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Autore: scanf98    26/04/2015    0 recensioni
Un amore impossibile, straziante. Uno di quelli che non ti fa mangiare per giorni, che non ti lascia dormire la notte.
Un amore impossibile, ma io ci credo.
Mi chiamo Sara, ora ho sedici anni quattro mesi e ventisei giorni, sono innamorata di te e questa è la mia storia.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi sono ritrovata qui, a scrivere e poi a cancellare questa prima riga milioni di volte, insicura su come iniziare questa “cosa”. Sì, perché non so nemmeno cosa sia quello che sto facendo, non so cosa diventerà o chi lo leggerà. Vorrei riuscire a renderlo fantastico, volevo riuscire a farlo con uno di quegli inizi mozzafiato che subito ti fanno sentire parte delle vicende ma le mie scarse doti di scrittrice non l’hanno permesso.
Se non fosse per il fatto che, oramai, sono così stanca di riscrivere sempre le stesse righe, ora cancellerei tutto di nuovo e aspetterei. Aspetterei ancora giorni e giorni pensando a come dovrei iniziare e a quello che vorrei dirti per poi finire con il non scrivere esattamente nulla.
Dunque, terrò questo orribile inizio che non è certamente quello che avrei voluto e ti chiedo scusa perché è così banale e scontato, così stupido che, se mai dovessi leggerlo proprio te, so che smetteresti alla prima riga.
Nel caso, però, un giorno vedessi questa patetica “cosa” e i tuoi occhi scorressero fino a qui, ti prego di continuare perché anche se non è nulla di speciale è l’unico modo che ho per parlare di te.
Solitamente, almeno credo, se un libro ha una brutta parte iniziale non per forza anche lo svolgimento deve essere brutto. Le cose cambiano. Per questo prometto che, solo per te, cercherò di trovare le parole più belle e magari sarò capace di scrivere tutto quello che vorrei dirti senza fare stupidi errori grammaticali, senza troppe ripetizioni e senza annoiare nessuno.
Se solo sapessi quante volte ho pensato di iniziare a parlare di te ma non riuscivo. Non riuscivo perché pensavo che fosse così dannatamente patetico scrivere di una persona che probabilmente non ricordava nemmeno la mia esistenza, ma dopo l’altro giorno mi sono decisa a farlo. Per due giorni ho allora pensato ad una frase perfetta per aprire tutta questa “cosa”, con scarsi risultati. Un po’ me ne vergogno, avrei voluto che ogni cosa che parlasse di te fosse perfetta ma ora mi accontento. Mi accontento perché ho trovato un modo alternativo per esprimere quello che provo, visto che direttamente a te non posso esplicitarlo. Ora questa misera pagina è la cosa più preziosa che ho. Parla di te e tutto quello che parla di te è bellissimo.
Ci sono varie ragioni sul perché ho iniziato a scrivere questa “cosa” e la prima riguarda il fatto che ho paura. Ho paura di dimenticare le poche volte nelle quali penso di ricevere le tue attenzioni. Per intenderci, ho deciso che da oggi segnerò ogni volta che tu, anche se per poco tempo, hai fermato e fermerai il tuo sguardo su di me. Da moltissimo tempo non provavo quello che una tua occhiata mi fa provare, perciò te ne sono grata e anche se non è un gran che, per ora sono gli unici momenti felici che ho con te ma senza te.
Quante cose senza senso e complicate sto dicendo… Con te ma senza te. Sì, perché questi momenti riguardano te ma io non sono con te e tu non sei con me.
Non voglio dimenticare qualcosa che mi fa stare bene.
In secondo luogo sto scrivendo queste stupide parole perché io ora penso che mi vergognerei a morte solo se qualcuno le leggesse, figuriamoci se le leggessi tu. La verità è invece che non aspetto altro che tu le trova, non so come potresti ma vorrei che tu le trovassi perché tutte le emozioni che sto provando non potrei mai e poi mai mostrartele o raccontarle ad alta voce. Non ci sono parole semplici e nemmeno discorsi corti per dire come mi sento, l’unico modo in cui posso veramente esprimerlo credo sia questo complicatissimo monologo che sto facendo. Sono tante cose da spiegare, così tante che so che poche ore insieme non basterebbero mai e io voglio che tu sappia tutto.
Ora sta piovendo fortissimo e come ogni cosa, mi ricorda te. Mi ricorda quel giorno di due anni fa dove pioveva ed io ero fradicia alla fermata della nostra scuola, senza ombrello ed ero sicuramente orribile. Cercavo di nascondermi ma appena ho voltato lo sguardo ho incrociato il tuo. Mi stavi guardando.
Dicono che se una persona ti sta pensando o se sta parlando di te ti fischiano le orecchie, io non so se sia vero ma se lo è sono in un bel casino. Mi dispiace per le tue orecchie ma io devo continuare perché mi chiamo Sara, ho sedici anni quattro mesi ventisei giorni e sono innamorata di te. 
   
 
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