finché non arriviamo!?»
Lo spagnolo guardò il ragazzo con gli occhi lucidi «Lovinito torna a casa col Boss?» chiese, tornando a carezzare il pomodoro «Il letto del Boss è vuoto, al Boss manca un po’ Lovinito… Anche se è felice che sia diventato così grande eh! Davvero… però mi manca Lovi… Credi che io manchi a Lovi, mh?»
Romano sbatté un paio di volte gli occhi, cercando di capire se lo spagnolo stesse parlando con lui o col pomodoro che teneva in mano. Sospirò e allungò una mano a passargliela lentamente tra i capelli, cercando di usare una dolcezza che non possedeva, ma ricordava che quando lui era bambino e si agitava, Antonio faceva così per calmarlo, dicendo che con lui funzionava. E probabilmente era così, perché lo spagnolo smise di piagnucolare e si posizionò meglio sul sedile, guardandolo ad occhi socchiusi «Ciao Lovi…»
Era proprio andato. L’italiano sospirò appena e gli tirò piano qualche ciocca «Se ora stai zitto e ti calmi passo la notte da te, okay?»
Antonio sorrise appena e chiuse gli occhi «Va bene così?»
«Chiudi la bocca e sta zitto» ribatté Lovino, levando la mano e riaccendendo la macchina. Sentì Antonio ridacchiare e, dopo qualche minuto, il leggero russare dovuto alla posizione scomoda dello spagnolo e sospirò sollevato. Un po’ di silenzio finalmente.
Posteggiò sotto casa del moro e lo guardò, studiandolo. Sembrava così tranquillo in quel momento, mentre dormiva. E stupido, mentre abbracciava l’ultimo pomodoro sulla faccia della terra. Scrollò il capo e si massaggiò una tempia «Ma è possibile fare così per una lite del cacchio? Ti ho solo detto che non sarei venuto a dormire da te perché mi avevi fatto incazzare…» sbuffò, levandogli qualche ciocca di capelli dal viso.
Senza rendersene conto, sorrise appena. Erano anche comportamenti idioti come quello che lo avevano avvicinato ad Antonio.