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Autore: Kitsune no Pao    29/12/2008    2 recensioni
Ataru Moroboshi si ritrova nei panni del rivale Shutaro Mendo! Una ghiotta occasione di vivere il lusso da lui sempre invidiato all'amico-nemico...e se il prezzo fosse Lamù? Fanfiction dedicata ai " sensei " Achille88 ed Andy Grim, le cui storie hanno acceso in me la voglia, facendomi sognare!^^
Genere: Romantico, Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Atarù Moroboshi, Lamù
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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" Shu-chan, Shu-chan!!" chiamò una compagna, ammiccando con occhi dolci : "...non ho saputo svolgere questa equazione..."

Ataru indietreggiò di un passo notando che a rivolgergli la parola era nientemeno che la più bella della classe: Kumiko!

Si sforzò di non avventarsi sulla fanciulla, ricomponendo la naturale fisionomia del suo volto ( ora stravolto ) ed afferrando il suo quaderno rispose:

" Non preoccuparti, dolce Kumi-chan, risolverò io il problema!" scribacchiò qualcosa rapidissimo e riconsegnò il tutto alla legittima proprietaria.

" Davero non so come ringraziarti, Shu-chan!" sorrise dolcemente la troppo graziosa fanciulla.

" Una mezza idea l'avrei..." rispose lui con famelici occhi lupini e la lingua penzoloni dalle fauci; bisbigliò qualcosa all'orecchio della ragazza e lei arrossì furiosamente, guardandolo di sbieco mentre si allontanava.

" Shu-kun, Shu-kun!!" lo chiamò un'altra compagna, Momoe: altro balzo del ragazzo e comparsa fra i suoi capelli di due ritte orecchie canine...

" Non ricordo la metafora del libro di Siddharta, quella del musicante in barca col ragazzo..." borbottò lei, con lo sguardo basso e tenero, di fronte a Moroboshi Ataru.

Il ragazzo si portò indice e pollice al mento, massaggiandoselo, mentre fattosi pensieroso cercava nella sua testa la risposta; una lampadina gli si accese improvvisamente e lui sollevò un dito come per indicarla:

"...finchè la barca va, lasciala andare..." proferì artisticamente, sventolando la mano in aria come se stesse recitando un testo in prosa.

" Oh, Shutaro, grazie mille!!" disse lei arrossendo.

" Di nulla!" esclamò superbo : "...mi ripagherai con un passionale bacio!" e si avventò con la bocca a ventosa, puntata verso le rosee labbra della compagna.

La ragazza si scostò, assestandogli in viso un sonoro ceffone:

" Sciocchino!!" sussurrò mentre si allontanava.

" Arriva Onsen!!" avvertì Perma, appostato come spia sull'uscio della classe; ogni alunno raggiunse velocemente il proprio banco e vi si accomodò.

Il corpulento professore capì appena varcata la porta che quella sarebbe stata una mattina particolarmente difficile; Ataru Moroboshi stava spalmato in malo modo sulla sedia coi talloni sul banco, le mani giunte dietro la nuca ed i gomiti larghi.

Lo guardava bieco e torvo, il Moroboshi...

Ciò, tuttavia, era normale e non fu l'atteggiamento dell'alunno più indisciplinato a preoccupare il professore; no...quelle erano pecorelle del suo gregge e lui da buon pastore sapeva cogliere di ognuno i dubbi e le incertezze, le simpatie e le antipatie...gli bastava uno sguardo.

Gli altri alunni attendevano in silenzio che il vice capoclasse iniziasse il saluto all'insegnante, ma Mendo...Mendo, era il problema!


Shutaro Mendo stava spalmato in malo modo sulla sedia; i talloni sul banco, le mani giunte dietro la nuca ed i gomiti larghi.

Lo guardava bieco e torvo, Shutaro Mendo...


Onsen raggiunse la cattedra in silenzio, la visione del giovane rampollo della famiglia più ricca del giappone che si comportava esattamente come il peggior studente di quella ed altre classi era come vivere un incubo ad occhi aperti.


"...Shu...Shu!!" lo chiamò sussurrando Shinobu: "...devi guidare la classe nel saluto al professore!"

" Non se ne parla!" borbottò Ataru: "...se ne occupa quel damerino del mio vice!" continuò indicando Shutaro con un cenno della testa.

" Bla bla bla!!!" gli fece quello di rimando, con tanto di lingua protesa dalla bocca.

Onsen battè un palmo sulla cattedra, facendo sobbalzare tutti per il gran rumore:" BASTA!!" intimò : " IN PIEDI, INCHINO, SEDUTI!!" urlò il professore e gli alunni tutti obbedirono.

Riguadagnata l'attenzione della truppa il professore aprì un piccolo libro e cominciò la lezione:

" Ora esamineremo nuovamente alcuni passi di Siddharta, ma prima...chi sa dirmi cosa disse l'anziano maestro di strumenti a corde al suo allievo, sul fiume?? Ne abbiamo discorso la lezione precedente ed è un passo molto importante, se non fondamentale..."

Momoe scattò in piedi sorridendo ed alzò la mano:

" Io, professor Onsen!!"

" Bene, procedi pure Momoe!" disse con soddisfazione il professore.

La ragazza chiuse gli occhi, prese fiato ed a gran voce annunciò:


" Finchè la barca va, lasciala andare!"


Seguirono lunghi attimi di silenzio, in cui Onsen si chiese il senso di tutti quegli anni dedicati all'insegnamento ed alla coltivazione di giovane menti...

Sul volto del professore si dipinsero via via i colori di un vasto campionario di emozioni e quando parve, bluastro di rabbia, sul punto di esplodere, scoppiò in una fragorosa risata e con esso tutta la classe, meno quello che per loro era Shutaro Mendo; quello se ne stava sbigottito per la reazione altrui e guardava a destra ed a sinistra, nervosamente.

Momoe si voltò verso il fellone che si era preso gioco di lei e lo fulminò con occhi gelidi ma gonfi di lacrime; alle spalle della ragazza si materializzò un demone armato di spade e lunghi denti, avviluppato delle fiamme dell'inferno.

Ataru Moroboshi gli sorrise debolmente, conscio di aver fatto un piccolo errore...


La lezione proseguì tranquillamente fino al termine; durante il cambio d'ora Momoe si avvicinò ad Ataru ed il giovane accettò di buon grado il violentissimo ceffone assestatogli.

" Anche i perfettini a volte fanno cilecca!!" commentò con superbia Shutaro, passandogli vicino con Lamù al seguito.

L'aliena ridacchiò di gusto e questo causò al ragazzo un intenso bruciore di stomaco.

Seconda ora, matematica, il professore entrò; Ataru sentì un gelo corrergli giù per la schiena ed il funesto presagio si materializzò di li a poco:

" Kumiko!" chiamò il professore gentilmente: " Vorresti venire alla lavagna a scrivere la giusta soluzione dell'equazione che vi ho assegnato in compito?"

" Certamente!" rispose la fanciulla, avviandosi col quaderno in mano.

" No...no, no!" sussurrò Ataru al suo indirizzo mentre lei gli sfilava in fianco.

Kumiko si fermò davanti alla lavagna ed impugnò il gessetto bianco, poggiandolo sul nero pannello e facendolo scorrere con leggiadria:


" X per Y fratto Z!" esclamò trionfante, svelando agli increduli compagni la soluzione dell'esercizio di matematica.


Lunghi attimi di silenzio, in cui il professore di matematica si chiese il perchè avesse pensato che la strada dell'insegnamento facesse al caso suo...


Impallidì, arrossì, si levò gli occhiali e se li rimise, guardò la lavagna e sul suo volto calò il colore della delusione; quando avrebbe potuto infuriarsi e gridare, rovesciare la cattedra ed urlare, dare testate al muro e piangere, il magro professore decise invece di abbandonarsi ad una sonora risata liberatoria e con esso il resto della classe.

Solo il loro vice capoclasse Shutaro Mendo piangeva sincere lacrime..." ...è una congiura, una truffa, un inganno!!!" pensava fra se e se, Ataru.


" Kumiko cara..." disse poi il professore, riguadagnato il contegno: " ...l'equazione non contemplava l'uso di nessuna Z, nessuna Y, nessuna X...tutt'al più v'erano delle A e delle B...io capisco, " continuò l'insegnante, soffocando alcune risate : " ...che la matematica non è il tuo forte...si dice che la matematica non sia un opinione, sicuramente non è la TUA opinione!!" l'intera classe scoppiò nuovamente in una fragorosa risata.



  
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