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Autore: Vause    05/05/2015    1 recensioni
Che cosa faresti se, a sedici anni, in un normalissimo giorno di scuola, vedessi degli agenti della polizia di New York entrare in classe e prelevarti come se fossi una terrorista che minaccia di uccidere il presidente degli Stati Uniti?
Che cosa faresti se, a sedici anni, fossi arrestata per dei reati commessi per amore e fossi costretta a stare ore ed ore a cercare di convincere i poliziotti delle tue buone intenzioni?
Che cosa faresti se, a sedici anni, fossi mandata nel penitenziario femminile di Lichfield a scontare la tua pena e a contare i giorni che ti separano dalla libertà?
Che cosa faresti se, a sedici anni, in prigione rincontrassi tua madre che non vedi da mesi, e scoprissi che entrambe siete lì per colpa sua?
Che cosa faresti se, a sedici anni, scoprissi che tua madre è una lesbica pragmatica manipolatrice ex corriere della droga?
Che cosa faresti se, a sedici anni, ti chiamassi April Vause?
Genere: Commedia, Introspettivo, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Alex Vause, Nuovo personaggio, Piper Chapman, Tasha Jefferson, Un po' tutti
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Triangolo
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E' cosa ormai nota a tutti: la vita di un sedicenne non è mai semplice come gli adulti danno per scontato che sia.

Solo perchè si hanno diverse priorità, non significa che gli adolescenti non abbiano i loro problemi e i loro pensieri con cui fare i conti ogni giorno.

La tua vita è già incasinata così com'è, ma come affronteresti i tuoi problemi se fosti dietro le sbarre di una prigione?

Riusciresti a dormire sonni tranquilli sapendo di aver lasciato la tua bella vita da qualche parte là fuori, per patire le pene dell'inferno in un penitenziario degli Stati Uniti?

Avresti mai immaginato che, per colpa dei tuoi sentimenti, ti saresti ritrovata a scontare una pena ingiusta in un posto in cui drogate, innocenti e assassine si confondono tra loro?

Capitolo 2

Continuo solo a sperare

-Che cosa ne pensate voi degli abiti da sposa colorati? Dai siate realistiche: sono orribili. Insomma... se dici "matrimonio" pensi al bianco no? E poi Christopher la pensa allo stesso modo sui vestiti con le spalline: fuori moda. Assolutamente. Vi giuro che al mio matrimonio le spalline saranno proibite...- stava cantilenando Morello con il suo monologo almeno da venti minuti.

-Dio ti prego! Se esisti davvero colpiscila con un fulmine!- esclama April rivolgendosi teatralmente al soffitto.

-Dici bene piccoletta!- commenta Miss Rosa dall'altra estremità del tavolo.

La colazione era sempre una condanna per April, costretta a starsene lì seduta al tavolo ad ascoltare le caratteristiche dei confetti di quella squilibrata di Morello.

Considerando le facce delle altre, non era l'unica a desiderare di tirarle un pugno in faccia per farla stare zitta, ma non l'avrebbe fatto. Non perchè non ne fosse capace, ma se da un lato i discorsi sconnessi di Morello la infastidivano, dall'altro l'aiutavano a non pensare ai suoi complessi esistenziali.

Morello sembra abbastanza offesa, ma almeno sta zitta, il che è un sollievo per tutte.

Come al solito Nichols, seduta accanto ad April, è ancora mezza addormentata e sembra essere connessa su un altro pianeta, Boo sta cercando d'insegnare al cane ad attaccare le detenute più antipatiche, tipo Pennsatucky o la sua amichetta di cui April non ricorda mai il nome... Linda? O Leah? Forse Leanne. Beh, in fondo non le interessa.

Piper guarda tutte con aria apatica, come se fosse lì solo fisicamente. Alex invece... dov'è Alex? April si guarda intorno in cerca di sua madre, senza trovarla.

-Ehi, che fine ha fatto Vause senior?- chiede la ragazza tentando d'assumere un tono indifferente.

Sembra che le altre detenute non abbiano fatto caso alla sua assenza.

-Starà in lavanderia.- risponde Boo accarezzando le orecchie di Piccola Boo.

-O sulla lavastoviglie a sorseggiare un bicchiere d'acqua.- commenta Piper sarcastica, ignorando gli sguardi interrogativi delle altre.

-Chapman e le sue stranezze lesbioniche!- scherza Black Cindy avvicinandosi al tavolo con Poussey e Taystee, stile gangsters.

-Come butta Vause! Hai finito di studiare quella roba sull'inquinamento globale?- le chiede Jefferson dandole una pacca sulla schiena talmente forte da mandarla a sbattere contro l'estremità del tavolo.

-Ehm... sì Taystee! Grazie per l'interessamento. Ho anche consegnato la relazione al mio supervisore! Sai... ora che non posso più andare a scuola studio per corrispondenza. Healy è il mio tramite con il "mondo dell'istruzione" o come diavolo lo chiama lui.- spiega velocemente April sperando che si cambi argomento il prima possibile: non le va a genio che le altre sappiano che intende ancora finire il liceo.

E' obbiettivamente insensato voler prendere il diploma se sei già segnata a vita dalla galera.

"Un pezzo di carta non cambierà l'etichetta che la società mi appiccicherà addosso appena uscirò di qui!" aveva detto April nell'ufficio di Sam Healy qualche settimana prima, in occasione del discorso "sull'importanza di una buona istruzione nel ventunesimo secolo" tirato in ballo da Healy stesso.

-Deve essere figo tenersi impegnati così durante la pena. I giorni passano più veloci no?- domanda Poussey interessata, ma prima che April possa rispondere, Black Cindy ha già la battuta pronta per scatenare l'ilarità generale.

-Casomai più lenti. Immagina che palle dover passare le giornate tra la "dura vita di una detenuta modello" e lo studio di queste cagate qui come la problematica del buco dell'ozono. Fidati Vause, c'è solo un buco che merita tutto questo rispetto, e non è quello dell'ozono!-

Le nere sono le più divertenti lì dentro per April, hanno il senso dell'umorismo e riescono sempre a vedere un bagliore di speranza, anche nelle giornate grigie che prevedono pioggia, oltre i cancelli di Lichfield.

L'ottimismo è fondamentale se vuoi sopravvivere in prigione, questo April lo sa bene, ma non riesce a vedere niente di positivo in quel posto, per lei è soltanto una prigione, una prigione che la sta cambiando radicalmente.

Sente che, più i giorni le scorrono davanti agli occhi, più s'allontana l'April Vause della bella vita newyorkese, abituata alle ore piccole, alle serate passate con gli amici, alle grida della zia stanca di farle da balia, all'assenza di sua madre e all'inesistenza di suo padre.

"Non ne posso più del tuo atteggiamento ragazzina!" le urlava sempre contro Crystal, la sua prozia, la sorella di sua nonna, un'infelice, precisa e paranoica donna (fisionomicamente simile a tutte le Vause che April abbia mai conosciuto) sulla cinquantina con un caratteraccio accostabile solo a quello della zia di Harry Potter.

Mentre le viene in mente la sua amata zia, April, seduta al tavolo della mensa del penitenziario di Lichfield, non può trattenere un sorriso al pensiero di zia Crystal e dei suoi bigodini color porpora, mentre prepara la colazione alle sette e un quarto del mattino, sbraitando a denti stretti per via del figlioletto della vicina di casa che, probabilmente, con il suo pianto notturno non l'avrà fatta dormire nemmeno questa notte.

April, quando viveva con lei, sapeva che zia Crystal avrebbe avuto da lamentarsi con qualcuno persino se fosse vissuta nel deserto: la verità è che sentiva che la sua vita era fallita. April lo sa perchè molto tempo prima, in una cartella del laptop, aveva trovato delle memorie scritte dalla zia, in cui sfogava le sue frustrazioni.

Non aveva intenzione di ficcare il naso, ma la tentazione di saperne di più su zia Crystal era talmente forte da lasciar perdere ogni riguardo.

April aveva letto e supposto che a zia Crystal non era servito essere la figlia perfetta dei suoi genitori, non le era servito laurearsi alla Columbia con il massimo dei voti e non le era servito diventare uno degli avvocati più richiesti dalla procura dello Stato di New York, perchè sua sorella, pur non avendo avuto tutto questo, aveva avuto una vita molto più felice della sua. Diane non era la figlia perfetta che era lei, non si era laureata perchè probabilmente non aveva nemmeno idea di cosa fosse la Columbia; eppure aveva avuto dalla vita, molto più di quanto meritasse: una famiglia.

Zia Crystal aveva iniziato a rendersi conto dell'invidia nei confronti di Diane poco dopo la nascita della figlia di Alex. Sua sorella era talmente pazza di gioia da ignorare la giovane età della figlia e persino il piccolo dettaglio riguardo il padre della bambina: inesistente.

Crystal non riusciva a capacitarsi che Alex non volesse parlare del padre di April, e non poteva credere che Diane accettasse tutto questo.

Anche se ormai era morta da anni, April la ricorda ancora chiaramente, e ricorda ancora meglio com'era brava a cucinare la pizza surgelata, ma sua nonna l'aveva amata da sempre, il che può giustificare anche la pizza.

Le urla di Mendez la riportano alla realtà, al tavolo con le altre detenute che parlano di sesso e cose simili.

-Pornobaffo ha l'aria malaticcia ultimamente, vero?- chiede Nichols con la solita aria priva d'interesse indicando Mendez.

-E' viscido come al solito!- ribatte secca Piper senza alzare lo sguardo dalla sua colazione.

-Puzza... Mi tengo lontana dai guai solo per non morire asfissiata!- commenta April con una smorfia, cercando di non dare a vedere i suoi pensieri su zia Crystal, mentre si riavvia impaziente i capelli scuri con la mano, il suo gesto abituale.

-Si chiama Essenza di Lichfield... sai è una nuova flagranza firmata Coco Chanel!- scherza Black Cindy come chi la sa lunga.

-Te la faccio sentire io l'essenza...- ribatte ironicamente Poussey.

-Ti dico che esiste davvero, tu non lo sai perchè non ti tieni al passo con il mondo Pussy!-

-Quante volte devo dirtelo che non si pronuncia Pussy ma Poussey! E' francese cazzo! E poi sono in prigione... E' già un miracolo se mi ricordo che mese è!- esclama Poussey con una nota amara.

Nessuna ribatte.

-Sapete... ho la sensazione che una volta uscita da qui non avrò più il mio posto nel mondo...- dice Nichols piano, con aria assente.

-Io invece continuo solo a sperare... Non vedo l'ora di uscire di qui e fare i conti con le mie speranze!- commenta secca Miss Rosa.


 


 

  
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