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Autore: Cherry_Leto    04/05/2015    1 recensioni
Hermione sa di non essere figlia di Jane e Andrew Granger, ma questo non le importa.L'unico pensiero che ha è di tornare a Hogwarts e mettere in moto la confraternita, trovare nuove reclute e addestrarle assieme a George Weasley e ad altri.
Purtroppo però c'è qualcun altro alla ricerca della propria sorella o cugina.
Dalla prefazione:
"Già, che poi non credo abbia qualcosa da ridire. Per Merlino,anche lei ne faceva parte!"
Il rosso sorrise.
"Se per questo giocava a quidditch, era sposata ed era anche bella e simpatica, ma questo non vuole dire che..."
"Ah George abbracciamo e sta zitto."
Dal Capitolo 9:
A chilometri di distanza, un giovane ragazzo entrò in un castello antico, che pareva fosse stato costruito nel medioevo.
Al suo passaggio, porte e portoni si aprivano, elfi e uomini si spostavano e le chiacchiere e risate si spegnevano.
"Madre" disse entrando in una stanza illuminata dalle fiamme scoppiettanti del camino.
"Allora, l'avete trovata?"
"Sì, ma dubito sarà facile...avvicinarla o solamente parlarle. É potente come i genitori. Io e mio cugino riteniamo opportuno osservarla discretamente."
"Voglio conoscerla."
[...] Un vento gelido si alzò dal pavimento, facendo alzare tutte le pergamene...
Genere: Commedia, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Blaise Zabini, Draco Malfoy, George Weasley, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny, Lavanda/Ron, Luna/Neville
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo, Più contesti
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Dopo aver passato una mattinata diversa dal solito, i ragazzi si erano divisi.
Draco e Hermione si erano materializzati in un giardino che Hermione non aveva riconosciuto da subito.
“Dove siamo?” chiese lei, incantata da quel luogo  che sembrava intriso di magia.
“Benvenuta a Villa Malfoy. So che non hai passato dei bei momenti al maniero, ma quando ho pensato ad un posto magico per il nostro primo San Valentino ho pensato al giardino del Maniero.” Disse il biondo leggermente a disagio.
E se alla ragazza non fosse piaciuta la sua idea?
Lo avrebbe detestato, se ne sarebbe andata e alla fine se ne sarebbe andata da lui, finendo tra le braccia di Theo o di quel bulgaro.
“Draco? Guardami. Non mi importa di dove siamo o cosa facciamo, purché io stia insieme a te. E non preoccuparti, non scapperò via.” Disse lei carezzandogli il volto.
“Ma come hai capito…?”
“Quando stringi le nocche in quel modo e ti isoli da tutti significa che stai pensando ad una mia fuga con un altro ragazzo. Ah, il mio gelosone!”disse lei ridendo. Anche Draco scoppiò a ridere: era così assurdo, ma con Hermione era così. Gli era entrata nell’anima, sotto la pelle.
Conosceva il suo passato, lui era stato un mostro, un nemico e lei gli aveva donato una seconda opportunità, una famiglia.
Si era innamorato di lei nel primo istante in cui si erano stretti la mano ed erano diventati Draco e Hermione.
Erano passati solo pochi mesi e già doveva dividerla con altre persone, l’aveva quasi persa e non era pronto a lasciarsela sfuggire.
Quella ragazza era il suo mondo.
Si avvicinò a lei e la guardò. Si era cambiata, ed era ancora più bella.
Indossava un abito argentato monospalla che le arrivava al ginocchio e la fasciava perfettamente. Ai piedi aveva delle scarpe nere con il tacco, ma nonostante tutto era più bassa di lui.
I capelli erano sciolti e mossi, segno che l’incantesimo lisciante stava svanendo.
I suoi occhi erano la cosa più bella che avesse mai visto.
Avevano una luce diversa, erano occhi pieni d’amore e speranza.
Lei era stupenda.
Draco si schiarì la gola e fece un passo avanti, porgendole la mano.
“Mi concede questo ballo?”
“Ma certo.” Acconsentì lei, stringendogli la mano.
Il biondo la guidò verso ad un gazebo dove vi erano delle rose rosse rampicanti. L’aiutò a salire i gradini e una volta all’interno del gazebo, fece un movimento con la bacchetta e una musica lenta li avvolse.
Man mano che i due danzavano, delle lucciole avevano preso a volare intorno a loro, accompagnandoli, quasi stessero danzando con loro.
Draco baciò Hermione con dolcezza. “Ti amo Hermione.” Disse il ragazzo prima di rendersene conto e arrossire chinando il capo.
Lei sorrise e gli alzò il volto delicatamente. “Ti amo Draco.”
I due continuarono a danzare abbracciati, ma nessuno dei due sentì più la musica. C’erano solo loro.
Draco e Hermione.
 
 
L’indomani era sabato e gli studenti del sesto e settimo anno avevano la possibilità di uscire.
Hermione era al settimo cielo e per una volta decise che non sarebbe morto nessuno se per una volta non avesse passato la giornata in biblioteca.
Si avviò così a Hogsmeade assieme ai suoi amici, chiacchierando delle loro serate.
Di Blaise e Theo non vi era traccia, ma Draco aveva assicurato loro che erano nel loro dormitorio a dormire o meglio, a smaltire una sbornia colossale.
I ragazzi erano diretti ai “Tiri Vispi Weasley” dove non ebbero modo di entrare che un rosso di loro conoscenza li raggiunse. “Hermione Jean Vega Burke! Io ti uccido!” le urlò il ragazzo.
Lei in risposta rise e si avvicinò per abbracciarlo.
“Ma dai, non è andata bene con il tuo tesorino?”
“No! Quella ragazza è una pazza!”
 “Pazza di te!”
“No, pazza è basta. Non ha fatto che parlare di noi, del suo tempo passato a seguirmi in ogni angolo di Hogwarts e a quanto tempo abbia passato ad aspettarmi. E poi ha iniziato a parlare di matrimonio e voleva che la baciassi! Ma ti rendi conto?”
I ragazzi scoppiarono a ridere.
“Te la sei cercata. Così impari a non scommettere contro di me.” Rispose la riccia facendogli la linguaccia.
“Mh, hai ragione. Burrobirra?” disse lui tornando ad essere il solito George.
“Sì” acconsentirono tutti, entrando nel locale di Madama Rosmerta ridendo e scherzando.


 

Aprile 1999
 
“Hermione sei pronta?” urlò dalla stanza adiacente Kain, troppo indaffarato a sistemare chissà che cosa per poter venire a cercare la giovane. “Ancora un capitolo!” rispose ella di rimando, ma non ebbe tempo di voltar pagina che il cugino entrò nella stanza, la prese in braccio e la trascinò in soggiorno.
“No, mia cara cuginetta. Tu ora molli lo studio, tanto lo sai a memoria e mi aiuti con le decorazioni!”
“Ma mi manca ancora poco…” provò ad obbiettare, ma nel raggio di dieci minuti lo studio era un vago ricordo e Hermione era immersa nei preparativi per l’arrivo di Aaron.
Dopo mesi e mesi di attesa, il ragazzo infatti aveva ottenuto il trasferimento a Londra, dove avrebbe iniziato a lavorare alla Gazzetta del Profeta come nuovo reporter.
Da una settimana ormai, Kain aveva messo e tolto decorazioni, pulito la camera nel nuovo arrivato e provato a sistemare armadi in posizioni diverse.
“Per Morgana, sembra che stia per iniziare una convivenza con tua moglie… sta arrivando tuo fratello!”
“Lo so, ma Aaron è un perfezionista, peggio di te. Ha mille libri e quando mi ha inviato il primo pacco di libri pensavo fossero tutti, erano tantissimi e invece no! Oltre ai vestiti, quelli si che sono pochi, ha inviato libri e ho dovuto comprare un’altra libreria. E poi tra una settimana arriveranno mamma e papà a controllare come stanno andando le cose e ho paura di qualche loro scherzetto. Spero non decidano di farmi visita oggi.”
“Ma dai… oh, il campanello!”
“Solo solo le quattro!”
“Saranno i miei amici. Dai, fai un respiro profondo e prenditi un firewhiskey.”
“Sempre detto che sei un’alcolizzata.” Disse a mo’ di saluto George entrando nella stanza.
“Non aprivate e così George è entrato da solo…” di scusò Ginny poggiando una torta sul tavolo della cucina.
“Che bella casa! Ti ho portato uno scaccia Nargilli per la casa!” disse Luna con tono sognante, porgendo uno strano oggetto al padrone di casa.
“Qui ci vuole un tocco femminile.” Disse Daphne, non appena diede un’occhiata alla casa. “O anche due.” Le diede man forte Heidi, prima di sedersi in grembo a Terry.
“Vi abbiamo portato un set per il mini quidditch!” esclamarono Harry e Ron, che in realtà non vedevano l’ora di giocarci loro. “E noi abbiamo portato la birra.” Dissero il trio Serpeverde, attirando l’attenzione di Kain.
“Oh bene!”
Dopo un’ora passata a sistemare gli addobbi, si sentì suonare il campanello e tutti si zittirono.
Kain andò ad aprire e poco dopo fece capolino Aaron, con due valige levitanti sopra la sua testa.
“Aaaaaroooon!” esclamò la giovane Grifondoro saltandogli in braccio, felice di rivedere il cugino. “Wow che benvenuto!” disse lui ridendo, prima di darle un bacio sulla guancia.
“Com’è che me saluti con un ‘Buongiorno’? Devo essere geloso?” s’intromise Draco prima di dare una pacca sulla spalla all’irlandese.
Nemmeno il tempo di sentire la risposta che la festa era iniziata.
E Hermione, ancora una volta, si sentì a casa.
  
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