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Autore: Zomi    05/05/2015    3 recensioni
Primo Dolore: Ma quel grido... È dolore fisico, lento, che scivola di fibra in fibra, che lacera la carne che impregna i tessuti.
Secondo Dolore: Bruciano gli occhi, graffiano le gote, annebbiano la vista tumefatta per i colpi ricevuti. Sono lacrime, ma ti hanno sempre ferito come lame, vero Robin?
Terzo Dolore: E' strana la pioggia che cade su Cappello di Paglia.
Quarto Dolore: La vita è un dono, non un diritto.La vita va guadagnata e goduta.Questa è la verità.
Quinto Dolore: Non te ne eri mai accorto, ma la paura ha il sapore del sangue.
Sesto Dolore: Errore, dolore… suonano così bene insieme, stridono i timpani fino a strapparli.
...
FanFiction partecipante al OTP Challange indetto su EFP da Magicaemy
**FanFiction partecipante al RuRobin's Day**
Genere: Angst, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Monkey D. Rufy, Nico Robin
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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FanFiction partecipante al OTP Challange indetto su EFP da Magicaemy.
 
Pacchetto ANGST: Grido, Lacrima, Pioggia, Verità, Paura, Errore.
Pairing: Luffy x Robin
Prompt: Grido
 



 

 
RuRobin Day: il rosso di un sorriso da Re e l’azzurro degli occhi di una bambina dai mille petali rosa. Il destino li ha fatti incontrare, e non importa quanto siano diversi, il loro amore è più forte di tutto
 


ANGST LOVE STORY

 
Primo dolore: Grido
 
Digrigna i denti, cercando di zittire il dolore che gli lacera il petto.
Sente la pelle aprirsi come tagliata di netto, sanguinare e incancrenirsi, sostituendo il sangue con dolore e strazio.
Non riesce ancora a credere alle sue parole.
A quelle parole urlate, piante a secco, gridate con sofferente rassegnazione.
L'aveva gridato.
Aveva lanciato nell'aria il suo grido affinché tutti, tutti i suoi Nakama lo sentissero.
E lui aveva sentito il suo grido, e ne era rimasto ferito.
Aveva lottato tanto per arrivare fin lì, nessun proiettile, pugno, colpo di spada, muro impenetrabile, calcio di gigante, trucchetto dell’uomo toro o lo Shigan dell'uomo piccione l'avevano fermato, e tutto per venire ulteriormente ferito da lei.
Sanguina.
Stilli purpuree piovono dalla pelle divelta dalle sciabole dei marine, scese violente su di lui mentre correva alla Torre della giustizia, attraversando, sparo dopo sparo, dolore dopo dolore, tutta Enies Lobby.
E' di gomma, i proiettili rimbalzano sul suo corpo, ma ciò non vuol dire che non li senta, che non percepisca il calore che emanano nel venir sparati contro la sua casacca rossa, la consistenza dura e appuntita, la violenza con cui mirano al petto, la velocità d'impatto con cui si schiantano sugli addominali tesi nel comprimere il fiato, corto e straziante per la corsa inarrestabile.
La pelle si frammenta, i muscoli si lacerano, il sangue scorre e l'adrenalina non basta a superare il dolore, che brucia, brucia come inferno in lui, che vorrebbe solo stringerla tra le braccia, finalmente al sicuro.
Sapeva fin da Water 7, dal primo pugno con cui Lucci lo mise al tappeto, che il sapore del sangue e il sussurro del dolore non l'avrebbero lasciato in fretta.
Lo sapeva, ma sapeva anche che lei lo stava aspettando.
I pugni tremano, le nocche sono spezzate per i colpi che ha sferrato contro tutto e tutti, contro i muri che non volevano lasciarlo passare, contro i marines che volevano fermarlo.
Dolore si è aggiunto ad altro dolore.
Le ferita si sono prese a braccetto con altre.
il sangue secco ha ritrovato consistenza in quello versato fresco.
Le costole inclinate che martoriano i muscoli, la pelle tesa sulle braccia tagliata in svariati punti, i denti digrignati fino a scricchiolare nel trattenere ogni gemito di dolore, ogni ringhio di fame.
Ha sopportato tutto, anche se fa male.
Ha sopportato tutto quel dolore per lei, per la sua Archeologa, per la donna dagli occhi di mare che non lo sgrida mai e lo fa sentire importante con un sorriso.
Ha sopportato tutto perché sapeva, sperava, che sarebbe tutto finito bene.
Ma quel grido...
È dolore fisico, lento, che scivola di fibra in fibra, che lacera la carne che impregna i tessuti.
E' dolore straziante che contorce le budella del moro, che gli stringe il cuore in una morsa di ghiaccio e catene.
E' dolore di una perdita che non può sopportare, che non può accettare.
Che non vuole.
-LASCIATEMI MORIRE!!!!!-
Un grido, straziante, feroce, che fa male.
Il grido di Robin riecheggia nelle orecchie di Rufy, vibrando da empia a tempia,  scuotendolo e distruggendolo.
Fa male Robin, fa più male che morire, perché se esaudisse il tuo desiderio che ne resterebbe del suo, di vederti di nuovo con il suo prezioso cappello di paglia sulla testa come a Weasky Peak, ma stavolta con il suo consenso?
Con il suo amore?
Fa male, più degli spari, più delle palle di cannone, più delle sciabole.
Fa male quel grido, e solo una cosa più zittirlo.
Un altro grido... sussurrato.
-Non te l’ho ancora sentito dire, Robin- si calo il cappello sugli occhi, neri come carbone che arde ancora, che non ha smesso di fiammeggiare, nonostante il dolore.
Solleva lo sguardo e incrocia il tuo, incrocia quegli occhi azzurri come il mare che ama.
Ama, come ama solo te.
-Dillo!!!- ordina con fermezza, ma senza urlare, facendoti fremere con la sua voce matura, seria… ferita.
–Di che vuoi vivere!!!-
Un grido.
Non di disperazione, come il tuo.
Non di paura, come il tuo.
Non di dolore, che ha trattenuto fin lì.
Un grido di speranza, un grido di amore.
-DILLO ROBIN!!!!-
-Io… io…-
Dillo, urlalo… gridalo per lui, che sanguina di dolore per te, che è corso a salvarti nonostante tu l'abbia abbandonato.
Fagli male se vuoi, ma gridalo, gridalo!!!
-Vivere? Pensavo che mi fosse proibito... pensavo che nessuno mi avrebbe mai concesso questo diritto...-
Gridalo ti prego, fa cessare questo dolore al suo petto.
Metti fine a questo dolore... ti prego.
-… ma se mi è concesso esprimere un piccolo desiderio, ecco, io...-
Gridalo!!!
-VOGLIO VIVERE! Portatemi con voi attraverso i mari!-
Un sorriso si apre sul viso di bambino che vuole diventare Re.
Sferra un pugno nel palmo della sua stessa mano, sgranchendosi le nocche lese, risvegliando i muscoli intorpiditi dal sangue secco.
Un grido, e non sente più alcun dolore.
Un solo semplice grido ed è pronto.
Non fa più male, ora.
Guardalo Robin: non fa più male ora che riesce a sostenere il tuo sguardo senza provare dolore.
Guardalo Robin: ti sta venendo a prendere.
Non smettere di gridare.
   
 
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