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Autore: Chocolat95    01/05/2015    2 recensioni
Si avvicinò piano, portandogli una mano sul fianco e l’altra a stringerlo e ad avvicinarlo di più a sé.
“Ma-Manigoldo… non ti avvicinare… sai che non…” tentò di protestare con una mano sul braccio di colui che gli stava innanzi e l’latra sul petto mentre cercava invano di respingerlo.
“Già una volta sono morto per qualcosa in cui credevo. Credi non lo rifarei, per qualcosa che amo?”
[prequel di "Come seta tra le dita"]
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Cancer Manigoldo, Pisces Albafica
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Si avvicinò piano, portandogli una mano sul fianco e l’altra a stringerlo e ad avvicinarlo di più a sé.
“Ma-Manigoldo… non ti avvicinare… sai che non…” tentò di protestare con una mano sul braccio di colui che gli stava innanzi e l’latra sul petto mentre cercava invano di respingerlo.
“Già una volta sono morto per qualcosa in cui credevo. Credi non lo rifarei, per qualcosa che amo?”
Lo credeva eccome, ma non lo voleva. Non voleva perderlo ora che l’aveva ritrovato.
“Ti prego, non tenermi lontano anche adesso, non riesco più a sopportarlo…” continuò.
“Lo so – rispose con la voce incrinata – ed è lo stesso per me… ma poi non potrei vivere con l’idea di aver ucciso anche te…”
“Però saresti la morte migliore…” e a conferma di ciò, gli impedì di aggiungere altro catturando le sue labbra in un bacio che sapeva d’urgenza, di desiderio, e di infinito amore.
Tutto questo e altro Albafica percepì in quel contatto mentre il cuore gli batteva fortissimo nel petto, come volesse scoppiare. Cercò di resistere ancora e di spingerlo via, ma era intrappolato in una morsa letale e non capiva se gli mancava il fiato per l’emozione o per la stretta troppo forte. Forse entrambe le cose e si scoprì a voler che non finissero.

Dopo attimi lunghissimi, Cancer si staccò ma non allentò la presa e poggiò la fronte contro quella dell’amato. “Per… perché l’hai fatto…? Ora…” disse questo col fiato corto a causa del gesto travolgente, ma venne subito interrotto “Perdonami… ma ti amo così tanto… e cosa succederà ora non mi interessa… finchè ci sei tu, non mi importa…”
Pisces non sapeva cosa rispondere, perciò Manigoldo aggiunse “Ti prego… non mandarmi via…”
Troppi sentimenti contrastanti si agitavano nel suo animo, certo che non voleva mandarlo via, ma non poteva neppure lasciarsi andare così… erano appena tornati in vita, non voleva perderlo subito per un attimo di leggerezza.
“Guarda che so perfettamente cosa pensi, e dovresti smetterla di tormentarti, lo sai che-“
“Si lo so! – per la prima volta fu Albafica ad interromperlo – lo so che chi muore per qualcosa in cui crede non muore invano! Me lo ha ripetuto un sacco di volte…! Ma in tutte queste volte non hai pensato a me…!" aggiunse con rabbia.
Il Cavaliere del Cancro lo guardò sbigottito “Co-come sarebbe a dire che…”
“Se tu muori io che faccio?! Te lo sei mai chiesto…?!”
Gli occhi si stavano facendo pericolosamente lucidi e Manigoldo abbassò lo sguardo mortificato.
“Se tu muori… io che faccio…?” chiese di nuovo, questa volta quasi in un sussurro.
Lo strinse in un abbraccio, saldo ma gentile, forse non avrebbe dovuto insistere nel volergli stare così vicino, ma quando mai faceva ciò che dicevano gli altri…? Il compagno poi neanche protesto più.
Un attimo ancora di silenzio poi quello rispose “Se proprio, andrò a fare una visitina al mio amico Thanatos… ahahah…!” un sorrisetto furbo in chiusura.
“Non è divertente…” lamentò Albafica.
“Forse no, ma è la verità” asserì tirandogli su il mento con due dita e guardandolo dritto negli occhi.
“Se anche dovessi morire, andrei da tutti gli dei che esistono per tornare da te…”
“Ma non faresti prima a non andartene proprio…?” provò a ribattere imbronciato.
“E limitarmi a guardarti come fossi una bella bambolina? Come fanno tutti…? Pensavo di essermi staccato dalla massa… - rispose ironicamente mentre un leggero velo di tristezza gli si posava sugli occhi – se non si è pronti a rischiare, che amore è…?”
Pisces voleva protestare in qualche modo, o almeno riuscire a fargli capire che non era necessario, che potevano dimostrarsi il reciproco sentimento anche in altro modo. Ma poi pensò che forse era proprio questo il momento di dimostrarlo e doveva farlo fidandosi di Manigoldo. Senza rendersene conto, aveva sollevato lo sguardo verso l’amato e aveva annullato la già poca distanza tra loro con un bacio.
Manigoldo non si fece domande e se le aveva preferì godersi la caduta di quella barriera rispondendo con ardore e stringendolo di più mentre affondava la mano tra i suoi capelli.
 

Si buttò di schiena sul letto mentre lo teneva saldamente abbracciato su di sé “Ti amo così tanto… potrei passare la vita a dirtelo…”
“Sei sicuro di sapere di cosa ti sei innamorato…? – chiese serio Albafica– perché adesso, non si torna indietro…”
“Tzk…! Certo che sono sicuro…– fece quello – è una vita che lo so… e comunque, indietro non si torna neanche per prendere la ricorsa…!” e sollevando leggermente la testa per dargli un altro bacio, diede inizio alle danze.
Fu un ballo lungo e lento, dolce e pieno di passione, ormai avevano deciso di smettere di interrogarsi e far cadere ogni barriera, fisica o mentale che ancora li separava per vivere appieno quel momento e imprimersi ogni mossa, ogni tocco, ogni sensazione nella mente, come temessero davvero che quella prima volta, sarebbe stata anche l’ultima.
Gli occhi negli occhi, le mani febbricitanti a percorrere il corpo dell’altro e intrecciarsi nell’incontro, le labbra che sempre sentivano la nostalgia di quelle dell’amato e rimanevano unite a costo di perdere il respiro… o forse proprio per quello.
Quante volte lo aveva sognato Manigoldo, ma non aveva mai osato invadere quello spazio.
Quante volte lo aveva desiderato Albafica ma non aveva mai osato sperarlo.
Quante volte adesso poterono abbandonarsi all’istinto facendola risultare comunque una cosa sacra.


Il Cavaliere del Cancro, si era sentito più vivo quella notte che tutti i giorni della sua vita passata e quando si risvegliò capì di esserlo ancora poiché stringeva tra le braccia il caldo corpo del bell’amante. Non era mai stato tipo da porsi domande esistenziali come invece faceva Pisces perciò prese felicemente atto di questa cosa e lo svegliò con un bacio delicato su una guancia.
Quello mosse un po’ le palpebre e si girò verso dove era venuto il movimento e quando gli regalò la vista dei suoi occhioni azzurri, questi si spalancarono per lo stupore “Ma-ma tu…”
“Eh già! Sono ancora qui… credevi di esserti liberato di me eh…?” il solito ghigno sul volto.
“Ma come…? Io, noi… cioè… tu dovresti…”
“Oh ma quanto parli…!” E per l’ennesima volta lo zittì con un bacio. Non voleva questioni complicate già di prima mattina mentre invece aveva una gran voglia di sentire ancora il suo contatto e quella gli era sembrata la soluzione migliore per far coincidere le due cose.
“Insomma, non sei felice…?”
“Certo ma-“
“E allora ‘posto così – e per evitare che provasse a interromperlo nuovamente, gli posò l’indice sulla labbra – la vita spesso è una sfida, tutti possono vincerla, e l'amore è il premio.”
Totalmente spiazzato, Albafica non disse nulla, ma tirandosi su gli si avvicinò sovrastandolo e ricominciò a donargli questo meritato amore.

 

 







Angolo dell’autrice:
Salve a tutti! Eccomi di nuovo qui con un episodio che vi ringrazio per aver letto ^^
Questa volta per essere un po’ originale, invece della solita storia su com’è nata la ff vi dedicherò una scenetta extra, enjoy ;-D

EXTRA – REGALO DI BEN TORNATO
Manigoldo scoppiava di gioia e non smetteva di baciarlo, in realtà per quel che ne sapeva poteva anche solo aver rimandato la sua fatidica ora. Anche se era ormai passato un bel po’ di tempo senza che succedesse nulla quindi cominciava a non preoccuparsi più. Albafica invece si crucciava molto, anche più di prima se possibile, perciò ad un certo punto si stacco con forza dal focoso amante e si tirò su rivestendosi.
“Ehi ehi, dove vai, resta qui…” cercò di fermarlo il Cancro ma Pisce s non si fece agguantare e sistemandosi rispose solo “Voglio vederci chiaro” e velocemente uscì alla volta del Tredicesimo Tempio.
Si inchinò al cospetto del Gran Sacerdote e di Atena e senza scendere nei particolari espose il suo dubbio. Si limitò a dire che aveva avuto un incontro molto ravvicinato col Cavaliere della Quarta casa e che questi era fortunatamente ancora vivo, ma non si spiegava il perché di una sorte così favorevole e mentre diceva ciò sperava vivamente non si notasse il rossore delle guance che sentiva andare a fuoco.
Sasha ridacchiò e mentre il Cavaliere alzava la testa per guardarla gli spiegò “Ecco vedi, avrei voluto dirtelo subito ma, non mi avete dato il tempo…”
Dato che quello non capiva continuò “Ho cercato di far in modo che tu potessi controllare la tossicità del tuo sangue, di regolarla secondo volontà o necessità così da poter avere relazioni con gli altri come tutti quando desideri… è per questo che Manigoldo non è morto… così adesso potrete star sempre vicini…!” Una fresca risata concluse la semplice spiegazione, e per quanto fosse stata priva di malizia Pisces si fece rosso come le sue rose. A Questa poi si aggiunse quella ironica e sonora del Cancro, giunto nel frattempo, che subito gli si fece vicino e prendendolo per un braccio disse “Bene allora, mia Dea, Maestro, io e Albafica torniamo a divertirci!” e senza smettere di ridere lo trascinò con sé giù dalle scale.

 

 

 


 

  
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