Harry si svegliò sul sedile di un treno. Si guardò intorno: c'erano molti ragazzi intorno a lui, alcuni ancora addormentati, altri semisvegli. Di tutti quelli che c'erano, circa dodici, riconobbe solo alcuni dei suoi amici: Ron, Hermione, Ginny, Luna e Draco. Gli altri... non aveva la minima idea di chi fossero.

Apparentemente avevano tutti la sua età, ma erano completamente diversi dai maghi. Avevano un'aria vagamente babbana, ma sembravano amichevoli. Quattro di loro indossavano una maglietta arancione, tranne uno che ne indossava una viola e un altro una nera coperta da una giacca scura.

La prima cosa che fece Harry fu quella di toccarsi la tasca: la bacchetta era lì. Poi guardò i suoi amici per trovare qualche punto di riferimento, o magari delle spiegazioni, ma ricevette solo degli sguardi più perplessi dei suoi. Così si rivolse a uno dei ragazzi sconosciuti sveglio.

<<Ehy... sai perché siamo qui?>> chiese toccandogli la spalla dal sedile dietro.

Il ragazzo si voltò: aveva gli occhi verdi acceso, i capelli neri e spettinati.

<<Cosa? Ehm... no, non ne ho idea... speravo che qualcuno lo sapesse.>>

Harry lo fissò per qualche istante e vide un amico in lui, qualcuno di cui si poteva fidare. Poi gli porse la mano destra.

<<Ok... sono Harry Potter>> si presentò.

Per un attimo il ragazzo del sedile davanti restò fermo, come se non sapesse cosa fare in una situazione del genere. Poi strinse la mano di Harry e svelò il suo nome: <<Percy Jackson.>>

Improvvisamente il treno si fermò. Tutti guardarono fuori dal finestrino: nessuno conosceva quel luogo, semrava sperduto, in mezzo al nulla.

<<Ma chi guida questo coso?>> chiese Ron preoccupato.

<<Non lo so, ma farà una brutta fine se non ci dà delle spiegazioni.>> rispose Draco, seduto sul sedile accanto, all'erta con la bacchetta stretta nella sua mano sinistra.

<<Cos'è quella?>> domandò un ragazzo dai capelli castani e le mani sporche di grasso, come se avesse appena riparato una macchina.

<<Non ha importanza per ora.>> disse una voce.

Tutti si voltarono nella direzione da cui proveniva, e videro un uomo alto dalla lunga barba bianca e lo sguardo saggio.

<<Professor Sil... voglio dire... chi è lei?>> chiese Harry.

Quell'uomo ricordava moltissimo ad Harry Albus Silente, il vecchio preside della scuola di magia e stregoneria di Hogwarts, ucciso qualche anno prima.

L'anziano uomo lo scrutò attentamente, prima lui, poi Percy e poi tutti gli altri.

<<Temo che per darvi una risposta dovrete seguirmi.>>

Sia i maghi che gli altri ragazzi dalle magliette arancioni (o viola e nere) lo seguirono.

Uscirono dal treno e camminarono per un po', chi con bacchette in mano, chi con spade, fino a quando non giunsero davanti a un enorme palazzo nero su cui in cima c'era la scritta “Base dell'Allenza dei 12”.

<<Tranquilli, i mortali non vedono niente. Foschia.>> spiegò l'uomo.

I ragazzi sconosciuti non furono per niente sorpresi, anzi fecero facce come se fosse ovvio, ma i maghi no.

<<Foschia? Di che si tratta?>> chiese Hermione curiosa.

L'uomo non rispose ed entrò nel palazzo seguito dai ragazzi.

<<E adesso vi spiego un po' di cose.>>