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Autore: Sheep01    30/04/2015    10 recensioni
Perché quando Occhio di Falco, il Vendicatore – o disastro umano che dir si voglia – aprì gli occhi per sbocciare in previsione di un nuovo incantevole giorno, il suo grugno andò a sbattere contro la schiena di qualcuno che decisamente non era in programma fosse nel suo letto.
Pigiama. Pigiama a fiorellini rosa. Pigiama... o camicia da notte. E un leggero profumo di... malva? Non aveva la più pallida idea di che cazzo di forma avesse la malva, perché avrebbe dovuto sapere quale fosse il profumo di... malva?
[Spoilers: Avengers - Age of Ultron]
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Clint Barton/Occhio di Falco, Natasha Romanoff/Vedova Nera
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: tutti i personaggi citati sono di proprietà di Marvel e Disney. La storia non è stata scritta a scopo di lucro.


*

 

THE FAMILY MAN

 

 

Ci sono diversi modi per cominciare una giornata.

Una di queste è dormire fino a tardi e rigirarsi fra le lenzuola all'infinito, pretendendo di ignorare il rumore del traffico, la vicina del piano di sopra che passa l'aspirapolvere e fa i traslochi alle sette del mattino, e la vescica che rischia di esplodere.

Poi però arriva il momento in cui devi prendere una decisione. E spesso e volentieri non è la soluzione migliore.

Perché quando Occhio di Falco, il Vendicatore – o disastro umano che dir si voglia – aprì gli occhi per sbocciare in previsione di un nuovo incantevole giorno, il suo grugno andò a sbattere contro la schiena di qualcuno che decisamente non era in programma fosse nel suo letto.

Pigiama. Pigiama a fiorellini rosa. Pigiama... o camicia da notte. E un leggero profumo di... malva? Non aveva la più pallida idea di che cazzo di forma avesse la malva, perché avrebbe dovuto sapere quale fosse il profumo di... malva?

Si ritrasse con molta cautela, cercando di avere una situazione chiara a concisa di quello che doveva essere successo. Eppure era sicuro di essere andato a letto sobrio... la notte precedente. Aveva finito col far tardi per recuperare le ultima puntate di Black Sails, perché... sapete... pirati! C'è bisogno di aggiungere altro? Ed era anche sicuro di non aver ecceduto con i Doritos perché, insomma... Doritos!

E allora che diavolo era... successo? Forse aveva sbattuto la testa. Tutte le conseguenze di una commozione cerebrale. In fondo per lui, all'ordine del giorno, c'erano sempre una caduta e una contusione. E aveva dimenticato di aver sedotto la versione alla malva di nonna Abelarda da qualche parte e essersela portata a letto. O cosa.

Si mise a sedere solo per rendersi conto che... le pareti di quella camera da letto non erano le pareti della sua... camera da letto.

Diavolo! Che finalmente fosse giunta la resa dei conti della sua vita da Supereroe e avesse conquistato il suo super potere tutto speciale? Quello del teletrasporto che, da quando aveva visto la serie del Dottor Who, era sempre stato un po' la sua ossessione.

Le battute sul Tardis, sul teletrasporto, i Vendicatori tutti non gliene perdonavano una. Era diventato l'incubo di Tony Stark, con quelle cazzo di battute. Ma era uno dei suoi pallini anche... come dire, far incazzare la squadra per una risata, per sciogliere quella tensione assurda da Guerra Civile.

E insomma... no, quella non era la sua camera da letto. Non c'era nemmeno il suo prezioso poster di Blade Runner. Solo qualche parete scrostata. Che decisamente aveva bisogno di un paio di riparazioni. Una catapecchia un po' decadente. Degna sicuro di nonna Abelarda con il pigiama a fiorellini, lì sdraiata nel letto, sprofondata sul materasso matrimoniale che doveva averne viste... parecchie.

Cercò di scostare le lenzuola, anche quelle profumate alla malva. O era gelsomino? Forse gardenia. (Da quando era diventato un esperto di fiori?) Cercò di rimettersi in piedi.

Straordinariamente non era nudo... come un verme.

Indossava un paio di boxer dall'aria piuttosto vintage. E, a terra e sparpagliati sulla sedia, una serie di vestiti che sicuro non gli appartenevano. Un paio di vecchi jeans. Degli stivali e una camicia a quadri da boscaiolo. Dove erano finite le sue Converse? Dove la sua maglia viola? Ci era affezionato. Era sicuro di esserci andato in giro tutto il giorno precedente.

Decise di non pensarci. Di capire dove diavolo fosse, recuperare il suo cellulare, chiamare i rinforzi e tornarsene a casa prima che la situazione degenerasse.

In punta di piedi recuperò jeans e (ew) camicia e cercò la porta.

“Ti ricordi di portare fuori la spazzatura, prima di andare in città?”

La voce alle sue spalle lo ghiacciò lì, sulla soglia di quella porta appena aperta.

Nonna Abelarda, a quanto pareva, era viva. Vegeta (no, non quello di Dragon Ball, andiamo!) e loquace.

“L-la... che?”

“La spazzatura”, la vide girarsi sul materasso, pigiama a fiori e tutto. E un viso che... bè, non era poi tanto male. Gli era andata peggio, altre volte. Diciamo pure che nonna Abelarda, improvvisamente, si era trasformata nella vicina sexy della nonna Abelarda.

“Ehilà...” le disse, ignaro del fatto che l'essere in mutande, vestiti non suoi alla mano e panza etilica del lunedì mattina, non era proprio il miglior aspetto con cui si sarebbe aspettato di farsi trovare.

“Ehilà...” la vide sorridere e, se non altro, fu felice di intuire che non doveva proprio aver fatto una figura di merda, la notte precedente.

“Bè, io stavo per...” cercò di giustificarsi, giusto per non fare la figura di quello che dopo i salti fra le lenzuola ha intenzione di scappare come un vigliacco (non lo avesse mai fatto. Cioè, ovvio che non lo aveva mai fatto. Non in quelle ultime due... una settimana... almeno).

“E ricorda di comprare i cereali... abbiamo finito i cereali.”

“I cereali...” la conversazione post sesso occasionale più assurda che gli fosse mai capitato di intrattenere.

“E ho una gran voglia di fragole. Pensi che potrai trovare delle fragole?”

“Fragole.”

“A-ah. Anche a Callum* piacciono tanto.”

“Callum.”

La vide levarsi un poco.

“Clint, ti senti bene?”

L'uomo scosse la testa, confuso di vederla confusa.

Anche la sua confusione doveva essere confusa.

Niente di tutto ciò aveva senso. Eppure per la vicina della nonna Abelarda sembrava averne parecchio.

“Mi sento... bene.” procedette con cautela. Forse la tipa era pazza. Insomma, avere la fortuna di andare a letto con una gnocca e pretendere che fosse anche normale, non era proprio nelle corde del karma di Clint Barton.

“Non mi sembra. Sei pallido. Forse non hai digerito bene... ieri sera dicevi di avere un po' di pesantezza di stomaco.”

“S-sì... forse troppi Doritos.”

“Avevi detto che non eri stato tu a mangiarli!” la sentì ridere, una bella risata, dopotutto. E quelle rughette attorno alla bocca... ma era pazza. Sicuro.

Le riservò una risatina nervosa.

“Spazzatura.”

“E fragole.”

“E cereali.”

“Va' a svegliare i piccoli. Sicuro vorranno venire in città con te.”

“I piccoli...”

“Clint... seriamente, non mi sembri in forma.”

E fu proprio allora che la vide. La cosa più terrificante della sua vita. Non i Chitauri, Loki che lo possiede (mentalmente, che avevate capito?), non mutanti che se ne vanno in giro per il mondo a sbandierare fenomenali poteri cosmici, o l'ennesimo film di Rocky Balboa in pensione.

Le lenzuola scivolarono via dal corpo da sballo della vicina gnocca di nonna Abelarda per rivelare una... pancia. Una pancia esplosiva. Una pancia da donna incinta. Molto incinta. Troppo incinta.

“Cos'è quella cosa?!” strillò con aria tutt'altro che mascolina. A dirla tutta non gliene fregava proprio un cazzo di essere virile in quel momento.

Troppe informazioni. Troppe coincidenze disastrose.

Si era portato a letto una donna incinta!

I Doritos non potevano giustificare cotanta avventatezza. Cotanta imprudenza!

“Adesso cominci a spaventarmi, Clint.”

La vide rimettesi in piedi, per quanto quell'ingombro le impedisse l'agilità che si era immaginato dalla vicina gnocca di nonna bla bla con quelle adorabili rughe intorno alla bocca, e andargli incontro.

“No, f-ferma. Ti prego, ferma.”

“Clint... che sta succedendo?”

“Clint, Clint, Clint! Dillo t-tu a me, cosa sta succedendo!”

“Non capisco cosa diavolo... ?”

“Io non capisco cosa diavolo! La spazzatura e i cereali, le fragole, Callum! Cosa significa? Non mi ricordo nemmeno di essere venuto fin qui, tanto per cominciare!”

“Dio, l'ultima missione deve proprio averti distrutto i nervi.”

“I nervi? Ma cosa cazzo... ?”

“Vado a chiamare Fury. Sicuro saprà cosa fare.”

“C-cosa c'entra Fury? Un m-momento, tu conosci Fury?”

La donna gli rivolse uno sguardo che per la prima volta gli sembrò un misto di apprensione e pietà.

Ennò, la pietà proprio no!

“Lo chiamo io, Fury. E magari vediamo di risolvere questa c-cosa... senza...”

La porta andò a sbattergli nei reni, proprio quando stava venendo a capo di una risoluzione.

“Padre!” venne investito da un paio di nani da giardino, strafatti di elio.

Pippi con le treccine e tizietto dai capelli neri a scodella.

Uno aggrappato alla sua gamba destra, l'altro alla sinistra.

Lo sguardo di puro terrore che rivolse alla donna, le fece di certo comprendere quanto fosse grave la situazione. Impietrito e totalmente fuori dalla grazia di Dio, sulla soglia di una camera da letto che non riconosceva.

“L-levameli di d-dosso ti prego.” implorò con un filo di voce. Nemmeno fosse stato attaccato da un esercito di Gremlins impazziti.

“Sono i tuoi figli, cavolo!”

“I miei cosa?”

“I tuoi figli! Callum e...”

“Non avrei mai chiamato mio figlio Callum! Natasha mi prenderebbe per il culo a vita!”

Tendenzialmente non proprio una delle priorità in quella situazione del tutto fuori controllo. Andare a letto con una donna incinta, decisamente pazza, piena di marmocchi e tutto... ma un figlio di nome Callum... NO!

“Oh, zia Natasha viene a trovarci, padre?” il tizietto dal nome pomposo e la parlata da signorinetto del milleottocento aveva interloquito nuovamente con lui.

“Zia Natasha.” la situazione stava decisamente precipitando a livelli inenarrabili. E improvvisamente l'idea che la Vedova Nera fosse improvvisamente diventata l'attesissima zia... della famiglia della vicina della nonna Abelarda, cominciò a diventare... estremamente... divertente.

Solo per quel motivo cominciò a ridere.

Ridere di gusto. Ridere sguaiatamente, con la pancia etilica sballonzolante e sussultoria.

Sentì venir meno la presa dei due nanetti che si allontanarono atterriti.

E lo stesso fece la vicina sexy di nonna bla bla... che li trasse in salvo da quel tizio pazzo, in mutande, che aveva cominciato a ridere come se fosse colto da una febbre ilare e improvvisa.

“Callum... va' a prendere il telefono. Abbiamo un problema.”

“Sì Callum, va' a prendere il telefono...” rise Clint, accasciandosi contro la parete di quella casa che aveva decisamente bisogno di una sistemata, “e di' a Fury che ho bisogno di una vacanza!”

Ridere. Ridere fino a farti venire il mal di pancia. Fino quasi a credere di avere un alieno... nello stomaco.
Tipo quello di Alien, presente? Ma con meno Fassbender versione cyborg.

 

*

 

“Che cavolo gli prende?”

“Non lo so... è da cinque minuti che va avanti a ridere.”

Natasha, braccia intrecciate osservava la scena accanto al muro. Proprio vicino a quel poster di Blade Runner che doveva aver visto giorni migliori, nella camera da letto di Clint Barton.

Kate Bishop cominciò a pungolarlo con una matita.

“E non si sveglia. Sembra posseduto.”

“E' sonnambulo.”

“Per me questo va oltre il sonnambulismo. Credi che abbia bisogno di una vacanza?” si interessò Kate che fingeva solo di essere preoccupata, ma in realtà non vedeva l'ora di vedere che faccia avrebbe fatto Clint al suo risveglio.

“Chi non ne avrebbe? Dobbiamo svegliarlo.”

“Perché? Sembra si stia divertendo un casino...”

“Ho bisogno di lui.”

“Cinque minuti?”

“Avevo bisogno di lui già cinque minuti fa. Sveglialo. Io vado di sotto a fare un po' di caffè.”

Guardò la donna scendere con un gran sventolio di anche e si trovò a pensare che un culo così di marmo, lei non lo avrebbe avuto mai, nemmeno in un milione di anni. O un milione di sedute di pilates.

Tornò a fissare Clint e a pungolarlo di nuovo con la matita. Nelle orecchie, nel naso. Niente.

Clint Barton era definitivamente partito per la tangente.

“Lucky? Lucky vieni qui.” si rimise in piedi, decisa a sfoderare l'arma più potente.

Il cagnone uscì di filato dal bagno, con il mento sgocciolante.

“Oh, andiamo, non dirmi che hai di nuovo bevuto dalla tazza del cesso!” lo rimproverò, prima di spronarlo a saltare sul letto.

“Bè, Clint non sentirà la differenza. Magari fa effetto shock più efficace, che dici?” Kate massaggiò una guancia di Clint che ancora ridacchiava come uno scemo, “vai Lucky. Lecca. Una bella lappata. Su tutta la faccia. Un bel bacione con la lingua di quelli che sai dare solo tu.”

Il cane non si fece pregare granché. Cominciò la terapia d'urto in modo magistrale. Non un singolo centimetro di pelle venne risparmiato dalla furia a salivazione schiumosa del buon Lucky.

E quando Clint cominciò a smettere di ridere e aprì gli occhi, la reazione fu come quella di un drogato in overdose, che viene pompato a iniezioni di insulina.

Saltò sul letto come fosse stato colpito dalla folgore e si guardò attorno stranito, allucinato, sotto shock.

“C-che cosa? Chi? Callum!”

“Ahm, no... Kate”, si indicò la ragazza, “a meno che non mi sia cresciuto qualcosa fra le gambe che...”

“Katie!” lo vide, saltare sul materasso e scacciare via il cane, prenderle il viso fra le mani e strizzarglielo nemmeno fosse fatta di cera.

“Ehi, mi stai spappolando gli zigomi!”

“Sei tu, sei Kate! Kate Bishop!”

“In carne e zigomi spappolati.”

“Katie, Katie, Katie!” le lasciò andare la faccia solo per stringerla nell'abbraccio più poderoso che le avesse mai riservato.

“Clint! Ti ammazzo! Non mi chiamo Katie!”

“Io ti amo!”

“Bè... ti ammazzo con... amore?”

“Ho fatto un incubo. Un incubo terribile. E-ero sposato... sposato... e...”

“T-teoricamente non sei g-già stato sposato? La c-conosco anche io la M-Morse.” cercò di scacciarlo via, prendendolo a sberle.

Clint si scostò appena.

“No, non capisci, ero sposato con un...”

“Callum?”

“No, Callum era il nome di mio figlio. E...”

“Avevi un figlio di nome Callum? Un nome che potevi scegliere solo tu, eh.”

“Che sta succedendo qui?” Natasha era tornata, portando con sé il profumo del caffè.

“Natasha!” Clint si rimise in piedi per andarle incontro e abbracciarla.

“Non ci provare nemmeno.” lo allontanò piazzandogli un piede sul petto con una mossa decisamente apprezzabile.

Natasha rivolse a Kate uno sguardo perplesso e omicida.

“Oh, non ti preoccupare, oggi gli è presa così.”

“Rivestiti. Bevi del caffè. Abbiamo un lavoro.”

“Un l-lavoro?” Clint si era allontanato giusto il tempo per darsi una grattata allo stomaco che fu felice di constatare non essere poi così etilico come nel sogno. Il caffè che la donna gli stava porgendo non lo rifiutò per niente.

“Sì... roba con i Vendicatori.”

“Credevo avessimo appena finito una roba per Vendicatori.”

“Non lo sai che gli eroi non vanno mai in vacanza?”

Clint rivolse a Kate uno sguardo arreso.

“No, voi non capite, sono appena uscito da un incubo che pareva quel film... con Nicholas Cage, The Family Man, presente?”

Nessuno parve cogliere o voler assecondare l'allusione.

“Una doccia e poi attivo, Barton. Abbiamo già perso troppo tempo. Sai come diventa Stark se facciamo tardi.”

“Lo so, lo so... comincia a mandare in giro per la rete pericolose selfie con i Vendicatori”, rispose l'arciere, passandosi una mano fra i capelli incasinati del primo mattino.

Natasha seguì Clint finché non fu sparito oltre la porta del bagno.

“Che razza di storia è questa?”

Kate si strinse nelle spalle.

“Credo che l'iniezione di fumetti che gli ha regalato Wade Wilson** gli sia stata letale.” la ragazza indicò una serie di fumetti, tutti sparpagliati a terra. Ne raccolse uno mostrando a Natasha la copertina dove un vigoroso e muscoloso disegno di Occhio di Falco spiccava a tutta pagina con la dicitura Ultimate Hawkeye.

“Questo ha del perverso.” dichiarò la Vedova, facendo una smorfia, “Barton dovrebbe cominciare a crescere.”

Kate si sdraiò sul letto, cominciando a sfogliare l'albo con crescente interesse.

“Non credo sia carino quello che hai detto, Romanoff. I fumetti non sono mica solo per ragazzini.”

“Credevo che fossero le Graphic Novel ad essere roba da adulti.”

“Ciò che chiamiamo rosa, con un altro nome...”

“Di' a Barton che lo aspetto in macchina”, tagliò corto la donna, “stiamo perdendo troppo tempo.”

Kate le fece un cenno con la mano, continuando a leggere, prima di gridarle dietro un: “Ricordati di chiedere a Stark se ha visionato il mio curriculum!”

La donna non rispose e Kate pensò che forse avrebbe dovuto aspettare la prossima missione per poter chiedere al miliardario di metterla in prova. Il fumetto stava diventando interessante. A quanto pareva avevano decisamente mal interpretato la vita del disastroso Clint Barton che lei stessa conosceva. Rendendolo serio, pericoloso, letale. Sposato. Figliato. E successivamente vedovo. Incazzato. Mutante.

“Clint, sapevi di poter usare le unghie come arma da lancio?” gli gridò dietro la porta del bagno, indicando con il dito un paio di vignette piuttosto cruente in cui il corpulento Clint Barton uccideva nemici usando solo le unghie che si strappava dalle dita.

“Cosa?”

“Niente! Ti saluta Laura!”

“Chi cazzo è Laura?” lo vide aprire la porta e sporgersi ancora umido e gocciolante.

“Tua moglie. Ha detto se riesci a passare a prendere Callum e Nicole a scuola.”

L'unica cosa positiva dell'averlo preso per il culo fu il vederlo scivolare fuori dalla porta completamente nudo.

La commozione cerebrale che ne seguì però non fece ridere Kate. E nemmeno Natasha.

 

Stark, a causa del ritardo e della corsa all'ospedale, aveva mandato in giro per la rete selfie decisamente compromettenti.

 

Nemmeno Nick Fury sembrò apprezzarlo. Vederlo impegnato a cancellare dannosi dati del database dello SHIELD, stava cominciando a diventare il gioco preferito di quei cazzo di Vendicatori.

 

End.

 

___

 

 

*Callum è il nome di uno dei tre figli di Clint Barton. E sì, esiste nei fumetti. Ma solo in una miniserie, in uno dei mille mila AU della Marvel, chiamata “Ultimate”. Dove Clint Barton è sposato con Laura, hanno tre adorabili bambini, che vengono poi massacrati e uccisi a causa di una doppiogiochista Vedova Nera. Clint Barton per vendicarsi, poi, uccide la Vedova Nera. Non c'è nessun lieto fine in questa storia. Sorry.

 

**Wade Winston Wilson è un personaggio della Marvel, conosciuto ai più con il nome di Deadpool. Deadpool, nell'universo Marvel, è uno dei pochi supereroi ad essere perfettamente consapevole di essere il protagonista di un albo a fumetti.

 

Nota aggiuntiva: per chi non lo sapesse o se lo stesse chiedendo, anche Kate Bishop è un personaggio della Marvel. Arciere eccezionale che opera negli Young Avengers con lo pseudonimo di Occhio di Falco. In diverse serie a fumetti la troviamo interagire e intraprendere missioni incredibbbbbili con Clint Barton.

 

Note aggiuntive fase 2:

Sì, lo so. Magari ho esagerato. Avevo bisogno di scrivere qualcosa per esorcizzare la backstory che hanno deciso di dare al Clint Barton cinematografico. Una specie di rivincita per il personaggio di cui mi sono innamorata. E che hanno deciso di mostrarmi in modo diverso al cinema. Sia chiaro: amerei qualsiasi versione di Clint Barton. Solo che un po' di WTF lanciati a caso nello scoprire che hanno deciso di fargli vincere il premio marito e padre dell'anno, li ho subiti.

Perciò eccomi qui. A buttare giù la prima stupida idea che mi è venuta in mente. Frutto anche di deliri post visione film dove sono state lanciate mille e più teorie per spiegare ciò che è successo più o meno a tutti i personaggi in Age of Ultron. Se non si fosse capito, il film mi ha lasciata perplessa.

Il titolo della storia “The Family Man” ovviamente si rifà al film con Nicholas Cage, che a googlarlo fate prima che non io a spiegarvelo. Sennò chiedete a Jarvis che... ops. Jarvis in teoria non esiste più. Chiedete a Visione.

La dedico a tutti quelli che amano Hawkeye. Anche a chi lo ama perché "tiene famiglia". E lo dedico a Sere, perché tocca uscire da questo circolo vizioso. Forza. Abbiamo sempre Daredevil.

Alla prossima. Spero.

  
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