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Autore: white_chaos_dragon    02/05/2015    1 recensioni
Ciao, vorrei ringraziare subito chiunque leggera questa storia e, beh...devo solo parlare della trama:l'inizio è quasi il solito tuttavia alcuni dialoghi verranno omessi e dei poteri verranno modificati, la storia richiederà un bel po' di tempo e non finirà con questa storia. Tutto ruota intorno ad un solo quesito:e se Spyro e Cinerea si scambiassero di ruolo?forse me la sono fatta solo io questa domanda comunque...qui c'è la risposta. Grazie ancora e alla prossima, forse.
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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TLOV&D   A New Beginning

Capitolo 1

Un drago dalle scaglie rosse camminava in una grotta.

Era l’Anno del Drago.

Esso si fermò davanti ad una porta dalla forma circolare e lanciò una fiammata aprendo la porta ed entrando in una sala con delle torce, un oggetto circolare sul terreno al centro della sala e che mandava una luce verde oltre ad un uovo viola sopra un piedistallo e molte altre uova.

In un mondo al di là dei Regni, io, come tutti gli altri, attendevo la nascita del drago annunciato dalle profezie.

Il drago si diresse verso l’uovo viola osservando anche le altre.

Ma anche il Maestro delle Ombre conosceva la profezia.

Avrei dovuto nascondere le uova molto tempo prima, ma io credevo… credevo che fossero al sicuro.

In breve arrivò davanti all’uovo.

Oh, quanto mi sbagliavo!

Il tempio cominciò a tremare mentre entrava un drago dalle scaglie gialle.

“Salvali! Le armate dell’Ombra sono arrivate!”disse questi.

Il drago rosso si guardò un attimo intorno prima di guardare l’uovo più vicino (quello viola) e afferrarlo per poi dirigersi verso un'altra porta, aprirla nella solita maniera della prima e correre attraverso un tunnel.

Una volta uscito dal tunnel che dava a dirupo cominciò a volare fino a raggiungere un fiume e atterrare.

Si avvicinò, prese una specie di culla, vi depose l’uovo e lo lasciò alle correnti del fiume.

“Che gli Antenati ti proteggano. Che ci proteggano tutti!”

Successivamente spiccò nuovamente il volo diretto verso il punto di partenza dove vide una situazione che dire che lo preoccupò è dir poco.

 

Verso le prime luci dell’alba l’uovo stava sempre “navigando” attraverso il fiume.

Infine, l’uovo giunse in una palude remota e una famiglia di libellule si riunì attorno ad esso, domandandosi quale fantastica creatura si celasse al suo interno.

L’uovo cominciò a creparsi.

La risposta non si fece attendere…

Ciò che emerse dall’uovo all’inizio li spaventò, ma finì per lasciarli stupefatti e attoniti.

 

Una piccola draghetta dalle scaglie viola e con due ali sull’arancione davanti agli occhi stava contando davanti ad una radice.

“…otto, nove, dieci… Arrivo!”disse scoprendo i suoi occhi viola e cominciando a guardarsi in giro.

Era un drago viola, che essi adottarono e allevarono come fosse una di loro.

Una libellula cominciò a girare intorno alla sua testa e la giovane tentò di prenderla non riuscendoci poi molto.

La draghetta fu chiamata Violette, e crebbe insieme a Sparx, la giovane libellula nata quello stesso giorno.

I due erano praticamente fratelli.

E mai si era vista una coppia di fratelli così male assortita, eppure così affiatata.

“Questa volta non mi prenderai!”disse la piccola libellula chiamata Sparx continuando ad evitare la draghetta.

Violette imparò, come tutti i piccoli, ad accettare il mondo in cui era nata, e a credersi una di loro.

La draghetta viola cominciò a guardarsi intorno per cercare la libellula.

Grossa e viola, è vero, ma comunque una di loro.

La giovane si guardò intorno riuscendo a scorgere Sparx alcune volte dopodiché lo vide andare a nascondersi dietro l’albero in mezzo alla radura.

Si avvicinò tenendolo sott’occhio.

“Ti vedo, mio piccolo amico.”

“Vedermi è una cosa, acchiapparmi un’altra, mia violacea amica” ribatte l’altro allontanandosi velocemente.

“Si, meglio che scappi.”aggiunse la draghetta.

Detto questo cominciò a salire la salita da cui era andato precedentemente l’amico prima di trovarsi davanti ad un’interruzione del percorso che arginò come problema semplicemente saltando e sbattendo un paio di volte le ali per poi continuare la salita e prendere Sparx.

O almeno questo era il piano se non fosse che si trovò davanti ad un burrone che possedeva soltanto un traballante ponte di legno.

“Che succede, piccola Violette? Non riesci a volare? Ahh già, tu vai a piedi dappertutto. Mmm, peccato.”la sbeffeggiò Sparx.

“Se ti prendo sei fritto!”esclamò irritata la violacea.

Il ponte venne superato da Violette correndo a ridosso del dosso mentre la libellula ricominciò a volare.

“Aaah, dev’essere dura perdere sempre, Vi-…”continuò a prenderla in giro prima di venire ingoiato da un’erba-rana.

“Va bene, tirami fuori di qui, fungo in sovrappeso! Violette, dico sul serio! Me la dai una mano?”continuò la libellula.

“Mmm, non lo so. In fondo anche l’erba-rana deve mangiare.”rispose l’altra.

“Colpiscila! Fai qualcosa! Le mie ali si stanno ammuffendo.”La solleticò Sparx.

A quel punto la draghetta si avvicinò all’erba-rana e la colpì alcune volte prima che questa sputasse la libellula che si scontrò con Violette.

“Bleah… adesso puzzo quasi quanto te. Oooh, è orribile. A dopo, fessacchiotta!”disse volando via velocemente.

“Bella riconoscenza!”affermò la draghetta con tono ironico cominciando a correre dietro alla libellula prima di trovarsi davanti ad un groviglio di rami che abbatte con una testata sfruttando la velocità acquisita grazie ad una corsa.

Fatto questo si ritrovò in una sala piena di erbe-rana che evitò per poi abbattere un altro groviglio di rami.

Oltre quello vide un tunnel con un’entrata sbarrata da delle stalattiti che formavano delle sottospecie di zanne.

“Ehi, così non vale! Non possiamo entrare lì dentro!”affermò la draghetta.

“Pffft… Tutte scuse! Tieni il passo o arrenditi!”esclamò la libellula prima di entrare.

Violette saltò e colpì le stalattiti fino a distruggerle e poi entrò in un tunnel con dell’acqua sul pavimento.

“Che fine ha fatto quel moscerino?”chiese a se stessa la draghetta.

Successivamente sentì la voce di Sparx.

“Qualcuno ha visto una grossa cosa viola? Credo di aver perso la mia.”

Fatto questo cominciò a dirigersi verso l’origine del suono abbattendo delle erbe-rana con delle codate fino a vedere Sparx.

“Sai, questa storia comincia ad annoiarmi… aah AAAH!”gridò spaventato Sparx venendo successivamente chiuso in una gabbia da una scimmia.

“Sparx”esclamò Violette.

Successivamente la scimmia saltò accanto ad altre due più piccole cominciando a parlare.

“Pensavo ve ne foste andati tutti.”

“Lasciami se hai il coraggio!”esclamò Sparx con tono battagliero.

“Grrrr. Ah ah ah ah. Non fatevela scappare.”disse alle altre due scimmie mandandole verso la draghetta dal muso affilato e dalle corna dorate.

Successivamente attaccò le due scimmie con una testata e delle codate che mandarono ko le due scimmie.

Successivamente arrivarono anche altre tre scimmie che vennero sconfitta la prima tramite degli attacchi in salto e poi con delle artigliate e delle codate.

Una volta fatto ciò vennero mandate altre tre scimmie, sconfitte nel solito modo e successivamente la prima scimmia lanciò dei candelotti di dinamite e altre scimmie arrivarono e Violette sfruttò i candelotti per sconfiggere i nemici procurandosi anche dei leggeri lividi.

“Fammi uscire da qui e combatti da… da qualunque cosa tu sia, miserabile mollusco!”affermò Sparx alla prima scimmia.

Quest’ultimo si irritò non poco e saltò giù per poi provare a schiacciare la scalota quindi anche il contenuto.

“Nnnnnnah! Ne ho abbastanza di te…”disse irritato.

“Sparx, attento! Noooooo… aaaahhhhhhhhhh!”gridò Violette prima di lanciare una fiammata e colpire tutte e tre le scimmie.

La scimmia più grande si allontanò velocemente.

“Ehi!!! Era fuoco quello?”chiese Sparx a dir poco sorpreso.

“Occupatevi di loro… lo devo riferire a Darkborn…”disse andandosene e lasciando i suoi sottoposti.

Violette cominciò a lanciare delle fiammate verso i nemici che erano sempre di più riuscendo anche con degli attacchi fisici che alla lunga riuscirono a sconfiggere tutti gli avversari.

“Tirami fuori di qui, Violette… Mi si sono strinale le ali…”disse Sparx.

La draghetta dette una testata alla gabbia e lo liberò da essa.

“Tutto bene?”chiese la giovane.

“Stavi per arrostirmi, bella. Aspetta…”disse per poi interrompersi.

 

“E così, proprio mentre io stavo per dare una bella lezione a quel tipo, Violette ha sputato delle fiamme pazzesche... Davvero! Fiamme. Dalla bocca.”disse Sparx ai genitori del tempo dopo.

“Volevo solo aiutarti.”disse Violette.

“Stavi per ridurmi in cenere. Mamma, papà, avreste dovuto vederla. Si è messa a sputare fuoco! E’ stato pazzesco, vi dico!”

A quel punto la libellula azzurra, il padre, si volse alla viola.

“Tua madre ed io sapevamo che questo giorno sarebbe arrivato.”

“Quale giorno?”chiese la draghetta.

“Il giorno in cui avremmo dovuto dirti la verità.”

Così, quella notte, Violette scoprì di non essere una libellula, dopo tutto, ma un esule proveniente da una terra lontana.

“Vuoi dire che… io non sono vostra figlia?”chiese la draghetta.

“Certo che sei nostra figlia. Solo che… sei arrivata qui da un altro luogo. Un luogo lontano, dove le guerre infuriano e gli innocenti finiscono per pagarne il prezzo.”

Non molto tempo dopo, Violette decise di partire alla ricerca della sua casa.

Tuttavia ci fu una discussione con Sparx in cui quest’ultimo si dimostrò molto arrabbiato dal fatto che Violette se ne andasse lasciandolo solo.

 

Così sebbene a malincuore, Violette lasciò l’unica famiglia che avesse mai avuto, e partì… verso una meta che ignorava.

Dopo diverso tempo e degli scontri con delle creature della foresta, superata un interruzione del percorso saltando per poi planare, venne raggiunta successivamente da Sparx che gli comunicò che sarebbe andato con lei.

Successivamente vennero attaccati da diverse scimmie e poi da tre esseri coperti da del muschio che Violette superò.

Una volta sorpassati sentirono un ruggito alle loro spalle e fuggirono il più velocemente possibile.

E questo ci porta al momento in cui Violette iniziò il suo viaggio. Quando lei e io ci incontrammo, di nuovo, per la prima volta… ahh, è una lunga storia.

La draghetta e la libellula si trovarono davanti ad un drago dalle squame arancione-rosso e degli occhi sul arancione.

“E io che pensavo che Tu fossi grossa. Santo cielo!”disse la libellula alla giovane.

“Sei… Sei viva? Ma è tardi… troppo tardi…”disse sconsolato l’arancione.

“Troppo tardi per cosa? Chi sei? Ci conosciamo? Da dove vengo? Cosa sei tu?... Cosa siamo noi?…COSA SONO IO?!?!”lo bersagliò di domande.

“Vuoi dirmi che non lo sai?”chiese il rosso.

“Ti sembra che lo sappia?”chiese ironica la libellula.

“Tu sei un drago. Quand’eri ancora un uovo, il mio compito era quello di proteggerti… di proteggervi tutti quanti.”cominciò il drago adulto.

“Tutti chi?”chiese la draghetta.

“Gli altri. Ce n’erano altri. Eravamo in quattro, noi Guardiani e il nostro compito era di proteggere le uova finché non si fossero schiuse. Era l’Anno del Drago, dopo tutto, e la nostra stessa sopravvivenza dipendeva da quelle uova… ma il Tempio e la Grotta sono perduti, ormai… invasi da…”continuò.

“Tempio? Quale tempio? Puoi portarmici? Posso vedere il posto dal quale provengo?”chiese la viola.

“No, no. Chissà quali forze occupano il Tempio adesso, e in che stato è. Tu non capisci. Dopo che loro vennero a cercarti…”

“Loro? “Loro” chi? E perché sono venuti a cercarmi?”

“Perché le profezie parlavano di un drago viola che appare solo una volta ogni dieci generazioni. Tu.”

“Tu? Vuoi dire lei? Aspetta, parli di lei? Violette sarebbe un essere speciale? Viola? Ah ah, mi sa che l’hai presa per qualcun altra. Uuuh, mi sembra un po’… un’esagerazione. Ne ho sentite di… assurdità, ma questa le batte tutte.”disse Sparx.

“Ti chiami Violette? Be’ Violette, ti assicuro che sto dicendo la verità. Le Armate delle Ombre ci attaccarono per ucciderci e distruggere le uova. Arrivarono a un passo dalla vittoria… e poi misero sotto assedio le altre isole. Eravamo in guerra. Per molti anni combattemmo su tutte le isole. Scontri brutali con le truppe del Maestro delle Ombre, che voleva impedire alle profezie di realizzarsi. Alla testa di un piccolo, ma intrepido manipolo di soldati, io e gli altri tre Guardiani affrontammo quegli spietati mercenari. Stavamo rovesciando le sorti della battaglia, ma… arrivò Darkborn.”ricominciò.

“Darkborn?”chiese Violette.

“Si, Darkborn. Lui era… è… mostruoso, orribile, feroce… un drago nero che fa tremare i cieli, un’inarrestabile forza della natura…”spiegò.

“Ah, si, “feroce” basta e avanza”disse Sparx.

“Lui mi sta ancora cercando… e anni fa, vidi Darkborn rapire gli altri Guardiani dai campi di battaglia, come frutti maturi da un albero. Solo io, Ignitus, sono riuscito a scappare. Non che questo importi. Darkborn ora è padrone di tutto.”continuò.

“Perché ti sei arreso? Ho appena scoperto di essere un drago speciale, e tu mi dici che è tutto perduto? Che non ho più una casa, né una famiglia? Non posso arrendermi adesso.”disse la draghetta.

“Frena frena, ma hai sentito ciò che ha appena detto? Sta parlando di draghi volanti, di guerre e di atrocità… tutte brutte cose, non credi?”disse Sparx.

“Non è così semplice, Violette.”

“Forse hai ragione, ma io voglio provarci. Voglio fare il primo passo.”disse la draghetta.

“D’accordo, andremo. E’ giusto che tu veda dove è iniziata la tua storia… prima che tutto finisca.”acconsentì il drago rosso.

E nonostante Sparx i tre si avviarono verso una direzione precisa.

 

Intanto sopra ad un’alta torre una grande ombra osservava l’orizzonte.

Una scimmia si avvicinò alla possente ombra e cominciò a parlare.

“Hanno trovato il drago viola”disse la possente scimmia.

A quel punto un occhio di un colore verde-acqua si spostò sul capo delle scimmie e cominciò a parlare con una voce roca e possente.

“E’ troppo tardi”affermò.

“Lo so, te l’ho detto solo perché se non sai le cose diventi intrattabile”disse schivando una codata che fece una spaccatura sul terreno.

“Bada a come parli, Gaul”disse il drago trattenendosi dal farlo a pezzi.

   
 
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