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Autore: ketyblack    29/04/2015    2 recensioni
DAL TESTO:[...Pioveva. Era sempre stato un buon auspicio per la loro squadra.
A questo pensava Shikamaru mentre affondava i tacchetti nella fanghiglia e dava manforte a Choji nella mischia ordinata.
Da buon stratega qual era riuscirono a guadagnare il pallone, Naruto in seconda linea spiccò una corsa da paura e segnò la prima meta della partita.]
Ed eccomi tornata con una nuova storia, stavolta sul rugby, mi sono immaginata che cosa succederebbe se i nostri eroi giocassero in una squadra! Una fanfiction senza pretese e leggera, ricca di scene di vita quotidiana dei nostri eroi tra pulizie, lezioni, e anche nuove storie, nuovi amori e tante tante risate! Lo so, forse è un po' forzato, ma vi consiglio di leggere e ne rimarrete stupiti... o forse no! a voi la scelta!
[ShikaxTema/ShikaxIno/KibaxTema, accenni a SasuxSaku]
Genere: Commedia, Romantico, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kiba Inuzuka, Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha, Shikamaru Nara, Un po' tutti
Note: AU, Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Capitolo 1: I Gladiators di Kiri

 

 

Pioveva. Era sempre stato un buon auspicio per la loro squadra.

A questo pensava Shikamaru mentre affondava i tacchetti nella fanghiglia e dava manforte a Choji nella mischia ordinata.

Da buon stratega qual era riuscirono a guadagnare il pallone, Naruto in seconda linea spiccò una corsa da paura e segnò la prima meta della partita.

Durante il secondo tempo smise finalmente di piovere, migliorò anche l'aderenza al terreno, il Nara si guardò intorno ed erano tutti ricoperti di fango.

Quanto a lui stava elaborando una strategia che potesse fare al caso loro, ma come? Dovevano sicuramente puntare a non far toccar loro la palla, l'attacco degli avversari era infallibile, così come i loro calci di punizione, ma erano piuttosto carenti in difesa, avevano un estremo e le due ali pressoché inutili, un corridoio perfetto per poter segnare la meta della vittoria.

Fece un breve cenno alla seconda linea, Naruto e Sasuke capirono al volo e chiusero gli avversari placcandoli. Gaara, lesto, riuscì a prendere la palla e a passarla a Choji che con un balzo che fece tremare lo stadio tirò a meta.

 

La partita si concluse con un buon 30-33, avevano guadagnato un paio di punti in classifica, adesso erano terzi. Nello spogliatoio si respirava un clima goliardico.

“Ops, ragazzi, mi è caduta la saponetta, chi mi aiuta a raccoglierla?” urlò Kiba tra le risate generali. Il suo vicino di doccia gli diede una gomitata nelle costole.

“Non lo urlare così vicino a Deidara che potrebbe seriamente farci un pensierino, eh!” rise Naruto indicando l'altro biondo della squadra che di tutta risposta storse il naso.

“Potrebbe essere solo un onore per te, Inuzuka, sei sfortunato, io preferisco i rossi!” ammiccò verso Sasori che arrossì lievemente. Si prendevano in giro così da tanto tempo, da quando Sasori e Deidara avevano fatto outing.

“Certo, la volpe che non arrivava all'uva diceva che era acerba!” rispose piccato l'Inuzuka uscendo dalla doccia.

 

“Ohi, Shikamaru, complimenti, bella tattica, se la prossima volta ti serve uno slancio più giovanile puoi pure rivolgerti a noi trequartisti eh!” esclamò un Rock Lee entusiasta prendendo per un braccio il suo amico di sempre Neji che stava diventando di tutte le sfumature del rosso.

“Certamente, Lee. Ma come ti ho già spiegato i trequartisti difendono e passano la palla alle prime linee.” ripeté per la miliardesima volta. Quel Rock Lee sembrava avere energia infinita, voleva sempre fare tutto lui, ma doveva anche ammettere che era preciso e scattante nel suo ruolo e con Neji si capivano al volo.

 

“Oh, gente, guardate che là fuori inizia il terzo tempo senza di noi!” esclamò Naruto allarmato, per niente al mondo avrebbe rinunciato a mangiare e bere a sazietà gratis. Dopo tutta la pioggia che avevano preso poi!

“Dobe, guarda che se vai avanti così a battere la fiacca diventerai 200 kg e non sarai più buono nemmeno come pilone, eh!” le prese in giro Sasuke mettendosi il borsone a spalla.

“Ha parlato il signor perfettino! Ma se in palestra muori dopo aver corso cinque minuti, ah, già, forse è per tutte le sigarette che ti fumi!” passò al contrattacco.

“Ma basta voi due, dai, aspettate un attimo coloro che si prendono le botte da tutti!” si intromise Kiba con un vistoso occhio nero insieme a Choji con un labbro spappolato.

“Ah, Uzumaki, non dureresti un minuto come pilone, parola mia!” commentò bonario l'Akimichi.

 

Una volta usciti tutti per il terzo tempo strinsero la mano agli avversari, si bevvero una birra in loro compagnia e ci fu anche chi si fiondò sul buffet come se non mangiasse da una settimana.

“Certo che però è una noia, eh! Sto terzo tempo è sempre la sagra della salsiccia, mai una ragazza...” Kiba stava per essere interrotto da Shino che gliene stava indicando una che era più uomo di loro due messi insieme.

“...decente, intendo, amico!” al che l'Aburame ritornò nel suo angolo oscuro ammutolendosi.

“Inuzuka, se vuoi beccare, il campo da rugby non è proprio il massimo. E poi, comunque, ce ne sono di ragazze!” intervenne Shikamaru andando in contro alla propria ragazza dai tempi del liceo, Sabaku no Temari, nonché sorella di due membri della squadra, Gaara e Kankuro.

“Grazie al cazzo, Nara. Tu hai già tutto a casa!” disse maligno addentando una braciola.

“Beh almeno lui una ragazza ce l'ha, cane pulcioso!” replicò acida la biondina chiamandolo con quell'epiteto che lui odiava. Sì, Kiba adorava i cani, solitamente in panchina portava anche il suo adorato cagnolone Akamaru, che era più che altro una mucca.

“Meglio soli che mal accompagnati, sai?” grugnì soffocando i suoi dispiaceri in una birra scura.

 

La storia tra Temari e Shikamaru era né più né meno come tutte le storie adolescenziali, si erano conosciuti il primo anno di liceo, lei lo stuzzicava, lui la considerava una seccatura, e alla fine si erano innamorati.

Il Nara la guardava, ormai dormiente, nel suo letto. Si ritrovò a sorridere, Temari, la sua prima ragazza, il suo primo amore, la sua prima volta...

Ultimamente si vedevano ben poco, lui si era trasferito per l'università a Kiri e tornava solamente nei weekend in cui non doveva giocare alcuna partita. Quindi una volta al mese, se andava bene. Allora lei aveva cominciato a far la spola tra Konoha e Kiri, quando poteva e quando aveva ferie dal lavoro.

La baciò sulla guancia e si addormentò anche lui.

 

Una squadra è come una famiglia, soprattutto se si è studenti fuori sede, ma soprattutto se con quelli della tua squadra ci condividi pure la casa.

È una vera seccatura.

Dal momento che gran parte dei giocatori della squadra erano studenti fuori sede che godevano di borsa di studio per meriti sportivi, la società aveva deciso di mettere a loro disposizione, a prezzi agevolati, degli appartamenti.

“Gente, qualcuno ha di nuovo vuotato il frigo, cazzo!” esclamò una bionda che frequentava molto spesso quella casa che era già stretta di per sé. Seguirono imprecazioni provenienti dal divano del salotto.

“Oh, cane pulcioso e Akamaru! Ben svegliati!” disse in tono ironico. Kiba dormiva sempre sul divano quando lei gli invadeva la stanza per stare con Shikamaru.

“Sorella brutta di Gaara e Kankuro, buondì!” sbuffò lui dirigendosi in bagno per non doverle parlare oltre.

 

“Teme, sveglia! Ci perdiamo l'inizio della lezione, sennò!” esclamò il biondo Naruto nell'oscurità della stanza. L'Uchiha ogni mattina ripeteva la stessa pantomima.

“Dobe, non me ne frega un cazzo, sono stanco, stasera c'è allenamento e comunque, dato che diventerò un rugbista di fama mondiale non avrò bisogno di alcuna laurea...” sbuffò lui tra uno sbadiglio e l'altro.

L'Uzumaki non ebbe scelta, aprì di scatto le persiane e udì una bestemmia ovattata dal piumone.

“Ed è qui che ti sbagli, stasera niente allenamento, andiamo con i ragazzi a fare un giro!” disse tirandogli via il piumone e facendolo ghiacciare lì da solo.

 

Faceva sempre strano andare in facoltà il lunedì mattina, con le ferite di guerra stampate direttamente in faccia. Soprattutto se si era alti più o meno due metri e con una criniera fulva che attirava sempre l'attenzione di tutti. Shikamaru per questo motivo detestava girare con Choji quando era conciato male dopo la partita. Lo guardavano tutti e la gente guardava pure lui.

“La prossima volta fai meno l'eroe in mischia, potevano farti male sul serio!” esclamò il Nara guardando il labbro gonfio dell'amico.

“Lo sai che quando ci prendo la mano non riesco a fermarmi. Il rugby credo sia la cosa migliore che mi sia mai capitata!” gli rispose sorridendo, fiero del suo occhio nero e di tutte le sue ferite di guerra.

“Beh, ora nessuno può più chiamarti ciccione, altrimenti lo disintegri! E poi puoi sempre farmi da bodyguard!” scherzò l'amico entrando in aula.

 

La giornata passò senza troppi intoppi. Shikamaru arrivò sul pianerottolo di casa e si divise da Choji che abitava al piano di sopra insieme a Shino, Rock Lee, Neji e Sai.

“Sono a casa! Spero per voi che qualcuno abbia fatto la spesa!” sbottò il Nara buttando la tracolla colma di libri sul divano. Non ottenne alcuna risposta, vide la porta che dava sul balcone aperta e ci si avvicinò con un ghigno.

“Ma buonasera, Uchiha!” esclamò notando il moro che fumava solitario. Probabilmente non era andato a lezione, di nuovo.

“Nara...” rispose senza interesse.

“Lo sai, vero, che se non passi gli esami non ti riconfermano la borsa di studio e non potrai più giocare?” chiese schietto. Il moro sussultò. L'aveva colto alla sprovvista.

“Ma vai a rompere da un'altra parte, per favore. Uno che sa giocare come me in seconda linea non ha bisogno di tutte queste stronzate.” l'aveva fatto arrabbiare, eccome.

“Allora almeno smetti di fumare e passami gli ultimi tiri!” gli fece cenno con la mano. Sasuke sbottò contrariato e gli mise in mano la sigaretta a metà.

“Agli ordini, capitano! Meno male che dovresti dare il buon esempio, eh! Ah, comunque guarda che credo Temari lo sappia che continui a fumare di nascosto. Ti tiene per le palle!” e rientrò in casa.

Il ragazzo dal codino sbuffò. Già, quell'anno era stato nominato capitano. Gli sembrava così strano, non era né il migliore in campo né il veterano, ma capitano di cosa, poi? Di quella banda di spostati? Bell'affare!

 

Un tonfo sordo proveniente dall'ingresso fece intuire a tutti che Naruto era rientrato, anzi, a giudicare dalle bestemmie provenienti da lì era rientrato anche Kiba.

“Ti ho detto di no, abbiamo già un cane, non ho intenzione di badare anche a quell'affare!” sbottò Kiba indignato indicando uno scatolone di cartone che aveva in mano il biondo.

“Semmai tu hai un cane, quindi io posso sentirmi libero di comprare l'animale che preferisco!” già alla parola animale Sasuke si irrigidì. Che cosa diavolo aveva comprato di nuovo? La cavia peruviana che aveva poi rifilato a Sai non gli era bastata da lezione?

“Fermi tutti! Che cazzo significa?” tuonò Shikamaru dalla cucina.

“Ma nulla, Uzumaki ha deciso di comprare una tartaruga senza dire un cazzo a nessuno!” si lamentò Kiba. Il Nara sbucò dalla cucina con cipiglio severo.

“Ma guardalo, ha degli occhioni così dolci! Ti chiamerò Larry!” esclamò il biondo tutto contento abbracciando il suo nuovo animaletto.

“E Larry ha una teca o una gabbietta in cui stare o dobbiamo tenercelo in giro per casa?” chiese ironico Sasuke sapendo già la risposta.

“Ma poverino, non posso chiuderlo in gabbia, soffrirebbe! Facciamo che lo tengo in camera mia e gli costruisco una cuccia!” sembrava un bambino di cinque anni.

“Facciamo che Larry se ne ritorna al mittente in un nanosecondo!” intervenne Kiba guardando con aria di sfida la povera tartaruga.

“In camera mia quel coso non ci entra!” si oppose Sasuke.

“Shikamaru, tu che ne pensi? Facciamo a votazione e...” Kiba si interruppe. Il Nara si era volatilizzato, come tutte le volte in cui scoppiava una discussione. Maledetto stronzo.

 

Choji corse ad aprire la porta. Dai toni soavi che aveva udito dal piano di sotto ci avrebbe scommesso che il Nara sarebbe venuto a chiedere asilo politico.

“Non hai idea, Cho, Naruto ha comprato una tartaruga e Kiba e Sasuke stanno uscendo di testa!” rise amaramente. Sapeva che sarebbero dovuti tornare su quel discorso non appena lui fosse sceso.

“Avevamo intuito. Larry, giusto?” sorrise l'Akimichi. In quelle case si sentiva tutto quello che facevano e dicevano i vicini, il concetto di privacy era inesistente.

“Peccato, fosse stato un insetto sarebbe stato molto più interessante” disse Shino con fervore. Sì, era un patito di insetti, gli piaceva allevarli, a casa sua possedeva sedici teche di blatte. Un tipo alquanto inquietante.

“Guarda, ci manca solo più quello. Se vuoi posso portarti un barattolo di pulci di Akamaru, su 90 kg di cane ne avrà almeno un trilione!” scherzò Shikamaru.

“Dici sul serio? È un pensiero davvero gentile! Grazie, amico!” e notò un bagliore provenire da dietro gli occhiali scuri che portava sempre. Probabilmente era commosso. E Shikamaru era un idiota.

“S..sì.” biascicò buttandosi sul divano.

Dalla cucina provenivano canzoni stonate, probabilmente era il turno di Rock Lee a preparare la cena. Anzi, ne era sicuro.

“Ma dov'è Neji?” era strano non vedere la figura massiccia dello Hyuga completamente stravaccata sul tappeto.

Alzò lo sguardo e calcolò mentalmente quanti soldi della caparra avrebbero dovuto lasciare giù i suoi compagni di squadra per tutti i graffiti che Sai aveva fatto sul muro.

“Stamattina è uscito presto e sembra disperso... a proposito, per che ora avevate intenzione di uscire?” Choji gli ricordò dell'uscita e lui non ne aveva la minima voglia.

“Nah, io non esco, Temari poi si incazza e mi tiene delle ore al telefono dicendo che io la tradisco con tutte quelle troie che mi saltano addosso, certo, come no!” sbadigliò il Nara.

“Ma Shikamaru! Non puoi neanche fare il vecchio così, usciamo tutti quanti, non fare il diverso, a quello di pensano già Deidara e Sasori!” rise Choji alla sua stessa, triste, battuta.

“Ci penserò.” voleva dire no.

 

Tornò in appartamento quando la bufera si era calmata. Larry in effetti era carino, zampettava sul tappeto e ogni tanto beccava sulle zampe Akamaru. Kiba guardava ancora la tartaruga con odio e Naruto sembrava aver risvegliato il suo istinto materno.

Sasuke, appoggiato al muro, era rimasto paralizzato dalla tanta idiozia che gli si parava davanti.

“Eccolo il fuggitivo! Complimenti, svicolassi così bene anche in mischia saresti un campione!” lo prese in giro l'Uchiha. In realtà anche lui avrebbe preferito andarsene dai vicini piuttosto che stare lì insieme a quelle due zucche vuote, o teste di cazzo.

“Però stasera esci, l'hai promesso. E dille una bugia, cazzo!” disse Kiba smettendo per un attimo di guardar male Larry.

“E va bene. Basta che la smettete di rompermi i coglioni. Esco con voi!” si arrese, non aveva nessuna voglia di discutere.

 

Alle dieci in punto trillò il campanello del loro appartamento. Aprirono e si ritrovarono la casa invasa dai vicini e anche dai dirimpettai. Ovviamente avevano fiutato l'idea dell'uscita già il giorno prima, così il salotto fu invaso anche da Jugo, Suigetsu, Gaara e Kankuro.

“Ragazzi, vi prego, usciamo che mi sta venendo la claustrofobia...” sbottò Sasuke simpatico come al solito. In effetti ritrovarsi in così tanti dentro una casa decisamente poco capiente non era piacevole.

“Sì, dai, prima partiamo e prima torniamo a casa, ho già sonno!” esclamò mogio Shikamaru. Aveva appena finito di litigare con Temari.

“Ehi, Nara, ti tengo d'occhio eh!” fece minaccioso Kankuro, a Gaara bastò scoccargli un'occhiata eloquente. Ti uccido.

“Guarda che io non volevo nemmeno venirci! Mantieni tutto questo fervore in campo, Sabaku!” gli rispose svogliato di rimando.

 

La squadra era quasi al completo. Deidara e Sasori non abitavano nello stesso condominio e solitamente uscivano per i fatti loro essendo i più grandi e non più studenti.

A piedi arrivarono al pub di cui avevano sentito tanto parlare. In effetti il locale era pieno di gente, già da fuori si poteva sentire il baccano infernale che regnava all'interno.

“Festa! Finalmente!” esclamò Naruto dando una pacca sulla spalla a Kiba, ormai tornati amiconi.

“Un po' di ragazze per lo zio Kiba!” ribatté l'altro facendo sospirare pesantemente Sasuke. Inutile, Kiba pensava solamente alle donne, a tutte quante.

 

Dopo almeno mezz'ora di coda in mezzo a ubriachi molesti e gente che urlava completamente a caso, riuscirono ad entrare. Il pub non era molto grande, ma dovettero tutti ammettere che era accogliente. Arredato sui toni del verde, come a riprendere i colori dell'Irlanda. Si sistemarono in tre tavolini, mettendo Jugo e Choji agli antipodi, essendo i più massicci.

La clientela era costituita perlopiù da ragazzi, ma vi era pure qualche ragazza degna di nota, constatò Kiba indicando volgarmente la scollatura di una bella ragazza corvina che arrossì imbarazzata.

“Guardale come scappano, mah, verginelle del cazzo.” commentò colorito l'Inuzuka.

“Certo che sei proprio un gentleman...” ribatté Shino scolandosi una birra pensieroso. Kiba serrò i denti.

“Ma taci, continua ad allevare le tue blatte e non mi rompere i coglioni.” disse alzandosi arrabbiato.

“Come dicevo, gentleman.” rispose parlando ormai alla schiena dell'amico.

 

Shikamaru intanto era attaccato al cellulare, non aveva mai scritto così tanti messaggi in così poco tempo. Temari voleva essere informata sui suoi spostamenti. E lui obbediva.

“Ohi, Shika! Ma ci sei o sei venuto a fare solo da soprammobile?” Suigetsu gli sventolò una mano davanti alla faccia.

“Sì, scusate, ma lei non mi da' tregua. Manco fossi andato in un bordello!” sussurrò al ragazzo dai capelli bianchi facendo attenzione a non arrivare alle orecchie dei suoi fratelli seduti lì vicino.

“Eh le donne, sono la nostra croce, ma se non ci fossero...” non gli fece finire la frase.

“Io starei molto meglio, un paio di seghe al mese e via. Non la vedrei così grigia...” scoppiò a ridere alle sue stesse parole.

“Va beh, vado a prendermi una birra. Ci vediamo tra poco.” e così dicendo il Nara si alzò facendosi largo tra la folla con una facilità estrema, forse dovuta anche alla sua stazza non proprio longilinea.

 

Venti minuti. Tutto questo tempo aveva passato al bancone, non appena chiamava il barista qualcuno gli passava avanti, nonostante non fosse proprio piccolino e invisibile. Soprattutto se doveva ordinare una donna, quella passava avanti a tutti fottendosene della fila.

“Scus...” provò di nuovo ma il barista venne fermato da una biondina proprio accanto a lui.

“Ehi, ci fai due tequila sale e limone?” sentì chiedere alla ragazza. Lui con disappunto le picchiettò sulla spalla.

“Scusa ma c'ero io, adesso ne ho proprio le palle piene, sono venti minuti che sono qui!” sbottò. La ragazza gli scoppiò a ridere in faccia, senza trattenersi.

“Allora è proprio vero che la cavalleria è morta! Dai, prendi questo, me l'ha offerto il barista!” esclamò porgendogli una delle due tequila ordinate. Shikamaru scrutò truce il liquido scuro, ma guarda tu che tipa!

La scrutò meglio, eppure quegli occhi azzurri e quei capelli biondi gli erano famigliari, ma dove l'aveva già vista?

“Scusa, ma ci conosciamo?” lei ammiccò sorridente.

“Originale, non c'è che dire, meglio se aggiorni la tua lista di frasi per far colpo, eh?” quel tono da civetta, quelle frecciatine idiote, non aveva dubbi.

“Yamanaka Ino?” chiese non del tutto sicuro. Lei rimase interdetta con il bicchiere di tequila a mezz'aria. Le sembrava di aver appena assistito ad un numero di magia. Assottigliò lo sguardo, lo fissò scolarsi in un sol sorso lo shot di tequila. Ma sì, l'aveva già visto, non ricordava dove...

“Nara Shikamaru?!” esclamò sorpresa.

“Proprio io, scusa ma ora devo raggiungere i miei compagni di squadra, sai, serata tra uomini!” e così dicendo si defilò più veloce della luce. Doveva evitare qualsiasi contatto con il genere femminile, altrimenti Temari l'avrebbe evirato con le sue stesse mani.

 

L'ANGOLO DI KETY

 

Ed ecco il primo capitolo di questa mia nuova impresa! Sperando di riuscire ad aggiornare in tempi umani, ci proverò, ovviamente!

Vorrei spendere un paio di parole sul rugby, da buona ex rugbista, la storia sarà sul genere sportivo, ma niente paura, non ci saranno tecnicismi inutili. Ho preparato a scopo illustrativo uno schema della formazione e spiegherò qui sotto, velocemente, più o meno i ruoli di ognuno.

Ovviamente ai fini della storia non serve a nulla, però, se vi incuriosiva, volevo farvi chiarezza sui ruoli che vedete scritti nella storia.

 

 

In primis abbiamo i due piloni e il tallonatore che stanno in prima linea. Loro nella mischia hanno un ruolo fondamentale, i piloni si buttano in mezzo ed evitano che gli altri si facciano male, sono grossi e possenti. Il tallonatore invece è piccolo e agile e deve rubare la palla agli avversari nel caos della mischia.

La seconda linea si occupa dell'attacco, placca e deve correre a meta. Oppure passa la palla all'indietro al mediano di mischia.

La terza linea è impegnata nelle mischie e da' manforte e supporto fisico, sono i primi a slegarsi dalla mischia e passare la palla.

Da qui si entra in difesa, abbiamo il mediano di mischia che inserisce la palla nella mischia ed è il tramite tra attacco e difesa. Dopo di lui c'è l'altro mediano, detto mediano d'apertura è lo stratega della squadra e si occupa dei calci di punizione.

Ancora più indietro ci sono i trequartisti che sono specializzati in passaggi precisi e nel passare da difesa a attacco velocemente.

In ultima linea abbiamo la difesa ultima composta dalle due ali che sono veloci e devono evitare che gli altri segnino meta ed infine c'è l'estremo che difende la prima linea se penetrata.

Spero proprio di essermi spiegata bene, ma è alquanto difficile spiegare il rugby a parole xD

Scusate lo sproloquio, lo potete saltare a piè pari, è giusto a titolo informativo!

 

Rugby a parte le coppie della storia non sono ancora state decise, vedrò dove mi porterà il mio narrare, magari suggeritemi qualcosa!

 

Spero mi seguiate ancora! E dite a questa povera autrice senza speranze che ne pensate!

Un bacione

 

ketyblack

  
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