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Autore: Sabaku No Konan Inuzuka    28/04/2015    4 recensioni
{ Fluff, Romantico, Sentimentale | Drew/Sorpresa | Crack Pairing | Cross-over The Kane Chronicles}
Dal testo:
"Per una figlia di Afrodite, dea dell'amore, San Valentino era come un secondo compleanno, per Drew invece era un giorno di svago, di divertimento; un giorno in cui lei, in tutta la sua bellezza asiatica, poteva andare in giro per i corridoi della scuola folgorata dalle occhiate gelose delle ragazze, quelle desiderose dei ragazzi, e quelle finte e invidiose delle sue, si presume, amiche. Non aveva neanche bisogno della lingua ammaliatrice per attirare l'attenzione, le bastava sapersi muovere in quei vestiti, per quel giorno, più alla moda e provocanti del solito."
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Altro personaggio, Drew Tanaka, Sorpresa
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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NdAutrice: Ehilà! Ho scoperto la moda di mettere le note a inizio capitolo! No okay, sono cosciente di dirlo di ogni singola OS che posto, ma con questa sono sincerissima: E’ bruttina, ma volevo pubblicarla. Avevo in mente di fare qualcosa di Fluff tra questi due… E invece mi è uscito… Questo :’) Pensate che doveva essere una Drabble O.o No okay, sono seria… E’ bruttina ma adoro questa coppietta e volevo… Beh, pubblicare qualcosinaina. Questa ci stava e… e niente. L’idea mi piace - anche se in certe parti lo trovo esagerato -, è come ho scritto che non mi convince ma… Vabe’, fatemi sapere :3 Ah, ho messo alcuni personaggi di The Kane Chronicles, quali Carter e Jaz che, francamente shippo insieme, ma ho rispettato il canon con un accenno a Carter/Ziah u.u Ora… Con questo mi gioco la mia reputazione come autrice… *incrocia le dita*, fatemi sapere :3
 

Di collane, Unni e regali passabili

 
 
 
Il 14 Febbraio era un giorno normale per tanti, se non inutile. Per altri invece era motivo di speranza, per altri ancora un'occasione per farsi avanti, e per alcuni un giorno di completa tenerezza da dedicare alla propria dolce metà. Drew Tanaka non era per nessuno di questi avvisi. Per una figlia di Afrodite, dea dell'amore, San Valentino era come un secondo compleanno, per Drew invece era un giorno di svago, di divertimento; un giorno in cui lei, in tutta la sua bellezza asiatica, poteva andare in giro per i corridoi della scuola folgorata dalle occhiate gelose delle ragazze, quelle desiderose dei ragazzi, e quelle finte e invidiose delle sue, si presume, amiche. Non aveva neanche bisogno della lingua ammaliatrice per attirare l'attenzione, le bastava sapersi muovere in quei vestiti, per quel giorno, più alla moda e provocanti del solito.
Camminava elegantemente sugli alti tacchi delle sue Converse a stivale, con passo svelto e sicuro; le lunghe e snelle gambe erano fasciate da jeans attillati con tanto di push-up e risvoltini, così che ad ogni passo gli occhi della fauna maschile ricadessero sul suo tonico fondoschiena; una corta t-shirt dal generoso scollo che le lasciava una porzione di ombelico scoperta in modo tale che risaltasse la sua pancia piatta e il prosperoso seno; l'elegante giacchetta che, naturalmente, non poteva non far ricadere l’attenzione sulla sua vita snella; bracciali, anelli, orecchini, collane e lucidalabbra come accessori; un velo leggero di trucco sui suoi occhi dal taglio asiatico e i lunghissimi capelli scuri e lisci lasciati ricadere sciolti lungo la schiena, sino a ricoprirne metà. Era a dir poco impeccabile, non le si poteva dir nulla, perfetta in ogni minimo dettaglio. Ci aveva prestato molta attenzione. Non poteva certo biasimare la gelosia altrui. I suoi vestiti andavano indubbiamente contro il regolamento, ma a lei, che aveva la lingua ammaliatrice, non importava un bel niente: Poteva rigirarsi i professori come ne aveva voglia, le bastava dar fiato a quella bocca piena e luccicante che era il peccato delle fantasie di molti ragazzi.
E allora, quale giorno migliore se non il 14 Febbraio, per procurarsi quelle vesti e lasciarsi una scia di cuori infranti alle spalle? Non era raro per Drew paragonarsi al famoso condottiero Unno, Attila: Come ovunque passasse Il Flagello di Dio non cresceva più un filo d'erba, ovunque lei mettesse lo zampino non c'era più amore. Attila lasciava dietro di sé terra bruciata, disgrazia, disperazione; Drew lasciava dietro di sé cuori spezzati, lacrime, depressione e la sfiducia nell'amore, o meglio, sfiducia nella parte più bella dell'amore.
Perché quel sentimento non era certo una cosa facile, non era certo rose e fiori o ciò che presentavano negli squallidi romanzetti rosa. L'amore faceva male, era difficile, pretendeva tanto ed era, essenzialmente, come la vita: Un attimo di felicità e mille di sofferenza; tanto patire solo per quei pochi, rarissimi istanti in cui potevi dire di essere felice, in cui potevi dire di stare bene davvero. Era crudele e spesso ti raggirava, ti prendeva in giro e ti tradiva proprio sul più bello. Era di larghe vedute quando non volevi e fin troppo strette quando invece avevi bisogno di qualcosa di più aldilà. Tremendamente opportunista e selettivo, si divertiva nelle tragedie più sofferte... una cosa così complessa, così crudele da risultare attraente, tanto meravigliosa e paradisiaca in quei rarissimi attimi di felicità da essere irresistibile per chiunque, tanto strano da essere fonte di ispirazione, attenzione, critica, ammirazione. Sapeva anche esser dolce e angelico, affascinante... Semplicemente l'amore si comportava come sua madre, Afrodite, e Drew si faceva valere eccome in qualità di sua figlia; Drew era amore... Solo privo della parte realmente felice e dolce. Drew era amore nella parte più comune, crudele e finta di esso, ma era comunque amore, e su questo non c'era da obbiettare, non davanti a lei almeno.
Si ravviò i capelli con una mano in un gesto elegante e vanesio, ignorò poi bellamente chiunque l'avesse guardata male e sorrise in modo provocante, mentre si apprestava a mormorare qualcosa alla sua amica, Elizabeth, per poi ridacchiare sguaiatamente. Quando arrivò in classe con il suo “gruppo”, non si stupì di trovare vari fiori, bigliettini e doni sul suo banco. Sorrise e sedette, cominciando a scartare i regali dei ragazzi che meno la attraevano senza il minimo riguardo, quando poi i suoi occhi scuri si posarono su una scatolina di pelle nera dal blocco luccicante. I suoi poteri da figlia di Afrodite le suggerirono che lì dentro c'era un gioiello prezioso e, quasi stregata, prese tra le mani candide e curate la scatolina e armeggiò con il lucchetto delicatamente, tutto pur di non sfasciare le sue perfette unghie smaltate. Non appena aprì i suoi occhi brillarono e rimase senza fiato: una collana in luccicante argento, così brillante da potersi specchiare, intrecciata da splendidi ornamenti e con un pendolo al centro, in cui era incastrato una gemma color turchese. Era un oggetto prezioso e costoso, delicato e brillante, dire che l’aveva rapita era un eufemismo. Prese la collana tra le dita sottili estasiata, mentre le sue amiche e compagne guardarono il gioiello a bocca aperta.
<< Ma è... Bellissimo >> mormorò Elizabeth, portando alla bocca la mano dalle unghie laccate.
<< E sarà costato una fortuna... >> mormorò Jasmine Anderson, una compagna di classe, avvicinandosi. << chi è così folle da spendere tanto solo per un regalo di San Valentino? >> chiese poi, sfiorando la collana.
Elizabeth fece una smorfia e con la sua petulante voce da oca si rivolse a Jaz: << “Solo”? Anderson, dico ma ti ascolti quando parli? Cioè, poi questo potresti pensarlo tu, che sempliciotta come sei certe cose non le potresti mai mettere, ma non Drew. Osi mettere un paragone? >>
<< In effetti io non lo metterei mai ma… questo è troppo persino per una come Drew, temo... >> mormorò Jaz, che non sembrava particolarmente offesa.
Nadya la degnò di un'occhiata sufficiente, ma perché quella parlava con loro? << E allora? L'avrà trovata scontata >>
<< A San Valentino? >> chiese Jaz scettica.
Carter Kane, un piccolo imbranato poco più in là, parlò: << Se davvero l'ha trovata scontata, vorrei chiedergli dove >>
Jaz ridacchiò. << Carter sei molto carino a pensarci ma a me bastano dei cioccolatini >> rise quando lo vide arrossire.
<< Figuraccia a parte, Kane ha ragione >> intervenne Elizabeth continuando a guardare con desiderio la collana. << chi te l'ha regalata? >>
Solo a quella domanda Drew si risvegliò. Era rimasta così stupita dal regalo che non aveva ascoltato neanche una parola di ciò che gli altri avevano detto. Una piccola speranza si accese nel suo cuore, forse sapeva chi le aveva spedito il regalo. Afferrò il bigliettino dentro la scatola:

 
“ Così hai un motivo in più per farti la svelta. E non dire che non faccio niente per te, smettila per oggi di fare la stronzetta.
Buon San Valentino,
C.”

<< C? >> domandò Nadya. Solo allora Drew si accorse delle sue amiche ammassate alle sue spalle per leggere. << E chi sarebbe C? >>
<< Claude Benson? >> domandò Elizabeth eccitata.
<< Clyfford James? >> chiese invece Anne Maria.
<< E se invece fosse Carter Kane? >> intervenne Nicole guardando il diretto interessato.
Tutte seguirono il suo sguardo, e Carter divenne impacciato all'instante, mentre cominciava ad arrossire. Drew lo guardò dritto negli occhi. No, non era Carter...
<< Ragazze siete fuori strada >> ridacchiò Jaz. << Carter, purtroppo, è fidanzato >>
<< Davvero? >> chiese Elizabeth incredula. << E con chi? >>
<< I-io... >> balbettò Carter. << L-lei non è... >>
<< Non è di qui >> completò Jaz.
Gemma sbuffò sonoramente: << Fermi tutti... Qui stiamo perdendo di vista il punto >> indicò il biglietto e lesse ad alta voce, << "Così hai un motivo in più par farti la svelta. E non dire che non faccio niente per te, smettila per oggi di fare la stronzetta. Buon San Valentino, C.", mi spiegate cosa diavolo c'è di romantico? Che razza di corteggiatore è? >>
<< Magari vuole solo essere un po' stronzo >> lo giustificò Nadya.
<< E tu non dici niente, Drew? >> la interrogò Gemma. << Insomma, non ha un minimo di grazia! >>
Ma Drew non la stava neanche ascoltando. Il suo cuore batteva forte mentre un'immensa gioia le invase il corpo. Solo un ragazzo la chiamava così, solo un ragazzo sapeva come procurarsi una simile collana... Per un momento l’emozione la investì, e le sue labbra si piegarono in un sorriso indissolubile.
<< Idiota... >> sussurrò piano.
Indubbiamente quel regalo era per lei. Era venuto sino a Brooklyn solo per darle quella collana, solo per augurarle buon San Valentino, per salutarla... Solo per lei. Era venuto fino a Brooklyn a sua insaputa solo per lei, per prenderla un po' in giro... Una valanga di sensazioni la travolse e rise tra sé e sé, carezzando la collana, guardandola quasi con tenerezza. La strinse al petto, esattamente dove c’era il cuore, mente chiudeva gli occhi ben truccati: Le sembrava quasi di averlo accanto a sé.
<< Drew... >> mormorò Anne Maria, sconvolta.
La voce di Anne Maria fu un brusco ritorno sulla terra. Non poteva farsi prendere così dai sentimentalismi di fronte a quelle oche... Il suo sguardo superbo si posò su Jaz che, in un primo momento sorpresa, le sorrise sinceramente.
<< Quindi anche tu hai qualcuno a cui tieni... >> sussurrò, avvicinandosi per posare la sua mano su quella di Drew. << e il fortunato è di questa scuola? >>
<< Che peccato però >> intervenne Elizabeth riflettendo. << la storia dell'ammiratore segreto era parecchio intrigante… certo, trita e ritrita, ma comunque intrigante >>
<< Taglia corto! >> esclamò Gemma. << Chi è, Drew? >>
La figlia di Afrodite si rese conto solo allora di star perdendo tutta la sua autorità e il suo ruolo da femmina Alpha nel gruppo, il gruppo che aveva creato lei, e questo non poteva permetterlo. Non le andava giù l'idea di passare per quella povera illusa che si fa prendere dalle romanticheria, lei era Drew Tanaka, accidenti! E, a mali estremi...
<< Nessuno. Pensate ai vostri ammiratori >> ordinò.
Cercò di lasciar affluire tutto il suo fascino in quelle parole e il suo gruppo, più Carter e Jaz, obbedirono ammaliati. Solo Carter Kane, dopo pochi secondi, si girò a guardarla confuso. Era piuttosto intelligente quel piccolo imbranato, e in più era il fratello della Kane, Sadie, perciò non si sorprese. Lo intimò a voltarsi con un’occhiataccia piena di stizza e solo allora poté permettersi di respirare. Strinse forte la collana tra le mani, come nella paura che gliela rubassero. In un certo senso stringerla a sé le dava la sensazione come se lui fosse lì con lei, e Drew non desiderava altro. Quella collana rappresentava tutto, e dimostrava quanto in realtà lui ci tenesse, e questo le scaldava il cuore.
Odiava il semplice fatto che San Valentino avesse anche per lei quel blando significato di dolcezza che aveva per altri, ma una parte di sé in realtà desiderava che lui fosse fuori ad aspettarla, magari chissà, persino solo per dirle "Ciao stronzetta"... Ma continuava a darsi della stupida, non era da lei illudersi in questa maniera. Lei era una cosa certa, non c’era posto per la speranza.
Passò le prime ore della giornata con la testa tra le nuvole, accarezzando quella preziosa collana che l'aveva stregata sin da subito, fino a che non suonò la ricreazione. Si alzò in tutta la sua eleganza dalla sedia, mettendo in bella mostra la collana e, conscia del fatto che se ne sarebbe pentita, si rivolse al suo gruppo.
<< Andiamo fuori, magari c'è la Kane che rode di invidia >>
Risero sguaiatamente in modo tutto meno che aggraziato, sembrava più starnazzassero. In realtà Drew non era Sedie Kane che voleva incontrare. Uscì dalla classe con il suo stuolo al seguito, Nicole le posò una mano ornata sulla spalla e, facendosi spazio tra lei ed Elizabeth - con grande disappunto di quest'ultima-, accostò le labbra rosse all'orecchio della figlia di Afrodite mentre la prendeva a braccetto.
<< Hai visto che Kane ti fissava prima? >> sussurrò.
Drew ridacchiò altezzosa mentre svoltavano l'angolo. << Certo, quindi? >>
<< Non ti ha staccato gli occhi di dosso per un minuto, è disperato ed è persino intervenuto quando hai cacciato la collana >> le fece notare. << secondo me te l'ha data lui >>
<< Credimi >> ribatté Drew con tono di chi la sa lunga. << la collana non me l'ha data Carter Kane, non potrebbe permettersela. E poi so chi me l'ha mandata >>
<< Allora perché non ce lo dici? >>
<< Perché è inutile, non conta >>
Nicole si strinse nelle spalle, in realtà la collana non sembrava interessarle granché. << Okay, va bene… Ma secondo me Carter è innamorato di te. Poi tu vedila come vuoi >>
Drew sorrise all'imbocco dell'uscita per il cortile: << Non lo biasimerei >>
Nicole ridacchiò prima di esser bruscamente spinta via da Elizabeth.
Che care, pensò, fanno a gara per starmi vicino. Peccato che nessuna di voi due ochette ne sia all'altezza.
Ripensò a ciò che aveva detto Nicole. No, sicuramente quel Kane nascondeva qualcosa, ma non era certo amore. Lo avrebbe percepito come figlia di Afrodite, il cuore di Carter era di un'altra persona. Tuttavia le dava un po’ fastidio il fatto che Nicole desse più importanza a quello che alla sua collana. Se c’era una cosa che Drew Tanaka amava, quello era essere il fulcro dell’attenzione altrui, avere tutti i riflettori puntanti addosso e tutti gli occhi su di lei. Non importa se in bene o in male, l’importante era che tutti sapessero chi fosse Drew Tanaka.
Giunta fuori, ignorò bellamente tutti gli sguardi, tanto per far scena, e si radunò in disparte con le sue amiche, chiaramente attirando molte occhiate. No, in qualità di figlia di Afrodite non era certo difficile per lei catalizzare l’attenzione, specie in un posto pieno di ormoni impazziti come la scuola. Ma, stranamente, stavolta non le importava molto. Non fece caso neanche alla Kane che, appartata con Walt Stone, la guardava malissimo. Il cuore di Drew batteva forte, e persino lei ormai faticava a caprine il motivo. Si odiò, si odiò con tutta se stessa perché si sentiva dannatamente stupida, una povera illusa e una credulona. Respirò piano, senza farlo notare, pur di controllarsi ma l’emozione era più forte di quanto avesse stimato. E poi… c’era quella voce, che alle sue spalle era stata in grado di frenarle bruscamente il cuore, tant’è che saltò un battito.
<< Tanaka! Non ti avevo detto di smettere di fare la stronzetta? >>
Sbarrò gli accattivanti occhi scuri, mentre mille emozioni diverse le si affollavano nel cuore come una valanga. Era stato indubbiamente un ragazzo a parlare, conosceva quella voce... Era calma e moderata, vagamente derisoria e sputata con tutto l'essere irritante del suo soggetto. Ma soprattutto era familiare, la conosceva e ormai aveva imparato ad amare quella voce che, per quanto petulante, la faceva sorridere ogni volta. Perse il controllo, non le importò più di niente: si voltò e senza nemmeno guardare gli gettò le braccia al collo e lo baciò. Lo baciò con bisogno, con passione e, soprattutto, con una dolcezza non sua. Con un vitale bisogno e un chiaro messaggio, con amore, tutte cose che non le appartenevano. Lui le strinse forte la vita, come a volerla proteggere da qualsiasi cosa.
La mia vita nelle sue mani.
Un gioco di parole assurdo, squallido e romantico. Diabetico avrebbe osato dire e, se non ci avesse creduto davvero, se davvero non avesse saputo che quel pensiero era vero, si sarebbe messa a ridere, e si sarebbe data della stupida, perché ormai era questo che era diventata: una stupida innamorata, alias, una povera illusa. Drew Tanaka era diventata una povera illusa, una mocciosa innamorata, un’adolescente in passione. E questo era un gran colpo al suo orgoglio, un colpo attenuato da quel dolce e piacevole calore che le veniva dal cuore. Quel dannatissimo calore che l’avrebbe rovinata.
Lui era ben più alto, cosicché lei si dovette alzare sulle punte, mentre con la sua mano curata giocava con i suoi riccioli castani. Lui la cingeva con grazia ma saldamente, quasi avesse paura di perderla e di intrappolarla allo stesso tempo. Drew percepì un po’ di gelosia in quel gesto, e questo la spinse a sorridere contro le sue labbra. Avvertì una mano accarezzarle i capelli e, nonostante fosse pessima come immagine, Drew era certa non esistesse pettine migliore. Non osò aprire gli occhi, non lo aveva neanche guardato ma sapeva che era lui, perché sentiva il calore venire dal cuore, la sicurezza di quell'abbraccio e avvertiva che lui, nonostante tutti i suoi numerosi – numerosissimi - difetti, non l'avrebbe mai lasciata, l'avrebbe amata e l'avrebbe protetta. E Drew si sentiva stupida a pensarlo, perché sapeva che non era vero infondo, ma la convinzione cresceva forte e con irruenza in lei.
Si separarono solo quando non ebbero più fiato, e la figlia di Afrodite seppe che era stato il bacio più dolce da quando avesse memoria. Tenne la fronte unita a quella di lui mentre i loro nasi si sfioravano, quello delicato di lei con quello all'insù di lui. Aprì gli occhi scuri che si scontrarono con quelli vispi, brillanti e azzurri di Connor Stoll che, con il suo inconfondibile sorriso storto e sarcastico, la guardava con aria di vittoria.
<< Bene bene... >> esordì, mentre lei arrossiva. Già, lei, Drew Tanaka, arrossiva. Solo Connor Stoll era capace di fare una cosa simile. << a quanto pare a qualcuno sono mancato >>
Drew rise, di cuore stavolta. Una delle risate più vere e sincere che avesse mai fatto, e gli stampò un tenero bacio e fior di labbra.
<< Sei uno stupido, Stoll >>
Connor sorrise stringendola a sé, e le posò un bacio sulla fronte. << Buon San Valentino, stronzetta >> sussurrò, le labbra sulla sua fronte. << piaciuto il regalo, rigorosamente rubato? >>
<< Tu che dici? >>
<< Da come hai reagito direi… Uhm. Passabile >>

 
  
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