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Autore: Astrid lover    28/04/2015    1 recensioni
Hiccup ha diciott'anni e si ritrova assillato dal padre che gli parla costantemente dei doveri futuri di capo. In più il ragazzo è a capo dell'accademia dei draghi, che di certo non lo aiuta a rilassarsi. Ma solo una cosa gli stravolgerà completamente la vita. Un qualcosa di mai visto, un qualcosa che proviene dal profondo di un grazioso boschetto. Una creatura magica, divina riuscirà ad aiutarlo. Anzi, riuscirà a fargli capire che cos'è il vero amore. Ma purtroppo molteplici insidie ostacoleranno questo forte sentimento che con il tempo è cresciuto tra i giovani. Questa storia dimostra quanto l'amore possa essere potente, tanto da sconfiggere tutto quello che gli si pone dinanzi.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Astrid, Hiccup Horrendous Haddock III
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Resto con gli occhi sgranati, contemplando quella meravigliosa figura che mi ritrovo davanti. O Thor che bellezza. Imbarazzato, cerco di distogliere lo sguardo da lei e focalizzarmi su Sdentato. Ma non ce la faccio. È una ragazza bellissima, con lunghi capelli biondi e lisci, due splendidi occhi color del mare ghiacciato, un viso semplice ma di un’estrema bellezza, un lungo vestito di un azzurro pastello che lascia intravedere la punta delle scarpette bianche e due splendide ali che sembrano fatte di cristallo in gocce dietro la schiena. Lei brilla, splende di una luce dorata, come quella delle stelle. Mi sono reso conto solo adesso che sta piangendo. Mi avvicino a lei e, titubante, le metto una mano sulla  spalla.
“Perché piangi?” chiedo, imbarazzato.
“Chi sei?” mi chiede diffidente e asciugandosi una lacrima che le sta solcando la guancia.
“Mi chiamo Hiccup, Hiccup Horrendous Haddock III.” Rispondo, schiarendomi la voce.
“Astrid, Astrid Hofferson.” Si presenta lei, abbozzando un meraviglioso sorriso e porgendomi la mano, che io stringo paralizzato.
“Ora che ci siamo presentati… perché prima stavi piangendo?” domando.
“Beh… la mia è una storia molto lunga. Sono nata qui, a Berk, diciott’anni fa. I miei sono morti quando io avevo due anni e da allora mio zio Finn è rimasto con me. Ma poi anche lui è morto, due anni dopo. Dovevo gestirmi da sola ma ero comunque piccola e di amici non ne avevo molti, quasi nessuno. Un giorno sono venuta proprio qui, in questo lago e mi sono specchiata sulla sua distesa limpida. Ho versato tre lacrime e dalla mia figura spezzata nell’acqua è emersa una ragazza stupenda.” Spiega, fermandosi per prendere fiato. In questo momento la mia testa sta pensando “Tesoro, mai quanto te." Mi guarda negli occhi e poi sorride, ricambiata da me. “Avevi lunghi capelli castani e mossi che arrivavano fino alla coscia e degli occhi azzurrissimi. La cosa più impressionante è che splendeva di una luce argentea.  Mi ha guardata e mi ha sorriso, poi si è avvicinata a me. Mi ha mostrato una collana di conchiglie, con una più grande al centro rossa. Proprio quella che indosso adesso. Mi ha detto che vedere una piccola bambina sola e disperata le faceva piangere il cuore e, approfittando del fatto che avevo solo quattro anni e quindi ero una bambina ingenua, mi ha messo la collana al collo e ha cominciato a cantare una strana canzone, che mi ha fatto crescere le ali dietro la schiena e ha cominciato a farmi brillare d’oro. Lei mi ha fatto cenno di seguirla e improvvisamente io stavo camminando sull’acqua. In pratica compresi solo all’età di quattordici anni che ero diventata una ninfa dei boschi.” Conclude, guardandomi sconsolata. Io non posso credere alle mie orecchie.
“Tu sei una ninfa?!” domando sbigottito. Lei annuisce.
“Wow.” Sussurro sorridendo.
“Ciò che non ho capito è perché piangi.” Ribadisco.
“Semplice, perché ora che sono ninfa mi sento più sola che mai.” Risponde dolcemente. I suoi occhi brillano ma sono pieni di tristezza e solitudine che per anni l’ha tenuta prigioniera in una gabbia di lacrime e amarezza.
“Astrid… mi dispiace tanto per tutto ciò che è successo. Io sarei felicissimo di poterti tenere a casa mia finchè mio padre non ti possa costruire una casa tutta tua.” Propongo, tartassandomi le mani dall’imbarazzo e nervosismo. Lei sorride e si avvicina a me ulteriormente, abbracciandomi. Ricambio subito l’offerta, stringendola a me e mettendo la mano destra sul suo capo biondo.
“Grazie Hiccup, sei davvero gentile ma… non so se è possibile. Ci sono delle leggi inviolabili che noi ninfe siamo chiamate a rispettare.” Dice lei, una volta separata da me.
“Uno, chiamami pure Hic. Due… chi è il capo delle ninfe?” chiedo. Lei ride.
“Noi abbiamo una regina. Si chiama Erin. Lei è molto dolce, è la figlia di Iris, la regnante precedente che mi ha trasformato in ninfa.” Spiega lei guardandomi. Annuisco e mi volto verso Sdentato, che sonnecchia accucciato in un angolo. Astrid segue il mio sguardo e lei nota il mio drago.
“Ma quella è una furia buia?!” chiede lei entusiasta.
“Sì e si chiama Sdentato.” Rispondo. Lei si alza dalla foglia di ninfea sulla quale era seduta e corre verso di lui. Ma a metà strada si ferma e mugola dal dolore. “Che succede?” domando raggiungendola. Vedo che la sua pelle candida e pallida si tinge di un rosso fuoco e lei continuare a mugolare dal dolore. Collego alcune leggende che ho letto sulle ninfe, la prendo in braccio e, correndo, la porto al lago, dove la sua pelle ritorna pallida e bella come prima.
“Grazie… scusa ma mi ero completamente scordata del fatto che io non possa assolutamente toccare la terra. Ecco perché non potrei  per niente venire a Berk.” Spiega, massaggiandosi il braccio. Mi guardo gli stivali, sconsolato. “Forse se glielo chiediamo in due Erin acconsentirà…” sussurra lei con un sorriso speranzosi in volto.
“In che senso in due?” chiedo.
“Tu vieni con me. Dobbiamo raggiungere il castello di Erin e chiederglielo.” Dice mettendomi le mani sulle spalle. Senza che io possa formulare la fatidica domanda “Io non posso respirare sott’acqua” chiude gli occhi e posa le sue labbra sulla mie. Sento dell’aria arrivare direttamente ai polmoni. Lei si stacca da me, notando la mia espressione stranita in volto. Ride e mi prende per mano, trascinandomi in acqua e facendo sprofondare entrambi nel profondo limpido del lago.

ANGOLO AUTORE
E voilà! Ecco a voi il secondo capitolo scritto in mezz’ora ieri sera alle undici. Speri vi piaccia perché è adesso che comincia il bello :) . Continuate a recensire e a leggere numerosi. Vedete che quando scrivete le recensioni cerco sempre di rispettare le critiche costruttive che mi fate.
Un bacione
Astrid

   
 
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