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Autore: spax    27/04/2015    0 recensioni
Storia di un uomo anziano che ritrova un vecchio diario (o anche coscienza) , di quando era giovane
dove aveva impresso i suoi vecchi ricordi, questo lo porterà
a fare un confronto con il suo attuale presente
Genere: Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Vecchi Ricordi

Caro Diario, Coscienza o che dir si voglia,
 
E’ tanto che non ci vediamo vero? E’ che  purtroppo sono stato troppo impegnato ultimamente… Mi sono sposato lo sai? Lo so sembra strano, da come mi ero progettato la vita pensavo sarei rimasto sempre solo, e invece guarda… E’ proprio vero che il tempo risolve e regala sorprese e purtroppo… Per mia Sfortuna anche brutte sorprese… Non ci crederai mai, ma adesso ho la bellezza di 80 anni e ancora mi stupisco di non essere ancora un vecchio decrepito… Oggi sono in vena di ricordi. Ho tirato fuori tutte le mie vecchie scatole che ancora contengono tutti i miei ricordi: regali, giocattoli, foto, souvenir delle gite e dei miei viaggi… Ma soprattutto ho ritrovato te… Ricordi? Appena ero arrabbiato scrivevo a te, appena succedeva qualcosa di epico dovevo scriverlo per farlo sapere anche a te… Ho riletto di quel giorno che avevo fatto quel sogno strano… Ti ricordi? Dovevo scrivere quella storia per il professore… Quanta rabbia… Non mi piaceva affatto italiano, però ero stato costretto:
 
“Che dire? Mi chiamo Arnold Sau… Perché Arnold? Lo so è un nome strano per un italiano , perché ce l’abbia però non lo so, sarà forse per la passione che hanno i miei genitori per le vecchie serie/commedie americane, anzi… Sono più che sicuro che sia per questo motivo.
Quanti anni ho? 17, ma non vedo la rilevanza di tale domanda, frequento uno tra i migliori istituti di psicologia (tra l’altro la mia materia preferita da quando ero bambino) dell’ Italia.
Che lavoro vorrei fare? Semplice e ovvio, lo psicologo.
Particolarità? Si, a volte faccio dei sogni lucidi… Che sono i sogni lucidi? Sono praticamente quei sogni che fai quando hai il pieno controllo del tuo corpo… per capire se sto sogno oppure no guardo un particolare, lo so forse sembrerà strano ma se vedo un alveare con api di colore blu allora capisco che sto sognando…
Perché questa passione e perché lo psicologo? Questa è semplice, per il fatto che mi è sempre piaciuto aiutare le persone, sapere che le persone possono contare su di me per qualsiasi cosa, che possa essere felice o triste e… Che rimanga tra me e me, starei coltivando anche un’altra passione.
Che passione ,mi chiedi? Ma che me stai a fa il terzo grado? Vabbè te lo dirò solo se mi prometti che non lo dici a nessuno… Ok allora te lo dirò… Sto sviluppando la passione di programmatore, sapere che riesci a programmare seguendo solo un insieme di comandi prefissati da un programma, mi piacerebbe programmare un Jarvis, l’intelligenza artificiale del film Iron Man… Non puoi capire… Purtroppo ultimamente sto passando un brutto periodo, sembra che nessuno mi capisce, boh… Sarà per la fase di adolescenza che sto passando, non lo so se ti sia mai capitato di voler prendere tutto e andare via? Solo ,solo con te stesso a pensare, pensare, pensare e nient’ altro che pensare…
Pensare a cosa, dici? Questo non te lo posso dire mi dispiace… Ti posso solo dire che per un giorno vorrei dedicare a me stesso, niente amici, parenti, ragazze, niente di niente, e sai che ti dico? Oggi è la giornata perfetta da passare con me stesso, e come si può passare una giornata da soli?
Forse una bella dormita è quello che ci vuole per schiarire le idee... Allora che dire? Notte, vediamo cosa ci porterà questo coricamento……….”
 
Ti ricordi? Iniziava così il racconto. Mi ricordo ancora che l’idea iniziale era quella di un’ autobiografia… Di una mia autobiografia (lo so per un ragazzo di 17 anni era troppo assurda un’autobiografia). Dopo quel pezzo mi ricordo, ero stanchissimo, solo una bella dormita mi avrebbe potuto far venire qualcosa in mente. Andai a dormire e subito iniziò questo sogno strano… Il sogno finì con un insieme di nubi e fumi che mi annebbiarono la vista, fino a che tutto non diventò scuro.
Appena sveglio mi resi conto che quella storia andava scritta, però andava scritta così com’era vissuta, come se l’avessi vissuta veramente:
 
“Ahhhh, ci voleva proprio….. Aspetta un momento. Dove mi trovo. Questa non è casa mia, questi mobili non li conosco, questo letto, queste mura… E’ tutto diverso… Ma non ‘ che…? io lo sapevo mannaggia a me e a quando voglio fare queste cavolate…! aiutoooooooo!!! mi sente nessuno?!?!? sono in trappola? Davvero sono stato rapito?... Non mi sente nessuno… Aspetta un attimo c’è un orologio… Che c’è scritto? 15:31 del 30 ottobre del… 2061? Ma per quanto ho dormito?.... Che sono questi passi? Sta per entrare qualcuno? Come faccio a nascondermi? Questa stanza è priva di nascondigli, il letto è bassissimo, non ci sono tende, e c’è pure un orribile fetore di muffa e di vecchio… sta entrando qualcuno…  Ma è un vecchio zoppo, sta appoggiando il suo bastone sulla sedia, si è seduto sul letto, ancora non si è accorto di me… Strano, eppure sono qui davanti alla finestra che praticamente si trova attaccata al letto… Ecco si sta alzando, si è accorto di me, si sta avvicinando, eccoci, sta allungando la sua mano verso di me, silenzio, silenzio ,silenzio … o mio dio, la sua mano ha praticamente passato la mia faccia ed ha aperto la finestra… Come ha fatto? Dove mi trovo? Non sia mai che sia arrivato il giudizio universale mentre dormivo oppure mi ha ucciso qualcuno senza che me ne rendessi conto… Aspetta però questo vecchio ha un viso familiare, porta pure la mia stessa tuta, anche se un po diversa, con qualche strappetto qua e la. Aspetta, sta riprendendo il suo bastone, è meglio seguirlo… Sta uscendo di casa, presto muoviamoci prima che mi chiuda dentro e vediamo dove va… eccoci, Cara Coscienza, qua fuori, ma perché non ci parla? Non mi guarda neanche negli occhi, leggiamo un attimo il cognome sul campanello cosi forse riusciremo a capire chi è… come Sau Arnold? perche’ questo vecchio ha il mio stesso cognome? Aspetta, sta scendendo le scale, direi che è meglio seguirlo per vedere dove va… Ammazza quant’è lento, ma d'altronde solo questo gli si può attribuire ad un vecchio, perché non prende l’ascensore visto che ci troviamo pure al quindicesimo piano?… Vabbè, prendiamolo noi l’ascensore che è meglio, lo aspetteremo di sotto…
*45 minuti dopo*
Ma quanto ci vuole per scendere le scale? Toc, toc, toc… Ah, eccolo alleluja. Aspetta, ma perché dentro al portone del palazzo di questo vecchio si trova un alveare con le api blu? ALVEARE CON LE API BLU? Ahhhhhhh… Aspetta un attimo, cioè, io diventerò così da vecchio? Mmmmm… Continuiamo a seguirlo che è meglio, sta uscendo dal portone, si dirige verso la macchina. Una BMW? E’ la macchina dei miei sogni… La sta aprendo , sta mettendo la chiave, o almeno ci sta provando, c’ha pure la tremarella… Ah ecco c’è riuscito, entriamo con lui in macchina e vediamo dove ci conduce, adesso perderà altri 10 minuti per mettere la chiave, girarla e far accendere la macchina, anzi no, c’è riuscito subito, eccoci, si parte… Come 20 all’ora? Pure qua è lento? E’ meglio rimettersi a dormire… Zzzzzzzzzzzzzzzzzzz… Quanto manca? Tummmmm… Che è successo? Abbiamo tamponato? Ah no siamo arrivati… il Vecchio sta scendendo dalla macchina e si sta avvicinando al portabagagli… Aspetta un attimo ma io questo posto lo conosco, come no, è il cimitero… Ma perché stiamo al cimitero? Ah ecco ha appena tirato fuori i fiori dal portabagagli, fiori, fiori, tanti fiori, ma perché così tanti fiori, c’è stato un genocidio?... Seguiamo, seguiamo……………………………………. Aspetta, perché su una tomba c’è scritto Eugenio Colombo? Perché in un’altra c’è scritto Federico Palmieri? Manuela d’Amico? Marco Paglia?......m........m........ma.... Ma allora è vero……… Quel vecchio sono io……….... Voglio svegliarmi……….. Ecco la mia prima lacrima, vedi che poi alla fine anche io provo qualche sentimento……………. Morti tutti…….. Moriranno tutti e rimmarrò solo?. Però aspetta…. Mi manca Gianluca… Ah ecco, si sta per riavvicinare, a quella macchina, passo lento, molto lento. Entriamo con lui e vediamo dove ci porta questa volta… con il suo lento guidare, stiamo giungendo… All’ospedale? Che è successo ora? Passo veloce, molto veloce, stiamo all’ingresso, velocemente saliamo verso il pronto soccorso… Sala 2, Sala 4, Sala 8, Sala 16, sempre più veloce… Aspetta si è fermato davanti quella stanza, la 17… Guarda dentro… Ho paura di vedere chi ci possa essere la dentro……… Fili, tanti fili…. Troppi fili, lacrime, lacrime di un vecchio in piedi che tiene la mano sul petto ad un corpo quasi morto e che fissava con quegli occhi color verde, un corpo, che ricambiava con uno sguardo triste e nostalgico, un corpo, che per mia sfortuna volevo non fosse proprio di lui…” E così l’ ultimo amico rimasto era malato e stava quasi per morire, cosa dovevo vedere ancora in quel sogno??........”
Cara coscienza, sono passate quasi 30 minuti da quando stiamo qui ad aspettare e ancora mi chiedo cosa stiamo facendo qua… Cioè è una cosa non molto dissimile ad un vegetale cosa puoi fare qua per mezz’ora con una persona simile, a parte che farti accrescere il dolore?...................................................”
 
Mi svegliai sui toni della vecchia canzone dei Pooh che faceva :
“Sono sveglio e c’è, la vita dentro me, e la verità, adesso so cos’è. Ora la mia pagina più bianca non sarà”. Da quelle note e quelle parole capii che quel sogno andava continuato e allora scrissi un continuo:
 
“Il vecchio rimase lì, in piedi, a piangere sul corpo di quello che, purtroppo, è, o si può dire, era, il mio amico, o almeno quello che adesso era il mio ultimo amico.
Stavo pensando coscienza, vogliamo fare un giro nella nostra vecchia città, solo per vedere com’è diventata?

Va bene, allora andiamo
Scendemmo le scale dell’ospedale e appena arrivati all’atrio prendemmo la via per la porta d’uscita. Usciti ci ritrovammo al parcheggio dell’ospedale, continuammo a camminare fino a che non ci trovammo alla prima fermata del bus disponibile. Prendemmo il primo bus e ci avviammo verso il vecchio centro storico della città. Il viaggio non fu dei migliori, ragazzini che urlavano, fumavano e si menavano; il classico nero con gli ombrelli e i calzini; vecchiette con il bastone e gli occhiali da sole che si lamentavano sulla vita,, del perché si vivesse e soprattutto su come si sono potuti concepire ragazzini che facessero così tanto rumore, i loro mariti invece che si lamentavano sullo Stato e su quanto fosse brutta la loro organizzazione, insomma si può dire che per adesso non si possono vedere grandi cambiamenti. Arrivammo, dopo un pochetto ma arrivammo. Scendemmo alla prima fermata davanti alle mura che dividevano il centro storico della città con l’altra parte della città. Mi soffermai subito a guardare quattro uomini tutti grossi, tutti alti e tutti con gli occhiali, che litigavano, questi quattro da quanto capisco sono i quattro proprietari di quei quattro bar attaccati tra loro: Bar Mamma, Bar Memme, Bar Mimmi e Bar Mommo. In mezzo a questi quattro uomini vi era un quinto uomo, questo però più basso e più secco, che non partecipava alla litigata anzi stava lì e fissava tutti,  i segnali mi dissero che quest’ultimo sarà il nuovo proprietario del nuovo bar che hanno appena aperto poco lontano da questi altri quatto bar: Bar Mummu. Quali segnali dici? Quelli del mio istinto
            Wow! Vorrei fermarmi ad uno di questi bar però non so quale. Te che dici?
            …
            Il quinto dici? Potremmo provare
Entrammo in questo bar, molto bello, molto pulito, molto vuoto.  Ci sedemmo, eravamo solo in due in tutto quel silenzio, silenzio che in seguito venne interrotto da una ragazza molto carina che passava lo straccio bagnato sul bancone.
            Scusi prendo un caffè, Te che prendi?
            …
            Sicuro che non vuoi niente? Scusi un caffè ho detto…
Che strano, sta facendo come il me vecchio, mi evita… A parte si è vero è tutto un sogno…      Usciamo che è meglio
Uscimmo da quel bar e decidemmo di proseguire.  Decisi di andare a casa dei miei amici che ormai ahimé non c’erano più…”
 
Qui non lasciai molto spazio alla descrizione delle case in quanto tutte uguali: Camera da pranzo, cucina, bagno e camere da letto, tutte decorate da un muro color rosa salmone e da mobili antiquati. Decisi di partire direttamente con la descrizione del vecchio biliardo
 
“           Sai che ti dico cara coscienza? Ci passeremo un'altra volta, vorrei andare al nostro vecchio   biliardo. Ti ricordi si? Il punto di ritrovo di tutti i nostri pomeriggi.. Che bei pomeriggi
            …
Continuammo la strada che portava al prato comunale, arrivati all’entrata proseguimmo e già li venimmo incuriositi dai grandi cambiamenti che apportarono al prato: Molti meno alberi, la vasca con le papere venne chiusa e sopra venne fatta crescere altra erba, tutti i mezzi busti erano spariti. Continuammo a camminare incuriositi e arrivammo al bar (situato vicino ad una delle altre entrate di questo prato) che aveva anche il biliardo. Scorgemmo per un momento il bar ,la vecchia proprietaria non c’era, come minimo era morta pure lei, entrammo direttamente al biliardo e lì notammo il grande cambiamento: niente più biliardo, solo dei tavoli contornati da delle sedie strettissime, il vecchio Pinball venne sostituito da una televisione Led full HD con l’abbonamento per vedere le partite e con sotto attaccati una console che a legger lateralmente dall’etichetta sembra essere una playstation 5
            Vedi che poi alla fin fine pure la tecnologia fa ancora dei passi in avanti…
            …
Demmo un ultimo sguardo alla stanza e decidemmo di uscire…
            Non ti viene un po’ da piangere a vedere queste cose?
            …
            A me si. E se davvero sarà così appena arriverà il momento?
            …
            Hai ragione forse mi faccio troppe domande. Non so adesso cosa possiamo fare?
            …
            La mia vecchia casa dici? Non sono tanto sicuro
            …
            Ho paura di quello che posso vedere, però provare non costa niente
Si avviamo verso la mia vecchia casa e già li dal cammino si potevano notare le prime lacrime sul mio viso al pensiero di una vita futura simile a quella che stavo vedendo e vivendo.
            Niente è più come prima…
Dissi, fermandomi, con tono pauroso, triste, malinconico
            Le case sono tutte piene di scritte sui muri e piene di crepe…
            …
            Hai ragione andiamo
Camminammo cercando di accelerare il passo, prendemmo la prima salita che portava dal benzinaio che si trovava davanti all’abitazione del macellaio, altri passi e ci trovammo davanti ad un incrocio, l’uscita a destra portava a quel piccolissimo campetto di calcio di quartiere, ancora mi sembra di sentire gli strilli dei bambini che da piccoli si insultavano per un calcio di rigore che la squadra avversaria non voleva concedere, accostato a questo campetto vi era un palazzo stile villa americana quelli con balconi belli ampi che davano una bella panoramica, di fronte a questo palazzo, diviso da una strada che dava su casa mia, sull’uscita a sinistra, vi era una palestra, l’insegna luminosa oramai è andata si può appena intravedere una lettera emettere un filo di luce ogni 5 secondi. Prendemmo la prima uscita, quella davanti a noi che portava verso il palazzo di casa nostra, scendemmo le scale e attraversammo il portone che per metà era aperto. Il mio appartamento era il primo che si vedeva appena attraversato il portone, trovammo anche li la porta mezza aperta, vi entrammo, già dall’entrata vi vidi un ingresso tutto diverso, le pareti gialle, mobili bruttissimi, per la curiosità decisi di passare per tutte le camere. Notai quanto brutta fosse diventata casa mia, tutti i nostri quadri erano rimasti ma tutti impolveriti e nascosti nel piccolo giardinetto che vi si trovava fuori questo appartamento, i mobili tutti uguali, squadrati e sproporzionati.
Hai visto si? Niente è come prima. Non voglio rimanere un altro secondo qui, voglio andarmene

Uscimmo e ci dirigemmo al primo posto utile dove ci saremmo potuti sedere. E’ stato proprio lì che ho avuto la mia rivelazione:
Sai, Cara coscienza? A volte penso quale sia il vero significato della vita, cos’è che ci permette di andare avanti in questo mondo schifoso dove non si può trovare un minimo di pace nemmeno internamente? Quando passi i primi venti anni della tua vita ti sembra sempre di essere in un mondo che per te vuole solo il male, che non vuole nient’altro che la tua sofferenza e il tuo dolore interno, poi quando cresci ti rendi conto che alla fine i pensieri che facevi da giovane non erano nient’altro che cazzate, perché proprio quando cresci che entri nel mondo del lavoro, nel mondo del mantenimento di una famiglia, nel mondo del buon viso a cattivo gioco con i parenti, che ti rendi conto che quelli sono i veri problemi della vita, quelli sono i veri momenti della vita in cui ti rendi conto se davvero conti qualcosa per andare avanti o no ,quelli sono i momenti di vera cattiveria, di male, nel mondo.   In quei momenti ti rendi conto di aver sprecato male la tua giovinezza
            …
Dici cos’è che allora mi ha fatto andare avanti? Non lo so, forse la paura di morire, la paura di non contare mai abbastanza per amici, parenti, estranei… A volte penso che sia stato questo il vero motivo, poi però mi sono reso conto che il bene nel mondo non è quello di essere ricchi (che ovviamente farebbe piacere), il bene sta nelle persone che sorridono, che credono ci sia sempre del bene nel male, del positivo nel negativo. Il bene sta nelle azioni quotidiano, nelle cose piccole che a noi sembrano apparentemente inutili ma che alla fine ci recano felicità.
In quel momento mi dissi una cosa…
            Bravo, hai finalmente capito…
In quel momento fui accolto da un insieme di fumo, di nebbia che mi occultò la vista fino a che non caddi in un buoi che mi fece svegliare…”
 
Questa era la parte del mio racconto che ho voluto aggiungere, mi emoziono ancora alla lettura di queste parole perché adesso credo veramente in queste cose in quanto…… Sono accadute tutte….
 
   
 
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