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Autore: Daeva    28/12/2008    3 recensioni
Scritta per il Songfic Contest su True Colors per cui ho scelto di utilizzare alcuni estratti dal croon "Soldier's Poem" dei Muse. Il tema della canzone è la disillusione di fronte ai propri ideali e le proprie aspettative; nel contesto della fanfiction, più che relazionata ai due personaggi principali, la immagino come un adeguato sottofondo alle rovine e alla violenza subita da una civiltà oppressa e sterminata...
Genere: Introspettivo, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Frank Archer, Zolf J. Kimbley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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LA LIBERTA' DI UN SOLDATO


"E' quella, no..?"
"Beh, sì... Non che ci sia molto altro qui intorno..."

Archer serrò le labbra presumendo di rimproverare Kimbly, ma gli occhi dell'alchimista erano già presi a rievocare con cura certosina il perimetro del paese, gli orli delle mura di cinta, la densità degli abitanti, la quantità di zolfo presente in ognuno di essi, la vibrazione della trasmutazione attraverso le sue braccia nude.

Kimbly mormorò il nome di Ishbal avanzando.
Archer tacque e lo seguì.

It's a shame we're all dying
And do you think you deserve your freedom?


"Tu non c'eri, vero..?" chiese Kimbly sovrappensiero, fissando lo sguardo sulla decorazione del capitello di una colonna nel tempio in rovina.
"Noi dell'Intelligence ci trovavamo nelle retrovie" tagliò corto Archer.
"Insomma è come dire che non c'eri." sorrise l'alchimista digrignando i denti.
"Impressionante, mh?" esordì Archer concentrandosi anche lui sulle rovine, glissando la discussione.
"--Cosa?" chiese Kimbly fissandolo.
Archer puntò lo sguardo verso il tempio, il paradossale contrasto tra i marmi rifiniti e decorati con gusto orientale e la nuda volgare pietra frantumata.
"Ah," l'ignorò Kimbly.
"E' incredibile come una civiltà così arretrata come quella di Ishbal sia stata una tale spina nel fianco per la nostra nazione. Al tempo stesso però la loro audacia è stata lodevole."
"Non credo si trattasse di vera audacia; diciamo più stupidità. L'opinione pubblica è quanto più manipolabile quanto più è arretrata." un ghigno apparve sul viso di Kimbly "La nostra alchimia ha avuto il sopravvento sulla loro volontà. E' un bene che a questo mondo esistano ancora situazioni in cui è il più forte a vincere."

I will still lay down my life for you
and you think you deserve your freedom


Le labbra di Archer si tesero in una smorfia irrisoria "Sei così superficiale. Credi davvero che la mera superiorità distruttiva faccia vincere le guerre? Per ogni obiettivo serve un'adeguata strategia; ecco cosa ci differenzia dalle civiltà inferiori," i suoi occhi si spostarono sull'alchimista "Ishbal non è stata distrutta perchè i suoi uomini non possedevano tecnologie o motivazioni adeguate per vincere una guerra, ma perchè non sapevano come metterle in pratica, perchè mancava una volontà comune nel guidare e indirizzare la loro forza; c'è differenza tra volontà individuale e volontà strategica, tra libertà e dovere, e questo fa la differenza nella vita come in guerra."
Kimbly esitò prima di rispondere con un ghigno altrettanto irrisorio "Parli esattamente come uno sfigato recluso nelle retrovie."
"E tu replichi come un criminale di guerra esaltato." commentò Archer annoiato dal suo interlocutore.
"Eppure morirei per la sua causa, signore." lo sfidò l'alchimista.
Archer ammutolì per un secondo, poi rise "E' quello che mi aspetto da te, Crimson."

No, I don't think you do
There's no justice in the world
   
 
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