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Autore: Persefone3    04/05/2015    3 recensioni
Maine. Storybrooke sembra una pacata e tranquilla cittadina di provincia, quando non è al centro di qualche crisi fiabesca. Stavolta, però, qualcosa la scuote fin dentro le sue fondamenta e tutto quello che crediamo di sapere sulle favole viene messo in discussione. Si tratta di un qualcosa che porta Hook a volersi allontanare e a lasciarsi tutto alle spalle. Ma lui non è più lo stesso pirata di un tempo e la mancanza di quello che aveva in città lo porta a tornare indietro. Il punto è che la città che il capitano trova al suo ritorno non è la stessa che aveva lasciato lasciato otto settimane prima.
Genere: Angst, Avventura, Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Henry Mills, Killian Jones/Capitan Uncino, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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I. In The Middle of the Sea
 
Otto settimane. Erano passate solo otto settimane da quel maledetto giorno, ma poi il richiamo per tornare era stato troppo potente per essere ignorato. Dopo aver assistito al crollo di quello che era il suo mondo, Hook era tornato a fare quello che sempre aveva fatto: pensare solo a se stesso e quindi andarsene. Troppo dolore da sopportare ancora una volta. Aveva preso la sua nave e si era dileguato nella notte, lasciando tutti al loro destino. In fondo è quello che i pirati fanno. E poi non aveva più nessun senso rimanere. Aveva anche disperatamente cercato di tornare ad essere lo spietato ed egoista pirata che era stato un tempo, ma nel buio della sua cabina aveva sempre l’impressione di vedere due occhi verdi fissarlo intensamente. Non avrebbe mai potuto ignorarli e non riusciva a darsi pace. Durante l’ennesima notte insonne, il pirata decise di arrendersi al senso di colpa che lo stava perseguitando. Buffo, chi l’avrebbe mai detto che Capitan Hook potesse essere vittima dei sensi di colpa? Nessuno. Ma che Killian Jones avesse un cuore leale, di certo non poteva essere messo in dubbio. Anche quella sera il suo sonno era durato appena un paio di ore. Si era svegliato di soprassalto nella sua cabina, solo e madido di sudore. L’aveva sognata per l’ennesima volta: lei, la sua Emma, il suo vero amore, il suo lieto fine, il suo candido biondo cigno. Lei gli aveva fatto visita ogni singola notte da quando si era messo in mare. Stavolta, però, il sogno era stato particolarmente vivido e lo ricordava sin nei minimi dettagli.
Erano sdraiati su un rigoglioso prato verde: Emma indossava una bianca tunica lunga fino ai piedi. I lunghi capelli erano sciolti sulle spalle, morbidi e leggermente mossi. Quello che più amava in lei era il fatto che la sua naturale bellezza venisse esaltata dalla semplicità. Hook le si era avvicinato ed Emma aveva iniziato ad accarezzargli il viso. Aveva sentito il cuore esplodergli di gioia: sapeva che era un sogno, ma le sue mani e le sue carezze gli mancavano dannatamente. Si era immediatamente avventato sulle sue rosee labbra: erano sempre calde e buone come le ricordava. L’aveva fatta stendere sulla schiena e aveva continuato a tenere le labbra incollata alle sue. Più le assaporava e più si sentiva come ubriaco e ne voleva ancora di più. E poi improvvisamente l’atmosfera intorno a loro si trasformò in modo radicale. Il limpido cielo era stato oscurato da una nera coltre di nubi. Si erano tirati su per cercare di capire cosa stesse succedendo. Emma si era aggrappata a lui con forza e Hook la stava stringendo affinché fosse ancora più salda a lui. Non aveva nessuna intenzione di lasciarla andare. Possibile che anche nei sogni la realtà dovesse riemergere prepotentemente? Un fulmine dal cielo cadde proprio accanto a loro, aprendo una voragine nel terreno. Stava inghiottendo tutto quello che li circondava e stava pericolosamente raggiungendo Emma che si trovava proprio nella sua traiettoria. Hook aveva inutilmente cercato di farla spostare in modo da frapporsi tra lei e la voragine, ma non ci era riuscito. Era come se le sue muscolose braccia fossero completamente prive di forza. Il vortice si stava facendo sempre più minaccioso ed Emma stava per essere inghiottita dal nulla.

.- Emma, tieniti forte a me!
- Non ci riesco – aveva detto mentre stava cercando di rimanere salda al corpo del pirata.
- Non posso perderti anche qui!

Quando Emma aveva capito che per lei non c’era più niente da fare e che, anzi, la voragine avrebbe inghiottito anche lui, aveva alzato la testa e lo avevo guardato con infinito amore.

- Prenditi cura di Henry, mi raccomando …

Aveva appena avuto il tempo di stampargli un ultimo fugace bacio sulla bocca prima di mollare la presa e scomparire nelle viscere della terra. Hook aveva cercato disperatamente di seguirla, ma la terra si era subito richiusa dopo avergli strappato il suo vero amore. Sentì il dolore lacerargli l’anima e solo in quel momento si era svegliato in un bagno di sudore.
Si era alzato di scatto dal letto e barcollando era andato a versarsi un bicchiere d’acqua. Vuotò il bicchiere d’un fiato e si maledì per aver finito il rhum: stava ancora sudando freddo e il suo cuore non sembrava avere alcuna intenzione di rallentare i battiti.
Prenditi cura di Henry. Queste parole gli rimbombavano nella testa. Già Henry. Chissà come stava il ragazzo, anche lui aveva perso quasi tutto quel maledetto giorno di due mesi prima. Il capitano si era così fatto divorare dal proprio dolore che invece di stare accanto al ragazzo si era dileguato. Si ritrovò a pensare che per la seconda volta lasciava qualcuno in balia dell’inesorabilità del destino. Ma si sa, le vecchie abitudini sono dure a morire. Hook si sedette su una sedia e portò una mano al collo, in cerca della sua catenina, quella che era solito tormentare quando era nervoso o preoccupato. Fu quando le sue dita andarono a vuoto che si ricordò di non averla più al collo. Quello era un riflesso condizionato maturato in più di trecento anni di abitudine, ma il motivo per cui non aveva più la catenina era più che valido. Nonostante questo l’inquietudine non accennava a diminuire, così aprì un cassetto della sua scrivania. Ne tirò fuori quello che ormai era diventato il suo talismano: una collanina con un ciondolo a forma di cerchio. Era l’unica cosa che gli era rimasta di lei. Quando il pirata sentiva che il peso dell’assenza di Emma lo stava per uccidere, faceva sempre così: stringeva quel ciondolo. E proprio mentre lo teneva, capì che era ancora in tempo con Henry, non lo avrebbe abbandonato come aveva fatto con Bae. Doveva tornare a Storybrooke. 
Come il sole fu sorto, Hook preparò la nave per il rientro. Otto settimane di navigazione erano molte, ma la sua Jolly Roger sapeva volare quando era necessario. In una settimana, facendo pochissime pause e aiutandosi con un piccolo rimedio magico, che Emma gli aveva procurato non molto tempo prima, sarebbe stato di ritorno a Storybrooke. Il vero problema era come ripresentarsi agli altri. Dopo quel periodo di assenza, non poteva semplicemente ripiombare tra loro facendo finta che non fosse successo niente. E non poteva neanche dire semplicemente a Henry qualcosa del tipo ragazzo sono qui ora e puoi contare su di me.
La quarta sera di navigazione, stava controllando la rotta con il suo sestante: se i suoi calcoli erano esatti, e lui non li sbagliava mai, Storybrooke era a soli tre giorni di navigazione. Tre giorni. Hook si fermò a riflettere un momento su ciò. Era palese che se non avesse voluto arrivare fino in fondo, era quello l’ultimo momento utile per tirarsi indietro e rimettere miglia e miglia di distanza tra lui e il suo dolore. Guardò il sestante e si ricordò perfettamente della prima volta che lui e il ragazzo avevano instaurato quel forte legame che li aveva uniti.
Henry aveva appena perso suo padre per mano di Zelena e non aveva ancora riacquistato la memoria. Per cercare di lenire il dolore della perdita, il pirata si era offerto di portarlo in barca. Emma si era raccomandata di fare attenzione e lui le aveva assicurato che il ragazzo sarebbe stato al sicuro sotto la sua custodia. Dopo un lungo giro in mare, si erano fermati sua una spiaggia. Hook stava aspettando il momento giusto per mostrare ad Henry come usare un sestante.

- Cos’è? – aveva chiesto Henry quando Hook lo aveva chiamato vicino a sé.
- Questo ragazzo, è un sestante. È uno strumento usato dai marinai per navigare.
- Come un GPS?
- Sì … ci dice la nostra posizione in base alle stelle.
- Non sono sicuro che il GPS funzioni così, ma cos’ha a che fare con mio padre?
- Gli ho insegnato a navigare con questo, proprio come farò con te.
- Eravate in marina insieme?
- No, Bae … Neal era solo un ragazzo quando gliel’ho insegnato.
- Aspetta … ma non avete la stessa età? Sembra che più mi parliate di mio padre, meno le cose abbiano senso. Non voglio imparare a navigare, voglio solo sapere qualcosa di lui che non sembri inventato, così che possa piacermi. Come posso provare qualcosa per la sua morte se non so nulla di lui quando era vivo?
- Mi sembra giusto ragazzo. Non ti ho detto perché ho insegnato a tuo padre a navigare. Aveva appena perso suo padre e pensavo che il mare potesse cancellare il suo dolore.
- Anche lui ha perso suo padre?
- Sì, a causa di qualcosa di oscuro e malvagio quando era poco più grande di te. Vedi, potrai non sapere molto su di lui, ma avete in comune più di quanto credi.

Dopo quella sera, Hook aveva sentito che un profondo rapporto di fiducia si era instaurato tra loro. Fiducia che lui aveva incrinato, ma che era più che intenzionato a riconquistare. Ricordava bene quel periodo: Emma era distrutta dal dolore della morte di Neal e la cosa che lo spaventava di più era che la donna si trincerasse dietro quel dolore. Per fortuna Emma non lo aveva fatto e si era comunque lasciata andare ai sentimenti che provava per lui. Non era stato facile, ma ne era davvero valsa la pena. Chiuse gli occhi e con la mente tornò all’esatto momento in cui la loro relazione aveva smesso di essere un semplice flirt e si era trasformata in qualcosa di molto più serio e profondo.

- Swan, non farmi bere solo.
- Non sono dell’umore adatto per bere o per un uomo.
- Mi dispiace non averti ascoltata oggi. D’accordo, so che senti di avere tutto sulle spalle, ma a un certo punto, anche se siamo molto diversi, devi fidarti di me.
- Pensi che si tratti di questo? Che non mi fido di te?
- Non si tratta di questo?
- Ma certo che mi fido di te!
- E allora perché continui ad allontanarmi?
- Perché tutti quelli con cui sono stata sono morti! Neal, Graham, persino Walsh. Ho perso tutti quanti, non posso perdere anche te.

A quelle parole Hook aveva sgranato gli occhi. Il suo timore era quello di non poter essere un uomo migliore per lei e di conseguenza di non essere alla sua altezza, mentre quello di Emma era semplicemente perderlo. 

- Amore mio – aveva detto il pirata con dolcezza – non devi preoccuparti per me. Se c’è una cosa in cui sono bravo è sopravvivere.

E poi l’aveva baciata con una nuova consapevolezza dentro. Emma era davvero la donna per cui valeva la pena vivere e amare. Ovviamente come tutte le relazioni non era sempre stata rose e fiori. Avevano avuto anche loro alti e bassi, come quando Hook le aveva nascosto il fatto che Rumple gli aveva strappato il cuore o dei trascorsi che aveva con Ursula. Alla fine, però, una sola cosa era sempre rimasta intatta: la fiducia reciproca. Perché Emma lo aveva accettato per quello che era e lui altrettanto. Emma, d’altro canto, glielo aveva fatto capire palesemente quando, nel suo ufficio gli aveva detto perché voleva sapere di Ursula.

- So che mi nascondi qualcosa del tuo passato con Ursula, e non fa niente. Quello che non va bene è che mi hai mentito al riguardo.
- Sì, tesoro, hai ragione. Non sono stato interamente sincero con te. La verità è che mi ricordo cosa è successo e non è stato bello.
- Le hai spezzato il cuore?
- Peggio.
- Senti, qualunque cosa sia successa, non sei più quella persona. Tra noi non cambierà niente.
- Hai molta fiducia in me, Swan.
- Lo so, e lo faccio per un buon motivo. Ho sempre avuto questa tendenza ad aspettarmi il peggio dalle persone, che prima o poi mi hanno sempre deluso,
- Io non ho intenzione di deluderti.
- Lo so. E qualsiasi cosa sia successa con la Strega del Mare, puoi dirmela quando sarai pronto. Perché io scelgo di vedere il meglio di te.
- E io con te.

Era proprio in nome di quel buono che doveva farsi vivo e tornare. Il filo dei suoi ricordi fu interrotto da una colomba che si era posata sul timone. Legato alla zampa, recava un messaggio. Hook sfilò la pergamena e la aprì.
“So che stai soffrendo, ma ci sono delle cose che devi sapere.
Torna. Abbiamo bisogno del tuo aiuto.
Snow.”
 
Il pirata stentava a credere ai suoi occhi. Se Snow aveva scritto quelle cose c’era sicuramente un valido motivo. Non era più il momento di tentennare ma di agire. Riprese subito la navigazione. I tre giorni di viaggio mancanti potevano essere benissimo ridotti a uno e mezzo. Fece gonfiare le vele e vi soffiò sopra gli ultimi granelli della polvere di Eolo che aveva usato per affrettare il ritorno. Destinazione ultima del suo viaggio Storybrooke. Senza ripensamenti. 


ANGOLO DELL'AUTRICE:
Della serie #nonvilibereretetantofacilmentedime , inauguriamo una nuova long. Diciamo che queste ultime puntate hanno stuzzicato la mia fantasia e che era da un po' che volevo scrivere una Capitan Cobra Swan (perchè di questo si tratta in fondo ;P). Questo primo capitolo è ovviamente introduttivo, ma già nel prossimo, che ho in cantiere, capirete un po' meglio dove voglio andare a parare. Spero vi piaccia e avrete voglia di seguire fino in fondo come si evolverà la faccenda. Dal canto mio, spero di farvi una buona compagnia. Ancora non so di preciso quanto e come sarà lunga la storia, ma l'ossatura centrale è più o meno delineata! Conto di postare settimanalmente i capitoli.
#diamoilbentornatoaglispiegoniPersefone e buona lettura! Se volete lasciarmi qualche vostra impressione ed eventuali suggerimenti, non potrò che esservene grata! ;)
Un abbraccio
Persefone 
  
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