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Autore: TheDragonfly    04/05/2015    0 recensioni
Nel giro di pochi minuti il mio mondo si era spezzato e mi ero ritrovato a far conti con delle informazioni che non riuscivo a collegare tra loro dandogli un senso: il ritorno di Elisabeth a Havenhill, la sua morte, la nascita di una bambina di cui nessuno, nemmeno io che curavo i membri della sua famiglia quando venivano in vacanza nella tenuta di campagna, era a conoscenza.
Ciò che più mi tormentava era cercare di comprendere che cosa l'avesse spinta a fare i bagagli per andare a partorire in mezzo alla neve invece che venire da me.
Erano passati solo un paio di anni dall' ultima volta che le avevo parlato veramente e ancora oggi mi domando se le cose sarebbero andate in questo modo se avessi avuto il coraggio di rispondere a una semplice domanda che mi aveva rivolto.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Non smetteva di nevicare da una settimana, questo non sarebbe stato un problema se non fosse che sembrava che tutto il paese si fosse ammalato contemporaneamente. Non fraintendetemi, ho scelto appositamente di venire a Havenhill proprio per evitarmi il più possibile gli spiacevoli incontri con le varie vittime che, una vita caotica e pericolosa come quella a Londra dove i cadaveri sono all'ordine del giorno, puntualmente ti trovano ovunque tu sia. Ero sfinito dopo una camminata sotto la neve di un paio di ore per visitare i figli più piccoli della famiglia Williams. Avevo infilato il camice con poca voglia arrotolando le maniche malamente mentre la mia assistente mi stava aggiornando sul profilo generale che aveva compilato prima del mio arrivo.

“Donna bianca direi poco più che ventenne. Cause possibili di morte: assideramento o dissanguamento.”
“Direi che vi è una netta differenza tra le due cose, Miss Collins.”
“Capirete da soli perché ho questo dubbio.”
“Conosciamo il nome della vittima?”
“No, ma la polizia sta aspettando che qualcuno venga a denunciare la scomparsa di una donna con la descrizione della vittima per richiedere di riconoscerla.”

Avevo scostato il telo bianco con distacco ed avevo sussultato ritrovandomi davanti l'ultima persona che avrei potuto desiderare. Era stato come ricevere un pugno in pieno stomaco talmente forte da lacerarti in profondità al punto che la tua stessa bile inizi a divorarti dall'interno.
Il freddo della neve aveva conservato perfettamente la sua bellezza rendendola solo più pallida: capelli rossi e ricci che, come una corona, impreziosivano il viso ovale dalla simmetria impeccabile, una spruzzata di lentiggini che coloravano un può di più la pelle sempre candida che, in quel momento, sembrava di pura porcellana. Solo le labbra, generalmente molto rosse, erano di un bluastro innaturale.

“Elisabeth...” avevo detto in un sussurro.
“Come?”
“Il suo nome è Mary Elisabeth Green.”

L'unica donna che abbia mai amato completamente, era un pezzo di ghiaccio inerme, privo di quella scintilla di vita che avevo colto in lei dal primo istante in cui i nostri sguardi si erano incrociati.

“Come vi dicevo le labbra bluastre indicano morte per assideramento ma come potete notare dalle lacerazioni nelle parti intime, deve aver perso anche molto sangue.”
“Come?”

Le lacrime abbondanti cadevano spontaneamente dai miei occhi mentre quasi avevo il terrore di deturpare in qualche modo il suo volto accarezzandolo con delicatezza per l'ultima volta.

“Ho detto che ha delle profonde lacerazioni... Dottor Davies vi sentite bene? Conoscevate la vittima?”
“S-si, la conoscevo.” avevo detto cercando di riprendermi “è stata ferita o...”
“Non ve l'hanno detto dottore? Ha partorito prima di morire. La bambina è salva per miracolo. Hanno trovato il corpo della donna proprio grazie alle urla della neonata.”
“Una bambina?” ero incredulo.
“Si, l'ho affidata, insieme alla borsa della deceduta, alla signora Smith visto che sta ancora allattando il piccolo Thomas, era affamata. Almeno sino a che non l'avremo consegnata alla sua famiglia originaria o data all'orfanotrofio.”

Nel giro di pochi minuti il mio mondo si era spezzato e mi ero ritrovato a far conti con delle informazioni che non riuscivo a collegare tra loro dandogli un senso: il ritorno di Elisabeth a Havenhill, la sua morte, la nascita di una bambina di cui nessuno, nemmeno io che curavo i membri della sua famiglia quando venivano in vacanza nella tenuta di campagna, era a conoscenza. Ma, in realtà, ciò che più mi tormentava era cercare di comprendere che cosa l'avesse spinta a fare i bagagli per andare a partorire in mezzo al nulla invece che venire da me.
Erano passati solo un paio di anni dall' ultima volta che le avevo parlato veramente e ancora oggi mi domando se le cose sarebbero andate in questo modo se avessi avuto il coraggio di rispondere a una semplice domanda che mi aveva rivolto.

   
 
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