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Autore: M i d o r i    30/04/2015    1 recensioni
"Non potevo crederci, ero stato uno sciocco a non dirglielo prima. Pensavo di aver fatto una figura pessima, la voce mi tremava quasi quanto ora.
Quel pomeriggio stesso, le nostre labbra si incontrarono e ci baciammo per la prima volta; il cuore mi scoppiava nel petto, avevo le farfalle nello stomaco. Pensai che non c'era cosa più bella delle sue labbra, così morbide, calde.
Così iniziò il nostro amore, durò per quasi tre anni."
[HunHan]
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi, Slash | Personaggi: Lu Han, Lu Han, Sehun, Sehun
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A metà strada





 


 

 

«Premettiamo che io non dovrei essere qui», annunciai alla dottoressa Han, più precisamente, una psicologa.
Non so esattamente come finii sdraiato su quel lettino di pelle nera a farmi psicoanalizzare, ma secondo mia madre ero “diverso da tutti i ragazzi della mia età”. Grazie mamma, davvero.
Ogni mio tentativo di dissuaderla da questa follia fu inutile, ogni volta ripeteva le stesse identiche parole: «Tu ci andrai, Oh Sehun, eccome se ci andrai!» e puntualmente scoppiava in lacrime, dicendo di essere una madre pessima e che era tutta colpa sua; così mi costringevo a carezzarle dolcemente la schiena con una mano dicendole che no, non era colpa sua e anzi, ero io ad essere difettoso.
E forse fu proprio per amor del quieto vivere che mi costrinsi a bussare a quella porta e ad entrare nello studio della dottoressa Han.
«Allora perché sei qui?» la dottoressa mi ridestò dai miei pensieri. Odiavo quell'atteggiamento così... così da psicologo.
«Perché mi ha costretto mia madre» probabilmente la frase più sfigata che un ragazzo di diciott'anni avrebbe potuto dire.
«Certamente» rispose con aria fiduciosa, come se fosse sicura che prima o poi avrei ceduto alle sue buone maniere e avrei iniziato a spiattellarle ogni piccolo particolare sulla mia vita.
Mi aggiustai meglio su quel divanetto nero che odorava di polvere tanto da farmi arricciare il naso.
Mi guardai intorno. Pile di libri dalle pagine ingiallite erano accatastati sulla scrivania della dottoressa Han, altri erano disposti in maniera disordinata in una libreria piena di soprammobili di porcellana, anch'essi impolverati.
Tutto sembrava così vecchio in quello studio, tutto sembrava così fragile da potersi rompere da un momento all'altro.
Senza accorgermene mi ero alzato in piedi, percorrevo la stanza a lunghi passi sotto lo sguardo indagatore della donna, che mi osservava con i gomiti appoggiati sulla sua scrivania di mogano. Nel complesso era uno studio disordinato, eppure a me sembrava così armonioso.
E così mi venne in mente Luhan, bello, bellissimo, ma con un gran casino in testa. Mi lasciai cadere di nuovo sul lettino.
«Mi ha lasciato da solo, sto male e basta» inaspettatamente iniziai a parlare, mi tremava un po' la voce. Le parole suonavano così strane, sembravano pronunciate da un estraneo e non da me. La dottoressa Han mi scrutò con attenzione e mi invitò a proseguire, feci un respiro profondo.
«Ci siamo conosciuti al secondo anno di superiori, tutta la classe era eccitata all'idea di avere un nuovo studente cinese, a parte me, io sono sempre stato un po' diffidente nei rapporti con gli altri, sa.
Comunque si presentò alla classe, disse “piacere a tutti, sono Luhan”, il suo accento ci fece sorridere.
Il posto accanto al mio era l'unico libero, mi chiese se si poteva sedere, gli risposi che poteva.
E poi senza neanche accorgermene me ne ero innamorato, continuavo a pensare di essere un idiota, “non ti amerà mai”, continuavo a ripetermi questa frase senza sosta. In parte perché avevo paura di rimanere deluso, in parte perché avevo paura di innamorarmi, di un ragazzo, poi. Per la prima volta mi chiesi che cosa avrebbero detto gli altri, mi sentivo anormale.
Dunque alzai una barriera tra me e lui, pur sapendo di fare del male a me stesso quanto a Luhan. Eravamo buoni amici, anche se in segreto io nutrivo sentimenti più profondi.
Ma un giorno, non so bene come, presi coraggio e mentre tornavamo a casa insieme dopo scuola, gli dissi ciò che provavo, che ero innamorato di lui e che se dopo questo non voleva essere più mio amico, l'avrei capito – le mie labbra si incurvarono in un sorriso – sorprendentemente ricambiava. Non potevo crederci, ero stato uno sciocco a non dirglielo prima. Pensavo di aver fatto una figura pessima, la voce mi tremava quasi quanto ora.
Quel pomeriggio stesso, le nostre labbra si incontrarono e ci baciammo per la prima volta; il cuore mi scoppiava nel petto, avevo le farfalle nello stomaco. Pensai che non c'era cosa più bella delle sue labbra, così morbide, calde.
Così iniziò il nostro amore, durò per quasi tre anni.
Uscivamo di nascosto, non avevamo intenzione di dirlo alle nostre famiglie per paura che non ci capissero, anche se ora mia madre sa tutto e l'ha più o meno accettato.
Mi diceva sempre “incontriamoci a metà strada, così nessuno penserà che siamo insieme” e puntualmente riagganciava il telefono dicendo “passo e chiudo” - sbuffai divertito al ricordo – quindi uscivamo di casa con una scusa qualsiasi e ci incontravamo pochi minuti dopo, a metà strada.
Continuammo così per più di due anni, fino a quest'estate, a dire il vero.
Poi Luhan si suicidò. Senza dire niente a nessuno, non un biglietto, nulla, sembrava che andasse tutto bene, eravamo stati insieme per tutto il pomeriggio, il che voleva dire che ero stato l'ultimo ad averlo visto, ad averci parlato. Venni interrogato dalla polizia, la nostra relazione venne scoperta ma non il motivo del suo gesto.
Sa cosa mi fa più male? Sentirmi così egoista da portargli rancore per non essersi confidato con me, lo odio per questo. Non glielo perdonerò mai. Odio che mi abbia lasciato così solo, così innamorato.
Pensò a Luhan tutti i giorni perché nonostante ciò che mi ha fatto, mi sentirei terribilmente in colpa a dimenticarlo.
Sono vivo, ma non ho intenzione di vivere».
Guardai la dottoressa Han, le lacrime mi scorrevano sulle guance e non riuscivo a fermarle. Volevo correre via, alzarmi e andarmene, ma rimanevo seduto lì a desiderare con tutto me stesso che tornasse da me, che mi dicesse ancora una volta di incontrarci a metà strada.



 

Spazio autrice;
Salve a tutti!
Piacere di conoscervi, sono una nuova autrice! 
Relativamente nuova, prima usavo un altro account ma l'ho disattivato da un bel po' di tempo, ormai.
Comunque, ora ho fatto il mio comeback (?).
Spero che la OS vi piaccia, nonostante sia particolarmente tragica.
Avevo in mente quest'idea da un po' di tempo e finalmente mi sono decisa a scriverla, a spese del povero Sehun lol.
Io shippo HunHan, sono la mia OTP, sappiatelo.
In ogni caso, come ho detto anche prima (sono such ripetitiva), spero che sia di vostro gradimento.
Non esitate a recensire la storia, le critiche sono ben accette c:
A presto,

M i d o r i
 

Mi trovate su Tumblr: http://dorkyouth.tumblr.com/

 

   
 
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