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Autore: Kentauros    27/04/2015    0 recensioni
Dopo aver compiuto sedici anni, Sonja, già orfana di padre, perde in circostanze misteriose anche la madre. Lexia, amica di Camilla, madre di Sonja, offre alla ragazza l'opportunità di trasferirsi nella sua prestigiosa villa, anche se in un'altra città. Sonja, non sapendo cos'altro fare, accetta l'invito. Dovrà fare i conti con una serie di ineluttabili strani eventi.
Genere: Mistero, Sovrannaturale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Come una bambina che non comprende la gravità delle cose, mi aggiravo per casa, mentre intorno a me la disperazione dilagava. Immerse in essa, le persone mi abbracciavano, mi coccolavano, mi facevano, per certi versi, sentire stupida.

<< Sta ancora dormendo? Perché non si sveglia? >> Chiedevo ingenuamente di tanto in tanto con le lacrime agli occhi, singhiozzando.

Calò la sera, e la portarono via. Quelle povere persone che tanto amarono mia madre in vita, non si resero conto che lei non c'era più, e che io più di tutti avevo bisogno di conforto, di sicurezza, di sentirmi protetta. La casa si svuotò in brevissimo tempo, ma non rimasi sola, anzi.

<< Non ti preoccupare, tutto si sistemerà. >> Affermò con tono sicuro Lexia, che appoggiò la sua mano destra sulla mia spalla sinistra. 
<< Certo, sicuramente. Oramai sono morti tutti. Sono rimasta da sola, ma non è una tragedia. Le persone nascono, crescono e muoiono, è normale, no?>>
<< Sì, mia carissima Sonja... Fa parte della vita dell'essere umano. Tuttavia, alla fine del processo vitale, gli esseri umani si lasciano prendere dalla disperazione, dall'angoscia, dal tormento e dal rimpianto. >> Disse Lexia con tono ironico.
<< Parli e ti atteggi come se tu fossi esclusa dalla categoria ''dell'umano''! Comprendo benissimo, però, sai? Sei sempre stata una donna diversa dalle altre, ricca, fortunata, vanitosa, ma addirittura prenderti gioco di quelle persone, in questo momento?! >>

Non le diedi il tempo di rispondermi, non potevo tollerare ancora quella patetica sceneggiata, diretta da quella sorta di vipera. La buttai fuori di casa urlando.

<< Non capisco come mia madre riuscisse a sopportarti, o che fosse addirittura tua amica! Sparisci! >>

Chiusi la porta sbattendola con una furia incredibile. Mi lasciai cadere appoggiando la mia schiena alla porta, fino a sedermi a terra, piangendo come una ragazzina dopo aver litigato col proprio fidanzatino. Mi resi conto che piangere non serviva, però, avevo una certa paura, una certa inquietudine. 

<< Cosa penserà la gente di me? Cosa potrà mai pensare se non mi vede piangere per la morte di mia madre? Perché mi interessa così tanto? >>

Le persone non avrebbero capito ciò che io stavo provando in quel momento, ero confusa, sola, disorientata. Certo che non potevano. Intanto, si erano fatte le nove di sera, il mio stomaco brontolava ed avevo un gran sonno. Non avevo assolutamente voglia di mangiare, andai a letto vestita, stringendo la collana di mia madre che portavo al collo. Amavo quella collana di argento puro, lucido, scintillante, ma amavo di più la gemma incastonata in quella collana: una bellissima ametista violacea. Mi tornò in mente il giorno in cui mia madre decise di regalarmela...

Stringendo sempre di più quell'importante cimelio, mi sdraiai sul letto e poco prima di addormentarmi, versando una lacrima dissi con tono stanco, esausto, puerile

<< Buonanotte, mamma. >>

...

<< Buonanotte anche a te, mia cara Sonja. >>

...

Mi alzai d'impatto, con un impeto, e mi guardai intorno. Era già sorto il sole. Misi la mano sulla parte sinistra del petto per sentire il mio cuore battere all'impazzata. Ero terrorizzata per ciò che sentii prima di addormentarmi. In pochi attimi riuscii a tranquillizzarmi e pensai che fosse solamente la soggezione scaturita dalla perdita avvenuta il giorno prima. Abbassai lentamente lo sguardo e in preda al panico notai che la collana era sparita.

Passarono ore e la cercai per tutta la casa, ma non ve n'era traccia. Non c'era soluzione, o quasi. Mi rimaneva una sola persona a cui chiedere aiuto: Lexia.
   
 
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