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Autore: Ciuffettina    03/05/2015    5 recensioni
«Michael! Michael! Presto vieni a vedere! Isacco vuole benedire Esaù!»
«Non è affar mio! Se ben ricordi, il mio protetto è Giacobbe, Esaù è quello di Samael!»
«Infatti, sta per benedire Giacobbe, solo che non lo sa! Vola presto o ti perderai la scena!»
Genere: Comico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Gabriel, Michael, Nuovo personaggio
Note: Cross-over, Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima dell'inizio
- Questa storia fa parte della serie 'Il dietro le quinte della Bibbia'
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Michael aveva indossato l’armatura e si stava allenando con la spada: la Battaglia Finale sarebbe potuta scoppiare in qualsiasi momento e voleva essere pronto. Stava provando alcuni fendenti, quando si sentì afferrare per il braccio sinistro.
«Michael! Michael! Presto vieni a vedere!» esclamò Gabriel, guardandolo con gli occhi che gli scintillavano dall’eccitazione.
«Dannazione, Gabriel! Per poco non t’infilzo! Che ti prende? Mollami!»
«Isacco vuole benedire Esaù, vieni!»
«Non è affar mio! Se ben ricordi, il mio protetto è Giacobbe, Esaù è quello di Camael!»
«Infatti, sta per benedire Giacobbe, soltanto che non lo sa! Vola presto o ti perderai la scena!»
Ormai Michael sapeva per esperienza che quando suo fratello si metteva in testa qualcosa, non c’era verso di farlo desistere. In più aveva anche quello sguardo che gli veniva quando aveva appena combinato uno scherzo o aveva in mente di farne uno. Sospirando rinfoderò la spada e lo seguì. I due arcangeli atterrarono nella casa di Isacco.
«Vuoi avere la compiacenza di spiegarmi che cosa sta succedendo?»
«Aspetta qui un attimo, vado e torno» Gabriel sparì in un frullio di ali, mentre Michael sbuffava esasperato. Il minore ricomparve qualche minuto dopo, ridacchiando: «Mi sono perso qualcosa?»
«Vuoi spiegarmi, ora?»
«Isacco ha deciso di benedire Esaù e l’ha mandato a caccia, con l’incarico di cucinargli ciò che avrebbe preso ma non credo che tornerà presto…» concluse Gabriel con uno sfavillio malizioso negli occhi.
«Che cosa gli hai fatto?» gli chiese Michael sospettoso.
«A lui? Niente di niente ma lo stesso non si può dire del suo arco…» ridacchiò. «Comunque Rebecca ha sentito tutto e sta cucinando un capretto in modo che sia il tuo protetto a farsi benedire, spacciandosi per Esaù… Oh, eccolo! Ma come si è conciato?»
Giacobbe, non solo aveva indosso i vestiti di Esaù, ma si era pure legato sulle braccia delle pelli di capra.
Michael disse: «Probabilmente così vuole simulare la villosità di Esaù che a lui manca.»
«Ragazzo ingegnoso» ridacchiò Gabriel.
Giacobbe andò da Isacco con un piatto in mano e disse: «Padre mio.»
Rispose Isacco: «Chi sei tu?»
Giacobbe rispose: «Eee… saù, il tuo primogenito» in modo che poteva aver detto sia: «È Esaù il tuo primogenito» sia «Esaù, il tuo primogenito.» «Ho fatto come hai ordinato, mangia la mia selvaggina, perché tu mi benedica.»
Ma Isacco disse: «Lascia che ti palpi, per sapere se sei proprio Esaù.»
Il figlio si bloccò terrorizzato.
«Tanta intraprendenza merita un premio e speriamo che nella benedizione Isacco non lo chiami Esaù» disse Gabriel e con una mano lo spinse verso il padre cieco e con l’altra schioccò le dita trasformandolo nel fratello.
Il vecchio lo tastò e disse: «La voce è di Giacobbe, ma le braccia sono di Esaù. Porgimi da mangiare, perché io ti benedica.» Finito di mangiare lo benedisse, per fortuna senza fare nomi.
«Sei soddisfatto, ora?» chiese Michael a Gabriel.
«Oh, sai bene quanto me che Giacobbe era più meritevole di Esaù.» Con uno schiocco di dita lo fece tornare normale.
Giacobbe si era appena defilato, quando entrò il fratello furioso con un piatto; la caccia era stata pessima: tutte le prede eran scappate, sembrava quasi che quello stupido arco fosse indemoniato, così gli era toccato ammazzare un cane a bastonate, poi l’aveva cucinato. «Padre, alzati e mangia la mia selvaggina, perché tu mi benedica.»
«E tu chi sei?» gli chiese Isacco, stupito.
Rispose: «Sono il tuo primogenito, Esaù.»
Il padre fu colto da un fortissimo tremito: «Allora era Giacobbe quello che ha preso la selvaggina e me l’ha portata? Ho mangiato prima che tu arrivassi e ha carpito la tua benedizione.»
«Mi ha soppiantato già due volte! Prima la mia primogenitura e ora la mia benedizione!» urlò Esaù.
«Carpito la primogenitura? Ma se è stato lui a vendergliela per un piatto di lenticchie! Umani! Chi li capisce è bravo…» esclamò Gabriel. «Beh lo spettacolo è finito, possiamo tornare in Paradiso.»

*****

Racconto ispirato al capitolo 27 della "Genesi"
   
 
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