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Autore: iaia_86    30/12/2008    3 recensioni
Breve raccolta di flash-fic incentrata su alcuni personaggi di Bleach. Cerca di sondarne l'animo.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Jaggerjack Grimmjow, Schiffer Ulquiorra
Note: Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
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Regalo Dante
Salve a tutti, questa è la prima volta che mi cimento scrivendo una fanfic su Bleach. Ho scelto tre personaggi che adoro, ed ho cercato di sondarne l'animo. Sono tre piccole flash-fic. Spero siano di vostro gradimento! Per alcuni potrebbero risultare spoiler. Un bacione grande, iaia.




Pensieri rotanti nel cielo d'estate.



Ulquiorra.





Era in piedi, tutt'intorno a lui una distesa di sabbia. Così tanta da non riuscire ad identificarne i confini. Se non fosse stato per le torri del palazzo che si ergevano maestose all'orizzonte, avrebbe faticato ad orientarsi.
Il vento soffiava incessante, creando vortici che smuovevano migliaia di granelli fini. L'orlo della sua veste ondeggiava al ritmo delle raffiche potenti. Il suo viso rimaneva imperturbabile.
I vuoti occhi verdi fissavano il nulla, perdendosi nel filo dei pensieri del loro possessore.
Quel mare di sabbia gli evocava ricordi che non riusciva a catalogare.
Solitudine. Quello era quanto di più umano avesse mai potuto provare, lui a cui di umano non rimaneva assolutamente nulla, se non l'aspetto fisico.
Nel processo di trasformazione in hollow aveva perso il suo corpo. Unendosi ad altri simili nella formazione di un menos grande aveva perso la sua identità personale, che era riemersa prepotente, seppur un po' modificata, nel momento in cui si era evoluto in un gillian. A quel punto del suo percorso poteva ancora dire di avere una coscienza? Quand'era che questa era andata infrangendosi per dare vita alla creatura fredda e spietata che era ora?
Aveva divorato i suoi simili per ottenere il potere necessario per evolversi e diventare finalmente un arrancar. Da lì ad entrare negli Espada il passo era stato molto breve.
Allora perchè, si chiedeva, continuava a provare quella fastidiosa sensazione di solitudine? Perchè, sebbene fosse una creatura potente e senza apparente coscienza, ancora adesso provava dolore nel punto in cui si era spezzata la sua catena e non era rimasto altro che un buco? Accecato da una rabbia che non gli apparteneva, nei combattimenti cercava di ricreare la stessa condizione di perdita nei nemici, aprendogli un foro tra le scapole e lo sterno.
Spesso la sua testa si riempiva di mille voci, che una volta scomparse gli lasciavano l'amara consapevolezza che queste fossero di persone che erano state importanti per lui.
Era in quei momenti che si recava nel deserto, dove il reiatsu era meno percepibile e poteva finalmente dedicarsi indisturbato ai suoi ricordi.
Perchè ormai l'aveva capito, quelli erano ricordi che la sua coscienza, nel processo, non era riuscita a lasciare indietro.
Si sorprendeva sempre a pensare a quanto fosse umano, dopotutto.
   
 
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