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Autore: telesette    27/04/2015    1 recensioni
Setsuna attraversò la sala del ricevimento a testa alta, incurante degli sguardi ostili e delle frasi di disprezzo che pure le giungevano distinte all'orecchio, senza giustificare in alcun modo il proprio comportamento.
Non si fermò neppure quando, sganciandosi accidentalmente la buccola, uno degli orecchini le scivolò andando a finire sul pavimento.
Uno degli ospiti, un giovane biondo dagli occhi puri ed innocenti come quelli di un angelo, si chinò dunque a raccoglierlo guardandola andare via con una triste espressione di sbigottimento. Non riusciva a credere che una donna tanto bella ed elegante nel portamento potesse agire così senza una ragione più che valida...
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Haruka/Heles, Michiru/Milena, Nuovo personaggio, Setsuna/Sidia
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago
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Setsuna non era tipo da cedere alla collera, se non per una ragione più che valida, e questo Michiru e Haruka lo sapevano bene.
Il punto era che, offeso ed incollerito dalla reazione che la donna aveva opposto alle sue disgustose profferte, il principe Vladimir non mancò di fomentare quello che già la maggior parte degli ospiti pensava circa l'accaduto: secondo la sua versione dei fatti, quella emerita sconosciuta aveva avuto l'ardire di circuìrlo e, sentendosi respinta dalla dignità del giovane aristocratico, aveva avuto anche la sfrontatezza di aggredirlo fisicamente.
Haruka e Michiru erano semplicemente indignate dalla falsità del principe, intuendo altresì che la sgradevole vicenda doveva essersi svolta esattamente al contrario, purtroppo non potevano contrapporre alcuna testimonianza per sbugiardare pubblicamente quel disgraziato. Solo il giovane Michael, pur senza conoscere colei che aveva avuto modo di vedere soltanto di sfuggita, pareva convinto che la donna era in realtà vittima di un grave torto.

- Mi dica, principe Vladimir - esclamò Michael, anticipando Michiru nell'atto di affrontare quel nobile millantatore. - E' sicuro di non aver fatto o detto qualcosa per offendere la dignità della signora che sta accusando?

Subito si levò un mormorìo di stupore ed incredulità.
Vladimir inghiottì amaro, sentendo che la sua parola veniva messa in dubbio, ma anche Michael Conaissànce apparteneva a nobili origini in quanto discendente diretto di una delle più antiche famiglie dell'aristocrazia francese.

- Vede - proseguì Michael, sfidando l'altro apertamente. - Mi riesce assai difficile credere che una donna davvero in malafede abbia inteso lasciare la serata senza nemmeno una parola in propria difesa; da ciò che ho visto, sarei sì propenso a credere che la signora in questione abbia agito in maniera violenta... Ma non potrei darle torto, se la causa del suo comportamento venisse da un'ipotesi che mi ripugna anche solo immaginare!
- Cosa vuole insinuare?
- Io non insinuo, principe Vladimir, bensì "affermo" - proseguì Michael deciso. - Affermo che la signora da voi accusata è innocente, affermo che voi siete un villano, e in ogni caso qui, alla presenza di testimoni, vi chiedo riparazione!

Nessuno dei presenti riusciva a credere alle proprie orecchie.
A conferma delle sue parole, schiaffeggiando pubblicamente l'altro in pieno volto, Michael gettò a Vladimir il guanto di sfida.
Ora il principe era davvero infuriato.
Raccogliendo la sfida di Michael, rispondendo come di rito "dove" e "quando", sembrava davvero convinto di riscattare così il proprio onore.

- Tra due giorni, all'alba - puntualizzò Michael. - Così avrà il tempo di nominare il padrino e di scegliere l'arma del duello!

Dal momento che la situazione aveva assunto una piega inaspettata, nessuno nella sala osò proferire una parola di più.
Vladimir lasciò il ricevimento, giurando in cuor suo di vendicarsi, tuttavia gli era noto che il francese fosse uno spadaccino di tutto rispetto ed un tiratore scelto.
Michiru ringraziò commossa Michael, per la generosità con cui si era pronunciato in difesa della sua amica Setsuna.

- Per carità - rispose il giovane con un sorriso. - Era mio dovere, così come spero mi sia concesso restituire questo orecchino alla sua legittima proprietaria!

***

Frattanto Setsuna insisteva nel non voler in alcun modo esprimere la sua versione sulla faccenda.
Certo era ferita ed amareggiata, ma non per questo avrebbe mai inteso mettere a parte qualcuno dell'inqualificabile volgarità di quel principe pervertito. Piuttosto preferiva che altri la accusassero a torto, dipingendola come una donna senza alcuna morale né ritegno, ma non era assolutamente disposta a rivelare ciò che costui le aveva fatto... o che avrebbe inteso farle, se lei non avesse puntualmente e giustamente reagito.
In questo, Setsuna non assomigliava né ad Haruka né a Michiru.
Pur non condividendo in pieno l'atteggiamento delle sue due compagne, Setsuna Meiou non era meno forte di loro.
Era una donna profondamente riservata, introversa ed enigmatica, ma anche molto decisa e sicura delle proprie scelte. Se si poneva un obiettivo, in virtù delle proprie ragioni, non c'era poi verso di farle cambiare idea.
Dal suo punto di vista, infatti, era convinta che il principe Vladimir avesse già provveduto a dipingerla come una povera squilibrata. Nessuno poteva permettersi di accusare un principe, senza opporgli contro delle solide prove concrete, e men che meno poteva pretendere che la sua parola venisse ascoltata tranquillamente al pari di questi.
Tuttavia, avendo abbandonato la festa prima del tempo, Setsuna ignorava che una persona assai influente aveva inteso difenderla dinanzi a tutti.
Sia Michiru Che Haruka avevano provato a telefonarle, per metterla a parte dell'accaduto, ma Setsuna evitava ostinatamente di rispondere al telefono.
Non se la sentiva di ascoltare domande alle quali non intendeva rispondere e, a parte questo, si vergognava profondamente di avere forse screditato l'immagine di Michiru agli occhi della società altolocata.

- Forse dovrei andarmene, per un po' - pensò dolorosamente, mentre il telefono squillava per l'ennesima volta dall'altra sera. - Michiru non accetterà il mio silenzio, malgrado il mio non volerla coinvolgere, e dubito anche che accetterà le mie ragioni in merito!

Mentre rimuginava su questo, ignorando il trillo insistente dell'apparecchio, Setsuna finì di chiudere la valigia e si accinse ad uscire dal suo appartamento per poi chiudere la porta a chiave.
La corriera che conduceva alla stazione era in ritardo.
Setsuna guardò l'orologio, valutando se era il caso di lasciare la città col primo o con l'ultimo treno in partenza, e intanto sospirava.
Da un lato le dispiaceva dover fuggire così, come una ladra, ma dall'altro sentiva di non avere altra scelta.
Restare significava esporre ulteriormente Michiru alle chiacchiere di una sgradevole umiliazione pubblica.
Meglio scomparire, dunque, lasciando che le malelingue inveissero solo contro la donna che aveva "osato" colpire il principe di Lituania.
Improvvisamente, dalla linea sfocata dell'orizzonte, la sagoma dell'autobus emerse ai caldi raggi solari.
Setsuna fece per sollevare la mano ma, sentendosi chiamare per nome, si voltò di scatto e il conducente passò oltre.

- Signorina Meiou - esclamò una calma voce rassicurante. - E' lei la signorina Setsuna Meiou, giusto?
- Mi scusi, non credo di...
- No, certo, lei non mi può conoscere - spiegò affabilmente il biondo individuo dinanzi a lei. - Ci siamo incrociati per un attimo, quando lei ha abbandonato il ricevimento di ieri sera!

Setsuna principiò a mordersi il labbro inferiore, immaginando qualcosa di negativo, ma l'altro si accinse a presentarsi con garbo.

- Mi chiamo Michael, Michael Conaissànce, e credo di avere qualcosa che le appartenga!

Così dicendo, il giovane tirò fuori l'orecchino luccicante e lo porse agli occhi di una esterrefatta Setsuna.

- Gra... Grazie ma - balbettò lei confusa. - Io non...
- La prego, non deve ringraziarmi - fece Michael con un inchino cavalleresco. - Era mio preciso dovere!
- Ma come ha fatto a sapere dove abito?
- Mi sono permesso di chiederlo alla sua amica, non avendo altro modo di restituirle l'orecchino personalmente, spero non me ne voglia per questo!
- No, certo che no, anzi è molto gentile da parte sua ma...

Setsuna tacque un momento, temendo di parlare a sproposito.

- Vede, il fatto è che... E' così imbarazzante per me, che non so davvero cosa dire!
- La capisco - sorrise Michael, ponendo l'orecchino nella mano soffice e vellutata di lei. - A mio parere, lei non ha nulla di cui vergognarsi: sono convinto che il principe Vladimir le abbia dato una ragione più che valida per agire in quel modo; anche se ignoro i particolari, mi rifiuto di credere che una donna di tale finezza sia solita aggredire il prossimo senza motivo!

Setsuna arrossì.

- Non vorrei sembrarle inopportuno ma, trattandosi di questioni private, mi riesce difficile parlare in mezzo ad una strada!

Entrambi sorrisero, convenendo che era il caso di proseguire la conversazione con maggiore riservatezza, ed insieme entrarono presso una caffetteria lì vicino.
Setsuna si sedette di fronte al nobile francese, ascoltando attentamente quanto questi aveva da dirle, e di nuovo lo ringraziò per la premura dimostrata nel riportarle l'orecchino che aveva smarrito.


- Le sono davvero riconoscente - esclamò. - Ha avuto un pensiero molto gentile, non so davvero come ringraziarla!
- Per carità, era il minimo che potessi fare - fece l'altro. - Mi dispiace solo di non aver potuto far niente per impedirvi di abbandonare la festa: mi rincresce, dico sul serio, quello che ha fatto il principe Vladimir è imperdonabile!
- C'è una cosa che non capisco... Perché attribuite la responsabilità dell'accaduto al principe Vladimir? In fin dei conti, non sapete praticamente nulla di me!
- So che siete veramente una donna ammirevole - disse Michael convinto. - Il vostro contegno, con cui evitate di menzionare l'accaduto, non vi fa altro che onore... Poche donne avrebbero taciuto, opponendo la stessa ferma dignità di fronte a un simile villano, ma voi avete tutto il mio rispetto!
- Lei mi lusinga - fece Setsuna, evitando timidamente il suo sguardo. - Il fatto è che ho troppo rispetto verso la mia amica, per dire apertamente come stanno le cose, e preferirei che non si esponesse ad eventuali critiche sociali solo per prendere le mie difese!
- Comprendo - annuì Michael. - E sono sempre più convinto che le accuse di Vladimir nei vostri confronti non siano altro che puerili menzogne!
- Ignoro cosa possa aver detto di me il principe Vladimir e, in tutta franchezza, la cosa non mi interessa - tagliò corto Setsuna. - Gradirei anzi il non doverlo sentir menzionare, dato che mi risulta indifferente, e le sarei grata di voler considerare chiusa l'intera questione!

Michael evitò accuratamente di fare parola con Setsuna del duello che avrebbe avuto con Vladimir di lì al giorno seguente, temendo che costei volesse scoraggiarlo, ma si disse rispettoso del suo desiderio ed evitò di menzionare lo spiacevole individuo.
Dal momento che, come andava dicendo Michael, le accuse del principe risultavano ora di dubbia fondatezza, Setsuna non riteneva più necessario abbandonare la città.
Dopo aver finito di sorseggiare il caffé, costei accettò di buon grado l'offerta del giovane di accompagnarla a casa.
C'era qualcosa in lui che l'affascinava, oltre all'aspetto e ai modi garbati, ma non avrebbe saputo dire con esattezza cosa.
Forse il fatto che, pure essendo per lei un perfetto estraneo, Michael pareva crederle sinceramente. Non sapeva niente di lei, ad eccezione del suo nome, eppure era rimasto fortemente e piacevolmente colpito dalla dignità e compostezza che, tanto armoniosamente, si sposavano all'aspetto magnifico e conturbante della bella Setsuna.

- Grazie ancora di tutto - mormorò Setsuna con un sorriso, una volta che Michael l'ebbe riaccompagnata a casa. - Spero che capiterà l'occasione per incontrarci ancora!
- Lo spero anch'io - ammise l'altro. - Tantopiù che ho deciso di trattenermi in città per un importante questione, un impegno al quale non posso assolutamente mancare... Avrei piacere di invitarla a cena, se non fosse così prematuro, ma certo comprenderei il suo rifiuto!
- Come corre - osservò Setsuna. - Perché io possa rifiutare, dovrebbe prima invitarmi, non crede?

Michael drizzò le orecchie.
Quasi non riusciva a credere che una donna tanto bella ed affascinante potesse essere interessata a lui. A Setsuna non importava nulla del suo lignaggio, o di quanto importante fosse la sua posizione sociale, semplicemente aveva piacere di approfondire la conoscenza di un giovanotto sincero ed educato nei modi di fare.
Nel mentre che ella gli sorrideva, Michael sentì il cuore che gli batteva forte nel petto.
Era come se il volto di lei, incorniciato da lunghi capelli scuri, splendesse ora più luminoso di quello di una dea.

- Non vuole dirmi proprio niente? - rintuzzò Setsuna, quasi divertita dall'espressione dell'altro.

Michael deglutì, raccogliendo il coraggio necessario per porgerle la domanda senza alcun imbarazzo.

-  Vuole... Vuole venire a cena con me, stasera?
- Con molto piacere - rispose Setsuna convinta. 

continua )...

 

Angolo Autore:

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