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Autore: Jules_Kennedy    05/05/2015    4 recensioni
"Fece una pausa, stringendo forte la sua paglietta e rivolgendo uno sguardo intenso ad una stella cadente che si muoveva proprio sopra di lui. Eccolo, pensò. Era il momento. Prese un profondo respiro.
-Ti voglio bene fratello. A presto!- esclamò alla fine con voce rotta, stringendo spasmodicamente il cappello al petto, permettendo a caldi fiotti di bagnargli il viso, cercando di non crollare, cercando di resistere."
Rufy sapeva che Ace era li con lui. E mentre guardava il cielo, si sentì meno solo.
Shot dedicata al compleanno di Monkey D. Rufy.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Monkey D. Rufy, Mugiwara, Portuguese D. Ace
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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HAPPY BIRTHDAY, BROTHER.


-Kanpaai!-

Se qualcuno si fosse avvicinato alle impervie acque del Nuovo Mondo, sicuramente, nel buio della notte, avrebbe notato una nave molto singolare, con una polena leonina palesemente riconoscibile. E sarebbe in fondo stato impossibile non notare la Thousand Sunny la notte del  5 Maggio, giorno speciale per la ciurma oltre ogni dire, ma ancor più speciale per il moro capitano, Monkey D. Luffy.

La serata si era infatti svolta come al solito, con musiche, danze, balli sfrenati, sakè e carne come se piovesse. Dopo un falò dalle potenziali conseguenze disastrose, tutti (o quasi) erano rientrati alle proprie cabine, chi sulle proprie gambe, chi trascinato malamente verso la propria branda. L'archeologa Nico Robin, eterea e posata come sempre, si guardò attorno mentre si avviava verso l'altalena, pronta a svolgere il turno di guardia notturno. Nessuno dei suoi compagni era infatti in grado di svolgere tale arduo compito, ma del resto alla donna non dispiaceva nemmeno poi così tanto. In fondo, poteva stare ore ad ammirare un cielo che raramente avevano visto nel nuovo mondo da quando avevano lasciato Dressrosa, così pulito e luminoso. Si accomodò sul dondolo, sfilandosi le scarpe, e sorridendo per il piacevole solletico che l'erba regalava ai suoi piedi.

Mentre era ancora assorta a scrutare gli astri, si ritrovò a pensare a come anche le stelle quella notte sembravano in festa, proprio come erano stati loro poche ore prima.

Una mano si appoggiò alla spalla della mora, facendola trasalire impercettibilmente. Tra mille avrebbe riconosciuto la mano del suo capitano, che si posava leggera sulla sua spalla sottile. Voltò leggermente il viso, sorridendo nel trovare Rufy perso ed estasiato, con il naso in su attento a non lasciarsi scappare nemmeno uno della miriade di minuscoli puntolini lontani che rallegravano il cielo. La ragazza poggiò una mano sulla sua, attenta a non distrarlo. -Ancora auguri, capitano.- sussurrò, catturando l'attenzione del moro, che rise come al solito. -Già. E quanta carne!- ricordò con occhi sognanti il capitano, sbavando leggermente al solo pensiero. L'archeologa rise, trascinando anche Rufy con lei.
 
Quando si furono calmati, il moro si avviò verso la polena, voltando di sbieco lo sguardo verso la sua compagna, che lo fissava sorridente. -Robin, farò io il turno di guardia. C'è una persona con cui vorrei parlare.- disse semplicemente. Senza attendere oltre, la ragazza si alzò dal dondolo, avviandosi alla sua cabina. Rivolse un ultimo sguardo a Rufy, che si trovava già sdraiato sul sole sorridente a prua. Lo lasciò nella sua intimità, immaginando cosa il suo capitano avesse intenzione di fare.
 
-Ciao, Ace.-

Il solo pronunciare il nome di suo fratello, dava a Rufy una scossa elettrica pazzesca, che si diramava lungo tutto il corpo e gli riscaldava il centro del petto. Strinse forte il cappello tra le mani, traendo da esso la forza per continuare. Si sforzò di guardare verso l'alto, cercando in quella immensa distesa di stelle qualcosa, o meglio, qualcuno. Senza distogliere lo sguardo, continuò a parlare, cercando di controllare i tremiti nella voce.

-Sono passati più di due anni. Strano eh? Ma in fondo lo so che tu sai tutto quello che mi succede, quindi non prendermi in giro da lassù! Abbiamo battuto Mingo e aiutato Torao, e anche se non ho mai pensato di non farcela, sapevo che tu eri con me. Proprio come sull'isola degli Uomini Pesce, quando ti ho sentito vivo nel mio Red Hawk.-  sussurrò stringendo i pugni. Avrebbe voluto dire qualcos'altro. Dirgli quanto gli mancasse ogni giorno. Quanto pensava a lui ogni volta che doveva proteggere i suoi compagni, pregando di non commettere mai più gli stessi sbagli. Sperando di non perdere mai più nessuno. Ripensò poi agli eventi appena accaduti, sentendosi in dovere di condividere con Ace un evento particolarmente significativo.

-E' tornato Sabo!- esclamò dopo un tempo che sembrava infinito, sentendo già gli occhi riempirsi di lacrime. Conscio che non sarebbe servito a nulla trattenersi, le lasciò scorrere, mentre con voce rotta sussurrava:

-L'hai mandato qui per proteggere me, vero? -. Non che si aspettasse una risposta, ma il silenzio lo fece tremare. Ace era li da qualche parte, perchè non rispondeva?

-Non mi avresti mai lasciato da solo ad affrontare tutto, anche se sono cresciuto, tu non smetti di trattarmi come un bambino!-  urlò poi, cercando di suonare offeso, consapevole di come ciò fosse sciocco, dato che Rufy lo aveva sperato sin da subito. Sapeva che era stato Ace a mandare Sabo li con lui a Dressrosa. Sentì il petto riscaldarsi ulteriormente, e mentre le lacrime scorrevano senza freni, abbassò lo sguardo, tenendolo fisso sul cappello.

-Ti ricordi di quando abbiamo festeggiato il mio ottavo compleanno, e Dadan ci tirò addosso il tavolo per esserci spazzolati solo io, tu e Sabo l'intero Grizzly che eravamo riusciti a catturare?- chiese con aria divertita, mentre ricordava ancora la forzuta donna dai capelli arancioni che li sbatteva per l'ennesima volta in camera loro, urlandogli di perdersi e di non tornare mai più, mentre quelle tre pesti se la ridevano di brutto, cercando di concludere l'allenamento mattutino distruggendo ulteriormente la stanza, tra calci, pugni e bastonate. Quei ricordi facevano male. Si scagliavano contro il cuore del giovane, trafiggendolo dolcemente. Si, perchè quello era un male buono. Era un male che gli ricordava sempre chi aveva amato, e chi ancora amava e aveva il dovere di proteggere.

Se ne stette per un tempo indefinito lì, sulla polena della sua nave, a ricordare momenti più o meno belli della propria infanzia, e a condividere con chiunque lo stesse ascoltando tutto quello che era successo nei mesi precedenti. Quando decise che era ora di salutare Ace, Monkey D. Rufy si alzò in piedi, posandosi il cappello sul cuore, e sorridendo tra le lacrime al cielo luminoso, disse: -Ace, so che dovunque tu sia, mi hai ascoltato. Il mio compleanno senza di te non è lo stesso. Ma anche se non sei qui con me, io ti sento sempre nel cuore-. Fece una pausa, stringendo forte la sua paglietta e rivolgendo uno sguardo intenso ad una stella cadente che si muoveva proprio sopra di lui. Eccolo, pensò. Era il momento. Prese un profondo respiro.  

-Ti voglio bene fratello. A presto!-  esclamò alla fine con voce rotta, stringendo spasmodicamente il cappello al petto, permettendo a caldi fiotti di bagnargli il viso, cercando di non crollare, cercando di resistere.

Non si era tuttavia accorto, il moro capitano, che mentre era intento a parlare con il cielo, l'intera ciurma si era riunita sul prato della Sunny, seduta a guardare la sua figura sulla polena, che si stagliava contro la distesa scura sopra le loro teste. E nemmeno si era accorto di una melodia che aveva iniziato a riecheggiare nell'aria, melodia che arrivò alle sue orecchie come un calmante, avvolgendolo e consolandolo. Si voltò, spalancando gli occhi nel vedere tutti i suoi compagni proprio li, ad un passo da lui, che lo attendevano con un grande sorriso, e qualcuno, con le lacrime agli occhi. Il Sakè di Binks che usciva dal violino di Brook riempiva l'aria, infondendo speranza nella ciurma, e in Rufy stesso. Mentre correva verso i suoi nakama, verso la sua unica famiglia, Monkey D. Rufy pensò infatti di non essere solo. Li guardò ad uno ad uno, rivedendo nella propria mente il momento in cui ciascuno di loro aveva iniziato a far parte della sua vita.

Lui non era più solo. E Ace questo lo sapeva. E se c'era una cosa che Rufy si era ripromesso, era di non dimenticare mai suo fratello.

E che qualsiasi cosa sarebbe accaduta, lui non avrebbe mai più permesso a nessuno di portarsi via le persone che amava.

Mai più.
 
 
 
ANGOLO AUTRICE
Devo dirvi che mi sono commossa a ripensare a loro. Ad Ace, a Rufy, a Marineford.. Aaaaaaaah sono troppo sentimentale, sto piangendo di nuovo ç_ç Spero che questa piccola shot vi piaccia, e ovviamente, è stata scritta per il compleanno del nostro capitano di gomma! AUGURI RUUUUUUUFYYYYY *^*
*fangirleggia in giro*

A parte lo scherzo, ringrazio chi recensisce sempre e legge le mie storie, e se qualcuno vuole far sapere la sua a riguardo (non solo su questa singola, ma anche sulle altre), si faccia avanti, mi farebbe daaavvero piacere sapere cosa ne pensate :)
Al solito vi saluto, e vi mando un grosso bacio. A presto! <3
 
Jules
   
 
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