Il dolore è una parte di noi, lo proviamo sempre, ci consuma da dentro.
Fisico o mentale, entrambi per certi casi, ma il risultato è sempre quello, la sofferenza.
«Stai bene?» è una domanda che gli ripetono in tanti e lui non sa mai che rispondere.
Si, no, forse.
«Dovresti uscire di più, vieni con me e gli altri al pub dai, ti distrai.» È una supplica che Liam dice spesso, ma lui rimane lì fermo sul divano, a fissare fuori dalla finestra una Londra che illumina la notte «Sai perché non si vedono le stelle Lee? Perché le luci della nostra città le oscura, come fa una cosa così meravigliosa ad abbatterne un’altra altrettanto bella?» Gli risponde con voce apatica voltandosi a guardarlo negli occhi, Liam non risponde mai, sospira e scuote il capo, si volta a prendere il soprabito appoggiato malamente sulla sedia ed esce chiudendo la porta dietro di se, lasciandolo solo in un silenzio assordante.

“Perché una cosa così meravigliosa come la sua estrema voglia di vivere l’ha fatto andare via da me, Liam?”
È in realtà quello che chiede, lo urla in realtà tra le righe e il suo amico non sa mai che rispondergli, non sa dargli una vera spiegazione sul perché la morte a voluto portalo via da lui.
Si alza dal divano e va nella sua camera, regna il caus e le loro foto sono appese al muro e guarda lo specchio, la barba scura e incolta, le occhiaie e i capelli troppo lunghi e sporchi.
«C’e un motivo se mi chiamavi sempre ‘codardo’.» Mormora alla sua foto incastrata nello specchio, gli occhi ancora verdi e brillanti che lo fissano allegri e il casco stretto tra le mani.
«Quello che ami ti uccide.» Sussurra passando il dito sulla moto sullo sfondo e le lacrime minacciano di scendere copiose lungo le guance scarne «Te l’ho detto che non era una buona idea, Harry.» Da quanto tempo non dice il suo nome? Forse troppo e questa probabilmente sarà anche l’ultima volta. Stacca la foto dallo specchio ed apre il cassetto dei calzini, tira fuori la pistola è l’unica soluzione per smettere di vivere nel dolore, è questa la sua unica convinzione.
Si siede nella vasca da bagno, la foto stretta nella mano sinistra e la pistola puntata alla tempia.

Sorride, amaramente mentre ora le lacrime bagnano la sua maglietta scolorita e ripensa alle sue ultime parole dette l’anno prima, piene d’allegria e dolcezza:
«Due minuti e sono lì, ti ho preso una cosa, aspettami ti amo.» La piccola scatola blu è conservata di la, sulla sua scrivania, ammaccata dall'urto dell’incidente ma l’anello di fidanzamento al suo interno è miracolosamente salvato, perché l’amore vero non muore mai giusto?

«Ciao, amore, ci vediamo fra un attimo, ti amo»
Dice, sono le sue ultime parole, gli occhi marroni sono fissi in quelli verdi e poi preme il grilletto e tutto diventa buio e solo un forte rumore scuote il silenzio.
Le luci della palazzina si accendono, tutto una dopo l’altra e gli uccelli appisolati in cima al palazzo volano via.
Quando Liam insieme torna a casa di corsa è fradicio, lancia un urlo straziante e viene trattenuto agli unici due amici che gli rimangono.