Eravamo lì, in piedi uno di fronte all'altro al centro della stanza, lui mi fissa e io fisso le sue labbra. Fino a quel momento avevamo scherzato come sempre ma è quando mi si è avvicinato così pericolosamente che mi sono reso conto di provare qualcosa in più. Da quel momento, non ho fatto altro che desiderare le sue labbra sulle mie, sono sicuro che combaciano perfettamente.

Devono sapere di Marlboro, non fa altro che fumare e anche se gliel'ho rimproverato chissà quante volte al giorno, ma ora non voglio altro che sentire il sapore delle sigarette mischiate alla dolcezza delle sue labbra. Non le ho mai provate ma ne sono sicuro, che sono dolci e sanno di buono. Mi mordo il labbro inferiore e lui mi ammonisce per questo. Ma io non riesco a pensare ad altro, che a quelle sue fottutissime labbra. Neanche mi sono reso conto, che si è avvicinato di nuovo in quel modo sono troppo preso dai miei pensieri. Sposto lo sguardo sui suoi occhi, e come ogni volta mi perdo in quell'abisso color nocciola. Lui mi porta una mano sul viso e si avvicina ancora, i nostri respiri si intrecciano, sento il cuore che minaccia di uscirmi dal petto, è inevitabile magari lo sta sentendo anche lui. Rimaniamo ancora lì a guardarci come due idioti, finché alla fine non resisto più e lo bacio. L'ho baciato e non è quello che mi aspettavo, le nostre labbra non si sono rincorse a vicenda, lui non mi ha ricambiato, e rimane li a fissarmi in mobile. Ho fatto una cazzata, devo scappare, devo farlo subito. Mi invento una scusa, infilo il giubbotto e scappo da casa sua, da quella stanza e soprattutto da lui. Lui neanche ha provato a fermarmi, l'unica cosa che riesco a pensare è che ho rovinato tutto. Cammino da un po' ormai, ma non so dove andare così semplicemente mi siedo su un panchina del parco, che non é molto distante da dove mi trovo. E così, torno a immergermi nei miei stupidi sensi di colpa, nei miei pensieri. Solo ora mi rendo conto di quanto volessi questo, di quanto lo desidero. Mi chiedo perché si è avvicinato così tanto a me, se poi non era quello che voleva o al meno è quello che mi é sembrato. Continua a rimuginarci sopra, e intanto lui è in piedi davanti a me e io non l'ho visto arrivare. Sento che mi chiama, sento il mio nome uscire dalle sue labbra, ma come uno stolto penso che sia solo la mia immaginazione che continua a farmi star male. Ma non è così, lui è lì, nota che non lo guardo e si inginocchia davanti a me, mi alza il viso costringendomi a guardarlo. Ha le guance arrossate per il freddo, lo stesso le labbra, vorrei baciarlo ancora, fino a scaldarlo, fino a non fargli sentire il gelo della notte. Probabilmente lo ha notato perché si avvicina di nuovo, ma stavolta mi scanso. -No.- gli dico, non voglio illudermi più di quel che già sono. Ma lui non si arrende, e alla fine mi ritrovo di nuovo a baciarlo. Ma stavolta è diverso, le nostre labbra si muovono all'unisono, le nostre lingue si intrecciano come se stessero danzando. Il mondo intorno a noi si è fermato, esistiamo solo noi, e non voglio che tutto ciò smetta. Porto le braccia intorno al suo collo, e rimaniamo li a baciarci.

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