Dedicata a quella santa della mia migliore amica, 
che mi sopporta, mi aiuta e mi inspira sempre.
Grazie Nanuccia <3

 

Sgattaiolò per la cucina col massimo silenzio, provando ad evitare tutte le assi scricchiolanti che avrebbero potuto tradirlo. Osservò con la coda dell’occhio la donna e compì un altro passo, misurato; ma non abbastanza. Fu uno dei particolari che non aveva minimamente calcolato a far scattare l’allarme: aveva urtato un semplice mestolo di legno che sporgeva leggermente dal tavolo e l’aveva fatto cadere, attirando l’attenzione della madre.
«Eren!» lo richiamò. «Come sei conciato? Su, vieni qui che ti do una pettinata; non penserai di uscire così, spero.»
Lei prese la spazzola e gli si avvicinò. Quando lui se ne accorse, la donna l’aveva già preso per il braccio ed aveva preso a passare la spazzola tra i capelli castani. Eren sgranò gli occhi: come diavolo aveva fatto a perdersi così? Si divincolò facilmente dalla stretta della madre e si passò frettoloso le mani sulla testa, rovinando il lavoro della madre in un attimo.
«Eren! Che diavolo ti salta in mente?»
Per tutta risposta, il bambino mise su uno dei suoi bronci meglio riusciti. «Mikasa ha detto che le piacciono i miei capelli scompigliati.» borbottò, per poi correre via e lasciare la madre con un palmo di naso.
«Okay…» la sentì solamente sussurrare alle sue spalle.

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