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Autore: _Akimi    03/05/2015    0 recensioni
Voleva dirgli che gli mancava tutto quello, anche se tra di loro non c'era mai stato altro che amicizia.Almeno così pensava, aveva ormai spiegato a sé stesso che le cose non sarebbero mai cambiate tra di loro ed era meglio così.Non riusciva ad immaginarsi ciò che avrebbe detto Gilbert nel vederli in quel modo e diamine,non riusciva a non dare peso al suo giudizio.Sapeva quanto i due fratelli fossero uniti e non voleva sentirsi una sorta di pezzo sbagliato di un puzzle già da anni ricomposto.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Austria/Roderich Edelstein, Germania/Ludwig
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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POCO SOSTENUTO

-Smettila di fissarmi.-
-Non ti sto fissando.-

La sua risposta fu veloce, come se non aspettasse altro che pronunciare quelle parole. Lo odiava quando si comportava in quel modo, gli dava l'impressione che tra di loro, nonostante il passare degli anni, non ci fosse nulla, solo odio, probabilmente.

 

-Il sole si riflette sui tuoi occhiali solo quando alzi lo sguardo e io sono davanti a te, dubito che tu dica il vero.-
Sempre così dannatamente preciso in ogni sua mossa o parola, alle volte l'avrebbe seriamente ucciso per quello, ma il suo lato pignolo, per quanto non lo dicesse apertamente, lo rendeva ai suoi occhi ancora più affascinante.

-Se il sole riflette sulle lenti, a quella distanza tu non puoi vedere altro che la luce e non gli occhi al didietro di esse. Non puoi sapere se chiudo le palpebre o distolgo lo sguardo verso destra o sinistra.-
Ludwig rispose nel suo stesso stile, celando un debole sorriso di soddisfazione.Solo poco dopo, con aria impassibile, sfogliò una pagina del suo libro di economia. A dire il vero, sapeva bene che la sua spiegazione non fosse del tutto completa ed era certo che l'altro avrebbe corretto le sue parole se non avesse recuperato la situazione in tempo.

-Ovviamente senza ruotare il capo.-
Aggiunse con tono pacato, alzando di poco gli occhi, mentre gli occhiali, questa volta, scivolarono lentamente sul naso. Beh, questo non l'aveva calcolato, ma la vittoria poteva considerarsi ancora sua visto che sul volto di Roderich era dipinta un'espressione piuttosto dispiaciuta.

 

-Questa volta mi hai guardato!-
Esclamò l'austriaco e istintivamente si alzò di scatto, pigiando con le dita un paio di tasti del suo amato e perfettamente lucido pianoforte.Il suono pareva dare enfasi alle sue parole e, per quanto non fosse un effetto voluto, era certo che la frase fosse stata piuttosto chiara alle orecchie di Ludwig.

 

-Hai ragione, sai, mi piace vedere quando suoni.-
Controbatté sincero il biondo,anche se avrebbe aggiunto di preferire decisamente Beethoven a quel maledetto Mozart.In ogni modo, non era solito complimentarsi così con lui, senza dubbio Austria era abbastanza superbo da conoscere le proprie abilità con il piano e il violino,ma sentire una frase del genere pronunciata dal tedesco lo lasciava in qualche modo...spiazzato.Sapere che Ludwig l'avesse plasmato, per quanto con una semplice frase, lo faceva sentire decisamente lusingato.

 

Questa volta fu proprio lui ad abbassare lo sguardo, ma bloccò gli occhiali con l'indice prima che potessero scivolare come quelli dell'altro.

-Me l'ha detto Gilbert...ti piace l'Eroica,vero?-
Aveva completamente cambiato discorso, risedendosi per poi far scivolare lentamente le dita sui tasti bianchi di fronte a lui. L'austriaco adorava quel pezzo, per quanto fosse di un tedesco, secondo lui non bravo quanto i suoi tanto amati Wolfgang Amadeus Mozart e Johann Strauss.

 

-Sì,ma è piuttosto triste che sia dedicata ad un francese*.-
Parlò sorridendo appena.In effetti, il solo ripensare a chi l'avesse dedicata, non rendeva contento nessuno dei presenti in quella stanza. Nonostante l'omaggio, rimaneva uno dei miglior pezzi di musica classica mai scritti e sia Ludwig che Roderich si trovava d'accordo su questo.

Il tedesco vide una nuova espressione dipinta sul viso dell'altro, le labbra appesa increspate e ancora una volta la mano destra si allontanò dal piano per avvicinarsi alla montatura trasparente che indossava.
Aveva un bel volto, il biondo se ne accorgeva in particolar modo quando lo osservava con non poco zelo: i lineamenti fini,la forma degli occhi leggermente allungata dietro alle lenti e quel neo,diamine, quel piccolo punto nero sotto le labbra di un rosa tenue.

 

-Ludwig.-
La sua voce lo richiamò al discorso di poco prima, ma il diretto interessato non aveva ascoltato nemmeno una singola parola pronunciata dall'austriaco.

 

-Cosa?-
Questa volta fu la sua frase a riecheggiare nella testa di Roderich,sapendo che non fosse l'unico dei due a nascondere qualcosa nella propria mente.Pensieri per nulla coerenti con ciò di cui stavano discutendo, ma fu proprio lo stesso austriaco a tramutarli in parole concrete.Per un attimo parvero come un lieve sospiro alle orecchie dell'altro che, in realtà, fu piuttosto felice nel sentirle pronunciate.

-Non sono più arrabbiato per la storia del regime.-*
Non aveva idea del perchè l'avesse detto proprio ora, ma lo sguardo di Ludwig era serio,cosa che non fece sentire Roderich fuori posto in quel momento.In effetti, il tedesco non immaginava che ci pensasse ancora.Ormai con il passare di tutti quegli anni, tra i due,non si era mai manifestata nemmeno in piccola parte una qualche forma di rancore o rabbia.Entrambi avevano perso e vinto importanti guerre per i propri paesi,ma alla fine nessuno dei due aveva  sovrastato sull'altro. Ora erano alla pari. La Germania valeva quanto l'Austria e c'era un legame inscindibile tra i due popoli, una fratellanza che entrambi sentivano, anche se alle volte l'orgoglio li rendeva meno legati di quanto fossero realmente.

-Roderich,lo sai che non mi piace parlare di..- -No,non ti chiedo di parlarne,è solo che...-

Nessuno dei due riuscì ad aggiungere una singola parola in più.Cadde per un paio di minuti un silenzio incomprensibile ad entrambi.Roderich si sentiva ancora avvilito all'idea di aver rinvangato storie passate,mentre Ludwig aveva sentito un senso di angoscia pervadergli la mente.Non c'era giorno in cui non aveva pensato a tutto il sangue versato, alla sua anima corrotta da quel senso di malignità che ormai non riusciva neppure a spiegare a sé stesso.Il Ludwig del passato non aveva nulla a che fare con l'uomo del presente, eppure la colpa alle volte lo assaliva ancora. Forse era giusto così, neppure il nodo alla gola che sentiva poteva compensare tutte le vite che aveva tolto durante quegli anni di guerra.Non solo aveva cancellato l'identità a paesi come Austria e Francia, si era permesso di giustiziare le persone per la propria natura e questo non se lo sarebbe mai perdonato.

Non aveva idea del motivo, ma all'improvviso, trovò più facile rispondere alle parole di Roderich con un gesto, un semplice gesto come sempre poco coerente con il discorso, ma sperava vivamente che bastasse per ricordare anche i momenti più belli durante quell'oscuro passato.


Si alzò lentamente dal divano in pelle, appoggiò il libro sul tavolino di vetro e si sedette in silenzio sulla panca del pianoforte, poco distante dall'altro. I loro sguardi non si erano neppure incontrati,ma Ludwig sapeva che Roderich non aveva smesso di fissarlo per un attimo, sapeva che stava per aprir bocca, voleva porgli domande o forse dare lui delle risposte per farlo stare meglio, ma non era quello che al momento serviva per alleggerire la situazione.
Si rimboccò le maniche della camicia e non aspettò un secondo di più per avvicinare le dita ai tasti chiari che l'austriaco amava così tanto.Era strano come quel contatto gli dasse l'idea di essere strettamente legato con l'altro. Gli pareva quasi di poter sentire il suo,di tocco, i suoi polpastrelli premere sui tasti, eppure per tutto quel tempo Roderich non aveva fatto altro che fissarlo in silenzio.
L'impazienza del moro venne fermata quando Ludwig cominciò a suonare.Era da anni che non toccava un piano, ormai si era abituato all'idea di ascoltare la musica di Roderich, ma in quel momento la sensazione che lo pervase fu del tutto diversa.
Un senso di tranquillità riempì la sua mente e passò poco tempo prima di sentire nell'aria, oltre alle note di un valzer austriaco, una risata dolce unirsi perfettamente a quella sinfonia.Si voltò appena verso di lui e Roderich nascose un sorriso con la mano.Era raro vederlo così e Ludwig si ritrovò,senza neppure accorgersene, ad increspare le labbra proprio come l'altro;il tutto coronato dal vedere l'austriaco unirsi al pezzo.

In poco tempo le loro mani si coordinarono e nella stanza riecheggiava delicatamente un valzer di Brahms, per l'esattezza, il numero 4 della racconta del compositore.Un pezzo poco sostenuto, suonato abitualmente a quattro mani proprio da loro due.
Era passato ormai tempo immemore da quando erano soliti suonarlo assieme, ma nonostante gli anni passati, le note erano rimaste impresse nelle mente di entrambi. Roderich premeva i tasti con molta più scioltezza, senza mai perdere la grazia che tanto lo caratterizzava, mentre Ludwig, dato lo scarso allenamento, pareva molto più incisivo quando eseguiva la sua parte.Malgrado la differenza di stile,Roderich non riusciva a smettere di osservare le dita dell'altro muoversi vicino alle sue; alle volte i loro mignoli si sfioravano accidentalmente, così come i loro gomiti e in pochi attimi la postura di Ludwig si faceva più rigida quasi per paura di essere andato fuori tempo.

In un'altra qualsiasi giornata, Roderich non avrebbe fatto altro che correggere il più piccolo degli errori del tedesco,ma non appena finirono il pezzo, l'austriaco sentì un brivido percorrergli la schiena e non ebbe il coraggio di alzare di nuovo lo sguardo verso il viso dell'altro.Temeva di doversi mostrare così sensibile in quel momento,ma all'improvviso le mani gli tremarono lentamente e sapeva bene il perchè. Gli era sempre mancata quell'intimità con Ludwig, anche se non aveva mai potuto dirglielo apertamente, ora era quasi sul punto di confessarglielo.

Quando rialzò gli occhi verso di lui,il biondo accennò un sorriso, dando l'impressione di essersi perso già da tempo nell'osservare la figura dell'austriaco.Gli prese una mano e per quanto si sentisse anch'egli agitato,cercò di non darlo a vedere.Dapprima sfiorò i polpastrelli chiari con delicatezza, pareva così scrupoloso nel lambire le dita di Roderich e quest'ultimo si sentiva imbarazzato vedendo il suo comportamento,ma al tempo stesso quel genere di attenzioni gli piacevano.
Voleva dirgli che gli mancava tutto quello, anche se tra di loro non c'era mai stato altro che amicizia.Almeno così pensava, aveva ormai spiegato a sé stesso che le cose non sarebbero mai cambiate tra di loro ed era meglio così.Non riusciva ad immaginarsi ciò che avrebbe detto Gilbert nel vederli in quel modo e diamine,non riusciva a non dare peso al suo giudizio.Sapeva quanto i due fratelli fossero uniti e non voleva sentirsi una sorta di pezzo sbagliato di un puzzle già da anni ricomposto.Il legame che c'era tra lui e Germania era speciale, sempre se così si poteva descrivere, ma non aveva intenzione di fraintendere i suo gesti, ferirsi con illusioni inutili.Eppure, nonostante la necessità di pensare in modo così razionale, vedere Ludwig avvicinarsi così tanto a sé lo spaventò.Era stato un gesto improvviso, troppo improvviso per un uomo calcolatore come Roderich,ma le sensazioni prevalsero completamente e si ritrovò immobile,immobile mentre le labbra del biondo sfioravano appena le sue.

 

Forse quello non si poteva neppure considerare un bacio,ma il cuore di Ludwig non aveva mai palpitato forte come in quel momento.Sentiva la testa girargli,fece un po' di forza attorno alle dita dell'altro e poté giurare di aver perso completamente il controllo in quel momento, ma per la prima volta dopo anni, non se ne pentiva per nulla.
Sapeva che aveva molte colpe nei confronti di Roderich, l'aveva usato, non l'aveva mai ringraziato per ciò che era stato capace di dargli e ora...ora non riusciva a esprimere riconoscenza in nessun modo, se non con quello sfiorarsi.Un contatto quasi proibito, non per altro il tedesco si sentiva ancora diviso tra le promesse fatte a sé stesso e ciò che ora come ora desiderava. Doveva dimenticarsi per una volta dei suoi doveri e pensare solo a ciò che c'era tra di loro, ma il pensarci costantemente lo rendeva ancora più confuso.

 

-Ludwig...- La voce sottile dell'austriaco raggiunse le sue orecchie, un flebile sospiro in quel silenzio, ma per il biondo non c'era nulla di più rilassante del sentire pronunciato il suo nome dall'altro.Si allontanò quel poco che bastava per guardarlo negli occhi e Roderich nascondeva chiaramente l'imbarazzo sistemandosi nervosamente la montatura degli occhiali.

 

-Lo so,scusami, mi sono lasciato troppo andare.-Roderich sapeva quanto i pensieri e i gesti di Ludwig non combaciassero.In quel caso, per quanto si fosse appena scusato, il moro riusciva a leggere nei suoi occhi che non si sentiva per nulla in colpa.L'aveva fatto perchè lo desiderava,l'avrebbe rifatto un'altra volta se avesse potuto,ma aveva deciso di dare spazio all'altro. Non avrebbe sopportato di vederlo allontanarsi da lui o sentirsi obbligato a ricambiare con sentimenti che in realtà non lo riguardavano.

La mente del tedesco viaggiava velocemente,non si accorgeva neppure di quanto quell'allontanarsi rendesse Roderich solamente più insicuro.
Cosa poteva fare,dirgli la verità? Ammettere che l'aveva sperato per così tanto tempo?

 

Ludwig si alzò lentamente e distolse lo sguardo da lui.Non voleva vedere delusione proiettata negli occhi scuri dell'austriaco.No,doveva andarsene al più presto o la situazione sarebbe diventata ingestibile in fretta.Quando provò ad allontanarsi,però,sentì la mano di Roderich stringergli delicatamente il polso,ma questo non bastò per fargli cambiare idea.

No,non doveva andare così, non voleva che lo accontentasse di nuovo, che accontentasse qualche sua follia come in passato.

-Odio quando fai così.-
Parlò l'austriaco.Il suo tono era infastidito,freddo e impassibile. In poco tempo quell'atmosfera sembrò essere smorzata completamente. Diamine,Ludwig non si era mai odiato così tanto in sua compagnia come ora.Non aveva neppure il coraggio di guardarlo negli occhi e ammettere tutto, ammettere che l'aveva sempre desiderato e che anche anni fa, l'annetterlo alla Germania, facendone una questione prettamente politica, era anche un piccolo modo per dimostrargli quando lo volesse.

Era stato un modo troppo egoistico per dirglielo e biasimava benissimo Roderich per non averlo compreso.

-Quando ho detto di non dare più peso al passato pensavo che fosse chiaro ciò che intendevo dirti.-
Quelle parole lo fecero voltare e Roderich rimase stupido nel vedere quale fosse l'espressione dipinta sul volto del biondo.Era sconvolto,dispiaciuto per tutta quella storia, ma continuava a non comprendere.

Vide il moro alzarsi lentamente e le dita fini si strinsero delicatamente sul bicipite di Ludwig.Per quanto non stesse facendo forza, quella presa pareva bloccare completamente il tedesco, lo facevano sentire intrappolato. Nello sguardo di lui, nelle sue parole.

-Non ti aspettare un trattato scritto da parte mia.A differenza di te, io so bene cosa provo.-
Quella frase era un misto di orgoglio e ironia, tratti tipici dell'austriaco.Ludwig non aveva idea del motivo, ma tutto gli parve più chiaro e sapeva dove Roderich voleva andare a parare.

Si passò una mano dietro al capo un po' imbarazzato e distolse lo sguardo, puntando gli occhi contro la grande vetrata che avevano entrambi al loro fianco.

 

-Roderich,- Dopo un paio di attimi di silenzio, Ludwig parlò dopo aver preso un respiro profondo.Non aveva pensato abbastanza alle parole giuste per esprimere ciò che stava pensando, che stava provando, ma ci avrebbe provato. -Lo so che può sembrare banale e troppo schietto,ma tu..mi sei sempre piaciuto.-

Le labbra dell'austriaco era già lì, pronte ad incresparsi in un sorriso di soddisfazione ed orgoglio.Aveva vinto lui questa volta,ma dietro a quell'apparenza fiera, Roderich sentiva anche una forte stretta prendergli il petto, come se tutti quegli anni di attesa e di silenzio fossero di colpo cancellati.

-E non intendo per quello che suoni...- Quella frase parve del tutto ingenua, ma fece divertire l'interlocutore di Ludwig e quest'ultimo cercò di mascherare l'imbarazzo sorridendo anch'egli, per quanto il rossore del suo viso lo stava tradendo completamente.

-Sei uno sciocco, ma nel tuo folle modo di mantenere l'autocontrollo ci trovo qualcosa di affascinante.-
Questa volta fu Roderich a dover dar conto del suo, di imbarazzo, ma non importava perchè finché erano entrambi a condividerlo, l'austriaco non si sentiva fuori posto.

 

Ed era proprio come anni fa, quando per la prima volta suonavano quel breve ed intenso valzer. Entrambi non sapevano più che cosa aggiungere e per questo si risedettero di nuovo davanti a quel pianoforte e.... ovviamente, ricominciarono a suonare.

 

 

 

NOTE DELL'AUTRICE
1* = L'Eroica di Beethoven è dedicata a Napoleone. Lo zampino nascosto di Francis 8D LOL, in ogni modo Prussia/Germania e Austria sono sempre state amiche/nemiche dello stato Francese e quindi ho preferito sottolineare il fatto che i due fossero infastiditi dalla dedica dell'artista.
2* = Mi riferisco quando nel 1938 l'Austria è stata annessa alla Germania con il nome di "Anschluss". In realtà, molti sostengono che la maggior parte degli austriaci furono favorevoli alla decisione in quanto avvenuta attraverso una sorta di referendum. In realtà, le schede di voto erano "truccate" dato che la casella del SI era centrale e molto più grande di quella del NO. In ogni modo, alcuni saranno stati anche favorevoli, ma è anche attestata la presenza di resistenza austriaca. (Di certo non pari a quella di Francia e Italia.)

Consiglio ovviamente di sentire il pezzo che mi ha ispirato per la fanfic trovabile singolo su Youtube.

Detto questo, che dire, la seconda fanfic di Hetalia partorita in non-so-quando-tempo-sono-troppo-lenta. La cosa divertente era che inizialmente mi ero dedicata a ben altre OTP (sì, non mi sono dimenticata di Turchia,povero.), ma dopo aver letto un paio di doujinshi non ho resistito.
Inutile dire che nello scrivere voglio lasciar intendere che non c'è un seme/uke tra i due, sono dell'idea che entrambi possano essere reverse caratterialmente e non mi piace seguire il tipico stereotipo del fandom in cui Ludwig è spaccone e Roderich subisce tutto.
Detto questo,adios! O dovrei dire Auf wiedersehen (?) 
LA PROSSIMA SARA' UNA SPUK,O FORSE NO.

 

  
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