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Autore: NonTiScordarDiMe4    04/05/2015    6 recensioni
Come mia prima storia (non ne ho mai pubblicate prima quindi siate clementi) ho deciso di parlare di uno di quegli argomenti su cui ogni persona sana del fandom cerca di non soffermarsi troppo: cosa farà Magnus quando ad Alec succederà l'inevitabile?
Ho preso ispirazione da un disegno di Cassandra Jean: era talmente bello e mi ha trasmesso talmente tante emozioni che non ho potuto non scriverla!
spero vi piaccia!
P.S. Certamente lo avreste capito anche da soli, ma ho scelto di usare il punto di vista di una mondana che, per caso, assiste alla scena.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Magnus Bane, Theresa Gray
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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~~Un’altra grigia giornata londinese volgeva ormai al termine.
Guardavo pensierosa le persone che passeggiavano lungo il fiume quando notai un ragazzo appoggiato sui gomiti al muretto di pietra,  guardava scorrere l’acqua scura del Tamigi con aria assente. Non poteva avere più di diciannove anni e portava abiti chiari, a differenza dei suoi capelli che erano neri come l’ebano. Era sorprendentemente alto e magro. Il capo reclinato suggeriva  una malinconia che mi colpì. D’un tratto le sue spalle furono scosse dai singhiozzi, si girò e scivolò a terra, il viso tra le mani, tentando di trattenere le lacrime che però continuavano a scendere a fiotti, inondandogli le guance. Era così palesemente disperato, così sopraffatto dal dolore che avrei  voluto andare da lui, parlargli, aiutarlo, fare qualcosa, ma fui preceduta da una giovane donna dai lunghi capelli bruni. Doveva conoscerlo perché gli si inginocchiò accanto e sussurrò quello che doveva essere il suo nome: ”Magnus…” Lui alzò il viso e ciò che vidi mi mozzò il respiro: i suoi occhi dal taglio orientale erano di un verde-oro brillante, le pupille verticali come quelle di un gatto, ma la cosa più impressionante di quegli occhi chiaramente non umani era lo sguardo, così profondo da sembrare antico di centinaia di anni, acceso da un dolore inimmaginabile, che sembrava squarciarlo in due. Si buttò tra le braccia di lei, che lo strinse, come una sorella, come una madre.
“grazie per essere venuta.”
Non potevo abbandonarti.
Non ora.”

 

 

Spazio autrice: salve a tutti! spero che la mia storia non vi abbia causato un qualche malore per la sua bruttezza... in ogni caso mi fareste molto piacere se mi lasciaste una recensione, anche piccola piccola, anche solo per dirmi che non vi piace, i consigli sono ben accetti! :)
   
 
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