DEFENSE TEAM

L’unico rumore che si percepiva era quello del silenzio.
Un silenzio profondo che avvolgeva tutto il paesaggio nella sua cappa oscura.
Non era rimasto niente in quella valle, solo un ammasso di ceneri e di fiamme scoppiettanti, le urla di madri e padri che ogni tanto foravano il pesante mantello della quiete, per poi lasciare che riavvolgesse tutto.
Al centro, tra le due grandi colline, l’edificio era stato distrutto e divorato dal fuoco, come la vegetazione circostante, di cui non rimaneva altro che qualche spelacchiato ciuffo di erba ingiallita e consumata.
Sul terreno poco distante erano posizionate migliaia di salme, avvolte in lenzuola bianche così candide da sembrare cumuli di neve in mezzo a tutto quel calore.
Due persone camminavano tra le macerie fumanti accompagnate dallo scoppiettio dei carboni ancora caldi.
“Se devo essere sincero ero certo che non avrebbe funzionato” commentò seccata una delle due, scavalcando un grosso pezzo di muro annerito.
“Già. Sembrava totalmente impossibile un’impresa del genere…Tutta quella sicurezza…Ma la squadra di difesa è arrivata troppo tardi”.
“E i sopravvissuti? Cosa hanno raccontato ai medici?”.
“Non ce ne sono stati. Solo una ragazza si è salvata, ma è troppo sconvolta per spiegare cosa sia successo”.