Anime & Manga > Kuroko no Basket
Segui la storia  |       
Autore: Kotoko_chan    02/05/2015    7 recensioni
Kuroko Tetsuya è un ragazzo timido e di poche parole, che entra nella squadra di basket del liceo Seirin, dove incontrerà Kagami Taiga, il suo esatto opposto. Tra i due si creerà una certa intesa anche se Kagami non riesce a spiegarsi il motivo per cui Kuroko odia essere toccato. Che sia colpa del suo passato? E qual è il suo legame con la "Generazione dei miracoli"? Cosa unisce questi sei ragazzi straordinari ma così altezzosi? Tra partite di basket e colpi di scena, riuscirà il nostro sesto uomo a liberarsi dei suoi vincoli? Lo scoprirete solo leggendo...
Genere: Sentimentale, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Kiseki No Sedai, Satsuki Momoi, Taiga Kagami, Tetsuya Kuroko
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Image and video hosting by TinyPic
26. Ritorno a scuola
 
“Kagami…”
“… sì?”
“Perché-sei-così-idiota! Ti-avevo-detto-di-non-fare-nulla!!!”
“Ahi, ahi, ahi!!!”
Erano alla palestra del Seirin al termine degli allenamenti. Tutti erano tornati a casa ed erano rimasti solo Kagami, la coach, Hyuuga e Kiyoshi. La coach Aida stava picchiando Kagami e i due ragazzi non fecero nulla per aiutarlo, questa volta Riko aveva pienamente ragione.
Da quando erano tornati dal ritiro, Kagami era più depresso del solito e si lamentava in continuazione, disturbando tutti. Inoltre continuava a parlare di come fosse stato idiota a trattare così Kuroko.
“E basta!” sbottò Kagami riuscendo a sfuggirle.
“Era per questo che ti tenevamo lontano da lui, scemo! Sapevamo che avresti fatto una sciocchezza!!!” continuò la coach.
“Mi dispiace! Va bene?? Ma mettiti nei miei panni! Non è proprio il massimo essere ignorati così dalla persona amata! E se lo avesse fatto Hyuuga senpai a te??” rispose Kagami alterato.
“Avrebbe smesso di vivere” disse lei con tono glaciale.
Hyuuga provò un brivido freddo e si allontanò di qualche passo intimorito. Kiyoshi gli diede una pacca paternalistica sulla spalla che sembrava dire: “Buona fortuna!”
“Ed ora cosa pensi di fare?” chiese ancora irritata.
“Niente! Aspetterò l’inizio delle vacanze estive, tanto sono tra una settimana, così potrò andare a casa sua. Dovrà pur tornare lì!”
“… e come lo convincerai?” chiese Hyuuga intervenendo.
“Io non voglio convincerlo”.
I tre ragazzi lo guardarono perplesso.
“Voglio solo capire il perché di tutto questo. Poi lo lascerò in pace definitivamente” rispose serio.
“Ma…”
“Aida senpai, se è vero che non mi ama più, non posso costringerlo a stare con me” il suo tono era deciso e freddo.
La coach lo guardò con le lacrime agli occhi. Da una parte era sollevata che voleva metterci una pietra sopra perché aveva sofferto molto, però dall’altra c’era ancora qualcosa che non la convinceva.
“Kuroko-kun, ritorna in te”.
 
***
 
“Aomine-kun! Mi sei mancato”.
Aomine alzò la testa annoiato guardando la ragazza che lo sovrastava. Era comodamente sdraiato in giardino godendosi il sole estivo. Il giorno prima erano tornati a scuola armati di trofeo dell’Interhigh ed ora mancava una settimana all’inizio delle vacanze estive. Aomine non capiva il senso di quel ritorno quando, in quel momento, poteva starsene sul divano di casa sua con Tetsu (anche se di recente avevano litigato a causa della sua insistenza), mangiando del gelato e guardando un film. Invece no, la scuola non era ancora terminata e le vacanze non sarebbero state come le aveva programmate: tutti i Miracoli erano stati cortesemente invitati nella dimora Akashi e non avevano potuto rifiutare.
“Oda-senpai” la salutò lui sbadigliando annoiato.
Da quando aveva scoperto di lei e Murasakibara, la guardava con occhi diversi.
“Quante volte ti devo dire che quando siamo solo puoi chiamarmi Erika?” replicò lei in tono civettuolo.
“Si, si…” rispose lui alzandosi “hai bisogno di qualcosa?” chiese infastidito.
“Uhm… vediamo un po’… oggi la palestra sarà vuota…” mormorò suadente.
Le lanciò un’occhiata disgustata, non le bastava Murasakibara? Però… cambiò espressione sorridendo affabilmente. Il cagnolino dell’Imperatore meritava una lezione.
“Perché no?” rispose lui.
Sorridendo la ragazza lo trascinò via. La palestra non era lontana e, appena entrati, si diressero allo sgabuzzino dove erano presenti dei vecchi materassini, già provati in precedenza dalla coppia. Lei chiuse la porta rendendo l’ambiente semi buio e si avvinghiò ad Aomine catturandogli la bocca, lui la lasciò fare rispondendo al bacio con vigore. Erika poteva essere anche una doppiogiochista ma ci sapeva fare.
Aomine le sbottonò la camicetta e il reggiseno, affondando il viso tra il suo seno. Aveva sempre avuto un debole per i seni grandi e quelli di Erika erano l’ideale. Mise un capezzolo in bocca stuzzicandolo con la lingua, mentre la senpai cominciò a gemere, costringendolo a sedersi. Si mise a cavalcioni sbottonando la camicia di Aomine e passando le mani sul suo corpo scultoreo, bramando di più.
Daiki si fermò, spostandosi sull’altro capezzolo e, con la mano, spostò gli slip e invase l’intimità di lei con le dita. La senpai gemette forte e lui sentì le sue dita che venivano risucchiate.
“Siamo vogliose…” mormorò con voce roca.
Lei gemette iniziando a muoversi.
“Ed anche impazienti!”
Uno spiraglio di luce illuminò i due ragazzi che si fermarono allarmati. La senpai si mise immediatamente la camicia liberando le dita di Aomine. Lui si affrettò a sistemarsi e a rincorrere il ragazzo che aveva appena assistito alla scena.
“Kise!” urlò correndo fuori.
Il biondino era molto veloce e correva con una certa eleganza però, non aveva fatto i conti con la pantera che, con scatto fulmineo lo raggiunse, agguantandolo per un braccio.
“LASCIAMI!”
“NO!”
“HO DETTO LASCIAMIIII!!!”
“NOOOO!”
Continuarono la lotta per un bel po’ finché Kise si arrese smettendola di agitarsi. Si erano fermati vicino a un gruppo di alberi che li teneva lontani da sguardi indiscreti.
“Tu… sei un vero mostro, Aomine!” con uno strattone si liberò dalla presa per poi voltarsi verso di lui, tempestandogli il petto di pugni.
“Ehi! Ehi! EHI!” disse Aomine cercando di pararli.
“Mi sembrava che fosse nato qualcosa tra di noi in questi giorni e invece l’ennesima illusione!”
“Calmati!” riuscì a bloccare le mani stringendogli i polsi.
Entrambi avevano il fiatone e Kise guardava a terra non riuscendo ad alzare lo sguardo su Aomine.
“Ti odio Aomine e…”
“La vuoi smettere? Perché ti intrometti così nella mia vita? Tu hai scelto Kasamatsu lasciandomi solo!”
“Perché tu andavi dietro a Momoi e adesso vai dietro a… quella! Non sai che sta con Murasakibara!? Sei il peggiore!” urlò Kise.
“Io sarei il peggiore? Quella tipa stava facendo il doppio gioco e l’ho scoperto troppo tardi! E poi volevo indispettire quel babbeo!”
Kise liberò le braccia riuscendo finalmente ad alzare il suo sguardo. Gli occhi dorati ardevano di rabbia pura e Aomine fece un passo indietro sorpreso.
“Mi hai illuso nuovamente! Pensavo che provassi qualcosa per me e invece… te la spassi con lei!”
“Aspetta un secondo!” disse stupito “tu… perché pensi ancora a me?”
Kise spalancò gli occhi rendendosi conto di quello che stava facendo.
“Io…” disse facendo un passo indietro “io…”
“Mi hai lasciato per Kasamatsu senpai, cancellandomi definitivamente per poi tornare da me. Perché?”
Kise continuò ad indietreggiare finché con la schiena toccò un albero. Era visibilmente agitato ed imbarazzato.
“Kise… per piacere! Fammi capire! Io…” si zittì incapace di continuare.
Voleva raccontargli di tutto ciò che aveva sentito in quei giorni, del cuore che batteva forte quando lo vedeva e della confusione che provava.
“Io ho lasciato Kasamatsu senpai” disse con tono apatico “e l’ho fatto perché non sono riuscito a dimenticarti nonostante i miei sforzi” delle grosse lacrime fuoriuscirono dai suoi occhi bagnandogli il viso ed Aomine lo abbracciò istintivamente.
“Kise” mormorò stringendolo.
Spostò la testa del compagno in modo da fargli posare la testa all’altezza del cuore.
“Io non so se posso ricambiare i tuoi sentimenti… sono molto confuso… per tanto tempo ho amato una ragazza ed ora sento qualcosa per te, un ragazzo. Io…” fece un respiro profondo “senti il mio cuore” si zittì chiudendo gli occhi e concentrandosi sul caldo corpo di Kise appoggiato al suo.
Anche Kise chiuse gli occhi spegnendo i suoi singhiozzi e, il suo battito accelerò quando sentì quello di Aomine in pieno tumulto.
“E’ questo l’effetto che mi fai” mormorò imbarazzato Daiki.
“Ehm… non solo questo…” aggiunse mentalmente ripensando al suo sogno su Kise e al risveglio a sorpresa.
“Aominecchi…” mormorò lui alzando il viso verso di lui.
Daiki si perse nel suo sguardo dorato, così intenso, soffermandosi sui dettagli del suo viso, dalle guance accaldate alle lacrime intrappolate tra le sue ciglia lunghe. Era così bello e allo stesso tempo così fragile.
Si avvicinò di più a lui, raccogliendo con le labbra le lacrime salate di Kise, inebriandosi del suo dolce profumo e beandosi della sua presenza. Stare abbracciato in quel modo a lui gli risvegliò tutti i sensi. Poteva sentire il suo calore, il suo respiro, quel caldo corpo che lo avvolgeva tutto…
Non resistendo, si accinse a catturargli le labbra ma Kise lo fermò coprendosi con una mano la bocca.
“Perché?” sbuffò spazientito.
“Hai appena baciato e toccato quella tizia, quindi scordatelo” disse in tono di rimprovero.
Lui ridacchiò per poi tuffare il viso nell’incavo del collo di Kise.
“Allora mi limiterò ad abbracciarti. Però ricordati che la prossima volta non sarai così fortunato” replicò divertito.
“E’ quello che spero”.
 
***
 
Stava comodamente seduto sul davanzale della finestra della sua camera, intento a leggere “Il Principe” di Machiavelli, apprezzando la tiepida brezza. Indossava la divisa estiva del Rakuzan, quindi solo i pantaloni con una camicia a maniche corte. La cravatta l’aveva già tolta e posata sul suo letto. Un vociare proveniente dal giardino lo distrasse: guardò in basso e, nascosti sotto ad alcuni alberi, Kise ed Aomine si stavano abbracciando affettuosamente.
Sorrise a quella vista e riprese a leggere il libro con interesse ma, fu nuovamente distratto da un rumore proveniente dal bagno. Il suo compagno di stanza, Kuroko Tetsuya, aveva appena aperto la porta per poi dirigersi sul suo letto. Si sdraiò dandogli le spalle e si mise in posizione fetale stringendo tra le mani due ciondoli a forma di “T”. Anche se non li aveva visti, dal giorno della loro vittoria contro il Seirin, Kuroko aveva sempre con sé quei ciondoli che rappresentavano l’amore che provava per Kagami. Erano una sorta di talismano che sembravano dargli forza… una forza apparente, almeno per Akashi. Infatti la situazione era decisamente peggiorata: Kuroko non parlava più con nessuno, evitando tutti accuratamente; aveva litigato con Aomine per le sue insistenti domande; fatto piangere una preoccupatissima Momoi; infine, mangiava pochissimo e dormiva molto, rimanendo tutta la giornata a letto.
Secondo Murasakibara, Kuroko era entrato in depressione ed Akashi dovette ammettere che era vero. A cosa gli serviva vendicarsi se il suo giocattolino non reagiva più? Continuava ad importunare gli altri però, Kuroko era quello che aveva fatto più danni alle medie.
“Tetsuya” chiamò.
Silenzio.
“Tetsuya” disse più forte.
Silenzio.
Nella stanza nulla si muoveva ed anche Aomine e Kise erano andati via. L’unico movimento erano i suoi vestiti mossi dalla brezza estiva e il corpo di Kuroko, segno che almeno respirava ancora.
“Per quanto tempo ancora hai intenzione di stare così?” continuò lui.
Silenzio.
Irritato chiuse con uno scatto il libro e andò verso un apatico Kuroko. Provò a scuoterlo senza ottenere nessuna reazione. Ormai non tremava neanche più.
“Tetsuya!” urlò voltandolo.
Era da tanto che non lo guardava in volto e la sua espressione lo spaventò: occhi vuoti, guance incavate, profonde occhiaie, corpo troppo magro.
“Non ti permetto di morire, chiaro! Ho detto, CHIARO!!!” iniziò a scuoterlo violentemente, incapace di stare fermo, troppo agitato nel vederlo così e, questa volta Kuroko reagì.
Nei suoi occhi comparve la paura e cercò di coprirsi il volto con le mani.
“Ti prego… non farmi male…” piagnucolò.
Akashi fece un passo indietro, lasciando la presa.
 
“Basta! Lasciami!”
 
“Ti prego… smettila!”
 
“Nooo!!!”
 
“Aiutami!”
 
“NOOOO!” urlò Akashi.
Corse verso l’ingresso in preda al panico, lasciando un tremante Kuroko che si mise nuovamente in posizione fetale. Appena aprì la porta trovò Murasakibara che stava per bussare.
“Ah, Sei…”
Akashi lo superò ignorandolo, continuando la sua corsa disperata. Era in preda al panico e non riusciva a calmarsi. Nella sua mente rimbombavano quelle frasi che aveva cercato di rimuovere ma, Kuroko le aveva fatte riemergere dai meandri della sua memoria.
“Aaahhh….” respirava a fatica e, con passo tremolante, raggiunse i bagni maschili del primo piano.
Si aggrappò ad un lavandino e mise la sua testa sotto l’acqua fredda per calmarsi e riprendersi. Doveva mandare via quei ricordi e alla svelta, non potevano prendere il sopravvento, non potevano sconfiggerlo.
 
La palestra era immersa in un silenzio innaturale, un silenzio che faceva presagire che qualcosa di brutto stava per accadere.
Qualcosa che lui non poteva fermare.
Che loro non potevano fermare.
“Ti prego…”
“Aaaahhh…”
“Smettila!”
“No…”
Chiuse il rubinetto e si tappò le orecchie.
“Basta, basta, basta!!!” urlò.
L’immagine di Kuroko tornò prepotentemente nella sua mente: quegli occhi vuoti, inespressivi, il corpo fragile…
“Nnn… basta!”
Chiuse gli occhi accasciandosi a terra, si sentiva debole, proprio come Kuroko. Perché lo aveva ridotto così? Perché si era ostinato a vendicarsi? Per colpa sua, la corazza che si era costruito, stava per crollare.
Una risata malefica risuonò nella sua mente, una risata che lo aveva tormentato soprattutto alle medie. Si alzò con passo incerto, afferrando il bordo del lavandino per rimettersi in piedi e, si guardò allo specchio. Due enormi occhi arancioni lo stavano scrutando divertito.
“Ciao Seijuro. È da tanto che non ci vediamo”.
“Imperatore…”
Sentì il pavimento svanire sotto i suoi piedi, precipitando in un baratro scuro. Con timore chiuse gli occhi: sapeva che stava sognando e che molto probabilmente in quel momento il suo corpo stava ancora sul pavimento freddo del bagno però, non riusciva a calmarsi. Era la terza volta nella sua vita che faceva quel sogno e ogni volta la situazione peggiorava.
Cadde sempre più giù finché non precipitò su un enorme letto, alzando una nuvola di piume. Quando riaprì gli occhi si rese conto di trovarsi in un mondo dove ogni cosa era di colore arancione: dal pavimento al soffitto, le lenzuola, gli armadi… Tutto. Guardandosi all’enorme specchio posto di fronte al letto, notò che solo lui era diverso: la sua pelle era rosata, indossava abiti eleganti rossi e anche i suoi occhi erano dello stesso colore.
“Sono… Seijuro…” disse sorpreso.
Appena finì di parlare, lo specchio si increspò e, come se emergesse dall’acqua, una figura arancione comparve. Tutto il suo corpo era di quel colore, persino i capelli, solo il colore rosato del viso e delle mani spezzavano il tutto. Indossavano gli stessi abiti ma in più aveva una corona sul capo.
“Imperatore” disse Seijuro agitato.
L’Imperatore posò i piedi a terra, uscendo del tutto dallo specchio che tornò normale. Si guardò intorno, per nulla intimorito, sistemandosi l’orlo della giacca.
Seijuro scese dal letto, incerto sul da farsi: come poteva fronteggiare una potenza del genere?
“Finalmente abbiamo un faccia a faccia, Seijuro. Lo desideravo da tanto” disse l’Imperatore guardandolo finalmente negli occhi.
“Che cosa vuoi?” chiese agitato.
“Io? Niente. Sei tu che mi hai chiamato. Mi chiami sempre quando hai bisogno di me, non ricordi?” rispose lui pacato.
Seijuro si zittì. Non aveva tutti i torti, nei momenti di difficoltà era sempre stato lui a chiamarlo e l’Imperatore compariva con la sua risata malefica. Le prime avvisaglie risalivano agli inizi della seconda media per poi continuare fino a quel momento.
“Ma questa volta non ti ho chiamato visto che ti sei appropriato del mio corpo” ribatté lui confuso.
Cosa voleva l’Imperatore?
Un sorriso comparve sul suo volto.
“Non mi deludi mai, Seijuro. La tua intelligenza è sempre stata la tua forza” rispose facendo un passo avanti “hai ragione, stavolta sono io ad averti convocato”.
“Perché?”
“E me lo chiedi? Stavo per avere una conversazione pacata con Tetsuya e tu sei… comparso” l’ultima parola risultò graffiante alle orecchie di Seijuro, costringendolo a fare un passo indietro.
In quel mondo l’Imperatore prevaleva e ogni cosa che diceva o faceva lo rendeva debole.
“Comparso?” Seijuro chiuse gli occhi ricordando il volto di Kuroko “Maledizione!” sbottò con forza.
Questa volta fu il turno dell’Imperatore a fare un passo indietro. Sotto i piedi di Seijuro, una porzione di pavimento era diventata rossa.
“Ti vuoi opporre a me? Dopo quello che è successo in passato? Ci siamo già sfidati due volte e ho sempre vinto” disse spavaldo.
Seijuro assunse un’espressione turbata. Ciò che aveva appena detto era tutto vero, anche se le scorse volte era stato lui a voler scomparire, dopo quello che aveva fatto desiderava solo la morte. Ma ora? Cosa voleva realmente?
Un’altra porzione di pavimento divenne rossa e l’Imperatore si innervosì.
“Hai bisogno di me, Seijuro. Ti devo ricordare forse che, se non fosse stato per me, a quest’ora saresti come Tetsuya o peggio… morto?” disse con enfasi “ritorna a quei giorni, in cui sentivi che tutto stava per caderti addosso, giorni in cui tutti ti hanno voltato le spalle…”
“Per colpa tua!” urlò Seijuro.
Con quel urlo il pavimento divenne del tutto rosso e l’Imperatore fece un balzo sul letto per non essere contaminato.
“Tu… dovevi aiutarmi! Non peggiorare le cose! Tu… tu… se non fosse stato per te, io…”
“SARESTI MORTO!!” urlò di rimando l’Imperatore facendo tremare le pareti.
Seijuro sentì tutto il peso di quelle parole e si inginocchiò incapace di muoversi, il pavimento tornò quasi del tutto arancione e l’Imperatore si stava avvicinando a lui pronto a prevalere nuovamente sulla sua volontà.
Chiuse gli occhi riflettendo: cosa voleva veramente? Permettere ancora di essere guidato da lui? Il peso di ciò che aveva fatto cadde come un mattone sulla testa, stordendolo.
Però lui… voleva davvero cambiare…
“Lo so. Per questo ti ringrazio per avermi salvato la vita… ma ora… è il momento di riprendermela” aprì gli occhi e vide l’Imperatore agitato mentre il colore rosso prendeva possesso di quella stanza. Si scontrò con l’arancione rendendo l’ambiente come una scacchiera rossa/arancio e l’Imperatore sparì.
Dall’alto si aprì una botola che lo risucchiò facendogli perdere conoscenza e, quando riaprì gli occhi, sentì che qualcosa di freddo gli stava bagnando la fronte. Guardandosi intorno vide l’infermiera della scuola lo stava accudendo.
“Cosa succede?” chiese cercando di mettersi seduto.
L’infermiera glielo impedì, premendo il ghiaccio sulla sua fronte.
“Sei svenuto per il caldo, mio caro” rispose lei “resta un altro po’ qui poi potrai tornare in camera. Intanto bevi questo” gli porse un bicchiere colmo d’acqua dove si stavano sciogliendo delle pasticche “sono degli integratori. Io torno tra poco” si allontanò dal letto uscendo fuori.
Lui, ignorando gli ordini, si mise seduto, liberandosi del ghiaccio che gli aveva congelato il cervello. Bevve con gusto quell’intruglio all’arancia, recuperando le forze. Non era sicuro di ciò che fosse successo, l’ultimo ricordo che aveva era che stava in bagno e poi più nulla.
Si alzò in piedi, pronto ad andarsene e, cercò con lo sguardo uno specchio per poter sistemare il suo aspetto. Per fortuna ce n’era proprio uno vicino ai lavandini e con passo elegante, tipico degli Akashi, lo raggiunse. Alzò lo sguardò sui suoi capelli spettinati e quasi svenne di nuovo di fronte a ciò che stava guardando.
“Non è possibile…” mormorò.
I suoi occhi erano cambiati: uno era arancione e l’altro rosso.
Impallidito, portò la mano tremante verso il suo volto ricordando il sogno. Aveva battuto l’Imperatore ed ora entrambi controllavano quel corpo che li ospitava. Un ghignò comparve sul suo viso e una risata malefica risuonò nella sua mente.
“Hai vinto una battaglia Seijuro ma non la guerra”.
 
 
Angolo della follia @.@
Ciaooooo =D rieccomi qua con un nuovo capitolo! Vi è piaciuto? ;)
Inizialmente troviamo un Kagami pentito da ciò che ha fatto ma allo stesso tempo risoluto. Metterà definitivamente la parola fine alla sua storia con Kuroko?
Poi troviamo l’AoKise… Aomine un po’ confuso nei suoi gusti sessuali tanto da cadere tra le braccia di una persona (femmina) per poi passare ad un’altra (maschio). Inoltre non sa se ciò che prova per Kise sia amore. Cosa farà il biondino?
Infine l’evoluzione di Akashi. Come avete notato, ogni personaggio ha subito o sta subendo delle trasformazioni e adesso è il turno di Akashi che, vedendo Kuroko in quelle condizioni, ha ricordi spiacevoli del suo passato. Inoltre abbiamo scoperto come sia stato lui stesso a creare l’Imperatore e delle sue lotte interiori. Cosa sarà successo nel secondo anno delle medie? E perché Akashi ha chiesto aiuto all’Imperatore? Cosa ha fatto? Perché incolpa Kuroko di questa nascita?
L’ora della verità è sempre più vicina…
Commentate e fatemi sapere cosa ne pensate! =)
Ciao e alla prossima ^^
   
 
Leggi le 7 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Kuroko no Basket / Vai alla pagina dell'autore: Kotoko_chan