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Autore: Recorded Butterflies    03/05/2015    1 recensioni
Dal testo : "
" I giorni trascorrevano, uno dopo l'altro, più il giorno tanto atteso si avvicinava.
Era il giorno successivo, oramai, e finalmente avrebbe fatto ritorno nella sua elegante dimora per festeggiare il Natale in famiglia.
Quanto tempo era passato dall'ultima volta che vi era tornato ? Due, tre anni, chi se lo ricorda. "
" « Pensi sia un errore ? »
« Pensi che parlare sia la cosa giusta da fare ora ? » "
Genere: Comico, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, Crack Pairing | Personaggi: Altri, Changjo, Ricky
Note: Lime, Nonsense, OOC | Avvertimenti: Incest, Incompiuta
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Time's up ; game over.

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La pioggia cadeva incessante e rumorosa sul vetro della finestra opaca, creando così una perfetta melodia armoniosa, seppur risultasse snervante alle orecchie a sventola del piccolo ballerino e -- oh, un attimo solo, ho sbagliato storia.
 
Sembrava quasi che la Terra stesse girando fin troppo velocemente.
I giorni trascorrevano, uno dopo l'altro, più il giorno tanto atteso si avvicinava.
Era il giorno successivo, oramai, e finalmente avrebbe fatto ritorno nella sua elegante dimora per festeggiare il Natale in famiglia.
Quanto tempo era passato dall'ultima volta che vi era tornato ? Due, tre anni, chi se lo ricorda.
Se ne stava nella sua stanza - quella del dormitorio, naturalmente - rinchiuso in quelle quattro mura celesti, ove ad illuminarlo c'erano solo uno spiraglio di finestra aperta, da cui trapelava un fascio di luce del lampione sul marciapiede sottostante, e la sua lampada di Hello Kitty ( era uno virile, eh ) che cambiava colore ogni cinque secondi : passando dal rosso al giallo, poi al verde, al blu ed infine al rosa, ricominciando dunque il suo giro colorato.
Stava riempendo il borsone coi propri indumenti e, anche se avrebbe alloggiato a casa per un paio di giorni, si stava portando dietro metà del suo armadio ; aveva infilato persino un costume e adesso spiegatemi : cosa diavolo doveva farci con un costume in pieno inverno, questo tizio ? 
 
Non contento di aver spogliato i tre quarti degli appendini presenti nell'armadio, decise di svuotare anche il mobiletto in legno del bagno : prese tra le braccia varie creme idratanti per viso, corpo e mani, per non dimenticarsi dei trucchi, spazzola, pettine, profumi, deodoranti, asciugamani, .. Stava impazzendo. 
Ed era sempre così. 
Ogni volta, era così. 
Ogni volta che dovevano partire per un tour, per un live in qualche città distante, lui impazziva e diventava un piccolo elfo sclerotico. 
Fortuna che c'era il suo angelo custode. 
 
« Ricky - ssi. » 
 
La sua voce calda, profonda e rassicurante, lo riportò coi piedi a terra, facendolo sussultare per lo spavento, ed ecco che gli caddero dalle braccia alcuni tubettini di crema che, prontamente, il ragazzo più alto si affrettò a prendere con le mani. 
 
« Siamo ancora alle solite, eh ? » 
 
« C - ChangJo – ah ! » 
 
« Cosa ti manca ? Finisco io, tu vai a riposarti. » 
 
Non ebbe nemmeno il tempo di rispondere che il minore lo aveva rapinato di tutte le cianfrusaglie che aveva preso ed era tornato vicino al letto matrimoniale della stanza, ove posata sopra il piumone vi si trovava la valigia dell'altro. 
 
« Cos'è, una bomba ? » 
 
« Y - Yah ! Lascia stare, faccio io. » 
 
« Questa cosa pesa più di te, come pensi di riuscire a portarla fino a casa tua ? » 
 
Stava osando, e dico solo osando, a provare ad aprirla, quando quella sottospecie di nano ballerino gli saltò letteralmente addosso, legandogli le braccia alla vita in una salda presa, posando la guancia contro la sua schiena nuda e muscolosa. 
 
« Davvero, sono in grado di farla da solo, tu devi riposare che domattina devi partire presto. » 
 
Poteva mai tirarsi indietro a quella scenetta sdolcinata da far venire il diabete ? No, ovviamente. 
Fece un lungo sospiro profondo, il quale arrivò dritto alle orecchie paraboliche del maggiore, per poi voltarsi nella sua direzione e guardarlo negli occhi ; negli occhi a ben nove centimetri più in basso. 
Le mani si posarono sui fianchi esili e magrolini dell'altro, come se fossero destinati a rimanere lì sempre, e facendo una lieve pressione su questi lo spinse sul materasso morbido, facendogli urtare con una spalla la grossa valigia pesante. 
 
« Ahia ! Sta' più attento ! » 
 
« Sei tu che l'hai lasciata in giro. » 
 
« Naturalmente la colpa è sempr -- » 
 
Delicatamente e con estrema dolcezza, le labbra sottili e morbide di ChangJo si posarono su quelle poco più carnose e rosee di Ricky. Quest'ultimo sgranò appena gli occhi ; non che fosse sorpreso, o meglio : era sorpreso, ma aveva fatto l'abitudine a quegli atteggiamenti così espliciti del minore, più che altro era molto imbarazzato e sicuramente le gote avevano assunto quel colorito rosso simile alle fragole che ' se ti prendo, ti mangio. '  a detta di ChangJo. 
Il contatto durò un paio di secondi - anche perché Ricky aveva il solito brutto vizio di non respirare durante un bacio e reclamava aria nei polmoni - così il più alto si staccò con un flebile schiocco, lasciando sulle labbra di entrambi una sensazione umida e bagnata. 
 
« Stai meglio ? » 

« Pabo. » 
 
Le dita di Ricky si aggrapparono alle ciocche scure dei suoi capelli, intrecciandole perfettamente, per poi attirarlo nuovamente a sé in un  bacio casto - casto, come il piccolo Ricky. ChangJo non fu proprio contento di tale contatto casto, per questo schiuse subito le labbra e andò a spingere con la punta della lingua su quelle del maggiore ; avrebbe potuto essere una richiesta di accesso, ma quello sembrava più un obbligo ad aprirle. 
Ricky non poté far altro che assecondare il volere dell'altro. Separò, dunque, di qualche centimetro il labbro superiore da quello inferiore, lasciando accesso libero alla lingua viscida ed esperta di ChangJo ; questa andò subito ad infilarsi in quella cavità calda e profumata di fragola ( usava ancora il dentifricio per bambini, sì ) in cerca della gemella. Si toccarono.
Quella del minore iniziò a roteare vogliosa attorno all'altra, la quale stava ferma per l'imbarazzo. 
Il moro ritirò la lingua nella sua ' casa ', osservando poi il biondo negli occhi. 
 
« Be' ? » 

« Ta - Taci e continua -- . » 
 
Le labbra gli si tirarono in un sorriso sghembo, accennato da un po' di malizia, per poi far combaciare nuovamente le loro labbra e, questa volta, Ricky le aveva già schiuse. 
Iniziarono subito ad intrecciarsi in una danza passionale e rovente, tanto che ChangJo non sapeva dove mettere le mani : cosce, braccia, addome, capelli, .. Voleva toccare ogni centimetro di quel corpicino. 
Dopo essersi appoggiato coi gomiti al materasso per un paio di secondi, optò per andare a palpare le cosce toniche e sode del ballerino, il quale, a quel contatto improvviso e pesante - perché quando i palmi delle mani toccarono la stoffa dei pantaloni risuonarono un sonoro ' ciaf ' - emise un versetto compiaciuto. ChangJo ghignò con fare più malizioso di prima, approfondendo il bacio e stuzzicando con voglia la lingua del maggiore che, di già, richiedeva aria, ma ovviamente non ne avrebbe avuta per i prossimi minuti. 
Dato che il piccolo Ricky era un verginello, doveva in qualche modo rimediare le voglie del suo maknae, per cui diciamo che era piuttosto bravo con la lingua ( chi vuole intendere, intenda ). 
Fu una lunga lotta di lingue e denti che si scontravano ; ChangJo esplorò più e più volte il palato dell'altro ragazzo, tanto che avrebbe potuto farne una cartina geografica, e le loro salive si erano miscelate, non riuscendo più a riconoscere ognuno il proprio sapore. Il minore si era fatto strada dalle cosce al fondoschiena morbido del più basso, il quale prese a massaggiare con abbastanza veemenza da far emettere dei sospiri compiaciuti al biondino. 
Dopo una decina di minuti, circa, passati a scambiarsi saliva, intrecciare le lingue e palpatine non del tutto innocenti, ChangJo si staccò con un sonoro schiocco, tenendo ancora unite le loro labbra da un filo di bava. 
 
« Stai migliorando. » 

« Faccio molta pratica. » 

« Mi tradisci ? » 

« Non stiamo insieme, smettila. » 
 
Ricky passò le dita tra i capelli dell'altro, pettinandoglieli dolcemente, mentre gli lasciò un flebile bacio sulla fronte. 
 
« Dai, devo finire di preparare la valigia. » 
 
ChangJo strinse la presa sul sedere dell'altro ed abbassò il bacino, andando a far combaciare i loro inguini, passò poi la lingua sul suo lobo ampio, facendogli sentire vari brividi lungo la spina dorsale. 
 
« Pensi che ti lasci andare ? Avanti Ricky, sappiamo entrambi cosa voglio. » 
 
Quella voce. 
Quella dannata voce. 
Quella dannata e fottuta voce, capace di far scappare ogni neurone presente nella testa del ballerino ( sempre che ne abbia qualcuno, eh ). 
Ricky sentì una scarica di brividi percorrere la propria spina dorsale, così non resistette dal tirargli quei fili sottili castani. 
 
« Giuro, un giorno di questi ti soffoco mentre dormi. » 
 
« Usa quella bocca per altro, invece che minacciarmi, nano. » 
 
« Che schifo, no. Scordatelo. » 
 
« Quando poi te lo faccio io, non fa poi così tanto schifo, ah ? » 
 
Lo sguardo del maggiore stava a significare un ' se non stai zitto provvedo a soffocarti seduta stante ', ma fortunatamente i fluidi movimenti di bacino dell'altro, fecero scappare ( ancora ) i suoi neuroni e si limitò a rispondere con un gemito a metà fra l'acuto ed il grave. 
Sul volto del moro si dipinse un sorrisetto malefico, così iniziò a strusciarsi sull'altro come se stessero davvero facendo -- l'amore ? Sesso ? Come due ricci che si accoppiano ? 
Niente da fare, era caduto ancora nella sua rete. 
 
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Tralasciando l’aspetto after sex, anche se di ‘sex ‘ c’era ben poco perché avevano solamente limonato duro e ChangJo ‘ puzzava ‘ di Ricky, quest’ultimo era riuscito a fare la valigia ( alias bomba esplosiva di vestiti e merda varia ) ed era persino riuscita a chiuderla senza fare troppi sforzi ! A parte saltarci sopra.
 
« E’ tardi. »

« Dunque ? »

« Hai il treno fra sole due ore. »

« Dormirò durante il viaggio. »
 
Il maggiore scrollò le spalle, pensando un ‘ sono fatti suoi, io dormo ‘ e gli diede le spalle, non curandosi che l’altro lo stava fissando in quella maniera così dolce, in quella maniera pregante di un qualcosa che nemmeno loro sanno.
 
« Potresti, per favore, uscire dalla mia camera ? Io vorrei dormire. »

« Posso guardarti. »

« Metti ansia, no. »
 
ChangJo sbuffò, abbassando le spalle e lasciando le braccia lungo i fianchi, sporgendo il labbro inferiore verso l’esterno ed assumendo una faccia da tenero cucciolo bastonato bisognoso di affetto e di tanto, tanto amor –
 
« Al diavolo ! Va bene, va bene ! Resta, ma non toccarmi o ti tiro un calcio rotante. »
 
Urlò alzando le mani in alto in segno di arresa, rifilandogli poi una gomitata al centro del petto prima di infilarsi sotto le coperte e lasciarsi andare tra le braccia di Morf – ChangJo, perché non resistette dal precederlo ed abbracciarlo da dietro, stringendolo possessivamente a sé : il suo bambino, insomma.
 
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Quell’odioso ed insopportabile suono proveniente dalla sveglia perforava le orecchie a sventola di Ricky e si chiedeva per quale cazzo di motivo quel coglione di JongHyun non l’avesse ancora spenta ‘ ma giusto il tempo di terminare la frase, che le proprie orecchie trovarono pace e silenzio.
 
« Buongiorno, principessa. »

« Di ‘sto cazzo. »

« Bonjour finesse. »
 
Ricky spalmò, letteralmente, una mano sulla faccia di Chang –
 
« Daniel - Hyung ! Che diavolo ci fai t qui ? »
 
« JongHyun è partito e mi ha detto di venire in camera tua a svegliarti con un bacino. »
 
« Hai l’ebola, non toccarmi. »
 
Lanciò le coperte in faccia al cantante, alzandosi dal materasso per potersi stiracchiare like a little cat e, grattandosi malamente una chiappa, andò a rintanarsi in bagno per una doccia rinfrescante e profumata all’olio di Argan e cocco.
 
Quando finì e tornò nella propria camera, fortunatamente la trovò vuota, così che potesse vestirsi lasciando l’asciugamano in terra o i boxer in giro.
Diciamo che il signorino se l’era presa fin troppo comoda e solo quando finì di abbottonarsi la camicia azzurra notò ch  --
 
« Fra due ore ho il cazzo di volo ! »
 
Si infilò il maglioncino color panna sopra la camicia e perse anche il tempo di sistemarsi il colletto e le maniche, indossando infine gli skinny grigio chiaro e le sue amate converse bianche con tanto di soletta interna ( poverino, non arrivava nemmeno al metro e settanta ) ; trascinò la valigia fino all’uscio e rischiò di cadere dalle scale per tre / quattro volte, imprecando e bestemmiando ogni due per minuti perché era davvero, davvero in ansia.
Si imbaccuccò per assomigliare ad un bellissimo eschimese nano, con tanto di sciarpa che lo copriva fin sopra il naso ed il cappello le sopracciglia e sì, si vedevano solamente gli occhi nascosti dietro la grande montatura nera degli occhiali.
Il dormitorio dei Teen Top era vuoto a quell’ora ( le quattro del pomeriggio ) o forse stavano tutti dormendo, ma detto francamente poco gli importava, così si armò di tanta, tanta forza ed iniziò a strisciare la sua valigia lungo il vialetto d’ingresso per poter raggiungere il van e l’autista che l’avrebbe portato a casuccia bella.
 
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Dopo quattro lunghe, lunghissime ore di viaggio pesanti e tremende perché quell’idiota dell’autista era assonnato più del sottoscritto e continuava a sbagliare strada o non frenare abbastanza in tempo, ecco che il ballerino fu finalmente riuscito ad arrivare nella sua casa ; la casa in cui era cresciuto, in cui aveva tutti i suoi ricordi.
Non appena scese dal van si stiracchiò braccia e gambe in stile come sempre little cat, prese poi la sua enorme valigia che pesava il doppio di lui e la trascinò fino all’ingresso della dimora.
Non ebbe nemmeno il tempo di suonare il campanello.
 
« ChangHyun ! Amore di mamma ! »
 
Urlò la donna quando aprì la porta, tirandogliela quasi sul naso.
 
« Ben tornato a casa, tesoro ! »
 
Lo accolse con un largo sorriso stampato sul volto, abbracciandolo tutta felice che il figlio minore fosse tornato a casa dopo anni ed anni in cui mancava.
Ricky, di conseguenza, sprofondò con la faccia nel suo seno ed a causa di quell’abbraccio troppo stretto che gli impediva di respirare, figurarsi di parlare, iniziò a dimenarsi come un pesce fuor d’acqua.
 
« Mamma, lo soffochi. Poi i Teen Top come faranno senza il loro ballerino provetto ? »
 
Ricky riconobbe all’istante quella voce così uguale, ma al tempo stesso diversa dalla propria che quasi non poté credere che anche lui era tornato a casa quell’anno.
Fece forza su quelle piccole braccia che aveva per allontanarsi dalla madre e puntò gli occhi sulla figura esile dietro le spalle della donna : quel ciuffetto biondo da frocio, quegli occhietti tanto piccoli che faticava persino a guardare, quel nasino bel delineato e quelle fottutissime orecchie normali e non a sventola come le proprie.
 
« Yeo – YeongJin ! »
 
Le pupille gli tremarono, gli angoli delle labbra si protesero verso l’alto ed un salto gli bastò per finirgli addosso, attaccato come un koala.
 
« YeongJin ! YeongJin ! »
 
Continuava a ripetere il suo nome, salendo di un semitono ogni qualvolta che lo pronunciasse, stringendosi a lui e non avendo la benché minima intenzione di lasciarlo andare ; non ora che aveva rivisto la sua dolce metà dopo anni interminabili di distacco.
 
« ChangHyun, sì, sono qui. »
 
Le braccia le teneva strette alla sua vita, perché se non l’avesse fatto ora il bel fondoschiena tondo e morbido di Ricky sarebbe finito al suolo, e nemmeno lui voleva lasciar andare il suo amato fratellino che tanto amava ed odiava.
I sentimenti di Epsilon nei confronti di Ricky erano molto profondi, tanto quanto contrastanti : lo adorava perché, insomma, era il suo fratellino piccolo, ma al tempo stesso lo detestava perché il suo cazzo di gruppo composto da disagiati fumati è più famoso del mio che siamo persone serie e con talento.
Eppure, in fondo, era così attratto da lui.
Decise di lasciarlo andare, facendogli toccare nuovamente il suolo a terra e –
 
« Ma porca troia ! Sei cresciuto ? »
 
Ah giusto, lo detestava anche perché pur avendo quattro anni ( tre, boh ) in meno era più alto di ben due centimetri -- diavolo, sono tantissimi eh ?
Facciamogli credere che sia così, quando la verità era che Ricky indossava le solette.
 
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La cena era terminata da parecchio ; avevano passato due ore a parlare di tutto ciò che era successo in questi anni : partendo dalle varie promozioni di canzoni, drama, gossip, malattie strane, malattie misteriose, stress, qualsiasi cosa.
Ricky aveva appena finito di farsi una doccia calda ed Epsilon aveva appena finito di sparecchiare ( da bravo figliuolo ), quando entrambi si ritrovarono nella loro vecchia cameretta insieme. Ricky mezzo nudo, Epsilon pure.
Non dovete ancora pensare male, Ricky era uscito dal box doccia con addosso solo un asciugamano legato in vita per potersi infilare il pigiama ; Epsilon non indossava la maglia perché se l’era tolta per potersi mettere il suo, di pigiama.
 
« Sei andato in palestra ? »
 
Chiese con un cenno di disappunto il maggiore, lasciando la maglietta appena sfilata sul bordo del letto, lanciandogli uno sguardo con la coda dell’occhio mentre si era spostato alla propria valigia per cercare il suddetto pigiama.
Il biondo alzò le spalle, passandosi distrattamente una mano sul ventre più liscio di quello di una donna.
 
« Le prove sono molto pesanti. »
 
Iniziò, lasciando la frase senza termine.
Continuò dopo aver sospirato.
 
« Non riesco nemmeno a prendere in braccio il cane di ChangJo ( ha un cane ? ), figurati se vado in palestra, Hyung. »
 
Concluse, prendendo i suoi abiti dal fatidico borsone bomba, denudandosi davanti gli occhi innocenti del fratello e rivestendosi in tutta tranquillità.
Ciò che Ricky non sapeva, e nemmeno Epsilon, è che c’erano stati degli sguardi fin troppo pungenti ad osservare la sua figura ; degli sguardi fin troppo maliziosi per essere lanciati da un fratello di sangue ( seppur quello piccolo fosse AB e l’altro B ).
Forse era solo invidioso della sua vita, forse avrebbe voluto essere lui al suo posto ed avere la sua fama ; forse lo invidiava a tal punto che qualsiasi cosa facesse risultava urtante e snervante. Ma allora, perché ai suoi occhi era sempre così fottutamente carino ?
Ricky aveva quell’andatura molto elegante ( MA DOVE ), il modo in cui ancheggiava e sculettava ( da frocetto ), quella vocina così delicata ed una risata cristallina, che no, no dannazione, non poteva non essere carino.

« Sei diverso. »
 
Biascicò a labbra strette, lanciando i vestiti sulla scrivania, la quale mancò e questi caddero a terra, sul pavimento.
Era vero, da un certo punto di vista.
Il ChangHyun che ricordava YeongJin era molto impacciato, paffutello, nano perché lo era sempre stato, con quel sorriso a trentadue denti che contornava sempre il suo viso tenero e disponibile per tutti ; quello che aveva ora davanti agli occhi era un ChangHyun alto ( SONO SOLO DUE CENTIMETRI DI SOLETTE, DAI ), un aspetto stanco e sfinito, con una tartarughina piazzata sulla pancia ( smettila di fumare, Epsilon, no ).
Ma la cosa che notò maggiormente erano i suoi capelli( ah wow, non è daltonico ) : rasati leggermente sui lati, un ciuffetto alzato sulla fronte per ripararlo dalla pioggia e quel biondo così selvaggio.
 
« Come ? »
 
Domandò il minore, non essendo riuscito ad udire le sue parole.
Domandò, con una vocina bassa e dolce.
Domandò, rivolgendogli quel sorriso luminoso che tanto lo caratterizzava.
 
 « Ho detto che -- »
 
Si fermò alla vista del suo sorriso, quasi si strozzò con la sua stessa saliva.
 
« Ti ho chiesto se fossi stanco. »
 
« Uhm ! A dire la verità sì, molto anche. »
 
Annuì un paio di volte con il capo, incamminandosi nella sua direzione. Non voleva andare da lui ( o forse sì ), ma odiava vedere dei vestiti a terra e non resistette dall’andare a raccogliere quelli del fratello, piegarli accuratamente e posarli sulla scrivania mancata in precedenza.
 
« Sei abituato a vivere con altri otto ragazzi, immagino sia davvero un caos il vostro dormitorio. Noi siamo solo in sei, ma ChangJo ed io valiamo per due ed è come essere in otto. ChanHee – hyung si lamenta sempre che facciamo casino, sai ? »
 
Raccontò senza un vero e proprio motivo, finendo il suo discorso con sorrisetto divertito, misto ad un piccolo ghigno malefico, tornando nella propria metà di stanza per infilarsi sotto le coperte e potersi fare una dormita lunga e rilassante.
Epsilon stava ancora elaborando sul perché di quel commento, quando udì un flebile ‘ buonanotte, Yeongie. ‘ mormorato dalle labbra rosee del fratellino, ma non rispose.
Non rispose a niente e spense la luce prima di sdraiarsi anch’esso nel suo letto.
  
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Gli alieni arrivarono di soppiatto, solo per comunicare al moro dal ciuffetto spastico biondo che il suo cellulare stava vibrando e quando questo si svegliò, li ringraziò con del latte e biscotti ( mi sa che l’unico a smettere di fumare non è Epsilon, ma pure l’autrice ).
La luminosità dello schermo era al massimo e per un paio di secondi perse la vista, tanto che credette di aver lanciato un urlo da checca e di esser caduto dal letto ; una volta riacquisita la capacità di vedere, lesse il messaggio da parte di un certo ‘ SeRin ‘ e già solo a leggerne il mittente bloccò lo schermo e si girò dalla parte opposta del comodino per tornare a dormire.
Ovviamente non ci riuscì.
Sentiva il debole respiro di Ricky a pochissimi metri da lui, sembrava agitato e spaventato ; che stesse facendo un incubo ?
Lo osservò per un paio di minuti, nell’oscurità della stanza, e quando Ricky iniziò ad emettere delle sillabe incomprensibili, il radar di fratello maggiore si azionò e non perse tempo per svincolarsi dalle lenzuola e dirigersi carponi ( per evitare di sbattere contro i comodini ) e raggiungere l’altro letto.
Posò una mano sulla sua fronte, affondando le dita nel suo ciuffo che, da in piedi, ora era spiaccicato contro il cuscino, sorridendo senza saperne nemmeno il motivo.
 
« Yeongie – hyung, Yeongie – hyung ! »
 
« Che cosa vuoi, moccioso ? »
 
« Yeongie – hyung, ho paura ! Ho paura dei tuoni, Yeongie – hyung ! »
 
« Vieni qui, non ti faranno nulla. »
 
Quella volta fu la prima, di una serie ancora non terminata, che ChangHyun si intrufolò nel letto di YeongJin per poter dormire assieme.
Forse, è stata proprio quella volta che iniziò a capire di non provare solo semplice amore fraterno ; quel bambolotto di quattro anni era così fragile agli occhi di quel bambino di otto, che non poteva non esserne affascinato.
 
« Yeongie – hyung, perché deve tuonare così forte ? »
 
« Non preoccuparti, tra poco smetterà. Ma tu ora dormi, che è tardi. »
 
E quella volta si addormentò fra le sue braccia, ascoltando il battito cardiaco del suo cuore, che batteva forte nella sua gabbia toracica.
 
« Aish. »
 
Imprecò sotto voce, resosi conto che stava ancora sorridendo come un coglione mentre osservava il fratellino dormire.
Stava per alzarsi e tornare comodo nel proprio letto, quando vide un paio di ciglia che iniziarono a sfarfallare ed il panico prese gran parte di sé.
 
« Hyung -- ? Cosa stai fac -- »
 
« Non è come sembra, giuro ! »
 
« Che ? Ma io non -- »
 
« Posso spiegare ! »
 
« Guarda che non -- »
 
« E’ che sei così bello quando dormi ! »
 
Silenzio.
Per una decina di secondi i due si guardarono negli occhi, senza nemmeno battere ciglio o respirare ; uno perché era fin troppo agitato, l’altro perché era fin troppo imbarazzato.
 
« Ti – Ti ringrazio. »
 
Mormorò fra le labbra, abbassando lo sguardo e trovando tutto d’un tratto la cosa più interessante dell’universo avere una piccola crepa nella mattonella sottostante.
 
« ChangHyun – ah »
 
« Ne ? Dim -- »
 
Le parole gli morirono in gola.
Ovviamente non poteva aspettarsi, o minimamente immaginare, che il suo caro ed amato fratello potesse baciarlo ; che potesse baciarlo nel bel mezzo della notte, dopo avergli fatto un tenero complimento.
Il minore chiuse gli occhi, le braccia stese lungo i fianchi e troppi pensieri che giravano nella sua mente ; non sapeva se fosse la cosa giusta da fare, se fosse sbagliato, ma – le sue labbra erano così calde e morbide che non pensò nemmeno di staccarsi.
Epsilon, ancora seduto a terra, allungò una mano ed affondò le dita nella chioma bionda del ragazzo, stringendo fra queste le sue ciocche.
Piegò il capo di lato, facendo combaciare al meglio le loro labbra ed esitò un paio di secondi prima di iniziare a muoverle con delicatezza. Era insicuro, ma lo desiderava da fin troppo tempo e se Ricky non si era ancora staccato, forse lo desiderava anche lui no ?
 
Arrivò il momento di doversi staccare, ma rimasero a pochi millimetri di distanza, in attesa l’uno di una mossa da parte dell’altro ; ma nessuno si mosse.
Nella stanza riecheggiavano solamente i loro respiri ; i loro respiri che si erano uniti ed erano divenuti un tutt’uno.
 
« Perché. »
 
E più che una domanda, era un’affermazione.
E più che una domanda, era un grido disperato.
Accompagnato da un sonoro schiaffo sulla guancia.
 
« Perché ci hai messo così tanto tempo, dannazione ? »
 
Un malizioso sorriso si dipinse sul volto del più grande, trasformandosi poi in una risata a metà fra il divertito ed il frustato.
Non rispose, naturalmente, si alzò da terra e puntellò un ginocchio sul materasso, afferrando entrambi i polsi di Ricky per poterlo spingere supino sul letto.
Lo guardò dall’alto, con ancora quel fottuto sorrisetto da bastardo disegnato sul viso, e non perse altri secondi che si chinò e premette, di nuovo, le labbra su quelle del fratello.
Chissà cosa penserebbe il padre, se dovesse entrare proprio in questo momento.
 
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Le lingue si scontravano avidamente fra di loro ; quasi non si capiva dove iniziasse una e dove l’altra, la saliva si era mischiata nelle bocche di entrambi e nella stanza riecheggiavano solo ansimi strozzati ed umidi schiocchi. Le mani di Epsilon erano finite sotto la magl -- un attimo. Stavo scherzando, la maglia di Ricky era già volata sul pavimento.
I polpastrelli delle dita scivolavano lungo il suo petto piatto e niveo, come quello di un bambino, andando a stuzzicare di tanto in tanto i piccoli capezzolini rosa che erano già turgidi dall’eccitazione. Vari brividi percorrevano la spina dorsale del minore, il quale aveva le ginocchia che premevano contro i fianchi dell’altro, tenendolo stretto a sé.
Si staccarono. Il fiato corto di entrambi ed i loro respiri che si intrecciavano.
 
« Pensi sia un errore ? »

« Pensi che parlare sia la cosa giusta da fare ora ? »

« Touché. »
 
Risero entrambi, assieme, un po’ nervosi ed agitati.
Epsilon decise di andare oltre a dei languidi baci passionali e, senza esitazione alcuna, andò a posare il palmo della mano fra i loro corpi, aderendo perfettamente al rigonfiamento dei pantaloni del minore. Movimenti lenti e circolari lasciavano delicate carezze sul membro coperto di Ricky.
Non poté fare a meno di lasciarsi sfuggire un ansito, nemmeno tanto basso, divaricando le gambe per lasciargli più spazio tra queste, richiedendo implicitamente di dargli ‘ d -- di più ..  ’.
Un beffardo ghigno malizioso si dipinse immediatamente sul volto del più grande, il quale non esitò di oltrepassare la stoffa dell’intimo ed entrare direttamente in contatto con la pelle bollente dell’intimità del fratello ; un secondo ansito acuto.
Si chinò verso il basso e catturò quelle labbra morbide in un bacio lungo e fermo, sussurrandovici contro di non alzare troppo il volume, o sarebbero finiti in guai seri ; annuì, dandogli corda.
Le mani, agili e veloci, andarono ad afferrare i bordi degli slip colorati del più piccolo e con un gesto rapido li tirò verso il basso, facendo entrare in contatto l’aria fresca della stanza con la pelle accaldata del suo membro eccitato – era così carino.
 
« Hyung -- .. »
 
Lo chiamò a bassa voce, alzando e puntando lo sguardo in quello dell’altro, sfarfallando lievemente le ciglia.
 
« Sì ? »
 
Rispose solamente, rimanendo ad osservare quel candido corpicino sotto di sé.
 
« Cosa c’è ? »

« Tu sei ancora vestito, nh -- . »

« Oh. »
 
Rimediò subito ; prese fra le proprie mani quelle del fratello e se le portò al bordo dei pantaloni della tuta - pigiama, incitandolo con un solo cenno di capo a spogliarlo di questi.
Esitante per l’imbarazzo e la vergogna, deglutì a vuoto ed annuì appena prima di fare pressione sull’elastico ed abbassarlo con forse troppa lentezza – lentezza estenuante a detta del maggiore.
In pochi secondi erano entrambi nudi, come mamma li aveva fatti, l’uno di fronte all’altro l’uno sopra all’altro.
Epsilon si fece scappare un piccolo sorrisetto, non facendosi scorgere da Ricky.
 
«Yeongie – hyung, Yeongie – hyung ! »
 
« Cosa c’è ? »
 
« Mi prendi un cioccolatino ? Non c’arrivo ! »
 
Sbuffò, mettendo di lato il quaderno sul quale stava scrivendo e si alzò dal divano, prendendo la bomboniera contenente i Lindor al latte ; una vera delizia.
 
« Ecco, tieni, non mangiarne troppi. »
 
« Grazie Yeongie – hyung ! »
 
Ne mangiò tre, forse quattro, quando poi tornò alle spalle del fratello maggiore.
 
« Ne vuoi uno ? »
 
Alzò lo sguardo dalle righe scritte e lo puntò sul volto del più piccolo : era così buffo, aveva gli angoli sporchi di cioccolato e ne emanava anche il profumo.
 
« Avvicinati. »
 
Ma non aspettò una sua mossa, mise una mano dietro la sua nuca e lo attirò a sé, passando la lingua sull’angolo della sua bocca.
 
« Sei così dolce, ChangHyunnie. »
 
Era seduto sul grembo sottile di Ricky, il quale da sotto, dalla sua posizione, ondeggiava il bacino per chiedere implicitamente di essere toccato, bisognoso di attenzioni ; le mani si erano aggrappate alle sue spalle, scendendo lungo la schiena per un contatto con la sua pelle.
Il moro, in un gesto rapido, aveva portato le mani sulle cosce sode del biondo, risalendo poi ai suoi glutei e palpeggiarlo con veemenza ; piccoli ansiti lasciavano le sue labbra rosee. Si abbassò e poggiò le labbra sul suo orecchio.
 
« Ti ho sempre trovato un piccolo ragazzino dolce,
ora mi farai assaggiare davvero la tua parte più dolce ? »
 
Sussultò per quella richiesta, non potendo certamente rifiutarlo – anche perché ‘ la parte più dolce ’ voleva essere assaggiata -- ed annuì.
Epsilon scivolò verso il basso, facendosi strusciare l’erezione di Ricky lungo il corpo, finché non se la ritrovò davanti agli occhi : era così bisognosa di attenzioni. Soffiò leggermente sulla punta, sulla quale vi lasciò un flebile bacino, con tanto di schiocco, prima di prenderne tra le dita la base ed iniziare a pompare con abbastanza velocità.
Un gemito strozzato venne strappato, seguito da un respiro irregolare ed un bacino che ondeggiava sempre più ( i vantaggi di essere un ballerino ).
Passò i polpastrelli delle dita su tutta la lunghezza ( lunghezza, oddio, che parolona ), andando a premere con poca forza sulle vene pulsanti, per poi concentrarsi sulla punta : con la mano libera iniziò a stuzzicare il piccolo forellino in cima, accarezzandolo con la falange dell’indice per procurargli più piacere. Non passarono molti altri minuti che Epsilon decise di inglobare fra le labbra il suo glande arrossato, passando la lingua in maniera circolare su tutta la circonferenza.
Ricky, più il tempo passava, più si contorceva su sé stesso, avendo l’istinto di chiudere le gambe per il troppo imbarazzo, ma la presa ferrea e salda del maggiore sulle cosce lo costringeva a tenerle ben divaricare ; dopo aver assaporato per bene il sesso del fratellino, fece scivolare le labbra lungo questo, fino alla base, risalendo e riscendendo per un paio di volte, iniziando un bel lavoretto di bocca.
Ansimo dopo ansimo, gemito dopo gemito, Ricky si aggrappava con le dita al lenzuolo sottostante, inarcando la schiena e sentendo il proprio corpo divenire bollente a causa dell’eccitazione.
Epsilon passò la lingua sulla sua pelle, stuzzicando con la punta ogni minima parte ; voleva farlo impazzire, sì. Rivoli di saliva colavano dalle sue labbra, lubrificando sempre più quel movimento e regalando sempre più piacere al piccolo di casa.
 
« Yeongie - Hyung -- .. »
 
Lo chiamò con voce strozzata, sentendosi un enorme groppo alla gola, portando una mano tra i suoi capelli ad afferrare alcune ciocche ; povera stella, era un ragazzino molto sensibile e non resisteva a lungo a certe sensazioni.
‘ Yeongie - Hyung ‘ capì che il più piccolo aveva quasi raggiunto il limite e, indeciso sul da farsi, in una frazione di secondo, optò per restare con le labbra attorno al suo membro per poter accogliere il suo seme caldo e dolce che non tardò ad arrivare.
Piccoli fiotti di sperma invasero la cavità orale del castano, lasciando sulle pareti il proprio segno e sapore. YeongJin passò un’ultima volta la lingua attorno al sesso, ormai ammosciato, che teneva ancora fra le labbra, per poi deglutire sonoramente ed inghiottire la sostanza.
ChangHyun ebbe il respiro affannato per diversi minuti ed il fratello si beò di quel piccolo lasso di tempo per poterlo osservare : il suo petto si alzava ed abbassava a velocità costante, fino a rallentare e fermarsi.
 
« Sei bellissimo spossato dall’orgasmo. »
 
Commentò, nel silenzio della stanza.
Alzò gli angoli delle labbra verso l’alto ed allungò una mano per potergli accarezzare la fronte imperlata dal sudore, quando si stava per chinare su di lui, per poterlo stringere fra le proprie braccia, il minore lo prese alla sprovvista ed afferrò fra le dita affusolate la sua erezione. Iniziò subito a muovere il polso con movimenti lenti ma decisi, volendo ricambiare il ‘ favore ’ appena ricevuto.
Epsilon emise un versetto gutturale, non aspettandosi quel suo gesto, ma ben felice di tale contatto schiuse poco di più le cosce e lo lasciò fare, in attesa di essere ricambiato. Purtroppo per lui, però, Ricky non era molto fluido nei movimenti ed era più che altro impacciato ; tralasciando tutto, si impegnò per regalare piacere al fratello.
Si allungò verso il suo orecchio e prese fra le labbra il suo lobo, iniziando a succhiarlo emettendo anche dei suoni di risucchio. Soffiò una dolce risata cristallina, decidendo di aumentare il ritmo del polso e di portare a termine ciò che stava facendo ; bastarono pochi movimenti ben decisi e ben posti che anche YeongJin non poté che liberarsi con un gemito soffocato, sporcando la mano di Ricky ed il proprio ventre di liquido seminale.
Tossì un paio di volte per riprendere fiato dall’orgasmo, portandosi una mano fra i capelli e scompigliandoseli leggermente e ridendo un po’ nervoso.
 
« Piccola peste. »
 
« Sì, Hyung ? »
« Ora siamo tutti appiccicosi, andiamo a farci una doccia.»
« Ma è notte fonda. »
« Embe’ ? »
 
Senza rivestirsi, perché tanto per andare a farsi la doccia non si usavano i vestiti, si diressero fianco a fianco verso la porta del bagno ; YeongJin teneva un braccio avvolto all’esile vita di Ricky, tenendoselo possessivamente stretto e vicino.
  
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« ChangHyun ! YeongJin ! La colazione è pronta, scendete ! »
 
Il minore si stiracchiò le braccia, per poi voltarsi dalla parte opposta ed andare a premere il volto contro qualcosa di fin troppo caldo e liscio per essere il proprio cuscino ; aprì gli occhi e gli bastarono due secondi per capire che quella notte era rimasto appiccicato al fratello. Lo chiamò con voce dolce e bassa, una voce che proprio non si adattava al piccolo Ricky, allungandosi per andare a sfiorargli la guancia con la punta del naso, per poi scendere alle sue labbra e toccarle con le proprie in un bacino del buongiorno.
 
« E’ ora di svegliarsi, principessa. »
 
Mormorò con tono ilare, stampandogli un secondo bacio sulle labbra prima di alzarsi con un piccolo balzo dal letto e togliergli le coperte : ah, erano entrambi nudi.
Ricky afferrò in fretta e furia il proprio pigiama che era un po’ sparso per tutta la camera e si rivestì, nel mentre YeongJin stava ancora dormendo.
Sceso in cucina salutò sia la madre che il padre con un caloroso sorriso ed abbraccio, per poi fiondarsi subito al tavolo e mangiare gli amati ed adorati pancake.
 
« Li ho fatti apposta per te, amore. »
 
« Grazie mamma ! »

« Tuo fratello, dorme ancora ? »
 
« Mhn ! » Mugolò con mezzo pancake in bocca. « Oggi abbiamo deciso di uscire con voi, quindi per ora è meglio farlo riposare o inizia a fare l’isterico dopo. »
 
« Ha dormito abbastanza stanotte ? Io e tuo padre sentivamo rumori provenire dai vicini. »
 
La metà del pancake cadde nel piatto, seguito da una serie di colpi di tosse ed uno sguardo altamente allarmato.
 
« Vero -- ? Anche noi li abbiamo sentiti, chissà. »
 
Be’, non poteva mica dire ‘ ehi mamma, eravamo io e Yeongie – Hyung che stavamo facendo zozzerie ’, proprio no.
Fortuna che la colazione continuò senza più toccare quell’argomento, aveva dei genitori veramente innocenti.
 
Fra un bacio languido, uno dolce ed uno passionale da parte dei due fratelli senza che mamma e papà se ne accorgessero, continuò la vacanza in famiglia che era mancata a tutti quanti ; tempo speso insieme come i vecchi  tempi a raccontarsi ricordi passati, ricordi recenti ed obiettivi futuri.
Sia Epsilon che Ricky avevano comprato un sacco di cose nuove : vestiti, scarpe, cappotti, collane, cappelli, .. tutto pagato da papino. Talmente tante cose che dovettero addirittura prendere una valigia in più ed entrambi si chiesero come sarebbero tornati al dormitorio.
I due ragazzi dovettero ripartire troppo presto per i loro gusti – insomma, a chi non piace essere trattato come una principessa dai genitori ? – YeongJin partì la mattina del due gennaio, ChangHyunil pomeriggio. La destinazione, in fondo, era la stessa, ma né uno né l’altro si sarebbero aspettati di incontrarsi a casa e purtroppo gli impegni lavorativi erano gli impegni lavorativi e non si può sfuggire da quelli.
 
L’intera vacanza passò in completa tranquillità e felicità.
Felicità e tranquillità, cose che nella vita normale, Ricky, nemmeno sognava.
 
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Non appena rientrò al dormitorio dei Teen Top, dovette già essere sommerso dai suoi Hyung che non gli diedero nemmeno il tempo di togliersi le giacca che subito gli chiesero cos’avesse preso come souvenir e la sua unica risposta fu una valigia praticamente lanciata come se fosse una palla da bowling sui birilli.
 
« Lasciatemi stare ! Sono ancora troppo felice per stare ad ascoltare tutti voi. »
 
Si lamentò con tono isterico, lasciando tutto sull’ingresso per poter correre al riparo nella propria camera, quella con la lampada di Hello Kitty.
Pochi minuti e sentì dei passi avvicinarsi, dei colpi sulla porta e questa che si apriva e chiudeva.
 
« Ehi, piccolo. »
 
« Va via. »

« Mi sei mancato. »
 
« T’ho detto di andartene. »
 
« Ti ho comprato una cosa mentre ero dai miei genitori. »
 
« Non la voglio. »
                                                     
« Però devi usarla solo con me. »
 
Il ‘ piccolo ’ si buttò su quel corpo alto e muscoloso, portando le proprie mani ad avvolgere il suo collo mentre gli rivolgeva uno sguardo omicida.
 
« Esci, ChangJo. »
 
Il più alto alzò un sopracciglio ed andò ad avvolgere le braccia attorno alla sua vita, stringendolo dolcemente a sé mentre affondò il naso nella sua chioma bionda.
 
« ChangHyun – hyung, ti ho comprato una gonnellina. »
 
« Giuro che ti ammazzo. »
 
« ChangHyun – Hyung, mi sei mancato. »
 
« Io lo giuro, ti strangolo mentre dormi. »
 
 
E niente, era caduto ancora nella sua rete, come ogni dannata volta.

 
 
Image and video hosting by TinyPic The end.
 
 
 
Hi everyone ! My name’s Sara and I’m an angel, bitches.
Allora, premessa : ci ho messo più di un anno a scrivere questa fan fiction. ( HO PROBLEMI, SI’. )
∞ Quando iniziai a scriverla ero tutta entusiasta ed allegra, la mia mente malata aveva un sacco di idee in testa e non vedevo l’ora di scrivere, ma poi boh, ogni volta che aprivo il foglio di world mi passava la voglia di scrivere e scrivevo due frasi a settimana, tipo.
Avevo completamento perso la voglia di continuarla ed infatti l’ho lasciata a marcire per tipo sei / sette mesi, ma poi gli AlphaBAT hanno comebackato e OMMIODDIO QUANTO E’ GNOCCO EPSLION, DELTA GAMMA, CODE, TUTTI QUANTI e ho deciso di portarla a termine.
 
∞ Comunque sia, ho messo rating arancione perché ci sono scene delle scende hard, anche se non complete e non un granché siccome qui su efp il tema ‘ incesto ’ è da trattare con cura senza esagerare.

∞C’ho infilato dentro la mia AMATISSIMA ChangRick perché è indispensabile quella e sono stata molto carente e penosa sulla fine, lo ammetto, ma non avevo idee e voleva finire questa cosa fan fiction al più presto, perché ho in mente di iniziare una long fic sugli exo, MA NON FACCIO PUBBLICITA’ ORA, DEVO ANCORA INIZIARE IL PROLOGO.
 
∞ Ringrazio tutti coloro che hanno letto questa storia, sperando che vi sia piaciuta e che non vi abbia fatto vomitare.
Un bacino da una cara e schizofrenica autrice. ♥
  
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