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Autore: WriteMyLife53    30/04/2015    1 recensioni
Se Edward fosse ancora umano ai giorni nostri? Se non conoscesse nulla riguardo al mondo sovrannaturale?
Uno studente universitario annoiato però, si sa, trova sempre una nuova avventura in cui immergersi... o meglio dire, un grande guaio in cui cacciarsi.
Quando lo stesso Edward, quindi, viene a conoscenza di un mondo oscuro, fatto di segreti e legami inscindibili, scopre un mondo a lui completamente sconosciuto. Questo però lo porterà solo a voler approfondire questa nuova scoperta, peggiorando i propri guai.
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Avete mai provato ad immaginarvi come sarebbe stato Twilight se Edward Cullen e i suoi compari fossero vissuti ai giorni nostri? Come un normalissimo ragazzo sarebbe entrato in contatto con il mondo sovrannaturale, in un'epoca in cui ormai non si hanno più particolari credenze e superstizioni?
Io si, e questo è il risultato.
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NB: Edward e la famiglia Cullen sono umani, almeno per una prima parte del racconto
Genere: Avventura, Mistero, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Aro, Edward Cullen, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Volturi
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film, Precedente alla saga
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CAPITOLO I

La sveglia trillò rumorosamente, rompendo la quiete presente nella mia camera. La stanza era immensa nel buio, rischiarato da qualche gioco che il sole creava sul soffitto passando attraverso le persiane.
Lentamente portai una mano fuori dal sicuro riparo del mio piumone e mi scontrai con la fredda -letteralmente- realtà invernale. Spensi la sveglia e nella stanza tornò il silenzio.
Mi alzai piano: poco importava l'interesse per le materie della giornata, ancora meno il socializzare con i miei compagni.. la sveglia era sempre un avvenimento traumatico.
Mi recai al bagno, sempre molto lentamente. Lì mi lavai e vestii per la colazione. Nel frattempo, i miei due comagni di stanza si alzarono. Il baccano nella stanza aumentò inverosimilmente: sentii qualcosa sbattere, qualcuno imprecare e capii che era il caso di andarmene di lì il prima possibile. Uscii dal piccolo e asfissiante bagno, mentre la scena che mi si presentava davanti era esilarate: Emmett era steso a terra, la sedia della scrivania sopra di lui, mentre Jasper cercava di aiutarlo spingendo la sedia in avanti, senza accorgersi -probabilmente mosso dal sonno- che lo schienale di quella andava a conficcarsi nella nuca del malcapitato.
Mosso da un impeto di pietà verso il mio amico sfortunato, mi avvicinai ai due e spostai la sedia in un posto più consono. I due ragazzi si sistemarono e dopo qualche nuova imprecazione e qualche spinta reciproca mi rivolsero la loro attenzione.
- Che animo, Edward - disse Jasper, sotto la sua cascata di capelli biondi e mossi; le spesse lenti degli occhiali facevano sembrare i suoi occhi immensi e il suo naso minuscolo a confronto col resto del viso, ma nel complesso era un bel ragazzo. Nulla a confronto dell'altro però: Emmett aveva il sorriso più allegro ed invidiabile del mondo; amavo il mio amico per questo motivo, era una persona estremamente solare, felice in ogni istante dal momento in cui l'avevo conosciuto. Aveva capito - fin da bambino - che la felicità la stringiamo noi nelle nostre stesse mani e che, anche se non sembra, rimane sempre lì a portata di mano.
- Il mio animo sta ancora dormendo, Ja - risposi precipitoso.
Senza attendere alcuna risposta, uscii da quel buco di stanza trovandomi in un angusto corridoio grigio che puzzava di fumo e muffa.
Girai due volte a destra, un a sinistra e poi proseguii dritto, passando accanto ad alcune porte aperte, altre chiuse, certe addirittura lucchettate. Chi è così problematico da porre un lucchetto sulla propria porta in un convitto? Sorvolai sugli incogniti pensieri del mio cervello, troppo stanco per impegnarmi anche in un solo ragionamento.
Nel mentre ero arrivato in caffetteria, dove - dopo aver preso il mio solito caffè molto zuccherato - mi sedetti all'angolo più lontano dall'ingresso. Osservai la gente che entrava in quella coloratissima stanza e ammirai come le diversità valorizzassero le persone; una ragazza bassina, dalle forme abbondanti e i rasta in testa era seduta al tavolo con un ragazzo vestito in giacca e camicia, posto in evidenza rispetto agli altri ragazzi dal suo portamento elegante. Poco più in là una ragazza dai lunghissimi capelli biondi fissava sorridendo il suo telefono, con un sorriso molto simile a quello del mio amico Jasper. Questo posto era l'emblema dell'accettazione delle differenze altrui, così come della comprensione reciproca; forse per questo mi sentivo così a casa quì, nessuno prestava attenzione a ciò che eri, com'eri o come ti vestivi, piuttosto chi eri faceva la differenza.
Finitò il mio caffè, mi preparai alla lezione.
La facoltà di Sociologia di Trento era sempre stata il mio sogno, fin quando -da ragazzo- avevo scoperto di essere mosso da una profonda curiosità riguardo ciò che univa le persone, ciò che creava relazioni interpersonali, decisamente più profonde di una semplice conoscenza.
Da quel momento mi ero perso a studiare ed analizzare nel profondo le persone, le loro carenze e i caratteri per cui spiccavano, le caratteristiche comuni e divergenti, quelle che potevano rendere i loro legami indissolubili.
Tutto si era svolto nel migliore dei modi, sempre. La mia famiglia mi aveva sostenuto, mia madre soprattutto... mio padre un po' meno. Le mie sorelle erano orgogliose di me, gli amici non mancavano, le capacità ancora meno. Solo una cosa era carente nella mia vita: l'avventura. Tutto procedeva in modo monotono, tra lezioni, incontri, uscite tra amici e famiglia. Tutto monotonamente perfetto.... e questo era il problema.
 
Note Autore:
Buongiorno/Buonasera a tutti! 
Sono qui dopo tantissimo tempo a pubblicare una storia! 
Avevo scritto i primi capitoli (tra cui questo ovviamente) parecchi mesi fa, e oggi ho deciso di riprenderli in mano. Sinceramente, inizialmente la trama originale della storia non era assolutamente questa, ma rileggendo questo capitolo ho avuto l'illuminazione ed eccomi qui: ad immaginare la vita di Edward se egli esistesse ai nostri tempi. 
Spero sinceramente che questo vi possa incuriosire, tanto quanto sta incuriosendo me! 
Detto questo, un piccolo disclaimer:
Questa storia è frutto della mia fantasia. I fatti descritti non devono essere intesi come reali. I personaggi già esistenti non appartengono a me, ma al loro proprietario. I personaggi originali appartengono solo a me e ne è vietato l'utilizzo. Questa storia non è scritta a fini di lucro. E' vietata la riproduzione - anche parziale - di miei testi o frasi, senza previo permesso e senza citazione.
 
Grazie a chi è arivato fin qui. A presto.
Writemylife53
 
  
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