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Autore: giambo    04/05/2015    4 recensioni
Stringeva tra le mani quel corpo minuto che aveva amato per così tanti anni, lo stringeva e ne percepiva il freddo terribile della morte nelle membra, la consapevolezza che quello che teneva non era altro che un vuoto involucro di carne.
Sentiva sua figlia piangere, ma era un rumore ovattato, quasi giungesse da lontano, come se attorno a lei ci fosse solo un immenso, incolmabile vuoto, lasciato da lui.
“Crilin...”
Ora sapeva cosa significava provare il dolore più atroce.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: 18, Bulma, Crilin | Coppie: 18/Crilin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dolore

 

Dolore.

Una sensazione a lei completamente sconosciuta.

Crilin...”

Non si trattava del dolore fisico, brutale e bruciante. Quello lo conosceva. L'aveva provato da giovane, quando era tra le mani di un pazzo, così come l'aveva provato una volta finita tra le grinfie di Cell.

Ma ora era diverso. Non era il solito dolore, lei non era ferita.

Allora perché stava soffrendo così tanto?

Stringeva tra le mani quel corpo minuto che aveva amato per così tanti anni, lo stringeva e ne percepiva il freddo terribile della morte nelle membra, la consapevolezza che quello che teneva non era altro che un vuoto involucro di carne.

Sentiva sua figlia piangere, ma era un rumore ovattato, quasi giungesse da lontano, come se attorno a lei ci fosse solo un immenso, incolmabile vuoto, lasciato da lui.

Crilin...”

Ora sapeva cosa significava provare il dolore più atroce.

Il dolore capace di distruggerti dall'interno, quello capace di frantumarti il cuore e la mente, il sentimento più terribile che una persona, anche se un cyborg, potesse provare.

Hai finito di piangere?”

Stava piangendo? Non se ne era neanche accorta. Le lacrime avevano preso a cadere dai suoi splendidi occhi, per la prima volta da quando aveva ricordo di sé. Non aveva mai pianto in vita sua, nonostante ne avesse avuto innumerevoli motivi per farlo. Ma ora era diverso.

Perché...” fu in quell'istante che comprese un'altra cosa, una cosa che mai prima di allora aveva sperimentato.

Dopo il dolore, subentra la rabbia.

Si alzò, osservando, da dietro la patina di lacrime, la figura davanti a sé. Era lui, suo fratello, carne della sua carne e sangue del suo sangue, la persona con cui aveva condiviso per anni gioie e dolori.

Eppure lo stava odiando con tutto il suo essere.

Perché...perchè me l'hai portato via?” agì senza pensare alle conseguenze, senza pensare a ciò che stava per colpire con tutta la sua forza, il volto sfigurato dalla rabbia e dal dolore.

Non dovevi farlo! NON DOVEVI!” lo colpì con tutta la forza che aveva, desideriosa solamente di infliggergli più sofferenza possibile, la stessa che le stava dilaniando il cuore.

Ridammelo! Ridammelo! RIDAMMELO!”

Ma la sua rabbia, il suo odio, non bastavano per colmare il suo cuore ormai vuoto. Ma soprattutto, non sarebbero mai bastati a cancellare quel ghigno di pura follia dal volto di suo fratello, colui che le aveva tolto la persona a cui teneva di più al mondo.

Lui se ne è andato ormai, sorellina.”

NO! LO RIVOGLIO!”

Non è più possibile...”

RIDAMMI MIO MARITO! RIDAMMELO!!!”

CRILIN!

 

 

Si sollevò di scatto, gli occhi spalancati nel vuoto ed il respiro affannoso.

Rimase immobile per oltre un minuto, nel tentativo disperato di calmarsi, mentre sudore freddo le scendeva lungo il filo della schiena.

È stato solo un sogno...

Ma quel sogno aveva un fondo di verità.

Perché quel letto dove era sdraiata non era il suo, e quella stanza non era situata alla Kame House.

Ma soprattutto, al suo fianco non c'era Crilin.

C18 si portò lentamente una mano davanti al viso, quasi stesse cercando di nascondere la cruda realtà che le si parava davanti, mentre le si formava un doloroso nodo alla gola.

Questa non è vita...

Ormai erano passate parecchie settimane da quel giorno, ma alla bella cyborg le sembrava non fosse passato neanche un minuto da quel tragico momento in cui aveva visto suo fratello gemello uccidere l'uomo che amava.

Si alzò dal letto, incapace di restare ferma un secondo di più. Mentre si dirigeva all'uscita della stanza, passò davanti ad un grande specchio, dove potè constatare che la sera prima non si era neanche cambiata prima di cadere preda dei suoi incubi notturni. Nonostante l'immagine che lo specchio rifletteva fosse quella di una splendida, giovane donna, dentro di lei si sentiva incredibilmente vecchia e stanca.

Non sono da buttare... riflettè con macabro umorismo, mentre osservava i propri occhi, pieni di rabbia e dolore. Ma credo ormai di avere troppi anni, pur non dimostrandoli.

Si inoltrò nei corridoi della Capsule Corporation, deserti a causa dell'ora. Da quando Crilin era morto, C18 non era più riuscita a vivere alla Kame House. Ogni volta che superava la soglia della casetta, un immenso nodo alla gola le toglieva il fiato, mentre la sua mente non smetteva di ricordarle ogni, singola volta, in cui suo marito aveva usato un determinato oggetto. Alla fine, ingoiando il proprio orgoglio, aveva chiesto ospitalità a Bulma, per il tempo necessario a Goku e Pan di recuperare le sfere, e riportare in vita Crilin.

Tuttavia, ormai erano passate parecchie settimane dalla loro partenza, e non avevano più ricevuto loro notizie. Per C18 quei giorni erano stati di una lentezza snervante, un grigio piattume che si strascicava avanti senza nessuna novità di alcun tipo. La cosa che l'aveva più fatta arrabbiare però, era stata l'esasperante cortesia di tutti i vecchi amici di suo marito nei suoi confronti. La cyborg non li criticava per quell'atteggiamento, ma avrebbe preferito che lo evitassero: non facevano altro che ricordargli lui.

Una volta in cucina, la bionda prese un bollitore, lo riempì d'acqua e lo mise a scaldare. Una tazza di té l'avrebbe aiutata a calmarsi.

Il tempo in cui l'acqua si scaldava lo trascorse pigramente seduta sul grande tavolo di cucina, con il viso nascosto tra le mani, mentre i secchi ticchetii dell'orologio appeso sul muro scandivano il lento scorrere dei secondi. In quei lunghi, lunghissimi minuti, cercò di non pensare, perchè ogni volta che azionava la mente, le saliva un nodo alla gola, facendole ricordare la sua solitudine.

Crilin dove sei? Perché sei morto? Ho bisogno di te...ho bisogno che tu stia al mio fianco.

Si alzò sospirando. L'avevano sempre definita una donna dura, una che non si faceva mettere i piedi in testa da nessuno. Eppure, senza l'apporto ed il supporto di suo marito, così gentile, tranquillo e dolce, si sentiva debole e spaesata. Senza una guida, incapace di affrontare la propria vita.

“Non riusciamo a dormire, vedo.”

C18 si girò di scatto, osservando il volto stanco, ma sorridente, di Bulma.

“No.” rispose semplicemente, mentre andava a gettare l'infuso di erbe nell'acqua, ormai bollente.

La scienziata si limitò a sedersi, mentre l'androide andava a tirare fuori due tazze.

“Capisco.” dichiarò semplicemente l'azzurra. “Non deve essere facile.” la cyborg si limitò a versare ad entrambe la bevanda, per poi sedersi a fissare il fondo della propria. Di fronte alla disperazione di quest'ultima, Bulma sposto il proprio té, prendendole la mano.

“Stai tranquilla.” le dichiarò con tono dolce. “Devi avere fiducia in Goku. Ci riuscirà a riportarlo in vita.” per tutta risposta, la bionda si limitò a liberarsi dalla sua stretta, senza smettere di fissare il vuoto sotto di sé.

Bulma sospirò.

“C18...perché non riesci a darti pace?”

“Perché dovrei...” replicò con voce monocorde l'androide. “Ormai sembra una consuetudine per me, questo genere di cose.”

La scienziata inclinò la testa, osservandola meglio. Pur non essendo propriamente amiche, ormai le due donne si conoscevano da un sacco di tempo, ed avevano imparato a rispettarsi. Per Bulma aiutare C18 era una cosa naturale ormai, visto il legame che c'era tra loro. E sapere che stava soffrendo così tanto per la perdità del marito le spezzava il cuore.

“Sai cosa mi disse la prima volta che Crilin mi confessò che ti amava?” dichiarò all'improvviso.

C18 tentò di ingollare un po' di té, ma essendo ancora caldo, si scottò la lingua, costringendola a posare velocemente la tazza, mentre imprecava silenziosamente.

“Mi disse che si era innamorato di un'angelo.” proseguì sorridendo la scienziata. “Un'angelo biondo che era caduto dal cielo e gli aveva rubato il cuore.” di fronte a quelle parole, C18 scoppiò in una risata amara.

“Era sempre stato un disastro con le parole.” commentò, ritornando a sorseggiare il té bollente. “Quello stupido...solo lui avrebbe potuto definirmi così.”

“Sì, di sicuro parlare non era la sua migliore qualità.” concordò l'altra. “Ma lui ti amava veramente tanto. E sai anche tu che vederti in questo stato lo farebbe soffrire.”

La cyborg osservò con sguardo spento il fondo della sua tazza, mentre sperava con tutto il suo essere di riavere il prima possibile suo marito.

Oh...Crilin. Perché mi hai lasciato?

“So benissimo anche io queste cose...” osservò con voce tetra. “Ma...ma...” si sentì gli occhi pizzicare, mentre quasi trent'anni di matrimonio le scorrevano davanti agli occhi. Ogni giorno le sembrava magnifico e dolce nei suoi ricordi, con la presenza di lui a rallegrare le giornate.

Bulma la guardò con dolcezza, mentre tornava a stringerle la mano.

“E' il fatto che non c'è Crilin a sconvolgerti così tanto? Oppure c'è dell'altro?”

“No...non è...non è solo...quello...” singhiozzi amari presero ad uscirle dalla gola, mentre si portava una mano davanti agli occhi per nascondere le lacrime. Odiava con tutta sé stessa il fatto di piangere di fronte ad un'altra persona, ma da quando aveva visto suo fratello uccidere la persona che amava, qualcosa dentro di lei si era spezzato, rendendola più fragile ed umana di prima. “Il fatto è che lui...lui..lo ha ucciso...”

“Parli di 17?” C18 si limitò ad annuire, troppo scossa dai singhiozzi per parlare.

“Mi dispiace...veramente!” dichiarò l'azzurra, profondamente scossa dal vedere l'orgogliosa cyborg piangere di fronte a lei. “Non deve essere stato facile fare quello che hai fatto.”

Lentamente, la bionda si calmò, asciugandosi stizzita le lacrime con il dorso della mano, mentre beveva una lunga sorsata dalla propria tazza, nel tentativo di calmarsi. Rimembrare ciò che aveva compiuto, ovvero uccidere C17 per vendicare suo marito, l'aveva scossa nel profondo.

“Scusami.” dichiarò con un sorriso amaro. “Penserai che sono una stupida a piangere. Specie io che non l'ho mai fatto.”

“In tutti questi anni che ci conosciamo, mia cara 18, se c'è stata una cosa di te che mi aveva sempre sorpreso, era il fatto che ti rifiutavi di piangere, qualsiasi cosa ti accadesse.” osservò sorridendo Bulma. “Ora che te l'ho visto fare, sono ancora più sicura di quello che disse Crilin anni fa: tu sei una donna speciale.”

C18 non rispose, limitandosi a terminare di bere il proprio té.

“Abbi fede in Goku. Per lui Crilin è come un fratello, e farà l'impossibile per riaverlo con sé.” concluse la scienziata, mentre l'androide rivolgeva il proprio sguardo fuori dalla finestra, dove all'orizzonte si poteva cominciare ad intravedere le prime luci dell'alba.

Goku... pensò con rabbia. Portami indietro il mio Crilin! Altrimenti giuro che ti ucciderò nel modo più doloroso che conosco!

 

 

Il vento primaverile le scompigliava i capelli paglierini, mentre osservava con occhio spento la quotidianità della metropoli di fronte a lei.

Sospirò. Un'altra giornata senza di lui.

Sto impazzendo...se non trovo qualcosa da fare, finirò per diventare come quell'idiota di Chichi.

Era passata una settimana dal suo sfogo notturno con Bulma, ed ancora non aveva nessuna notizia di Goku. Le ore passavano lente per lei, a differenza che per sua figlia, presa tra mille impegni di lavoro. Sotto un certo aspetto, rimpiangeva di non aver mai voluto imparare qualche lavoro negli anni passati: le sarebbe piaciuto avere qualcosa tra le mani per passare il tempo.

Con il mento appoggiato sul palmo della mano, C18 guardava i tetti dei grattacieli di fronte a sé, irritata dal fatto che, per trovare un minimo di quiete, era dovuta scappare in terrazza. Sarebbe sempre stata grata a Bulma per averla ospitata, ma trovava insopportabile il continuo flusso di gente che andava e veniva alla Capsule Corporation. A volte si domandava quale legame avesse lei con tutte quelle persone. Se escludeva Crilin, poteva tranquillamente ammettere che non aveva niente da spartire con loro. Eppure Goku prima, e Bulma successivamente, non le avevano mai fatto mancare il loro supporto per superare quel momento difficile. Lei avrebbe fatto lo stesso?

Non credo...

Sentì la porta aprirsi dietro di lei, ma non ci fece caso.

Sarà l'ennesimo seccatore. Con uno sbuffo, l'androide si voltò, facendo per andare via, quando si bloccò di colpo, con il cuore in gola.

Non è possibile.

Davanti a lei, sorridente e con gli occhi allegri, c'era suo marito Crilin.

Per qualche attimo i due si osservarono in silenzio. Poi, senza smettere di sorridere, l'uomo si fece avanti, aprendo le braccia.

“Ciao...” dichiarò.

E fu quando sentì la sua voce che finalmente C18 capì. Capì che quello che aveva davanti non era un'allucinazione, che alla fine Goku glielo aveva riportato indietro, e che finalmente la sua solitudine aveva avuto fine.

“Crilin...” sussurrò lei, il volto rigato dalle lacrime.

“Da quando piangi?” osservò lui, profondamente scosso dal vedere sua moglie con le lacrime agli occhi.

“Crilin!” urlò lei, scattando ad abbracciarlo. Lo strinse con tutta la forza che aveva , affondando il volto sul suo petto.

“Tu...razza di stupido, ignobile cretino!” le urlò tra i singhiozzi la bionda. “Non...non farlo mai più!”

Il terrestre sorrise, mentre ricambiava l'abbraccio di lei.

“Non preoccuparti...non me ne andrò. È una promessa.”

E C18 sapeva che lui, l'uomo che amava, manteneva le promesse.

Sempre.

 

Ho promesso che ti amerò per sempre.”

Non credo che tu ci riuscirai. Io sono un mostro.”

Un mostro? Io non penso...penso che tu sia solamente una splendida ragazza.”

C18 lo guardò perplessa.

E' questo che pensi veramente?” gli chiese.

Sì.” replicò lui, il volto serio. “Ti amo, e manterrò questa promessa.”

E C18 si sciolse, sorridendogli. Consapevole che lui stava dicendo la verità.

Sei strano...piccoletto.”

 

FINE

 

Ehm...salve! Torno dopo secoli, pubblicando questo mio vecchio scritto ritrovato dopo una ricerca nel dimenticatoio del mio pc. All'inizio non ero molto convinto di volerlo pubblicare, visto che risale a più di due anni fa, ma alla fine, dopo una rapida controllatina, ho deciso di metterla, sperando di non venire coperto di fischi ed insulti.

La storia è ambientata, come immagino abbiate capito, alla fine del GT, quando Goku e Pan si mettono alla ricerca delle sfere del drago, mentre C18 ripensa ai momenti in cui ha visto morire prima suo marito e poi suo fratello gemello. Per quanto non sia affatto sicuro di averla resa IC, e considerando anche che questo è un argomento su cui si poteva dare un'introspezione più approfondita, spero comunque di aver fatto un buon lavoro.

Bene, direi che è il momento di salutare. Come sempre, ricordo che apprezzo tantissimo chiunque volesse lasciarmi un suo pensiero sotto forma di recensione, positivo o negativo che sia.

Un saluto!

Giambo

  
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