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Autore: Goran Zukic    30/04/2015    1 recensioni
Qualcosa sta cambiando…si sente nell’aria, si respira nella vita di tutti i giorni, ma nessuno se ne rende conto. La vita va avanti come sempre, ma sta per arrivare qualcosa, qualcosa che cambierà tutto, che renderà ogni cosa diversa e che porterà Equestria in una dimensione quasi dimenticata, sepolta da tempo nei peggiori ricordi della storia. L’armonia che regna su Equestria sta per essere disintegrata, preparatevi ad un viaggio nel mondo di Twilight e le sue amiche, nella più grande e pericolosa avventura della loro vita e che segnerà l’alba o la fine di tutto ciò che noi conosciamo.
Genere: Avventura, Drammatico, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Discord, Le sei protagoniste, Nuovo personaggio, Princess Celestia, Twilight Sparkle
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Porto Criniera

Ivan le strinse la zampa e la aiutò ad alzarsi, in un modo che non si poteva certo definire cortese ed elegante.
Twilight si sfregò gli occhi dalla stanchezza e guardò davanti a sé la terra che sarebbe diventata la sua nuova casa, ma non vide altro che la stessa nebbia grigia con cui erano partiti.
“Signor Mortimer, è sempre così qui a Porto Criniera?” chiese Twilight al traghettatore con lo sguardo un po’ deluso.
“Tutto l’anno signorina, è da generazioni che ormai non si vede il sole” rispose Mortimer con voce roca.
Twilight allora guardò dietro di sé, come se stesse cercando qualcosa oltre la nebbia, come se anche solo per un momento potesse tornare a casa, a Ponyville e sentire di nuovo le risate delle sue amiche.
I suoi occhi si inondarono di lacrime che le scesero come torrenti lungo le guance, ma non singhiozzò e rimase immobile a guardare l’oceano di foschia.
“Torneremo mai a casa?” chiese Twilight, tirando su col naso, a Ivan.
“Né tu né io possiamo deciderlo, per ora siamo qui, dobbiamo restare e lo faremo insieme” rispose Ivan.
Twilight si girò quasi di scatto, colpita al cuore dalle parole di Ivan, quel sergente così scontroso e severo che non le aveva mai quasi rivolto la parola e che ora cercava in qualche modo di consolarla.
I loro occhi si incrociarono e per un attimo nessuno dei due fiatò, il viola degli occhi di lei e l’azzurro di quelli di lui sembrarono fondersi nella nebbia e nel silenzio, poi Twilight lo abbracciò e scoppiò in lacrime.
“No…no…non è stata…colpa…mia…scus…ami” pianse lei e lui, che non sapeva cosa fare, né cosa dire, si limitò a stare fermo immobile con il suo solito portamento fiero.
“Siete voi i visitatori da Canterlot?” chiese all’improvviso una voce dalla nebbia.
Subito Ivan si voltò verso la voce, scansando con forza, senza volerlo, Twilight.
“Chi è là?” esclamò Ivan nel silenzio della foschia.
“Dovrei essere io a fare questa domanda” rispose la stessa voce e subito dopo, sul molo davanti alla loro barca, comparve un pony, chiuso in un impermeabile giallo, con il cappuccio che gli copriva la fronte, rendendo visibile solo il suo mento.
“Ti hanno dato delle grane, Caronte?” chiese il figuro al traghettatore che sembrò svegliarsi da un sonno profondo.
“Oh no, signor Locke, si sono comportati bene, hanno dormito per quasi tutto il tragitto” rispose Mortimer, sempre appoggiato al remo, sorridendo.
“Non me lo sarei aspettato da dei capitolini…Comunque sono venuto a darvi personalmente il benvenuto, io sono Locke, sindaco, se così si può dire, di Porto Criniera” disse allora il pony chiuso nell’impermeabile giallo.
“E’ un piacere signor Locke. Lei sa perché siamo qui, ne è stato informato?” chiese allora Ivan, allungando un foglio di pergamena, che aveva appena estratto dalla sua bisaccia a Locke.
Lui annuì e preso il foglio disse: “Ci stupiamo che non l’abbia condannata a morte, Twilight Sparkle, deve considerarsi fortunata”
“Non esiste la pena di morte su Equestria” intervenne Twilight che si era ridestata dal pianto di poco prima.
“Non ne sarei così sicuro, ma comunque ciò che è passato…è passato e noi non siamo qui per giudicarti, siete qui come ospiti”
Twilight ebbe un tremito ed ebbe una spaventosa visione di Celestia che la condannava alla ghigliottina.
“Venite, vi mostro la città e i vostri alloggi”
Ivan salì sul molo e aiutò Twilight a fare lo stesso, poi salutarono e ringraziarono il traghettatore che con un cenno del capo si allontanò dal molo e svanì nella nebbia.
I loro passi sul legno umido riecheggiavano tutt’intorno, simili ad un macabro tintinnio nella notte, mentre Locke, in testa al gruppo procedeva a passo calmo, nella nebbia, così densa che non si poteva vedere oltre il proprio naso.
“Conoscevate questo posto, prima di oggi?” chiese Locke.
“Solo per sentito dire” rispose Ivan.
“L’immaginavo, siamo un umile puntino nell’immensità dell’impero del sole, serviamo solo come prigione, il luogo più infimo di tutta Equestria, o così crede la nostra principessa”
Ivan non poteva fare a meno di arricciare il naso contrariato, dato che il tono della voce di Locke nei confronti dell’impero e della sua politica era fortemente irritato.
“Sieti i primi da secoli che vengono qui dall’esterno e la cosa mi stupisce, Celestia non ci ha mai rivolto la minima attenzione, né mai è venuta a farci visita, il vostro arrivo non verrà accolto con gioia, vi avverto”
“E perché non dovrebbe esserlo? Siamo pur sempre emissari del potere dell’impero a cui voi sottostate, dovreste essere orgogliosi” replicò Ivan con voce nervosa di rabbia.
“Per anni abbiamo contato solo sulle nostre forze, per secoli abbiamo vissuto sotto pioggia e nebbia, vissuto sotto una bandiera che non ci ha mai nemmeno sfiorato. Io sono un pony vissuto, esperto posso dire e posso capire, ma come fai a spiegare ai giovani che sottostiamo ad un imperatrice che per secoli non si è mai degnata della nostra presenza” disse allora Locke, fermandosi di colpo e togliendosi il cappuccio, guardando negli occhi Ivan con sguardo severo e ammonitivo.
Ivan rimase impassibile, pronto a ribattere ad altre provocazioni contro l’impero e il credo civile che ha sempre seguito e ammirato.
“Non sono qui per fare la guerra a voi, sergente, ma solo per ammonirvi, riguardo come la pensiamo qui e come vi conviene comportarvi se volete vivere pacificamente” disse allora Locke.
“Non saranno le minacce di un vecchio pony a rinnegare il potere supremo di Princess Celestia, per la quale lavoro e per la quale morirei, e non sarete certo voi a dirmi come mi devo comportare e a che autorità devo ubbidire”
I due si squadrarono per qualche secondo, entrambi con la bocca in un ghigno di rabbia, entrambi pronti, non appena l’uno avesse calcato troppo la mano, a colpirsi.
“Bene” esclamò Locke, senza muovere un muscolo e senza togliere lo sguardo “Facciate come vi pare, sappiate però, che noi qui non rispondiamo dell’autorità di nessuna principessa, ne tantomeno ascolteremo un suo tirapiedi”
Ivan si protese con lo zoccolo alzato, pronto a colpire al volto Locke, ma venne bloccato da qualcosa.
Twilight si era messa in mezzo tra i due e il colpo di Ivan si era infranto contro lo scudo di energia che aveva generato l’unicorno viola con la sua magia.
“Vuoi fare lo stesso errore che ho fatto io? Non è il caso di litigare per questioni marginali, siamo qui ora, che ci piaccia o no e se vogliamo star qui dobbiamo comportarci in una certa maniera, non aspettiamoci un accoglimento con il tappeto rosso, ma abbiamo l’umiltà di rispettarci l’un altro. Qui non esiste Princess Celestia, ci siamo solo, tu, io e gli abitanti di Porto Criniera” disse Twilight, guardandolo negli occhi da dietro lo scudo.
Ivan sospiro profondamente di rabbia, ma poi si tranquillizzò e si limitò a ritornare nel suo portamento da soldato, con il petto gonfio e le spalle larghe.
“Sei saggia, Twilight Sparkle, se ora l’autorità di sua altezza mi permette di proseguire…”
Ivan si mosse ancora verso Locke, ma Twilight lo precedette: “La cosa del rispetto vale per entrambi, vi siete presi l’onore di ospitare una criminale e il suo accompagnatore, non gettate via l’opportunità di rivendicare l’importanza che meritate, trattandoci come voi credete che meritiamo, senza nemmeno sforzarvi di conoscerci”
Locke guardò dall’alto al basso Twilight, che rimaneva impassibile nel suo sguardo serio, con gli occhi viola rivolti dritti nelle pupille azzurro glaciale di Locke.
Il pony fece un sospiro e poi disse: “Non aspettatevi applausi e riverenze, tutto qui”
Continuarono la marcia in un silenzio che si faceva passo dopo passo più tetro e abissale.
La cittadina era molto piacevole e caratteristica.
Le case erano tutte il legno, in parte colorato, in parte no, tutte molto simili tra loro e tutte molto antiche, c’era una chiesa, nel lato più vicino alla collina, era anch’essa in legno e molto carina, al centro della città c’era una fontana sulla qui sommità si ergeva la statua di un unicorno con in mano un palla circolare, tutt’intorno sorgevano le case e dietro la statua un grande edificio in legno sul quale sventolava una bandiera raffigurante due pesci spada che incrociano le spade.
I tre camminarono per le strade, sempre guidati da Locke, che procedeva con una camminata fiera e continua.
Era un pony massiccio, robusto quasi quanto Ivan, ma più anziano e vissuto.
Aveva il manto grigio-marroncino, gli occhi di un azzurro quasi glaciale, la criniera grigia e corta e delle cicatrici, qua e là sparse su tutto il corpo, in particolare, una molto evidente a lato dell’occhio destro.
In città la nebbia era meno densa e fitta e diversi pony erano fuori le loro case ad osservare il trio che procedeva lungo l’unica stradicciola della città.
Twilight sentiva tutti gli occhi addosso a lei, occhi indagatori, sguardi pieni di disprezzo e odio che la fissavano e non la mollavano nemmeno per un secondo.
Tutti pony in città, non appena li vedevano si fermavano e li fissavano con sguardo torvo, qualcuno di loro salutava Locke, altri, invece, si limitavano a fissare con sconcerto e odio, l’arrivo dei due capitolini.
“Ci stanno guardando male” disse Twilight a Ivan, cercando di parlare con il tono più basso possibile.
“Sì e non vedo l’ora di tornare a Canterlot, per dire a Princess Celestia come la considerano in questa terra di infedeli” replicò lui arricciando il naso.
Passarono accanto alla fontana, dove un unicorno, dal manto azzurro, con uno stranissimo copricapo sulla testa, li guardava, con la schiena appoggiata al bordo della fontana.
“Locke, chi sono quei due damerini che ti porti appresso?” chiese l’unicorno con un tono irrisorio.
“Idrozoa, ti vedo in forma, sono i capitolini di cui vi avevo parlato, sono ospiti qui a tempo indeterminato” rispose Locke con tono pacato.
“Ah, chi dei due è lo spietato assassino, Terminator o Frangetta violetta?” chiese allora l’unicorno divertito.
“Mi chiamo Twilight Sparkle, non osare chiamarmi in quel modo!” esclamò Twilight con rabbia.
“Alla faccia del rispetto” disse allora Ivan, canzonando le parole di Twilight di poco prima.
“Scusami Frangetta, non intendevo svegliare il tuo istinto da killer, perdonami principessa, so che da voi si conviene che mi inchini di fronte a dame del suo rango, ma sai, io con il tuo pedigree regale mi ci pulisco il didietro quando vado in bagno”
Il corno di Twilight si incendiò, pronto a scagliare un incantesimi incendiario e Locke non fece in tempo ad accorgersene che una palla di fuoco stava già volando verso la faccia di Idrozoa.
Ma prima che la sua faccia si abbrustolisse ecco che dal corno di Idrozoa comparve una bolla d’acqua che inglobò la palla di fuoco spegnendola.
“Alla faccia delle buone maniere, pensavo che nei vostri castelli vi insegnassero almeno l’educazione” esclamò Idrozoa, sorridendo a Twilight, che lo guardava con occhi infuocati.
“Adesso basta, Idrozoa, vai a lavorare che ti vedo abbastanza allegro per i miei gusti” gli disse Locke gelandolo con lo sguardo.
“Agli ordini!” esclamò allora l’altro, facendo l’occhiolino a Twilight e scattando verso il mare.
Twilight stava tremando di rabbia, i suoi occhi erano rossi di ira, la sua bocca era bloccata in un ghigno di guerra e il suo naso era arricciato come mai in vita sua.
Locke le si avvicinò, con sguardo severo e le disse: “E dopo mi parli di rispetto e di mantenere la calma, ti ricordo che hai quasi ammazzato di botte una principessa, dovresti imparare a controllarti o passerai il limite della mia sopportazione”
Gli occhi di Twilight si fecero ora imbarazzati e sconsolati, senza volerlo aveva appena vanificato le parole che aveva detto poco prima sul molo e inoltre aveva confermato il suo status di violenta criminale, appellativo che diventava sempre più azzeccato.
Locke continuò allora a camminare, seguito da Twilight e infine da Ivan, anche lui molto turbato e irritato dal comportamento degli abitanti del posto e irritato anche dallo scatto di ira di Twilight nel quale aveva rivisto l’unicorno che aveva quasi ucciso la sua amata principessa.
Locke arrivò davanti ad una casa e bussò tre volte alla porta.
Dopo qualche secondo di attesa si sentirono dei passi e subito dopo la porta si aprì di scatto e comparve sulla porta una puledrina dal manto blu, sfumato di giallo e la criniera biondo dorato.
“ Salve signor Locke, vuoi Nadia?” chiese la piccolina con una voce acuta e dolce.
“E’ in casa, Lightbeam?”
La puledrina annuì e chiamò “Nadia” con voce acuta.
Una pony dal manto grigiastro e la criniera castano scura, pettinata in una frangia, arrivò poco dopo e i suoi occhi viola si posarono sui Twilight e Ivan.
“Locke, non mi vorrai chiedere…”
“Sì, Nadia”
Gli occhi di lei e quelli di Twilight si incrociarono, ma questa volta l’unicorno viola non lesse turbamento o disprezzo, non erano gli stessi occhi con cui la guardavano gli altri abitanti, erano occhi diversi, occhi che per qualche strana ragione, pensava di aver già visto.
   
 
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