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Autore: akirakirara    29/04/2015    2 recensioni
Il freddo vento mi soffiava sul viso facendo diventare le mie guance rosse e doloranti. La fatica a respirare mi fece girare la testa, nei polmoni non entrava abbastanza aria per riuscire a concentrarmi. Il dolore era insopportabile, il mio corpo sembrava voler scappare via e lasciare soffrire solo la mia anima.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi, Slash | Personaggi: Yuki Sakurai, Zess/Luka Crosszeria
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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Premessa: per capire a fondo il testo c’è bisogno di aver visto l’anime da cui è stato tratto il racconto. In breve Yuki è un liceale con un potere strano, è empatico se tocca qualcuno e riesce a guarire. Cresce in un orfanotrofio finché non gli appare davanti uno strano uomo, un sedicente fratello maggiore di nome Zess. Dopo il particolare incontro la vita del ragazzo comincia a cambiare e scopre su se stesso cose che non si poteva neppure immaginare e la sorgente dei suoi poteri. Infatti in una vita passata lui era una ragazza di nome Yuki che aveva i suoi stessi poteri e di cui ha dei vaghi ricordi e scopre anche che Zess non è suo fratello maggiore ma un demone di rango alto di nome Luka Crosszeria che sta col protagonista per lpamore che prova per ”Yuki”. Specifico che la il racconto è basato unicamente sull’anime. 



Il freddo vento mi soffiava sul viso facendo diventare le mie guance rosse e doloranti. La fatica a respirare mi fece girare la testa, nei polmoni non entrava abbastanza aria per riuscire a concentrarmi. Il dolore era insopportabile, il mio corpo sembrava voler scappare via e lasciare soffrire solo la mia anima. La mia mano trovò una superficie ruvida verso la quale verso la quale tutto il corpo si lasciò cadere strappandomi così la camicia bianca sulla spalla e graffiando la pelle sotto. Quel lieve dolore era niente in confronto a ciò che mi stava accadendo dentro, alla moltitudine di ricordi che si mostravano davanti ai miei occhi non facendomi vedere il paesaggio su cui erano posati.
«Ti senti bene… Non lasciarmi… No!!… Torna a dormire… Ti amo… starai per sempre con me?… Fa male ma non posso fermarmi… Sì, ti aspetterò… Sono morti, tutti… Si, starò con te…»
«…Yuki…»
Una voce profonda mi chiamò in lontananza.
«Yuki!»
Un viso pieno di sangue si sovrappose su un altro altrettanto inluridito. Il volto, bello e stoico anche in quelle condizioni, conservava la solita espressione ma negli occhi c’era chiaramente una luce preoccupata.
«Stai bene? Non dovevi sforzati a guarire tutti.» Io rimasi a guardarlo senza rispondere, cacciando disperatamente via le immagini che ancora si imponevano davanti ai miei occhi. Lui, che fino a quel momento era rimasto davanti a me in piedi, si acovacciò più vicino senza toccarmi. Non mi fece altre domande, aspettò che gli dicessi che cosa volevo, aspettò che gli dessi un ordine. Io ero stanco del suo essere servile, non ero la persona che lui voleva servire, non mi apparteneva la sua lealtà. Qualcosa di bagnato mi cadde sulla mano emle sopracciglia gli si agrottarono, le mie lacrime spaventarono me quanto sconcertarono lui.
«Mi ricordo. Adesso mi ricordo tutto.»
Le sue sopracciglia si distesero e lo sguardo divenne illeggibile.
«Perché solo nel momento in cui hai rischiato di lasciarmi?»
Nel sentire il suo silenzio prolungarsi il fiotto delle mie lacrime si intensificò e la mano non bagnata si protese verso i suoi capelli. Le dita mi tremavano sempre di più mentre agognavano la morbidezza setosa di quel nido corvino. I suoi occhi mi guardavano senza accennare ad alcun movimento. All’ultimo ritrassi la mano stringendomela a pugno contro il petto. Chiusi gli occhi facendo rotolare sempre più lacrime lungo le guance che bruciavano e pulsavano. «Io non sono lei, non sono la donna che conoscevi, e anche se ho i suoi ricordi non riesco a pretendere che noi due siamo la stessa persona.» Aprii gli occhi ricambiando il suo sguardo.
«Mi dispiace Luka, io sono un uomo, non sono chi ami e non posso di certo pensare di sostituirla anche se tu ci vedi come la stessa anima. Se l’unica cosa che ti tiene accanto a me è questa cinvinzione allora ti prego di andartene, non posso sopportare che tu veda qualcun altro quando mi guardi, non posso sopravvivere a questo genere di amore.»
Richiusi gli occhi e voltai la testa verso il tronco dell’albero, le lacrime continuavano a scendere senza sosta facendomi sentire ancora più miserabile.
«Che cosa devo fare per poterti stare accanto?» Un singhiozzo mi attraversò scuotendomi. «Ti prego dimmelo, farò qualunque cosa.» «Non è questo che voglio, non ti accorgi delle differenze tra noi due. Provo così tanto per te anche se sono un uomo, anche se so che non è me che desideri e che vedi, anche se ogni volta che mi guardi in quel modo mi si inumidiscono gli occhi come se fossi una stupida ragazzina liceale.»
Continuavo a non volerlo guardare, non volevo far sparire quella piccola speranza che aveva acceso in me. Quando lo sentii alzare e muoversi intorno all’albero il mio cuore volò verso la gola facendomi venire la nausea.
«Hai torto, sei sei un ignorantemente incantevole ragazzino liceale.» La nausea mi assalì ancora di più mentre il mio stomacomfaceva le capriole. «Capisco che non sei lei, quella donna non tornerà con tutto il suo dolore-» «Non voglio saperlo!!» «Con te invece si trasforma in una deliziosa agonia, come se il mio cuore si stesse per rompere e sciogliere allo stesso tempo. Sono agitato e calmo in ogni momento e ho così tanta paura di perderti che mi fido del fatto che tornerai ogni volta.» Le immagini del passato erano svanite sostituite dal bianco, le lacrime erano ovunque ed ero in uno stato pietoso. «Quindi dimmi, che cosa devo fare per rimanerti accanto?»
«Amami, rimani con me non perché te lo chiedo io ma per tuo egoismo, ricominciamo da capo e dimmi e fai quello che vuoi.» Sentii una mano forte sollevarmi e ruotarmi finché non mi trovai il suo bellissimo viso stoico di fronte.
«Piacere, sono Luka Crosszeria e sono qui per chiederti di rimanere per sempre con me, Yuki.»
La mia risposta se la prese da solo direttamente dalle mie labbra con le sue.
 
   
 
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