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Autore: Zola_Vi    02/05/2015    3 recensioni
“So perché hai paura di parlarmi. O guardarmi. O toccarmi.”
Aggrottò le sopracciglia, forse infastidita. 
“Il tuo cuore sa benissimo che torneresti da me, se solo tu lo facessi.” 
“Io ascolto la mia testa, Harry. Il mio cuore non c’é più, ormai.” 
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“Ti detesto.” 
Lui rise. 
“Davvero, Harry.” 
I suoi occhi brillavano di una luce strana, che ultimamente non aveva visto. 
Mi soffermai ad osservarli. 
Era da tempo che non lo facevo, che non lo guardavo attentamente. 
“Ti sei incantata?” 
Scrollai la testa, alzandogli ben in vista il mio dito medio sulla faccia, con un sorrisetto beffardo disegnato sul viso. 
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Corrugò la fronte e con passi impercettibili cercò di tornare indietro verso la porta, poiché io mi mossi verso di lei, intrepidamente e senza ripensamenti. 
Toccò la maniglia, ma non riuscì a girarla: avevo chiuso a chiave. 
Spalle contro il muro, alzò lo sguardo per guardarmi negli occhi. 
Il suo flebile respiro, adesso scostante, arrivò al mio petto. 
Mi avvicinai al suo orecchio, abbassandomi di qualche centimetro. 
“Devi fare solo ciò che ti dirò.” 
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Voleva la guerra? 
“E guerra sia.” pensai. 
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cap. 10

 

"Tra pochi giorni é Natale." 

Annuii, alzando lo sguardo dal libro che stavo leggendo proprio in quel momento. 

Era stupendamente interessante. 

E il ragazzo mi aveva appena interrotta.

"Si, so quali feste ci sono a Dicembre, Louis." 

 

Lui alzò gli occhi al cielo, forse stufo della mia continua strafotenza e poca gentilezza. 

Da ore ormai ero sdraiata sul divano nel soggiorno, silenziosa e tranquilla, mentre lui continuava a muoversi freneticamente, non riuscendo nemmeno a star seduto.

All’inizio mi aveva urtato i nervi, ma adesso, ormai, ci avevo fatto l’abitudine. 

“Qual’é il tuo problema?” risi. 

“Mi sono dimenticato di fare il regalo ad Eleanor.”

Mi schiacciai una mano sulla fronte, sconcertata dalla sua sbadataggine epocale. 

“Sei il solito.”

“Non insultare, ragazzina.” 

Sghignazzai, guardandolo leggermente alterato. 

“Andiamo in centro, allora.” 

Mi alzai in piedi e, in quattro e quattr’otto, chiusi il libro. 

Scossi il mio corpo facendo alcuni movimenti frenetici, per riscaldarmi, e presi i guanti caduti per terra. 

“Davvero?” accigliò lo sguardo. 

“Certo.” scrollai le spalle. 

Il suo volto era sinceramente sorpreso, rimasto fermo nella stessa posizione di pochi minuti prima, a fissarmi con aria stupida. 

Corrugai la fronte, non capendo che cosa avesse. 

“Hai intenzione di muoverti o ti devo portare in braccio fino a là?”

Si alzò di scatto e corse nell’ingresso per recuperare le nostre giacche. 

Sorrisi. 

Ero conscia del fatto che non si aspettasse così tanta disponibilità da parte mia. 

Ma aiutarlo era sicuramente la cosa giusta da fare. 

E poi avevo voglia di fare qualche passo per sgranchirmi le gambe. 

Mi passò, al volo, il mio cappellino bianco di lana e mi fece un occhiolino. 

“Let’s go.” 

 

I nostri piedi, riscaldati da stupendi e bollenti stivali marroni e neri, affondavano nella neve straordinariamente chiara e senza alcuna macchia. 

Il freddo, fortunatamente e miracolosamente, era sopportabile. 

Anche perché, diciamolo, mi ero coperta come un’ eschimese al Polo Nord. 

Toccai con una mano un singolo fiocco di neve cadente dal cielo. 

Era così bello poterlo fare. 

L’aria era fresca, pulita. 

Il suo profumo era così piacevole e dolce. 

La città, completamente bianca, era talmente… magica. 

I miei compaesani avevano già appeso decorazioni natalizie dappertutto, che lampeggiavano e illuminavano le stradine di ogni singola via. 

La mia anima prese fuoco nel vedere il suo amato paese così felice e armonioso. 

Guardai Louis, altrettanto rapito da un simile spettacolo. 

Sorrideva.

Lo interruppi, come interruppi il momento speciale di contemplazione, lanciandogli una palla di neve, inevitabilmente, sulla faccia. 

“Ehi!” 

Gli feci una linguaccia e risi, di gusto.

Era da tempo che non giocavo con qualcuno. 

“Eri così… imbambolato.” 

“Io a differenza tua mi emoziono.” 

Gli feci il verso, meritandomi una spinta per terra. 

Il mio corpo, adesso infreddolito, era completamente ricoperto da neve gelida. 

Digrignai i denti, cercando di trattenermi per non morire di freddo. 

“Non dici più nulla?” 

“Sei morto, Tomlinson.” 

Precipitosamente, mi scaraventai sul suo corpo, che, immediatamente, troppo impegnato a farsi una sonora risata, crollò a terra. 

Continuava a divertirsi e scuotere la testa, mentre io tentavo di infilargli, a forza, la neve dappertutto.

Seduta sopra il suo stomaco, ridevo come ormai non ero più solita fare da tempo. 

“Te lo meriti.” gli urlai in faccia. 

“Anche se fosse, sono più forte io.” 

Senza alcuna fatica, mi prese i polsi. 

Con una mossa velocissima, ribaltò la situazione. 

Adesso ero io, completamente immobilizzata, ad essere bloccata dal suo corpo, molto più muscoloso e pesante del mio. 

I miei capelli, ormai completamente fradici, erano a stretto contatto con il terreno. 

“Lasciami immediatamente.”

“Perché dovrei?” sghignazzò.

“Perché…” 

Non continuai.

Mi fermai. 

Corrugai la fronte. 

Mi soffermai sul suo volto.

Tuttavia non vidi lui, per un attimo… 

… ma Harry. 

Ricordi. 

 

*Flashback* 

 

“Ora non scappi più.” 

Il suo viso pallido e bianco come il latte, riscattato dagli immensi ed incantevoli occhi smeraldo che lo rendevano di una bellezza ineffabile, si trovano a pochi centimetri di distanza da me.

Mi teneva stretta, serrandomi la vita con le sue gambe. 

Sentire il suo corpo così vicino al mio, mi rese la pelle d’oca. 

Delle strane e piccole vibrazioni volevano far tendere il mio volto verso il suo, perdutamente. 

Tuttavia, il mio perfetto autocontrollo, me lo impediva, per fortuna. 

Amava follemente Liz, non dovevo mai dimenticarlo. 

Anche se in quel momento, solo per un istante, fu proprio quello che feci. 

Io. 

Lui. 

Nient’altro in mezzo. 

Nessuno ostacolo. 

“Ti si é congelata la lingua, pesciolino?”

Sorrise, dolcemente, come solo lui sapeva fare: addolcendomi il cuore teneramente. 

Premette nuovamente le sue mani, con delicatezza, sui miei polsi, accarezzandomeli leggermente. 

“Ti faccio male?” 

Scossi il capo, debolmente. 

Per qualche inspiegabile ragione, riuscivo solo ad ammirarlo senza aggiungere nulla. 

Quel piccolo ed infinito attimo, silenzioso e così intenso, era già tutto, per me. 

“Posso chiederti una cosa?” 

Annuii, questa volta. 

Ma lui non parlò. 

Nessun suono uscì dalla sua bocca, rossa per il freddo. 

Mossi le sopracciglia, per fargli capire che, adesso, aspettavo la sua domanda. 

Serissimo, non accennò comunque a nessun cambiamento. 

“Tu sei diversa.” 

Corrugai la fronte.

Da chi?

Cosa intendeva, esattamente?

“Sei così allegra e vivace… Un puntino colorato in un mondo di ragazze grigie.” 

 

*Fine Flashback* 

 

“Tutto bene, Ploon?” 

Scossi il capo, come per tornare nel mondo reale e contemporaneo. 

Gli occhi celesti di Louis, quasi preoccupati e spalancati, erano puntati sui miei.

Accigliai lo sguardo, guardandolo meglio. 

“Cosa c’é?” 

Mi presi alcuni istanti per rispondere, per pensare a come formulare la frase che avevo in mente in modo fine e poco rozzo. 

Ma, alla fine, optai per la schiettezza e sincerità. 

“Hai una caccola che ti sta per uscire dal naso.” dissi schifata. 

Stette zitto. 

E poi, alla fine, controllò se la mia affermazione fosse vera: si girò e… non voglio sapere cosa fece. 

Risi, sicuramente divertita dalla scena. 

“E’ così che conquisti le ragazze?” 

S’alzò in piedi, guardandomi male, ma, infondo, divertito anche lui. 

“Beh, non devo farlo con te.” fece un occhiolino, porgendomi la mano per aiutarmi ad alzarmi dal terreno. 

Non l’accettai. 

Feci tutto da sola. 

“Pff, testarda.” 

“Con quella mano ti sei toccato le narici, scemo.” 

“E quindi? E’ solo…” 

Lo zittii, prima che potesse continuare con qualche stronzata. 

“Sei uno schifoso.” 

Rise, abbassando lo sguardo. 

“Come vuoi.”

 

“Mi stai evitando?” 

Questa volta, la parola, gliela rivolsi io. 

Da settimane non osava neanche più guardarmi in faccia. Dopo quella strana e folle notte in camera mia. 

Aveva finito di ricattarmi per davvero?

“Perché mi sembra di si.” 

Contro ogni aspettativa fui io che lo serrai in camera sua, chiudendo a chiave la porta, ormai, dietro di me. 

“Per quale motivo?” 

Volevo sentirmela dire da lui: la verità. 

Ciò che sapevo sin dall’inizio. Che lui, ormai, non mi amava più davvero. 

Avrei fatto qualsiasi cosa pur di sentire ciò che realmente provava, adesso, per me. 

Per comprendere. Capire fino a che punto si sarebbe spinto pur di farmi tornare da lui. O se si sarebbe arreso in fretta, come, alla fine, credevo. 

“Ti lascio libera.” 

Si prese alcuni istanti per sospirare intensamente e alzare lo sguardo verso il mio. 

Duro, mi ricordava esattamente colui che sei anni prima mi aveva… abbandonata. 

Quella storia era lontana, ormai, ma il suo sguardo ribelle e così dannatamente serio ancora non riuscivo a dimenticare che effetto aveva avuto su di me, da ragazzina. 

Corrugai la fronte. 

“Non ti sforzerò più.” 

“Tu fai la tua vita, io farò la mia. Avevi ragione.” continuò.

Poi venne verso di me, a pochi passi di distanza.

Mi porse la mano.

“La chiave.” 

Abbassai lo sguardo, guardandomi la mano.

Senza accennare a nient altro, poi, gliela porsi. 

La prese, con salda stretta. 

E uscì. 

Proprio come se quello fosse un ‘Addio’. 

 

Narra: Harry. 

 

Dirle quelle parole, giuste ma così difficili, mi era costato dannatamente caro. 

Tuttavia, sapevo fosse la cosa giusta da fare. 

Forse una pausa a tutto questo avrebbe fatto bene ad entrambi. 

Io avevo bisogno di pensare lucidamente, come da tempo non facevo più. 

E continuare a dimostrarle il mio amore non era un giusto modo per farlo.

Non mettere un momentaneo ‘Fine’ alla nostra storia, anche da parte mia, era stato un errore. 

Avevo passato un mese d’inferno, guardandola migliorare lentamente, ma senza di me. 

Dovevo riuscire a trovare la tranquillità, anche senza di lei. 

 

Ciao ragazze :3

Scusatemi se ci ho messo una settimana a scrivere e pubblicare questo capitolo, ma é stata davvero impegnativa! :') 

Non vedo l'ora sia estate, non ce la faccio più psicologicamente... Anche se il tempo atmosferico fa ancora schifo qui a Genova D: 

Ora mangio, va. 

Si, lo so, sono l'unica persona nel mondo che pranza alle tre e mezza del pomeriggio :( 

Spero recensirete e vi farete sentire, sapete che mi fa piacere ascoltarvi e rispondervi. 

Un bacione, 

-Zola. 

   
 
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