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Autore: fangirltaki    30/04/2015    0 recensioni
Jace rapisce Simon durante una settimana di vacanza e lo porta all'Istituto, in una sorta di riunione di famiglia. Sarà in grado di definire i rapporti con le persone che hanno significato tanto per lui, in una vita precedente di cui ha solo vaghi ricordi?
Genere: Drammatico, Fantasy, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Clarissa, Izzy Lightwood, Simon Lewis, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Ehi" disse Simon. Come quasi-Shadowhunter non sembrava essere poi tanto duro. Indossava la divisa nera di pelle che offriva l'Accademia ai suoi studenti ma, a parte quello, appariva come un qualunque diciottenne trovatosi di fronte al fidanzato della sua migliore amica mentre stava canticchiando la nuova canzone della sua band sfigata. Confuso. Jace alzò un sopracciglio (Simon si chiese se ormai fosse diventato un tic nervoso). "Quindi è questa la mia accoglienza? Speravo mi avessi preparato una festa a sorpresa" . Beh, evidentemente Simon non ci aveva pensato. Che stupido! "Come mai sei qui? Ti mancavo terribilmente, suppongo" rispose lui, entrando nella sua stanza. Sul suo letto, come su quello di George, era aperta una sacca dove erano stati cacciati a casaccio dei jeans e qualche maglietta delle sue. Era terminato un anno di allenamento e, come voleva la tradizione, Simon e i suoi compagni avrebbero potuto passare una settimana in un luogo non precisamente identificato a loro scelta. Simon voleva andare a trovare sua sorella sulla costa, il che si era rivelato impossibile dato che era anche lei in vacanza con le sue bionde amichette del college. Di sicuro, pensò il ragazzo, tornare all'Istituto sarebbe stata un'esperienza alquanto ... triste, quindi aveva scartato l'opzione a priori. "No, anche se ho detto a Clary che in effetti dovevo venire a trovare la mia nuova fiamma. Sono qui perché ti devo rapire" "Okay"-disse Simon-"questo scherzo sta diventando parecchio inquietante. Cosa significa?" Jace, che intanto si era appoggiato allo stipite della porta con fare annoiato, posò il suo sguardo sulla borsa sul letto a mo' di spiegazione. "Oh no" fu tutto quello che riuscì a dire. 99 Luftballons risuonava nel giardino dell'Istituto, mentre Clary e Isabelle cantavano stonate. Non c'erano molti demoni da uccidere ultimamente: il caldo torrido di luglio doveva aver messo k.o. anche loro. Non avendo niente di meglio da fare, si erano rifugiate sotto l'ombra di un enorme albero in costume, contente della pausa temporanea dal lavoro tutt'altro che facile di mandare a farsi fottere un sacco di cattive bestiacce molli nella dimensione infernale da cui provenivano. "Ragazze, avete intenzione di preparare qualcosa da mangiare?" chiese Luke, visibilmente in imbarazzo di fronte a sua figlia e alla sua migliore amica mezze nude. Lui e Jocelyn, come Robert e Maryse, si trovavano all'Istituto per una sorta di riunione di famiglia, in occasione del ritorno di Simon. Clary, però, vedeva la differenza: sua madre e Luke erano lì perché volevano bene al ragazzo, mentre gli altri due adulti erano stati probabilmente costretti dai figli. Entrambe le coppie, pensò Clary, ritenevano comunque che la relazione tra lei e Jace fosse un fatto assodato, da non mettere in discussione. "No!" gridarono loro due, sdraiate su dei vecchi asciugamani, ora al sole. Potevano sempre andare da Taki. Luke emise un sospiro di chi conosce i propri polli. O le proprie pollastrelle. "Come volete! Ordino degli hamburger da Taki" . Clary alzò il pollice in segno di apprezzamento, mentre Isabelle emetteva una risatina. Clary sapeva che era emozionata all'idea di Simon che tronava per una settimana, ma la sua amica sembrava non avere la minima intenzione di farsi rovinare un giorno di vacanza dall'ansia. Quando questa si slacciò la parte superiore del bikini (Isabelle considerava l'abbronzatura omogenea estremamente importante), Luke sussultò e decise che era il momento di filarsela. "La tua pelle color mozzarella trarrebbe non pochi vantaggi se mi imitassi" disse lei, spostando la testa verso Clary per vederla meglio. Lei roteò gli occhi e la imitò. "Quindi, ora che siamo comode al sole, dimmi: come ti senti?". Quello fu il turno di Isabelle di roteare gli occhi. "Come mi dovrei sentire?"- disse, poi si fece più seria-"Non lo so. Sinceramente, speravo di essere piú felice. Invece sono parecchio confusa". Clary, invece, sapeva esattamente come si sentiva: malinconica. Ogni volta che pensava a Simon e alle vacanze si ricordava delle infinite estati che trascorrevano felici nella fattoria di Luke, guardando innocentemente al loro futuro insieme. "Io e Jace andremo a Idris subito dopo che lui sarà partito di nuovo, quindi non avrò molto tempo per rifletterci sopra. Ma tu"-disse Clary, accentando l'ultima parola-" cosa pensi di fare a New York tutta sola a luglio?". Avevano fatto quel discorso migliaia di volte. E ogni volta Isabelle aveva scosso la testa e dichiarato fermamente che "no, non verrò con voi piccioncini a Idris. E comunque sarete stroppo impegnati a riscrivere il Libro Grigio. Beh, tu almeno. Jace si auto contemplerà. E poi qui posso tenere d'occhio Alec e Magnus". E, a quel punto, il discorso era morto e chiuso. Isabelle non fece in tempo a replicare: si stava aprendo un portale proprio davanti a loro, il luccichio azzurro simile ad acqua che le faceva strizzare gli occhi. Beh, pensò Clary, almeno i ragazzi sarebbero stati felici di vederle così.
   
 
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