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Autore: Tris Bradbury    03/05/2015    0 recensioni
“Dean?”
“Sì, Cas?”
“Possiamo restare così?”
“Per quanto?”
“Anche per sempre."
Destiel, dopo la 7x02 (quando Castiel pieno di Leviatani si immerge in quella specie di lago).
Solo un piccolo sclero. So che non è granché.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Settima stagione
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“An empty room,

I’m empty too

And everything reminds me of you

So many things

I shouldn’t have missed

The more that I push


And the more you resist

It’s easy to say it’s for the best

When you want more

While you leave me with less

I know you’re fine

But what do I do?”


-Fallout, Marianas Trench-
 
 
Dean Winchester si girò e rigirò nel letto di quel motel che gli sembrava ogni giorno più freddo e vuoto.
Non voleva uscire dalla stanza, non senza il suo angelo. Fissò la porta del bagno. Ebbe un flashback di Castiel che usciva da lì  ancora con la pelle candida madida dell’acqua della doccia. In realtà probabilmente non aveva bisogno di lavarsi, ma a Dean piaceva usare la doccia in modi alternativi.
Sam era fuori. Era sempre fuori, da quando aveva scoperto che sotto al cuscino il fratello maggiore teneva il trench di Castiel, quello che aveva estratto dalle acque del lago e aveva poi ripiegato con cura, in attesa che il suo proprietario tornasse.
Ehi, Cass?” chiamò a voce alta, mettendosi a sedere e guardando il soffitto, per poi abbassare lo sguardo e coprirsi il viso con le mani. Mise i piedi sul pavimento freddo e congiunse i palmi, chiudendo gli occhi.
Ovunque tu sia. Ti prego… ti prego, torna qui. Torna da me.” strinse i denti. Non voleva piangere. Non voleva.
Ma era inevitabile. Come ogni notte.
Cass…”deglutì, poi scoppiò in lacrime. Si asciugò gli occhi con il polso, poi si tranquillizzò, sdraiandosi di nuovo.
Le persone destinate a stare insieme non stanno mai insieme per davvero. Hanno sempre qualcosa nel mezzo che glielo impedisce, e questo Dean lo sapeva. I suoi genitori, Sam e Jessica, lui e Lisa… e alla fine anche Castiel.
Si toccò la spalla, dove l’angelo l’aveva afferrato anni prima per tirarlo fuori dall’Inferno. Gli sembrava di avere ancora l’impronta in fiamme, invece non era rimasta altro che una mera cicatrice.
Anche gli altri segni stavano sparendo. A quelli, però, ci era affezionato. I denti di Castiel che si chiudevano sulla sua pelle mentre spingeva dentro di lui una, due, tre volte.
“Dean…Dean…” la sua voce calda e rauca nell’orecchio, il suo alito sul collo. “Ti-Ti…”
“Sono qui, Cas…” gli aveva baciato una spalla, il collo, mentre continuava a muoversi in quello spazio stretto e bollente, sentendo il suo membro come intrappolato in una morsa capace di portarlo fino in Paradiso o di nuovo all’Inferno. “Sono qui, non ti lascio…” gli aveva detto e l’aveva sentito gemere sommessamente, era stata come musica per le sue orecchie. Un vero e proprio coro angelico.
“Oh, Cas…Cas…” aveva quasi rantolato, afferrando il membro dell’altro e aiutandolo a raggiungere l’apice, riversando nel frattempo il suo piacere dentro di lui.
Si erano poi sdraiati sul materasso, e Dean aveva coperto premurosamente entrambi con le lenzuola sporche, ridacchiando. Castiel aveva alzato lo sguardo e l’altro si era perso nel blu liquido dei suoi occhi, mentre gli sorrideva. L’angelo aveva guardato fuori dalla finestra. “Dean, è quasi mattina.” aveva sospirato.
“Lo so” aveva mormorato, stringendosi il cosino piumoso ancora di più addosso, prendendosi tutto il calore che poteva ancora offrire quell’essere celeste.
“Dean?”
“Sì, Cas?”
“Possiamo restare così?”
“Per quanto?”
“Anche per sempre. Non mi importa del tempo, se sto con te.”
E si erano baciati, e abbracciati, e poi baciati di nuovo.

Il maggiore dei Winchester si era addormentato con in testa l’immagine di Castiel.

Sam era tornato al motel che erano le sette del mattino, e aveva trovato Dean rannicchiato su se stesso. Solo dopo una attenta osservazione si era accorto che aveva stretto al petto il trench consunto di Castiel.
Sospirò, scrollando la testa. Okay, era passato troppo poco tempo perché gli potesse dire di lasciarsi tutto alle spalle… ma poi, cosa c’era stato fra Castiel e suo fratello? Di certo nessuno dei due era andato a confidarsi con lui. In effetti qualcosa aveva sempre sospettato, per quello ogni sera da quando era iniziata la faccenda dell’Apocalisse lasciava Dean solo in stanza. A quanto pare aveva fatto bene, si era risparmiato scene traumatiche di suo fratello avvinghiato al loro angelo-barra-fratello acquisito.
Sentì Dean mugugnare qualcosa nel sonno, poi gli sembrò di sentire un singhiozzo sommesso. Lo sentì chiamare Castiel, e istintivamente si guardò attorno aspettandosi di veder comparire il loro migliore amico con la sua aria da essere superiore mista a quella di un pulcino bagnato.
Andiamo, Cass…” Sam abbassò lo sguardo a terra. “…abbiamo bisogno di te, amico. Lui ha bisogno di te.” indicò Dean, che aveva smesso di colpo di contorcersi e in quel momento sembrava essere tranquillo.
Samuel Winchester si prese una birra ed accese il computer, cercando un nuovo caso al quale lavorare, sedendosi al tavolo di fianco alla finestra.

Dean si ritrovò in un luogo dalla luce accecante. Non riusciva a tenere gli occhi aperti da quanto era brillante. Solo dopo qualche istante riuscì a focalizzare. Era in un parco. Uno di quelli con le giostre per bambini. Seduto su una panchina. Si guardò attorno e lo vide. Castiel. Era davvero Castiel?
Si alzò in piedi e gli corse incontro.
“Ciao, Dean” aveva detto, ma il Winchester non gli lasciò dire altro. Lo avvolse fra le sue braccia e se lo strinse addosso, come se avesse avuto paura che il suo angelo sarebbe potuto volare via da un momento all’altro. Lo baciò forte sulle labbra, con talmente tanta foga che i denti andarono a cozzare, e Dean era certo di sentire il sapore del proprio sangue fra le labbra. Ma non gliene importava. Niente gli importava più. Era lì con il suo angelo, il suo bellissimo, arruffato, innocente angelo del Signore.
“Dean.” disse col suo solito tono pragmatico, e Dean sbatté le palpebre. “Ho bisogno di te. Ora. Adesso.”mormorò supplice il cacciatore.
Lo scenario cambiò. Erano nella stanza di motel dove Dean e Castiel si erano visti l’ultima volta. Dean sorrise, sorrise apertamente al suo angelo, e non poté fare a meno di guardarlo, di abbracciarlo e di spingerlo verso il letto, facendo cadere entrambi sul materasso. Gli tolse il trench, la giacca del completo, si avvolse la cravatta attorno al polso e gli sbottonò la camicia, scoprendo la pelle candida.
“Sei come ti ricordavo, Cass… sei ancora tu…” gli baciò il collo, glielo succhiò lasciando segni rossi al suo passaggio, ogni tanto lo mordeva. Sentì Castiel gemere sommessamente, respirava con fare affannoso.
“Dean…”l’angelo gli afferrò i capelli sulla nuca e lo tirò indietro bruscamente, spogliandolo come piaceva a Dean, con velocità, come se non avessero tutto il tempo del mondo. Il che era vero, la maggior parte delle volte dovevano sbrigarsi, o Sam li avrebbe beccati. Ma per quella volta non avevano nulla di cui preoccuparsi.
“Cass… Cass, dimmi che tornerai…”ansimò, accarezzandogli il viso, mentre con l’altra mano gli abbassava boxer e pantaloni.
Quando si mosse dentro l’altro si sentì di nuovo completo, a casa. Affondò le dita fra i suoi capelli, gli morse il collo, mentre sentiva Castiel fremere e ansimare. Ma non parlava, come di solito faceva durante le altre volte.
“Cass…?”ansimò Dean. Poi capì. “Tu non sei Castiel.” sussurrò poi. “Sei… sei solo frutto della mia mente… sei un sogno…”sbatté le palpebre. “Sei solo un bellissimo sogno…”gli accarezzò una guancia teneramente. “E se ti chiedessi quando ti degnerai di riportare le tue chiappe piumose da me mi diresti quello che voglio sentire e non la verità, mh?”
Il Castiel del sogno annuì, abbassando lo sguardo. Dean gli sorrise amaramente, poi aprì gli occhi.


Dean?” chiamò Sam, incerto. Aveva sentito il fratello alzarsi dal letto, senza fare le sue solite battute.
Stava peggio del previsto.
Hey, Sammy!” Dean uscì dal bagno sorridendo forzatamente. “Fatto le ore piccole, eh?” rise.
Vuoi parlarne, Dean?”disse serio. “Di Cass.”specificò, e il sorriso sul volto del fratello si spense di colpo.
Sto bene, Sammy. Sto alla grande.” Ma Sam sapeva che non era vero.
No, non è vero.
Già, non è vero.
Sai che tornerà, vero? È Cass, ce la fa ogni volta.
Sì, lo so.
Stappò una birra e si mise a sorseggiarla distrattamente di fianco alla finestra, guardando il cielo. Sam sospirò e riprese con le ricerche.
C’è una possibile casa infestata a neanche cinquecento chilometri da qui.
Carica la macchina.” mormorò, poi tornò a fissare le stelle.
Castiel sarebbe davvero tornato?
Non lo sapeva.
Ma poteva ancora avere fede.

{No. Non ho idea di cosa sia questa cosa. Volevo scrivere qualcosa sulla Destiel in generale.
Fatemi sapere cosa ne pensate!
Tris}

 
  
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