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Autore: Moony_911    04/05/2015    4 recensioni
"Ore 11, riunione urgente Rescue Team. Sala 2. Assolutamente vietato mancare. Massima priorità. Harry.
Che diamine era successo stavolta da richiedere l’immediata mobilitazione del Rescue Team? D’accordo, erano pur sempre l’elite del ministero, un concentrato di talenti da far invidia forse anche a Priscilla Corvonero, ma l’attivazione così, di prima mattina, lasciava spazio a ipotesi catastrofiche degne della Cooman degli anni migliori."
Prendete il meglio del meglio del dipartimento Auror, aggiungete una richiesta di intervento decisamente fuori dagli schemi, un pizzico di amicizie consolidate, amicizie che stanno nascendo, agitare ma non shackerare con una spolverata di rivalità e accoppiate improbabili,alla fine la vera domanda è: quanto sei disposto a metterti in gioco per riuscire a toglierti di dosso le etichette che ti sono state affibbiate fin da quando eri un bambino?
Benvenuti ad Hogwarts Conferences, allacciate le cinture gente, il viaggio ha inizio!
-FanFiction creata in collaborazione con Queen Cassiopea e la pagina FB Dramione FanFiction Italia-
https://www.facebook.com/DramioneFanFictionItalia?fref=ts
Genere: Azione, Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Blaise Zabini, Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Il Secondo Trio (Neville, Ginny, Luna) | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny, Harry/Hermione, Luna/Neville
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Hogwarts Conferences

 

Prologo

 

Erano le 6.40 di una comunissima mattina di metà febbraio quando la sveglia cominciò a suonare impazzita vibrando sul comodino, come ogni mattina da un discreto numero di anni a questa parte, attirando l’attenzione, e gli accidenti, della ragazza che dormiva pesantemente nel letto lì di fianco.
C’erano stati giorni in cui la sveglia era stata prontamente presa e scaraventata contro il muro, inutilmente visto l’incantesimo protettivo creato ad hoc, giorni in cui era stata sostituita da una marcia trionfale improvvisata coi calderoni ed i mestoli recuperati nel baule vicino al letto, ma ormai si poteva dire che Hermione Granger fosse diventata una persona seria.
O almeno, all’apparenza. Perché per qualche legge di compensazione cosmica messa in cantiere da quei burloni di Merlino e compagnia, anche la ligia ed intransigente Hermione Granger, conosciuta ai più come la so tutto io di Hogwarts nonché come una, se non l’unica ed inimitabile, delle streghe più brillanti della propria generazione, aveva il suo punto debole.
Un punto debole che aveva le sembianze di una sveglia indemoniata che puntualmente tornava al mittente se questo in uno slancio di cattiveria, non ancora nel pieno delle proprie facoltà mentali ancora annebbiate dal sonno, la lanciava contro il muro nella speranza si disintegrasse.
Come ogni mattina, Hermione mandò una sequela di accidenti ai due geni del male che le avevano regalato il diabolico marchingegno, che rispondevano al nome di signor e signora Potter.
Una volta messe in moto le sinapsi, realizzato che era l’ora di alzarsi ed aver cominciato il processo di adattamento termico alla temperatura esterna, Hermione decise di alzarsi sperando che quella giornata fosse relativamente tranquilla e dopo essersi preparata, aver salutato quel pigrone di Grattastinchi che vegetava felice sulla poltrona davanti al camino e recuperato le sue cose, si avviò verso l’ufficio.
Per quanto fosse una strega, Hermione aveva deciso di dare un’impronta pressoché babbana alla sua vita, scegliendo di andare ad abitare nella villetta che aveva ereditato dalla nonna, in un paesino poco lontano da Londra che poi aveva scoperto essere abitato da maghi mezzosangue come lei che integravano i due stili di vita senza problemi.
Così uscì dal vialetto di casa, si recò alla caffetteria dietro l’angolo dove servivano un cappuccino e dei muffin semplicemente spettacolari, si fece preparare tutto nella confezione da asporto e si avviò verso la stazione dove prendere la metro per avviarsi verso il Ministero.
Tante volte le avevano chiesto perché farsi 30 minuti di treno ogni giorno quando con un pop sarebbe arrivata nella hall del ministero in un nanosecondo, ma lei rispondeva sempre che non le dispiaceva mantenere un po’ della sua quotidianità babbana.
Arrivò al ministero che erano da poco passate le otto, strisciò il suo badge al totem delle presenze e si avviò verso la sua seconda casa, il dipartimento degli Auror.
Buffo pensare che una secchiona come lei avesse scelto di intraprendere tale carriera, c’era stato anche chi tra i suoi amici aveva storto il naso trovandola all’accademia come recluta ma lei non si era data per vinta.
Come sempre, poiché la sua indole da topo di biblioteca non si era assopito, aveva scelto di intraprendere la scuola di Medimagia approfittando dei posti messi a disposizione ogni anno per gli allievi del corso Auror che desiderassero intraprendere tale carriera e che riuscissero a superare l’ammissione e per quattro anni aveva affrontato il tutto come se fosse la cosa più naturale del mondo mentre solitamente, erano pochi quelli che riuscivano a frequentare la scuola di Medimagia durante il percorso di formazione militare.
Ogni tanto e veniva da ridere ripensando a quanto i primi tempi le avessero fatto rimpiangere il non poter usare una gira tempo come ai tempi di Hogwarts ma se era sopravvissuta all’esame di Anatomia e al suo programma infinito e soprattutto, se era riuscita a farsi passare la paura per il volo, era tutto merito di quella scelta.
Quando il suo Medimago Tutor le aveva chiesto che cosa volesse fare una volta conseguita la laurea, se intendesse specializzarsi o meno, questi non si meravigliò di sentirla affermare che voleva scegliere Lesioni Magiche e Non, una delle specializzazioni più toste e di impostazione maschilista che potessero esserci.
Ma come in ogni cosa, Hermione non si fece impressionare e i tre semestri di specializzazione insieme ai colleghi di altre accademie auror europee, le dettero modo di ampliare le sue conoscenze e di placare un minimo la sua sete di sapere.

Come ogni mattina, sebbene avesse trangugiato la sua solita razione di caffeina durante il tragitto, arrivata davanti al suo ufficio, Hermione trovò la signora Emily Pinksman, la sua adorabile segretaria, che ormai conscia dei suoi bisogni, mise subito a scaldare l’acqua nel bollitore per mettere in cantiere la seconda dose di caffeina della giornata, la prima di una lunga serie.
“Oh, buongiorno Hermione cara..” la salutò la donna.
“Buongiorno a lei Emily, ci sono novità?” chiese con la mano già sulla maniglia.
“No cara, per adesso tutto uguale a ieri sera…”.
Hermione ringraziò la donna ed entrò nel suo ufficio dove una pila di pratiche da revisionare l’attendevano.
-Un fantastico inizio di giornata- pensò tra se e se –speriamo almeno che ne venga fuori qualcosa di interessante…-.
Insegnare era una cosa che le era sempre piaciuta, probabilmente se non avesse deciso di entrare nel corpo degli Auror, avrebbe preso in considerazione l’insegnamento, anche se, allo stato attuale delle cose, parte del suo lavoro consisteva anche nell’istruire le nuove leve.
Trovava divertente rendere le sue lezioni stravaganti, un po’ come quelle della Cooman ai tempi della scuola, che puntualmente scansava come fossero dannose alla salute, tanto che erano diventate uno degli avvenimenti in calendario più atteso dagli studenti.
Sistemò con cura maniacale la scrivania, scelse i primi fascicoli da revisionare e aveva appena preso posto sulla poltrona quando vide un post-it giallo fluo piegato a mò di aeroplanino andarle incontro.
Lo aprì e non le ci volle molto per individuare chi fosse il mittente.
Ore 11, riunione urgente Rescue Team. Sala 2. Assolutamente vietato mancare. Massima priorità. Harry.
Che diamine era successo stavolta da richiedere l’immediata mobilitazione del Rescue Team? D’accordo, erano pur sempre l’elite del ministero, un concentrato di talenti da far invidia forse anche a Priscilla Corvonero, ma l’attivazione così, di prima mattina, lasciava spazio a ipotesi catastrofiche degne della Cooman degli anni migliori.

Decise di dare un colpo di telefono ad Harry nella speranza, invana, di scucirgli qualche informazione in anticipo così da poter adeguare l’umore ma  scoprì che neanche lui sapeva esattamente il motivo della convocazione.
“Harry James Potter, giuro che se mi stai raccontando una balla ti lego a testa all’ingiù al pennone della torre di Londra!” gli disse sperando che lo sfoderare una parvenza di personalità minacciosa, convincesse l’amico a scucire qualche dettaglio.
“Davvero Herm, sapesssi qualcosa saresti la prima ma la richiesta viene direttamente da King e solo lui conosce il vero motivo….”.
“Spero solo non sia successo niente di grave, l’ultima cosa che vorrei è ritrovarmi a ricucire amici o dover spiegare ad una famiglia perchè un loro caro si trova disteso sul mio tavolo aperto in due….” commentò sarcastica Hermione riferendosi ad uno degli ultimi scontri in cui gli auror si erano ritrovati coinvolti dopo i quali si era ritrovata a dover ricucire amici e colleghi, Harry incluso, che erano rientrati ammaccati.
“Lo so Herm, ma se fosse successo qualcosa di così eclatante l’avremmo saputo subito, il responsabile di certo non avrebbe taciuto un colpo del genere!”
“Lo spero davvero… quindi ha convocato tutti?”.
“Presumo di si…”chiese Harry cercando di interpretare la curiosità dell’amica.
“Niente, niente…” divagò la giovane.
“Fammi indovinare? Muori dalla voglia di incontrare la tua nemesi?”.
“Talmente tanto che piuttosto faccio come Merlino, prendo la borsa a perline, ci butto dentro un paio di cambi e me ne vado alle Hawaii!”.
“La smetterete mai?”.
“...Disse quello con cui si sono presi a sberleffi per sette anni di fila…Fossi in Ginny sarei gelosa del tuo amore folle per Malfoy, mi fate quasi salire la glicemia a livelli improponibili da quanto siete civili tra di voi!”.
“Tesoro ma che hai mangiato a colazione, latte acido?”.
“Sai com’è, non sono acida, è che mi disegnano così!” rispose Hermione imitando Jessica Rabbit.
Non c’era verso, lei e Malfoy erano come il giorno e la notte, si incontravano solo due volte al giorno, ma era anche troppo.
“Va bene Jessica,” concluse Harry che seduto sulla poltona davanti alla scrivania stava cercando di non ridere “le scartoffie mi stanno guardando male, temo mi schianteranno se non dedico loro un minimo di attenzioni, vedi di essere puntuale e non costringermi a venirti a scovare nel Limbo…”.
“Ci sarò capo Potter, tranquillo, il Limbo potrà fare a meno di te anche per questa volta…”.
Si salutarono ed Hermione decise che, vista la giornatina leggera che le si prospettava davanti, aveva il sacrosanto diritto di mettersi comoda.

Odiava il camice bianco e su questo non c’erano dubbi. O meglio, non odiava il camice, odiava il bianco. Troppo delicato,troppo asettico, troppo monotono, in barba a quei carampani dei piani alti che imponevano l’uso del camice in ogni occasione, Hermione aveva deciso di adottare una divisa colorata, viola per la precisione, di quelle con la casacca con lo scollo a V che venivano usati anche negli ospedali babbani.E per farla ancora più babbana, aveva preso una felpa di cotone a maniche lunghe e nel negozio di articoli sportivi vicino casa e vi aveva fatto stampare sul retro una croce di Esculapio e la scritta “Sezione Lesioni Magiche e Non” e il suo nome sul davanti.Indossò le scarpe da ginnastica,dette una sistemata ai capelli che parevano come al solito,essere dotati di vita propria e tornò a sedere alla scrivania.
Le successive due ore prima della riunione passarono relativamente veloci, come ogni volta, quando entrava in modalità lavoro, Hermione aveva la capacità di estraniarsi dal mondo tanto che neanche sentì la sua segretaria entrare per avvertirla se non al quarto richiamo.

Quando si rese conto che mancavano sette minuti all’inizio della riunione, saltò su dalla sedia, prese la sua borsa e corse verso la sala riunioni del Rescue Team.
Aprì lentamente la porta della sala riunioni sperando che il suo millesimale ritardo passasse inosservato quando la voce di Kingsley la raggiunse.
“Oh, Hermione,vieni avanti, ti stavamo aspettando!”.
Tutto si sarebbe aspettata quando si chiuse la porta alle spalle, tranne quello che sarebbe stato detto di lì a cinque minuti.
Quello, decisamente, non sapeva come gestirlo.





Moony's corner


Eccoci qua ai blocchi di partenza di questa nuova storia, nata in collaborazione con QueenCassiopea e la pagina di Fb Dramione Fan Fiction Italia.
Cosa sarà successo da lasciare perplessa Hermione? Che si aprano le scommesse!
Se il capitolo è stato di vostro gradimento, se volete fare ipotesi su cosa succederà, se semplicemente volete lanciare pomodori virtuali, lasciate pure un segno del vostro passaggio!
Ci sentiamo lunedì prossimo per il nuovo capitolo!
Ps. se vi va passate da questa pagina https://www.facebook.com/DramioneFanFictionItalia?fref=ts ci sono tante chicche Dramione, spoiler, estratti da altre fanfiction che magari non avete ancora letto,ne vale davvero la pena!

Moony
  
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