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Autore: potterfanlalla17    30/04/2015    2 recensioni
La storia parte sei mesi dopo la 5x24. Ovviamente si conosceranno le sorti di Rick e Kate e soprattutto la risposta di quest'ultima alla domanda dello scrittore. Avrà accettato o no? E come sono cambiate le loro vite dopo quel pomeriggio al parco? C'è una sola certezza: nulla è mai semplice, soprattutto quando si parla di sentimenti. Spero leggerete.
Genere: Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kate Beckett, Quasi tutti, Richard Castle, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Nel futuro
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Mom and Dad are back!

 

-Si può sapere cosa le è passato per la testa, detective?- tuonò la Gates non appena Beckett ebbe richiuso le porte dell’ufficio del capitano alle sue spalle.

-Signore?

-Lasciare andare la nostra principale sospettata e permettere che il suo amico…ragazzo…qualsiasi cosa siano ora partecipasse all’interrogatorio! Io non so dove voglia andare a parare, detective, ma le assicuro che una bella retrocessione a dirigere il traffico è in arrivo!

-Capitano Gates…- cercò di intervenire Castle sentendosi in colpa per quello che stava succedendo a Kate, ma la detective lo bloccò con un cenno della mano.

-Con tutto il rispetto, Signore, io non credo che la signora Blaine abbia qualcosa a che fare con l’omicidio dell’ex marito.

-Lei non crede?

-Ne sono sicura, Signore. Esattamente come lo era lei quando ha lasciato andare Castle!- ribattè prontamente Kate e capì di aver centrato un punto debole del capitano quando la vide serrare la mandibola contrariata per quella sensata argomentazione.

-Farà meglio a confermare in fretta la storia della signora Blaine, detective, o credo proprio che dovrà pentirsi del suo istinto!- ribadì il capitano per poi indicare con un cenno del capo la porta. -Non così in fretta, signor Castle! Lei resti.

L’uomo lanciò un’occhiata a Kate nella speranza di rassicurarla, cosa che non sfuggì alla Gates.

-Signor Castle- cominciò quando Kate se ne fu andata -non le avevo detto di restare fuori da queste indagini?

-Sì, capitano, ma…

-Cosa le fa credere di poter disobbedire ad un mio preciso ordine senza che io prenda provvedimenti?

-Beh, prima di tutto lei non è il mio capo...tecnicamente…- si affrettò a precisare lo scrittore. -E inoltre, lei sa meglio di me che posso essere un valido aiuto; e non si preoccupi per…beh, per il mio rapporto con la detective Beckett. Attualmente è solo ed esclusivamente professionale.

-Attualmente?- il sopracciglio di Irons Gates si sollevò a dismisura.

Castle non rispose ma sostenne lo sguardo severo della Gates.

-Può andare signor Castle, ma si ricordi che posso cacciarla quando e come mi pare.

-Come è sempre stato del resto- mormorò l’uomo prima di andarsene dall’ufficio.

 

***

 

-La Gates ti ha messo in riga?- disse Beckett quando Castle tornò a sedersi accanto a lei, nel posto che era sempre stato suo di diritto. Forse per un implicito automatismo, o più verosimilmente per rincuorare lo scrittore, la detective gli aveva preparato una tazza di caffè che ora fumava alla sinistra dell’uomo. Un caffè per loro valeva più di mille parole.

-Niente che non abbia già dovuto affrontare in passato- rispose lui afferrando la tazza bollente. -Ma grazie del caffè…dopo l’incontro ravvicinato con Iron Gates ci voleva proprio. Qualche novità sul caso?

Beckett non era certa che Castle avesse evitato di nominare esplicitamente Kyra per delicatezza nei suoi confronti, ma ne fu comunque lieta. Non che avesse nulla da temere da quella donna, questo ora le era chiaro, ma sapere che per due mesi lei e Rick erano stati vicini come molti anni primi era ancora una ferita non propriamente rimarginata.

-Abbiamo controllato l’alibi di Kyra. Regge. Ryan ha parlato con il gestore del ristorante cinese e ha confermato che Kyra è arrivata da lui verso le 20.30. Il locale era pieno per una festa, lei ha aspettato al bar quasi fino alle 21 e poi è stata servita. Se n’è andata verso le 21.30. Esposito invece ha parlato con questa Megan, che conferma la versione di Kyra.

-Non ho mai pensato potesse essere stata lei. E grazie per averle dato il beneficio del dubbio.

Kate scosse la testa: -Niente ringraziamenti; ho già creduto in passato che Kyra Blaine fosse capace di un omicidio e mi ero sbagliata alla grande. Non commetto mai gli stessi errori due volte- disse la detective guardando fissa negli occhi lo scrittore. Il sottotesto di quelle ultime parole era chiaro per chiunque, non poteva certo essere frainteso. –E ad ogni modo, non sarebbe stato banale una ex moglie che uccide il proprio ex marito per soldi? Non è certo una delle teorie alla Richard Castle- concluse Beckett per smorzare la tensione palpabile che si era creata tra loro.

Rick non rispose. Si limitò a guardare la detective nel suo modo, quello unico ed insostituibile che era in grado di farla sciogliere in ogni circostanza. Sfiorò la mano di Kate con la propria e rimasero in questa posizione per un tempo indefinito. Anche questo gesto, come il caffè giornaliero, per loro valeva più di una dichiarazione ufficiale.

-Beckett! Abbiamo trovato qualcosa!

Esposito entrò nell’ufficio rovinando quell’atmosfera intima che Rick e Kate erano riusciti a costruire nel bel mezzo del distretto più affollato di tutta New York. Sventolava un foglio con aria soddisfatta, aria che sparì dal suo viso non appena si accorse di aver interrotto un momento importante tra i due.

-Ho interrotto qualcosa?

-Sì- risposero in coro entrambi. E se la cosa non era affatto sorprendente per quanto riguardava lo scrittore, l’ammissione della detective aveva invece dello straordinario. Non era decisamente da Beckett.

-Vai pure avanti, Javier!- continuò la detective.

L’ispanico scosse il capo come a voler riprendere il corso dei propri pensieri. –Avevo ragione sulle liste passeggeri. Non era Greg ad essere inseguito! Era lui ad inseguire qualcuno qui a New York.

-Chi?

Esposito appese sulla lavagna una fotografia che ritraeva un volto già conosciuto da tutti i presenti.

-Keith Murphy? Il fratello della vittima?

-Esatto- intervenne Ryan riemerso proprio in quel momento dalla saletta riunioni, che in quei giorni era diventata il deposito di tutta la documentazione che riguardava il divorzio e le finanze di Greg Murphy. –E aveva motivo di farlo. Il piccolo Murphy ha passato la maggior parte degli ultimi due anni in un centro di disintossicazione piuttosto esclusivo della West Coast. Roba da vip, per intenderci.

-Keith è un tossicodipendente?- domandò esterrefatta Beckett, che nel frattempo era scattata in piedi dalla sedia e si era avventata sulla lavagna per aggiungere i nuovi elementi.

-E del tipo peggiore, direi, visto il quantitativo di denunce per aggressione sporte da Greg contro il fratello minore. Pare che Keith si rivolgesse a Greg per ottenere i soldi necessari per la sua dipendenza.

-Anche Keith era al verde? In questa famiglia sembra essere un cliché- commentò ironico Castle.

-In pratica Greg era diventato lo sportello prelievi del fratello- concluse Ryan continuando a leggere dai rapporti provenienti da San Francisco e relativi elle denunce di Greg.

-Da non credere. Non so cosa sia peggio…se il fratello drogato che sfrutta Greg per i soldi, o Greg che denuncia il suo stesso fratello alle autorità. Hanno ragione a dire che non ti puoi proprio più fidare di nessuno- fu il commento sarcastico e amaro di Esposito.

-Detto da te che stai per mettere su famiglia con Lanie non è rassicurante, amico!

-Un attimo- si intromise Castle che assorto nei suoi ragionamenti non aveva probabilmente colto i commenti dei due amici poliziotti.

-Tranquillo, bro! Stavo scherzando sulla famiglia. Sposo ancora Lanie- rispose divertito Esposito convinto che lo scrittore si stesse riferendo a lui.

Castle aggrottò la fronte con quel suo fare un po’ bambinesco di chi non capisce cosa sta accadendo attorno a lui. –Non ho idea di cosa tu stia parlando, Esposito. Io mi riferivo al caso.

-Bell’amico, nemmeno ascolta quando parlo- commentò sottovoce l’ispanico rivolto a Ryan. –Sono felice di aver scelto te come testimone!

Ryan sorrise compiaciuto, ma solo per pochi istanti. Poi fissò in tralice il collega: -Vuol dire che hai avuto bisogno di scegliere?- protestò l’irlandese.

-Non fare l’offeso! Anche tu hai preferito il fratello di Jenny o sbaglio?

-Io non avevo scelta. Diglielo anche tu, Castle!

Ma quando Ryan e Esposito si voltarono verso lo scrittore e la sua musa li trovarono intenti a guardarli, il primo con aria divertita, la seconda decisamente più seccata.

-Abbiamo finito con il vostro siparietto, signore? Lo scrittore qui avrebbe una teoria da sottoporci- Ryan ed Esposito borbottarono ancora qualcosa ma Beckett sogghignò mentre si volgeva verso Castle. –Ti prego, niente alieni, mafia, complotti internazionali, insetti giganti o viaggi nel tempo, scrittore.

Castle aprì bocca fintamente indignato, cosa che fece sorridere ancora di più Kate: -Detective Beckett, vorrei farti notare che nel corso della nostra collaborazione abbiamo incontrato alieni, mafia, complotti internazionali e viaggi nel tempo. Per gli insetti giganti mi sto ancora attrezzando, ma non dispero. Detto questo, la mia teoria è molto più terrena e pratica. Mi avete detto che nell’appartamento di Greg non hanno trovato portafoglio, cellulare, contanti…nulla. E così?

-Esatto. Abbiamo rintracciato grazie al GPS il cellulare di Greg ed insieme c’era il portafoglio. Ovviamente niente contanti, solo carte di credito.

-Allora, miei cari signori, mi pare ovvio che ho appena risolto il vostro caso. E devo dire che è deludente che non ci siate arrivati da soli prima, ma ammettiamolo…senza di me sareste persi.

Castle fece un piccolo inchino non appena terminato di parlare.

-E sentiamo, scrittore, chi sarebbe l’assassino? Il fratello?

-Beh, avrebbe un senso. Keith senza un soldo va dal fratello maggiore per avere denaro contante. I due litigano, forse anche perché Greg gli comunica di non avere più un soldo in banca, e Keith uccide Greg con la pistola che Kyra aveva lasciato nell’appartamento. Poi prende, telefono, portafoglio e pistola e scappa- disse Castle. –Ovviamente, il ragazzo abbandona subito cellulare e carte di credito perché rintracciabili, ma si tiene i contanti.

-E perché si terrebbe la pistola?- chiese Esposito.

-Forse ritiene potrebbe servigli in futuro, visto il giro di persone non poco raccomandabili che di certo frequenta. O forse è un bene che potrebbe riuscire a smerciare per qualche soldo in più.

-Tu che ne dici Beckett?- chiese Ryan, notando il silenzio della detective.

-Dico che è una teoria. Spiegherebbe alcune cose.

-Solo alcune? Avanti, detective, dammi un po’ di soddisfazione- il tono provocante di Castle non lasciò indifferente la detective che arrossì all’istante. Anche lo scrittore però dovette rendersi conto che era la prima volta che tornava a usare quel tono così confidenziale e intimo con lei e si costrinse a distogliere lo sguardo dalla donna per rompere l’imbarazzo che si era creato.

-Il…il fatto è, Castle, che non sappiamo se Greg ed il fratello erano in contatto. Dai tabulati telefonici non risulta nulla. Né dal cellulare né dal telefono dell’appartamento. Quindi come ha fatto Keith a sapere che Greg era a New York? E come ha fatto a sapere dove abita? E soprattutto perché Greg avrebbe dovuto seguirlo a New York se sapeva quanto era pericoloso?

-In realtà forse non l’ha seguito. Se ricordi, Greg ha acquistato l’appartamento 3 mesi fa, all’epoca del divorzio. Aveva già intenzione di trasferirsi qui- disse Ryan.

-Giusto- ribadì lo scrittore strizzando l’occhio all’amico. –Ryan, ha ragione. E comunque è anche possibile che Greg credesse che i soldi fossero spariti a causa del fratello. Ed è venuto qui per chiedergli spiegazioni.

-No, questo non è proprio possibile- intervenne Esposito. –Chiunque abbia fatto sparire quei soldi è un mago della finanza. Un genio della truffa. Rintracciarli è praticamente impossibile. Non penso proprio che un tossicodipendente come Keith possa aver architettato tutto questo.

-Forse non da solo- incalzò lo scrittore, ansioso di difendere la propria teoria.

-Ok, adesso basta. Stiamo entrando nel terreno delle mere speculazioni. Atteniamoci ai fatti, babe.

Beckett arrossì istintivamente non appena comprese quello che aveva appena detto. Come le era venuto in mente di chiamarlo “babe” davanti a tutti? Al distretto? E dopo tutto quello era successo tra di loro? Forse aveva esagerato, anzi, ne era certa.

Ma come sempre Kate restava senza fiato per le reazioni di Rick. Lui sorrise, semplicemente. Come se quelle due sillabe, quattro lettere, gli avessero appena cambiato la giornata.

-Ehi, voi due. Se avete finito di farvi gli occhi dolci, qui dovremmo lavorare- commenta sarcastico Esposito.

-Certo…giusto. Quindi…La versione di Castle ha dei punti molto validi. Spiega il telefono e il portafoglio tanto per cominciare. Sollecitiamo la scientifica e vediamo se hanno trovato impronte, magari del fratello. Dovremmo già averle per un confronto dal caso del matrimonio.

-Ok, me ne occupo io, tanto stasera devo andare a prendere Lanie.

-Perfetto. E cerchiamo di rintracciare Keith: magari non ha nulla a che fare con l’omicidio del fratello, ma per ora è la sola pista che abbiamo. E, ragazzi…toglietevi quel sorriso divertito dalla faccia, chiaro?- minacciò Kate, ma con il sorriso sulle labbra.

-Mamma e papà sono tornati- mormorò Ryan mentre di allontanava con Esposito.

 

 

Angolo Mio:

Eccomi!

Scusate il ritardo, ma tra lavoro e ponti non ci capisco più niente =)

Dunque, che dire? boh! I due proseguono in tutti i sensi sia nelle indagini che nel riavvicinamento…piccoli passi che sembrano venire naturali per il momento. Ma sarà così semplice? Staremo a vedere.

Grazie a tutti coloro che leggono e recensiscono…o anche solo a chi legge =)

A presto!

Laura

   
 
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