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Autore: Hitsuki    05/05/2015    1 recensioni
{ comico; fluff | cosina piccolina scritta per esercizio }
— Lenka cambiò nuovamente umore esibendo uno sguardo contrariato ed inarcando le sopracciglia, procurandosi della disapprovazione sulla fronte. «Perché mai quello lì mi dovrebbe interessare?»
L'amica respirò a fondo, forse per tentare di soffiare via dal volto di Lenka la rabbia che la ricopriva. «Ti piace il violino, e lui è l'unico violinista dell'orchestra assieme a Luke».
«Bah, allora meglio Luke» fece un gesto netto con la mano frantumando l'aria, e le speranze di Kaiko svanirono prima ancora di apparire esplicitamente «non mi piace, quel Rinto. Troppo freddo».
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E fra screzi e battibecchi compare il primo incontro.
[ • school!au; music + choir club | genderbend! ]
[ • violinist!Rinto/chorist!Lenka | hints Meito/Kaiko ]
Genere: Comico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Len Kagamine, Rin Kagamine
Note: AU | Avvertimenti: Gender Bender
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 OI!  
Sì, bom, ciao, l'averlo reso a tratti un manga shoujo stereotipato è voluto per comicizzare e blablabla che adesso voglio parlare dei miei genderbend Vocaloid au!school headcanons:
  • In primis la scelta dei club. Fin da subito ho immaginato Rinto come violinista e Lenka come corista (la mia idea era di porli in questi due club), mentre Meito me lo immagino parecchio bravo a basket. Per Kaiko invece ci ho ragionato un po', ma ho pensato all'amore di KAITO per i gelati e alla cottarella che ha per Meito (che si allena un sacco a basket) e… voilà, club di cucina! Volevo aggiungere nel club di musica anche un altro personaggio e ho subito pensato a Luke violinista, mentre vedo Gumiya come un amico di Rinto. Ah, Gumiya non partecipa al club di musica: è un dork totale che si finge tsundere, ama gli aerei e le moto ed adora il club di arte siccome sì, ha una passione per le arti e la settima arte in particolare - dovete vedere come s'infervora a parlare dei suoi film preferiti. Nel club di coro è presente anche Mikuo, molto amico di Gumiya e Luke (quest'ultimo è un amante segreto dei rapporti bromance tho); da quando era ancora nel club di basket e Lenka gli ha detto che aveva una voce carina, ha provato ad entrare nel club di coro e ora lo ama con tutto se stesso.
  • Ebbene sì, per me Kaiko balbetta un pochino. E la vedo anche - a differenza di KAITO - come una tipetta freddolosa, infatti indossa una sciarpa proprio per quello!
  •  Non viene accennato, ma Lenka indossa una mollettina a forma di chiave di fa per raccogliere la frangetta ed è allergica alle arance (!!). È una ragazza molto dolce (in particolare con le ragazze) e gentile, ma si arrabbia con poco.
  • Quanto a Rinto, la bandana che indossa è il male!ribbon che Rin porta in testa, già. Come scritto nella fanfiction si finge una persona molto seria con quelli che non fanno parte del club di musica, ma in realtà ha sempre il terrore di non avere amici ed essere odiato; da qui il suo comportamento desideroso di attenzioni, che da un lato lui stesso apprezza e dall'altro no. Insomma, lui e Gumiya formano una perfetta accoppiata dork + (a)dork(able).
  • Fra alcuni club c'è una certa competitività, fra quello di musica e quello corale in primis, ma alla fine dell'ultimo anno tutto si risolverà con un bellissimo concerto. Poi la rivalità fra i club di sport è a livelli massimi ma non per l'odio fra i vari gruppi, piuttosto perché tutti ritengono che fra gli allenamenti migliori ci sia quello di giocare a un altro sport con un altro club - scoprendo così nuovi esercizi ed aumentando la prestazione fisica. Però c'è un certo astio fra i club che hanno una manager e quelli che non ne hanno (il club di basket, per esempio, ne ha una). Fra i club artistici e filosofici invece sboccia l'amore: spesso questi club si riuniscono per chiacchierare tutti insieme, e ai più pettegoli scappa qualche commento sui club matematici/scientifici, anche se buon parte dei membri di club artistici (danza inclusa)/filosofici si trovano molto a loro agio con quelli di club /appunto/ matematici/scientifici e viceversa. Il club di cucina va d'amore e d'accordo con tutti ma i membri non hanno nessuna predilezione fra gli altri club, anche se Kaiko tenta spesso di convincere gli altri ad andare qualche volta ai club di sport (basket /coffcoff).
  • Una cosa che non c'entra nulla: sto adoreggiando la Gakupo/Vy1. Avanti, son carini! E in genderbend… sinceramente non ritengo Vy2 la versione genderbend di Vy1, quindi ho pensato io a renderla un maschio e di inserirla nel club di danza mentre fem!Vy2 fa parte del club di teatro (e pensavo anche di dare a male!Vy1 il nome di Vx1 mentre a Vy2 quello di Vx2, ma questo non c'interessa quindi sorpassiamo MA avevo il bisogno di espandere questa mia piccola fissa) (ah, e se ve lo domandate fem!Gakupo faceva in precedenza club di musica suonando il flauto traverso ma poi ha cominciato ad apprezzare il club di filosofia).
Lo so, sono stata lunghissima e pedante, ma se avete letto tutto buon per voi, davvero. E grazie, ovviamente, ahah.
Giuro, da qui è partita un'ondata di headcanons pazzesca a cui tengo molto! E non avrei molto da aggiungere, se non che questa è una boiata per tenermi "sotto allenamento" e passare un po' di tempo, quindi boh (e l'ho scritta mesi fa!). Spero vi sia piaciuta, sebbene un po' meh. Boh. Meh. Infatti non sapevo se pubblicarla qui o sul blog ma poi mi son detta, c'mon, let's try! Eeeeh ce provo, suvvia.
Ah, la grafica è un po' at minchiam perché non ho proprio voglia di editarla dall'iPad. Pardon.
Comunque Rinto non s'è innamorato di Lenka e viceversa, sia chiaro; pensano solo che potrebbero diventare buoni amici. Se poi arriveranno a provare un affetto più forte, fate voi: dopotutto questa rimane una Rinto/Lenka, no? Coppia che tra l'altro non shippo un sacco, cioè, mi piacciono, ma li vedo con altri pgs e sono più propensa ad altri pairings. So yeah, goodbye.
 
Le idiozie [ scolastiche ] di aspiranti talentuosi
 
 
L'intervallo era - con sua grande gioia - iniziato da qualche minuto, se non fosse per dei commenti bizzarri detti da una sua amica. Inizialmente Lenka finse di ascoltare, ma in seguito Kaiko catturò la sua attenzione e cominciò ad interessarsi per davvero alle sue parole.
«… Si dice che Rinto sia un violinista molto bravo, ma anche intimidatorio. Mi piacerebbe tanto conoscerlo! Anche se non è il mio tipo in, uhm, quel senso…» Kaiko puntò la sua attenzione verso la finestra a lato, trovando rifugio nell'incuriosirsi davanti a una coltre di polvere sul davanzale - i bidelli che lavoravano ormai erano una leggenda in quella scuola, così come i grifoni della letteratura epica.
Lenka sospirò, con le mani ancora chiuse a pugno lungo i fianchi e le gambe divaricate, poi sorrise. «Sempre così timida, mh?».
Kaiko si stupì e tentò di ribattere con una voce dal tono più alto, ma come al solito esalò solo un filo di vento. «M-ma io tento sempre di fare del mio meglio! Vedrai, quando io e Meito staremo insieme!» s'accorse di aver parlato più del dovuto - per una volta, perlopiù, che aveva trovato un pizzico di coraggio - ed allora tentò di nascondersi il più possibile attraverso la sciarpa che le cingeva morbidamente il collo e proseguiva per i fianchi esili.
Il sorriso di Lenka s'allargò, sfiorato dalla soddisfazione di aver in un qual modo raggirato la falsa indifferenza dell'amica nei confronti di Meito. «Ah, allora hai davvero una cotta per lui! Lo sapevo!»
«No, cioè, sì, ma…» arrossì violentemente, assumendo una tonalità addirittura cremisi a causa della sua carnagione nivea.
«Non lo dirò a nessuno, tranquilla». Fece un cenno col capo per rassicurarla.
«Grazie, Lenka». Si ricompose, ma continuò a stringere con una mano la sua sciarpa cobalto. «Ah, vedo spesso Rinto chiacchierare con Gumiya. F-forse potrebbe darti qualche informazione su di lui».
Lenka cambiò nuovamente umore esibendo uno sguardo contrariato ed inarcando le sopracciglia, procurandosi della disapprovazione sulla fronte. «Perché mai quello lì mi dovrebbe interessare?»
L'amica respirò a fondo, forse per tentare di soffiare via dal volto di Lenka la rabbia che la ricopriva. «Ti piace il violino, e lui è l'unico violinista dell'orchestra assieme a Luke».
«Bah, allora meglio Luke» fece un gesto netto con la mano frantumando l'aria, e le speranze di Kaiko svanirono prima ancora di apparire esplicitamente. «Non mi piace, quel Rinto. Troppo freddo».
La più gracile poggiò un'altra mano sulla sciarpa. «A proposito di freddo, sto congelando…» in quell'istante la campanella trillò, annunciando il termine dell'intervallo fra borbottii e persone che ancora non avevano finito di sfamarsi. «Ah, di già? Be', allora a d-dopo!» corse in direzione della sua classe subito dopo che Lenka ricambiò il saluto.
 
***
 
Lenka pensava a ciò che ora avrebbe dovuto affrontare; le ultime ore scolastiche erano passate, svanite come sabbia e rifugiatosi nelle clessidre, e allora lei avrebbe dovuto andare nell'aula dedicata al coro. La sua voce non era pessima, si diceva tra sé e sé, ed effettivamente era così. Non possedeva ancora molte abilità tecniche a tal punto da definirsi talentuosa, ma riusciva comunque a compensare questa lacuna con la sua passione per il canto. Un giorno avrebbe davvero voluto esibirsi con un musicista ed in particolare con un violinista, di tale strumento musicale ne apprezzava la scala di suoni e le contrapposizioni di melodie e trovava fosse molto in sincronia con la sua voce acuta.
Questi suoi pensieri la portarono a muovere i passi nella direzione sbagliata, proprio nell'aula di musica, come ipnotizzata dalla musica di violino che si modellava all'interno e che l'esterno ne donava solo un misero brandello alle sue orecchie; voleva ascoltare di più, di più, di più, voleva assaporare ogni singola nota sebbene poco esperta in materia - una volta aveva provato a suonare un violino, ma si scoprì poco attratta da quell'attività.
Quando stava per aprire la porta, la musica cessò. Non aveva un lieto fine; per quanto i violini non avessero molte note gravi rispetto ad altri strumenti, la composizione si smaterializzò proprio con una nota grave, ancora permeata nel cuore insoddisfatto - o meglio, amareggiato - di Lenka. Non poteva finire così, non poteva. Eppure le opere migliori sono quelle che ti pongono molte domande; chi ha seguito un'opera con piacere continua a non spiegarsi perché la dura realtà debba esistere anche in quei mondi paralleli d'arte che invece dovrebbero parlare di fiabe e avventure sempre felici e gioiose.
Si ritrasse in tempo, scacciando dalla mente anche il campo magnetico che l'aveva portata lì, poiché un certo biondino aprì la porta con il violino stretto fra le mani. Lenka non riuscì a scusarsi, in particolare perché realizzò che gli occhi puntati su di lei in modo quasi beffardo fossero quelli di Rinto.
«Scusami, non pensavo fossi appena fuori dall'aula» era palese che la sua era una cortesia parecchio tirata, molto più delle corde del suo violino, Lenka se ne accorse subito - a differenza di quando pensava che l'esecutore fosse Luke.
Sbuffò, fingendosi infastidita. «Bah, non fa niente». Incrociò platealmente le braccia, fuggendo dagli occhi vigili e astuti dell'altro - glieli avrebbe cavati con piacere per sostituirli a due biglie di vetro - sempre pronti a rubare una nota di insicurezza. E forse lui non era un violinista, ma un ladro. A dir la verità Lenka non sapeva assolutamente nulla del ragazzo, se non che si vociferava fosse molto furbo e quasi maleducato; si stava solo basando su dei pregiudizi, ma s'ostinò ad apparire il più forte possibile e così facendo divenne invece parecchio buffa agli occhi dell'altro.
Rinto infatti sorrise divertito. «Sempre così acida, la signorina?»
«Eh? Ah, uhm, no! Sei tu irritante». A quel commento, Rinto divenne ancora più soddisfatto. Lenka non capiva, non si stavano certo scambiando complimenti e non s'erano mai parlati in precedenza - tempo fa depositarono alcuni sguardi incuriositi sull'altro, ma nulla di più. «E tu sempre così maleducato?» 
«Se lo dici tu». Le prese le spalle per spostarla di lato e permettergli di andarsene via, sorridente e facendo svolazzare fiero i suoi capelli come un leone fa con la sua chioma, mentre Lenka comprese che quel ragazzo era di una tipologia davvero pessima - quei ragazzi che tentano sempre di attirare l'attenzione con gesti e parole estremamente irritanti, con una parte di loro fragile che disapprova e l'altra, quella più visibile, parecchio compiaciuta. La bandana bianca cinta al collo le aveva posizionato nella mente la sciarpa di Kaiko, e borbottò qualcosa su quanto la sua amica non comprendesse che lui era la perfetta antitesi di quello che doveva essere il suo ragazzo. Chissà cosa stava preparando l'amica in quel momento, nell'aula di cucina: forse un gelato da offrire al sempre impegnato nelle partite di basket Meito.
Dopo aver posto fine al suo fiume di pensieri, si diresse verso l'aula di coro e stavolta non venne acchiappata - si domandava se quella, al posto di essere una stanza di musica, fosse quella di pesca - da nessuna curiosità.
Appena arrivata aprì la porta, vedendo immediatamente che era già presente un'altra ragazza sua amica. Lenka la salutò con gentilezza, venendo subito ricambiata.
 
***
 
La lezione era finita anch'essa in fretta, come se in quel giorno il tempo volesse scherzare e deriderla; infatti Lenka ci mise un po' prima di realizzare che, aprendo la porta, avesse sbattuto contro qualcosa che non era uno scaffale ma bensì qualcuno. Dopotutto, sarebbe stato parecchio strano mettere uno scaffale davanti alla porta.
«Ma chi…» alzò lo sguardo e davanti a lei si proiettò un soddisfatto Rinto. «Di nuovo tu?»
«Bene, ora mi dovrai chiedere scusa» le mandò un occhiolino per enfatizzare la frase, mentre la ragazza si domandava se davvero quel tipo fosse serio per natura e non fingesse di esserlo per poi sferrare i suoi colpi irritanti «dato che hai aperto la porta e tra poco mi prendevi in faccia».
Lenka ricordò dell'uscita di lui dalla porta della stanza di musica, poi con un gesto - l'indice che roteava attorno alle tempie - replicò. «Ma tu sei fuori».
Nel vedere la sorpresa di Rinto non riuscì a trattenere una risata per poi lasciarlo solo ad osservare la porta.
Lenka, però, non s'accorse che Rinto aveva sorriso. «Finalmente, qualcuno mi tratta in modo spontaneo!» era sempre più felice ma in un modo naturale e differente da quelli visti precedentemente, come se avesse atteso qualcuno che non lo riteneva intimidatorio o idiota - tutti i componenti del club di musica sapevano che il suo essere serio era una copertura e faceva tutto parte del piano di apparire bello e inossidabile.
S'incamminò verso il corridoio con le mani in tasca, pensando già a quanto sarebbe stato divertente - e soprattutto splendido - avere un'amica del genere.
  
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