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Autore: onedrewrection    03/05/2015    0 recensioni
Una giornata di scuola.
La solita giornata di scuola.
Tutto per Jess era una monotonia continua: la mattina si alzava solo dopo i soliti "ALZATI O FARAI DI NUOVO TARDI" della madre, si vestiva, mangiava, perdeva l'autobus e se la prendeva con gli autisti (anche se la colpa era sua) arrivava a scuola e là vedeva l'unica cosa che le distruggeva la sua monotonia. Eliz era una ragazza che le aveva totalmente stravolto la vita. L'amava come non aveva mai amato nessun'altro. Amava guardarla, amava guardare ogni suo piccolo particolare, ogni sua piccola mossa. Ma più di tutto amava i suoi occhi, tutto si annullava ogni volta che li guardava. Non era una ragazza dalla bellezza stravolgente ma per Jess era di una bellezza unica. Ma come le cose brutte, anche quelle belle prima o poi finiscono.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I'm not perfect, but i swear i'm perfect for you,
...and there's no garantee, that this will be easy.
It's not a miracle ya need, believe me.
Yeah, i'm no angel, i'm just me,but i will love you endlessly.
Wings aren't what you need, you need me.

 
 
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"Lo sai che non possiamo farci vedere.." disse Eliz mentre, con tutta la sua forza, cercava di allontarsi dall'unica ragazza che abbia mai amato.
"Lo so, ma non sopporto di starti lontana per troppo tempo" dissi ormai vicina ad Eliz.
"So che puoi farcela..." rise. Rideva sempre, amava ridere e io l'amavo ancora di più quando lo faceva.
Eliz poi continuò "..prima o poi tutto questo cambierà, te lo prometto" "lo spero".
Entrammo a scuola, io facevo il terzo mentre Eliz il primo, avevamo due anni di differenza ma a noi poco importava. Mentre salivamo le scale continuavamo a scambiarci sguardi che solo noi potevamo capire perchè era il nostro piccolo segreto, io amavo lei e lei amava me. Intanto che entravo nella mia classe sbirciavo Eliz dietro di me mentre entrava nella sua.
Prima ora: storia, interrogazione. Meglio di così non poteva andare. Andy intanto si avvicinava a me sussurrandomi
"Tu l'hai fatto il nuovo capitolo?" presa da un mini attacco di panico, sgranai gli occhi e guardandola le dissi 
"perchè ha assegnato un nuovo capitolo?" ormai andava così, ogni giorno. Maledizione a me che non segnavo mai i compiti sul diario. 
Alla fine dell'ora sentì il cellulare vibrare sul banco. Un messaggio da Eliz.
"Vieni in bagno!" ogni volta che leggevo un suo messaggio il cuore cominciava a martellare incontrollabile sul mio petto, dio mio l'effetto che mi faceva era troppo strano. Ma ci pensai poco perchè appena la prof. uscì dall'aula andai di corsa al bagno.
Appena la vidi l'abbracciai perchè a scuola non potevo fare altro. 
"hei mio tesoro, com'è andata a storia?" amavo il modo in cui si preoccupava della mia vita, è tutto ciò di cui avevo bisogno. "oh a meraviglia. Non mi ha interrogata." sorrisi. "fantastico! e la prossima volta studia o ti puoi anche dimenticare di me"
odiavo questi suoi giochetti, ma nello stesso momento li amavo. Gia, ero una confusione totale.
 "Allora oggi mi studio tutto il libro" dissi. Lei si girò ma la sentì ugualmente sorridere.
Subito dopo si rigirò e si accorse di una ragazza che stava arrivando, le sorrise e le disse di venire dalla nostra parte.
 "Voglio presentarti la mia migliore amica.." mi colse alla sprovvista, non mi aveva mai presentata a nessuno e ora non sapevo proprio come comportarmi. 
"Jess, piacere" riuscì a dire. Lei mi sorrise, aveva una parte della testa rasata mentre l'altra era di un rosso così intenso che sembrava prendere fuoco. "piacere mio, Rory" aveva una voce profonda. "è la mia compagna di banco, nonchè unica ragazza della mia classe che si salva" 
disse Eliz mentre Rory scoppiò a ridere. "non puoi neanche immaginare che tipe mi sono trovata in classe.."

TRE MESI PRIMA


"Sei appena arrivata a casa ed esci di nuovo?" mamma continuava a chiedermi dove andassi ogni giorno dopo scuola, pensavo che sospettasse qualcosa ma di sicuro non era ancora il momento di rivelarle tutto. 
"Si, Andy mi aspetta perchè domani abbiamo il compito di fisica. Dobbiamo studiare" gia, studiare...
Uscì di casa di corsa sperando che mamma smettesse di farmi domande. Presi l'autobus e andai a casa di Eliz.
Le urlai dalla finestra "SCENDI SWEETIE" odiava quando la chiamavo così, lo considerava sdolcinato ma non le davo mai retta, quindi continuai.
"quante volte dovrò dirti che odio quel soprannome?" sbucò dal portone e sorridendo mi venne incontro. Mi saltò addosso cingendomi il bacino con le gambe e il collo con le braccia. Infine unì le sue labbra alle mie. Amavo stare sotto casa sua perchè non passava mai nessuno e potevamo stare davvero insieme, sotto la luce del sole, senza dover pensare alle conseguenze.
"Aspetta..." cercai di dire tra un bacio e l'altro. "Ho un regalo per te" Eliz si fermò e mi guardò confusa con i suoi occhi scuri.
"un regalo?..non dirmi che ti sei dimenticata ancora che non è il mio compleanno". Gia, mi ero dimenticata il suo compleanno, ma ero così presa da lei che non capivo più che giorno fosse, quindi ero perdonata. "mh no, per quello ci ho gia pensato a come ricordarmelo" risi e continuai "è un semplice regalo, senza alcun motivo" le passai la busta. Eliz, tutta emozionata, cercava di aprirla. Non ci riuscì subito e sembrava sempre più goffa mentre ci provava e questo mi faceva ridere da matti. "oh ma come l'hai chiuso sto coso?" continuai a ridere. Finalmente capì per quale motivo odiava le sorprese considerando che passarono ben dieci minuti fino a che riuscì ad aprirlo. "OH MIO DIO, DIMMI CHE STO SOGNANDO" Eliz gridò così forte che tutti i gatti che si erano avvicinati scapparono a gambe levate. "IL BIGLIETTO. ODDIO. IL CONCERTO. I MIEI RAGAZZII" continuava ad urlare. Gli occhi le si stavano inondando di lacrime. Sembrava incontrollabile. "NON CI POSSO CREDERE CAZZO" non smetteva di dirlo ed ero così contenta di vederla felice.
"Bene, se ti sei calmata.." cercai di dire. "CALMATA? NON MI CALMERO' MAI!" scoppiai a ridere.
"CE L'HAI ANCHE TU, VERO?" "certo che si! andremo insieme" 
"SENTO CHE DEVO PIANGERE, NOI DUE, AL CONCERTO, INSEME, E' QUALCOSA DI STUPENDO" le avevo regalato il biglietto del concerto dei 5sos che si sarebbe tenuto pochi giorni dopo a Milano.
Non vedevo l'ora e sapere che era stra emozionata mi veniva ancora più voglia di mandare aventi il tempo. Intanto decidemmo di andare al parco mentre lei continuava a saltellare e sclerare per tutto il percorso.


POCHI GIORNI PRIMA.

Mi svegliai dopo poche ore. Mi guardai attorno e vidi Eliz accanto a me. Ci eravamo addormentate al mare, e perfortuna era vuoto essendo le dieci di sera. Il giorno dopo ci sarebbe stato il concerto e avevamo deciso di passare questo giorno in pace, senza avere occhi puntati addosso. La guardavo, non smettevo mai di guardarla. Era una meraviglia. "dovresti smtterla di fissarmi" sorrise.
"credevo dormissi" dissi imbarazzata. "non più. Se vuoi puoi continuare.." "a guardarti?"
"si..mi sento speciale quando lo fai" le sorrisi accarezzandole i suoi capelli neri.
La baciai accompagnata dal suono delle onde che si ribellavano all'intero mondo, come noi.
"sai una cosa?" disse Eliz, le sentivo il cuore battere forte. "ti amo" continuò.
Mi guardò negli occhi. Non sapevo come reagire, mi si era letteralmente fermata la capacità di pensare, sentivo il cuore esplodere.
"insomma dì qualcosa" rise. "ho sempre creduto che sarei stata io la prima a dirlo perchè non immagini neanche quanto anche io ti ami" mi baciò così intensamente che sembrava un bacio atteso anni, dove dentro c'era di tutto.
Speranza, gioia, tristezza, amarezza, confusione. Ma sopratutto amore.


CONCERTO.

"PER IL PRATO DA QUESTA PARTE" sentimmo un uomo, probabilmente della sicurezza, urlare a tutta la massa di gente che si era 
formata davanti allo stadio. Io e Eliz avevamo il prato quindi seguimmo l'uomo e andammo così vicino al palco che tutto sembrava non essere reale.
"ohmiodio, sento che tra pochi minuti svengo" Eliz era un'insieme di agitazione e anzia, e diciamo che non era proprio brava a controllare le emozioni. "ma non provarci, non ho la forza di prenderti" dissi con convinzione. Non vedo l'ora che questo tempo infinito passasse, era un inferno aspettare ancora per qualcosa che avevi gia aspettato per troppo tempo.

DOPO SEI ORE

"è il momento. CAZZO JESS, AMORE MIO, CI SIAMO"  "ZITTA E CONTROLLATI CHE MI AGITI" urlai ridendo. I ragazzi sarebbero saliti a momenti e oddio questo era il giorno più bello della mia vita. "TE L'HO GIA DETTO CHE TI AMO?" Eliz continuava ad urlare questa frase e può sembrare banale ma avevo tremila farfalle nello stomaco prese a vincere una terza guerra mondiale ogni volta che lo diceva. "TI AMO ANCHE IO" 
Erano entrati. Dio mio, tutto era perfetto. Il concerto, loro, lei. Tutto.


UN'ORA PRIMA.


"credo di avere gia la depressione post-concerto" disse Eliz "ti prego ritorniamo la dentro" continuò.
Non smetteva di parlare, avevamo ancora le lacrime agli occhi ma a differenza sua io non avevo proprio parole per descrivere quel che avevamo vissuto. Squillò il cellulare di Eliz, era la madre. "hei mà..si, siamo qui fuori..okay, ti aspettiamo" attaccò con difficoltà per via del tremore alle mani e ciò mi fece ridere. "mamma sta per arrivare, abbiamo ben dieci secondi per ammirare tutto e rivivere questo momento per l'ultima volta, qui davanti, con il sudore tra i capelli, l'emozione ancora nel cuore e un tremore che non credo mi andrà via facilmente" così ci girammo, Eliz mi prese la mano e mentre tutti se ne andavano con gli occhi inondati di lacrime noi eravamo ferme. Semplicemente guardammo e ricordammo le poche ore gia passate.

"Ragazze..salite che è tardi" la madre di Eliiz continuava a chiamarci ma le nostre gambe non avevano intenzione di muoversi.
Era come se dovessimo goderci questo momento perchè sarebbe stato l'ultimo, era strano oltre che ridicolo.
"Guardate che me ne vado eh, ci tornate a piedi a casa!" la madre infastidita aveva acceso il motore della sua mercedes e noi, con passo lento, decidemmo di arrenderci e avvicinarci alla macchina poichè l'adrenalina del concerto ormai si era spenta e il sonno stava cominciando a prendere il suo posto.
"Stiamo arrivando...ecco" Il tono di Eliz era così spento che mi rattristò. "hei, sorridi. Ci saranno altri tremila momenti così"
cercai di sollevarle il morale e a quanto pare ci riuscì. Partimmo subito dopo salite in macchina. Dopo circa venti minuti di silenzio la madre di Eliz decise di parlare.
"Allora, raccontatemi tutto e non omettete alcun dettaglio!" io e Eliz a quella richiesta ci guardammo e capimmo che nessuna delle due sapeva come iniziare. Scoppiammo a ridere.

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Ma poi ci fu il silenzio. Tutto in un attimo cessò di far rumore.
Poco prima che tutto fosse avvolto dal silenzio ci fu un rumore assordante. Tanto quanto il dolore che provocava.
Una macchina ci era venuta addosso. Cercai di combattere contro me stessa, mi sentivo come dopo un mega festino per due giorni di seguito. Non avevo la forza di aprire gli occhi, non riuscivo a muovermi e faticavo a respirare.
Oddio sto morendo? E' questo quello che prova quando si muore? 
Silenzio e dolore?
Poi pensai ad Eliz, la macchina era venuta proprio dalla sua parte. Dovevo vedere come stava, dovevo vedere tutto...
cercai di raccogliere tutte le mie forze e dopo pochi secondi riuscì ad aprire gli occhi. 
La vidi. Aveva il volto steso sulle mie gambe e metà del corpo sotto l'altra macchina. Aveva una ferita alla testa dalla quale usciva troppo sangue...sentivo il panico che incombeva nel mio cuore e le lacrime che volevano uscire. Aveva gli occhi chiusi, forse anche lei pensava di morire. Ma no, non oggi. "Eliz.." cercai di dire combattendo contro le lacrime che minacciavano i miei occhi.
"Eliz cazzo, rispondi..." non ci riuscì, le lacrime cominciavano ad uscire e le bagnavano il volto.
"Jess.." mi venne un colpo al cuore. Era viva, era ancora viva. "Eliz, amore mio" piangevo, non riuscivo a fare altro.
"ho male ovunque" disse debolmente.
Poi si indicò il fianco e vidi parte del finestrino che le si era conficcato nella pelle. E li le lacrime furono un fiume in piena.
"merda. Devo chiamare l'ambulanza, ce la faremo, te lo prometto"
Cercai il telefono, lo presi e chiamai il 118. "mamma..come sta mamma?" Disse così piano che sembrava non avesse più fiato.
"l'airbag sembra averla protetta da tutto" "menomale...ahia, mi fa male Jess" ora anche lei cominciava a piangere.
Questo mi distruggeva. Lei non doveva provare dolore, era così fragile che vederla soffrire mi faceva male, più male di ogni pezzo 
di vetro conficcato nella pelle.
"ssh, non parlare" lo dissi per lei, ma anche per me perchè sentirla parlare a fatica non lo sopportavo.
"no..ho paura. Sento..di non..avere la..forza" mi guardò negli occhi, le lacrime le pulivano il sangue fresco sulle guancie mentre io cercavo di asciugargliele.
"trovala ti prego, perchè io senza te non vivo" sembrava la scena di un film drammatico e per quanto amassi i film tristi, questo non doveva essere il genere del nostro film o almeno non così. "ti prego io..di ascoltarmi. Ti devo..dire delle cose..che non ti ho..mai detto" cercava di prendere tutto il respiro e cominciò.
"sai sono felice..perchè se proprio oggi dovrò morire, morirò attorno alle tue braccia..e non c'è cosa più bella che avere te come ultimo ricordo. Hai fatto in modo che la parte migliore di me uscisse fuori...mi hai resa diversa, felice. 
Sei la cosa più bella che mi sia capitata. Ringrazierò Dio appena lo vedrò.."
prese altro fiato "ti amo come non ho mai amato niente, ti amo e ti amerò dovunque sarò.
Il nostro bel futuro insieme lo avremmo ancora. Anche se non sulla terra e anche se tra tanti anni, lo avremmo perchè siamo destinate
a completarci, per sempre.." "e ti prego di non essere triste. Voglio vederti sorridere, continua ad illuminare il mondo, continua a vivere con la tua semplicità.
Ti prego, promettimelo"
..."non capisci, non puoi abbandonarmi. Cosa credi? Che viva la mia normale vita senza colei che mi dava l'unica ragione per viverla? Io senza di te non ho neanche la forza di aprire gli occhi" il cuore continuava a perdere colpi, piangevo, anche lei piangeva.
"ti..prego. Devi promettermelo. Voglio che tu sia..felice"
"tu mi rendi felice.." sentivo che il respiro cominciava a pesarle sempre di più perciò decisi di baciarla.
Volevo assaporare le sue labbra ancora, ancora e ancora. Sentivo che sorrideva ma continuava a piangere.
Lei si staccò, baciarmi le richiedeva uno sforzo enorme ma poi dissi di avvicinare il mio orecchio alle sue labbra e così mi sussurò
"..ti amo sweetie" mentre lo disse tutto il mio mondo crollò perchè ci fu di nuovo il silenzio.

Il suo respiro. Non c'era più. Alzai lo sguardo e vidi i suoi occhi che fissavano il cielo. "Eliz..ELIZ NO, ELIZ!" l'agitai, le urlai contro, cercai in ogni modo di svegliarla..ma non lo faceva. Non poteva. Non ora.
"CAZZO SVEGLIATI, NON PUOI LASCIARMI IN QUESTO MONDO DA SOLA" cominciai a piangere così forte che credevo di non avere più acqua in corpo da buttare fuori.
"SVEGLIATII" urlai, urlai ancora. Ma nessuno rispose. Lei,con i suoi occhi grandi spenti, rimase a fissare il vuoto.
Proprio come il mio cuore. Vuoto.

L'ambulanza arrivò troppo tardi, non avevo neanche la forza di urlare contro l'autista dell'automobile o con i medici in ritardo o con il destino che ci era totalmente venuto contro.
Passavo i giorni chiusa in camera a piangere, non riuscivo a fare altro, non mangiavo, non uscivo. 
Contavo i giorni che passavano senza di lei, tutti i momenti in cui mi mancava, E no, non erano pochi.
Finirò questa storia così perchè senza di lei non c'è nessun motivo per continuare.



 
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Hola gentes!
Questa è tipo la prima os che scrivo da un anno e a cui tengo tanto, non so bene il perchè ma vabbì.
Sembra strano ma amo scrivere storie in cui muore qualcuno, quindi scusatemi lol anche se mi odio da sola perchè mi son quasi messa a piangere scrivendo quella parte(rido)
Erano giorni che avevo in testa questa storia, sono stata settimane a pensare a come farla, se continuarla o lasciarla come os, ma finalmente sono arrivata ad una conclusione ahaha
Beh ora sono tipo le 12:30 e sto morendo di sonno, quindi credo che finirò qui.
Spero che vi piaccia e buh, recensite! lol
-Bab.
 
 

 
  
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