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Autore: Gin 92    31/12/2008    3 recensioni
'Ma in quel momento, in quel preciso istante, mentre osservava I lineamenti del viso di Draco, riuscì ad avere risposta ad una delle sue domande. Nel suo futuro più prossimo c'era Draco Malfoy.'
'Ma incominciai a pensare sempre più a te, al tuo viso. E la voglia di baciarti ancora una volta non mi abbandonava mai. Non hai idea di quanto mi ci sia voluto per convincermi che era una buona idea avvicinarti di nuovo. Ma devo amemttere che ne è valsa la pena.'
Genere: Triste, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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È abbastanza strano tornare a scrivere dopo tanto tempo, credo siano anni. Ringrazio Mary (Titty 90) perché mi ha sempre incoraggiato a continuare a scrivere, ringrazio anche I Three Days Grace che mi hanno dato l'ispirazione, oltre al nome della fanfiction.
Come sempre, I personaggi non appartengono a me ma alla Zia Rowling. Buona Lettura.




Un fastidioso raggio di sole le stava pizzicando il volto da un paio di minuti, ma lei era decisamente intenzionata a ignorarlo. Non voleva alzarsi. Voleva rimanere così per sempre, intrappolata in quel limbo, fra sogno e realtà. Dove tutto è perfetto; dove non c'erano guerre, non c'erano morti e non c'erano Signori Oscuri pronti a fare fuori qualsiasi persona avesse intralciato la sua strada.
Ma doveva alzarsi. Doveva semplicemente svegliarsi, stropicciarsi gli occhi ed affrontare un'altra giornata. Infondo, pensò, lei era fortunata. Si trovava ad Hogwarts, non era di certo in giro per il mondo a cercare Horcrux. Non era in un imminente pericolo di vita, e stava bene. O meglio..faceva finta di stare bene; anche se, probabilmente, il silenzio e l'incapacità di sorridere fossero dei dettagli che ormai tutta la scuola aveva notato.
Ma non lo faceva apposta, non riusciva a sorridere..tutto qui.
Da quando suo fratello, Hermione ed il suo Harry erano partiti per salvare il mondo, lei si sentiva come intrappolata. Costantemente distratta, persa nei suoi pensieri e sguardo assente erano ormai caratteristiche che le sue amiche era abituate a vedere in lei. Non si spiegavano perché non stesse reagendo, perché non si stesse rialzando, pronta per un'altra battaglia e per scrivere finalmente la parola fine a questa guerra. Ginevra, dal canto suo, era semplicemente confusa. Si sentiva persa, non riusciva a trovare uno stimolo per continuare ad essere quella ragazza sempre sorridente che tutti avevano conosciuto. Non voleva indossare una maschera e fare finta che tutto stesse andando bene, ma non voleva neanche lasciare che la situazione le sfuggisse dalle mani. Così aveva incominciato semplicemente ad essere una persona senza sorriso, quasi senza emozioni. Forse, da fuori, la si poteva etichettare come una ragazza apatica, menefreghista ed indifferente. Ma lei sapeva che non era così, sapeva che la sua era semplicemente una conseguenza di quello stress che da anni doveva sopportare. Era il suo modo di reagire a quella situazione. Ma, infondo, stava bene.

Scostò le coperte con lentezza e si sedette, osservò il dormitorio e non la sorprese di non trovare nessuno. Erano quasi le otto e mezza, e le lezioni iniziavano alle nove. Erano tutti a fare colazione. Le sue compagne, forse suggestionate dal suo nuovo compartamento, evitavano di inserirla in qualsiasi cosa pensassero le potesse dare fastidio. Come l'essere svegliata. E a lei non importava. Non le importava più niente che riguardava la scuola. Aveva voti sufficienti, partecipava alle lezioni passivamente ed aveva smesso di giocare a Quidditch. L'unica cosa che le interessava era andarsene, andarsene per aiutare le persone là fuori ad affrontare la guerra.
Si diresse in bagno e si guardò allo specchio. La ragazza che vedeva non era Ginevra Weasley, era la sua ombra. I capelli rossi erano spettinati e cadevano disordinati sulle spalle, gli occhi erano di un azzurro spento e le occhiaie profonde non aiutavano a dare luminosità al suo viso. Scosse la testa e si lavò la faccia velocemente. Forse sbagliava a reagire a tutto questo in un modo così apatico, accondiscendente. Si stava lasciando andare, non le importava più di come appariva in pubblico nè tanto di meno di quello che pensava la gente di lei. Forse, se avesse solo tentato di ritornare ad essere quella di sempre, sarebbe cambiato qualcosa.
Tornò in camera e si vestì, presa la borsa logora piena di libri e scese le scale. Anche la Sala Comune era vuota, fatta eccezzione per alcuni ragazzi intenti a ripassare. Questi alzarono gli occhi dai libri appena sentirono I suoi passi e la salutarono con un sorriso imbarazzato. Gin fece un cenno di saluto con il capo. Uscì velocemente e arrivò dopo qualche minuto in Sala Grande.
La Sala si era già quasi del tutto svuotata, ma I tavoli erano ancora apparecchiati e pieni di roba da mangiare. Si sedette stancamente al tavolo dei Grifondoro e si riempì il bicchiere di succo di zucca, prese un tost imburrato e lo assaggiò di malavoglia. Luna Lovegood le si sedette avanti dopo qualche secondo, la guardò con quei grandi occhi azzurri e le sorrise.
'Hai una faccia, Ginny..'
'Me lo dici tutte le mattine da tre mesi, Luna. Credo di aver afferrato il concetto.' le rispose, non c'era traccia di scherno nella sua voce. Probabilmente Luna era l'unica che ancora le parlava normalmente, era l'unica amica che le fosse rimasta. L'unica con cui, a volte, riusciva a confidarsi.
'Si, certo. Eviterò di ribadire tutto quello che ti ho già ripetuto un centinaio di volte. Adesso, visto che non ti degni neanche di svegliarti in orario, direi che ti dovresti muovere sennò faremo entrambe tardi alla lezione.'
'Nessuno ti obbliga a rimanere, lo sai.'
'Muoviti a mangiare e basta, ok?'
Gin mugugnò un si come risposta e finì rapidamente il succo di zucca. Si alzò, seguita da Luna ed uscirono dalla Sala Grande.
'Che abbiamo?' chiese Gin, pensierosa.
'Son tre mesi che siamo qui e ancora ti devi ricordare l'orario. Fai schifo..'
'Grazie, molto gentile come sempre.'
'E di che, figurati. Abbiamo Storia della Magia.'
'Allora andiamo.'
Arrivarono nell'aula di Storia della Magia giusto in tempo e si sedettero negli ultimi posti. Quando il professore Rüf iniziò a spiegare, Gin lasciò che la sua mente vagasse libera. Non erano pensieri precisi, nè tanto meno coerenti e legati fra loro. La sua mente spaziava fra I suoi ricordi d'infanzia e I fatti accaduti durante quegli anni. Il volto di Harry le compariva spesso avanti gli occhi, lo sognava tutte le notti. E tutti le notti lo vedeva morire sotto atroci torture di Voldemort. Forse era a causa di quei sogni che non riusciva a riprendersi da quello stato semi catatonico in cui era caduta. Era la paura che la immobilizzava, non la faceva andare avanti. Il tempo passava, le notizie di Hermione, Ron ed Harry scarseggiavano sempre più ed il mondo stava cadendo a pezzi lentamente. E lei si era semplicemente bloccata, non riusciva a muovere quel solo ed unico passo che le avrebbe permesso di essere utile in qualche modo.
La campanella interruppe I suoi pensieri, si alzò dalla sedia e salutò velocemente Luna. Non sapeva ancora che lezione avesse, sapeva solo che non era con I Corvonero. Dalla borsa prese il suo orario e rimase impassibile quando notò di avere lezione con I Serpeverde, e per di più Pozioni. Piton non insegnava più pozioni, troppo occupato nel suo nuovo incarico di Preside, ed il suo posto era stato preso da un uomo, probabilmente Mangiamorte anche lui. Fare lezione con I Serpeverde significava entrare nella tana del lupo. Ma nonostante questo la situazione era stabile per ora, Voldemort aveva il completo potere su Hogwarts e teneva tutto sotto controllo, ma doveva occuparsi anche di uccidere, devastare e portare sotto il suo comando altre istituzioni. Quindi le lezioni si svolgevano in modo regolare, e apparte l'assidua presenza di Mangiamorte, giovani e grandi, nella scuola, tutto sembrava normale.
Arrivò puntuale avanti l'aula di Pozioni, alcuni ragazzi erano già dentro. Prese un profondo respiro e cercando di non dare nell'occhio per evitare di parlare con qualsiasi persona presente in aula, si avvicinò ad un tavolo e vi ci sedette, aspettando impazientemente che la lezione incominciasse.
I ragazzi Serpeverde, o meglio alcuni, erano seduti dall'altro lato della classe e sembrava che si divertissero molto. Da dove si trovava lei non riusciva a captare niente di significativo, ma di certo, osservando le loro espressioni, non poteva essere qualcosa di molto intelligente. Gli altri ragazzi, invece, I Grifondoro, parlavano tranquillamente, senza eccessi di risa o altre esagerazioni. Parlavano del più e del meno, senza preoccupazioni apparenti.
Il professore, ancora non riusciva a ricordarsi il suo nome, entrò in classe seguito da un gruppo di studenti serpeverde, fra cui c'era anche Draco Malfoy. La mattina della partenza per Hogwarts, il primo settembre, non era stata sorpresa di vederlo. Con Piton come nuovo preside era impossibile che Draco non fosse riammesso. Malfoy non era cambiato, nè caratterialmente nè fisicamente. Aveva sempre I capelli biondo platino, gli occhi di ghiaccio, era alto e slanciato. E per quanto riguarda il carattere pareva che l'aver quasi ucciso Silente non lo avesse cambiato, era sempre pronto a sfottere qualsiasi persona si trovasse davanti. Compresa lei.

Appena il professore entrò in aula, Gin fece finta di spostare tutta l'attenzione su di lui, anche se sapeva che quell'attenzione sarebbe durata meno di cinque minuti.
Come sempre non la sorprese l'indifferenza che provava nel stare seduta tranquilla nella stessa stanza con venti probabili Mangiamorte. Non aveva paura di loro, non aveva paura di morire. Aveva paura di non rivedere I propri cari, paura che quella guerra le avrebbe portuto via la sua famiglia, ma non provava niente nel sapere che anche lei poteva morire.
La lezione sembrava non finire mai, il professore continuava a parlare ed a segnare ingredienti sulla lavagna, che lei meccanicamente trascriveva sul suo quaderno. Quando finalmente la campanella suonò, Gin cercò di dileguarsi il più velocemente possibile ma arrivata fuori dalla porta sentì la voce di Draco dietro di se.
'Weasley, mi sorprende vederti ancora viva. Sai pensavo che ci avessi già liberato dalla tua inutile presenza.'
Gin si voltò e lo guardò dritto negli occhi per qualche secondo, per poi alzare le spalle e iniziare a camminare per Il corridoio, indifferente.
Draco scoppiò a ridere, seguito dai sui amici. 'È partita di testa. Da quando il suo caro Potter l'ha mollata ha avuto un crollo psicologico, molto probabilmente verrà ricoverata al San Mungo insieme ai genitori di Paciock.'
La ragazza scosse la testa, non era arrabbiata nè tanto meno le fregava qualcosa di quello che pensava Draco Malfoy ma non si trattenne dal rispondergli.
'Malfoy, fallo per la tua dignità. Chiudi quella fogna ed incomincia ad esercitarti a mandare maledizioni senza perdono. Da quel che so ancora non sei capace di uccidere neanche una mosca.'
Il ragazzo, leggermente sorpreso per aver finalmente scatenato una reazione in Ginevra, ghignò divertito.
'Sei davvero sicura che io non riesca ad uccidere qualcuno?'
'Sinceramente..non mi interessa quello che sai o non sai fare. Addio, Malfoy.'
Tornò ad incamminarsi e questa volta ignorò I commenti che sentiva dietro di lei. Uscita dai sottorranei si guardò intorno e tirò fuori il suo orario. Aveva un'ora di Trasfigurazione e dopo il pranzo. Aveva perso fin troppo tempo a rispondere a quel cretino di Malfoy e si mosse velocemente per raggiungere l'aula.

La giornata era finalmente finita e non era stata diversa dalle altre. Aveva pranzato in silenzio, circondata dal vociare indistindo delle persone intorno a lei, si era diretta alle lezioni pomeridiane, aveva studiato un pò in biblioteca per poi cenare. Adesso si trovava in giardino, sdraiata su una panchina ad osservare le poche stelle che si intravedevano sotto la spessa coltre di nuvole scure.
In testa aveva tanto domande che non trovavano risposte. Come sarebbe finita la guerra? Chi dei suoi cari non sarebbe riuscito a sopravvivere? Che cosa le sarebbe capitato? Che cosa, o chi, c'era ad aspettarla nel suo futuro più prossimo?
Più si sforzava, più non riusciva a trovare risposta. Il suo mondo era stata completamente stravolto in così poco tempo che ancora non riusciva a credere a quello che le stava succedendo intorno. Non riusciva ad immaginare un mondo diverso da quello che aveva sempre conosciuto, non riusciva a vedersi da qui a cinque anni. Il futuro era una cosa spaventosa che nessuno voleva affrontare..
Si mise a sedere e si stiracchiò la schiena, sbadigliando. Incominciava a sentire freddo e probabimente stava per scadere il coprifuoco. Infatti, una delle notivà di Hogwarts, era l'obbligo di trovarsi entro le dieci nei propri dormitori, e non c'era possibilità di uscire dall'edificio. Il portone veniva chiuso personalmente da Piton con un incantesimo pressoche sconosciuto.
Avanzò stancamente verso l'ingresso della scuola e solo quando fu a pochi metri di distanza che notò il portone chiuso; non si fece prendere dal panico e avvicinandosi cercò di spingerlo in avanti. Si inumidì le labbra, pensierosa. Era rimasta chiusa fuori, un anno fa questa cosa l'avrebbe spaventata a morte, adesso le creava solo il problema di non sapere dove andare a dormire. Si sedette sulle scalinate, osservando la foresta che circondava la scuola. Incomnciava a fare davvero freddo e lei, vestita con la semplice divisa scolastica e la sciarpa, doveva trovare un posto dove restare la notte. Le venne subito in mente la capanna di Hagrid, ormai in disuso, e ritenendo che fosse la soluzione migliore si alzò. Ma fece in tempo solo a fare due passi che una voca la fermò.
'Dove pensi di andare, piccola Weasley?'
Gin chiuse gli occhi, scocciata di non riuscire neanche a rimanere bloccata fuori dalla scuola da sola; si voltò e scosse la testa.
'Malfoy..' lo salutò velocemente, per poi dargli le spalle e continuare a camminare. Avere uno scontro verbale con Malfoy due volte nella stessa giornata era fuori questione. La sua mente, già abbastanza instabile, non lo avrebbe sopportato.
'Ehi idiota!' Evidentemente Draco non era della sua stessa opinione.
In pochi secondo la raggiunse e la fermò con un braccio, facendola voltare violentemente.
Ginevra lo guardò qualche secondo, immobile.
'Per prima cosa, Malfoy. Non mi toccare, non gusta nè a me nè tanto meno a te. In secondo luogo, se hai notato, siamo rimasti fuori. Adesso, te potrei anche chiamare il tuo caro Piton, che ti farà rientrare senza neanche togliere un punto alla tua casata. Invece, se becca me chiusa fuori, non solo toglierà come minimo 100 punti ai Grifondoro, ma mi darà una punizione che durerà tutto l'anno. Quindi, io me la svigno.' Aveva parlato velocemente, senza interrompere il contatto dei loro occhi. Si liberò dalla presa e senza aspettare risposta tornò ad incamminarsi.
'Wow. Penso che questo sia il discorso più lungo che tu abbia mai fatto da quando sei qui. Che strano, vero Weasley? Lo hai fatto con l'eterno nemico del tuo caro Potter.'
'Credo di avertelo già detto questa mattina. Chiudi la bocca. Tu non sai niente di me, io non so niente di te. E va bene così, ok? Lasciami in pace, fai quello che devi fare. Chiama Piton e mandami a cercare, non mi frega niente. Non mi importa di te, di Piton ne tanto meno di quello che mi farà.' La voce non lasciava tradire nessun sentimento. Non era una preghiera, non era un'ordine. Era una specie di consiglio. Ma era la verità. Non le importava nulla.
'Sai Weasley, la tua stupidità non ha limiti. Si vede che sei cresciuta in una casa dove la venerazione dei babbani supera la conoscienza della magia. L'incantesimo che blocca la porta è impossibile da rimuovere prima delle sette di domani mattina e, in qualsiasi caso, non saprei come contattare Severus. Sono bloccato con te, che ti piaccia o no.'
Gin scosse la testa, incredula. Non la voleva lasciare in pace. Per paura che Malfoy la seguisse fino alla capanna di Hagrid ritornò sui suoi passi e si risedette sulle sgradinate. Non si disturbò di rispondergli e tornò a fissare il cielo, questa volta senza pensieri in testa.
'Pensi di rimanere qui tutta la notte, Weasley? Vuoi proprio morire, eh.'
'Oddio, Malfoy. Ma te ne vai? Visto che hai tanto paura di morire congelato qua fuori, sparisci e salvati dal grande gelo.'
Draco ghignò divertito e si sedette anche lui, a pochi metri da lei.
'No, è più divertente darti fastidio. E poi, non sono di certo io quello vestito della sola uniforme.' Indicò il suo giaccone nero, abbastanza pesante. 'Proprio una grande idea uscire d'inverno in quel modo, Weasley. Allora è vero che hai manie suicide.'
'Te lo hanno mai detto che sei petulante?'
'A volte. Di solito eravate voi, sai te ed il tuo gruppetto di idioti. Quei tre che sono spariti per andare a fare l'eroi, dimenticandoti qui.'
'Certo, hai ragione tu Malfoy. Bravo.'
Si era stancata, all'inizio poteva anche essere divertente, un modo per non pensare a quella situazione, ma adesso era insostenibile. Odiava Draco Malfoy. Ma non perché la insultava da sette anni, ma per la sua sfacciataggine, il suo modo sbagliato di vedere la vita e per la sua incapacità di provare emozioni.. Voleva ignorarlo, non considerarlo. Ma non ci riusciva. L'unico sentimento che scatenava in lei era odio puro, odio animale. Sarebbe stata capace di saltargli alla gola e strozzarlo con le sue mani.
Erano rimasti in silenzio per diversi minuti ed a nessuno dei due sembrava dispiacere. Ma Gin cominciava a sentire davvero freddo: il fiato diventava una nuvoletta di fumo appena usciva dalle sue labbra e la mani si stavano arrossando, stava perdendo la sensibilità delle gambe e le incominciava a girare la testa. L'unica cosa che non voleva era rimanere vulnerabile, visto e considerato con chi doveva passare la serata.
Si alzò in piedi, barcollando un pò per lo scatto improvviso. Si riprese subito ed si guardò intorno, in cerca di un'idea.
Le serre non erano lontane e di certo non erano chiuse a chiave.
Senza dire una parola a Draco incominciò ad incamminarsi, dopo qualche secondo sentì dietro di lei dei passi. La stava seguendo. Non sarebbe riuscita a stare sola neanche un minuto quella notte. Il ragazzo non sembrava intensionato a dire niente, ed era l'unica consolazione.
Appena arrivati avanti alle serre, Gin scelse la prima disponibile e ci si intrufolò, si osservò intorno in cerca di piante carnivore ma non trovandole si decise che era l'unico posto dove poteva rimanere per la notte. Sentì la porta dietro di se chiudersi a chiave e si voltò di scatto. Draco era entrato e la stava osservando incuriosito.
'Che cosa chiudi a fare la porta chiave?' gli chiese Gin, impassibile.
'Così..avevo voglia di chiuderla bene.'
La ragazza alzò le spalle, indifferente e si sedette a terra. La schiena appoggiata al muro e le gambe distese. Chiuse gli occhi, per cercare di farsi passare il mal di testa e per fare finta di non essere rinchiusa in una serra con Draco Malfoy.
Sentì il ragazzo camminare un pò per la stanza e dopo qualche secondo sedersi accanto a lei.
'Malfoy, non capisco. C'è tanto posto qui, perché deve sederti vicino a me? Non ti faccio schifo?'
'Certo che mi fai schifo. E per quanto mi mette I brividi respirare la tue stessa aria e starti così vicino non voglio morire congelato. I nostri corpi emanano calore, dobbiamo stringerci per evitare il congelamento.' Draco ghignò, sempre più divertito.
Ginevra, invece, era sull'urlo del crollo psicologico.
'Fai come ti pare. Adesso, per piacere, stai zitto.'
Si passò la mano fredda sulla fronte bollete e mugugnò silenziosamente per il dolore.
Draco, non riuscendo a trattenersi, le chiese se si sentiva male. Gin lo guardò seriamente e sbuffò.
'Non credo che ti possa interessare.'
'Certo che mi interssa. Se stai male te, e se ti sto così vicino, potrei prendermi qualche malattia.'
'Allora allontanati Malfoy.'
'Te l'ho già spiegato che..'
'Stai Zitto!' esclamò, alzando la voce. Il ragazzo rimase per un momento basito, ma Gin non aveva ancora finito.
'Mi hai talmente rotto che mi verebbe solo voglia di ammazzarti. Che cosa vuoi, eh? Se hai freddo rimani pure vicino a me con il rischio di prenderti, al massimo, un'influenza. Se non ti va bene, allora, vattene. Vai dove ti pare, dall'altra parte della stanza, in un'altra serra, di fuori a congelarti. Non mi frega niente. Basta che ti chiudi quella fottuta bocca che ti ritrovi e mi lasci in pace.'
Draco la guardò attentamente, non aveva più la sua solita espressione di scherno in volta. Era completamente serio.
'Weasley. Era da tempo che non avevi una reazione così
passionale, ero così noiosa quando non facevi altro che guardarmi con quella faccia da pesce lesso.'
'Sono contenta che la mia reazione ti abbai fatto così piacere. Adesso, segui il mio consiglio e stai zitto.'
Gin voltò la testa dall'altra parte, appoggiando la fronte al muro e cercando di ignorare I respiri regolari che sentiva accanto a lei.
Tuttavia non poteva non pensare a quello che aveva detto Malfoy. Era da tanto che non reagiva così, era tanto che non mostrava la sua rabbia o la sua frustrazione in questo modo. Ed era altrettanto strano che era stato Draco Malfoy a farla smuovere un pò.
Ma si poteva spiegare tutto con semplici e poche parole. Odiava tutto di Draco Malfoy, ed era normale perdere la pazienza con lui. La situazione, il luogo e la compagnia non avevano fatto altro che cooperare per farle perdere la testa. Nonostante tutto era abbastanza felice, se la sensazione che sentiva era felicità, per essersi lasciata un pò andare. Per essersi sbloccata un pò.
'Non hai paura, Weasley?' La voce del ragazzo era cambiata, non c'era scherno, non c'era divertimento. Era pensieroso, serio. Ed era la seconda volta che capitava nel giro di mezz'ora.
'Di che dovrei aver paura?'
'Ti correggo. Di
chi dovresti aver paura?'
Gin non riusciva a capire dove lui volesse andare a parare.
'Sei isolata, nessuno sa che tu sei qui ed a nessuno importa. Nessuno potrebbe aiutarti se io..'
'Se tu..?'
'Se io provassi ad ucciderti, nessuno vorrebbe a soccorrerti, nessuno verrebbe a fermarmi. Adesso, sei chiusa a chiave in una serra con me, con un Mangiamorte che ha tentato di uccidere Silente. Ma devi sapere che sono cambiate tante cosa dal giugno scorso..non ti immagini neanche.'
'Se tu dovessi provare ad uccidermi, io cercherei di fermarti, Malfoy. E se non ce la dovessi fare, significa che, evidentemente, ero destinata a morire a causa tua.'
Draco rimase pensieroso qualche secondo, il ginocchio piegato e l'altra gamba distesa, le braccia incrociate al petto.
'E tu accetteresti tutto e basta? Non ti importerebbe di morire?'
'Ora come ora? No. Siamo in guerra, noi due fra qualche mese ci scontreremo comunque in una qualche battaglia. Forse morirai tu, forse morirò io. Siamo tutti destinati a morire, nessuno è immortale. C'è chi muore giovane, chi muore vecchio. Io non so quando e dove dovrò morire, e se dovesse succedere adesso lo accetterò e basta. Non senza lottare, ma lo accetterò.'
'Non credevo che ti fossi così rammollita. Io mi aspettavo un discorso stile Potter. Tipo
tu non riuscirai mai ad uccidermi ed altre cose del genere.'
Gin sorrise, sorrise in modo sarcastico. Un sorriso triste, rassegnato. Ma sorrise, e a Draco non sfuggì quel sorriso. Ma durò talmente poco che probabilmente avrebbe potuto immaginarselo.
'Devi smettere di vedere me ed Harry come una coppia. Lui è Harry Potter, io sono Ginevra Weasley. Pensiamo ed agiamo in modi diversi. Io sono cambiata, lui probabilmente sta cambiando.'
'Certo che ti ha mollato proprio in un modo infame..'
'Senti, non credo che ti interessi. Mi ha mollato, punto. Me ne sono fatta una ragione.'
Rimasero in silenzio, I minuti passavano indifferenti. Gin si trovava ancora in quel limbo, dove non c'era nè male nè bene e dove tutto era perfetto, fra il sogno e la realtà. La presenza di Draco non la infastidiva più, aveva smesso di parlare da un pò e non avevano più niente da darsi. Entrambi erano persi nei propri pensieri.

Gin si riscosse e apre lentamente gli occhi. Aveva la testa appoggiata alla spalla di Draco ed al ragazzo non sembrava dispiacere, dormiva anche lui. Si alzò senza far rumore e si avvicininò alla porta, l'aprì un poco per guardare fuori: era ancora notte, ed il freddo sembrava penetrarle nelle osse, le stelle non si vedevano più in cielo, coperte completamente dalle nuvole. L'alba era ancora lontana.
'Che fai? Scappi senza di me?'
Si voltò ad osservarlo, alzando un sopracciglio. 'Controllavo che tempo è fuori, tutto qui.'
Si massaggiò una spalla, assonnata, si mise a sedere sul tavolo da lavoro e si passò una mano sul viso, cercando di svegliarsi.
'Sono le quattro e mezzo, Weasley. Abbiamo ancora due ore abbondanti da passare insieme.'
'Mi sento male.'
'È tornato il sarcasmo Weasley.'
'Non è tornato nessun sarcasmo Weasley, Malfoy. Stavi dormendo, no? Torna a dormire.'
'Non mi dare ordini, Weasley.' Draco si era alzato in piedi e si era avvicinato pericolosamente.
Ginevra lo guardava attentamente, senza rispondergli.
'Sai Weasley, in questo periodo non sei stata affatto divertente. Quell'aria da depressa e solitaria non ti si addice, dovresti incominciare a rilacciare I rapporti con le tue carissime e squallide amiche, dovresti guardarti intorno per cercare un nuovo ragazzo. Potrebbe farti bene un pò di sesso, sempre se sai che cosa significa questa parola. Non credo che il tuo caro Harry ti abbia mai toccato, a parte darti qualche bacietto innocente.'
Gin si alzò in piedi, fronteggiandolo. Anche se la differenza di altezza era molta non la spaventava.
'Non sai niente, Malfoy. Non sai come sto, non sai cosa sto passando e non sai, assolutamente, che cosa ho fatto o non ho fatto con Harry. Quindi, te lo ripeto, stai zitto una buona volta.'
Draco ghignò divertito e si avvicinò ancora di qualche passo, bloccandola fra il suo corpo ed il tavolo.
'Ed io ti ripeto che non devi darmi ordini..' le disse piano, a pochi centimetri dal suo volto.
'Che cosa vuoi, Malfoy?' Era una domanda semplice, sincera. E Draco non seppe darle una risposta, la guardò per qualche altro secondo, confuso, poi si allontanò e si risedette a terra, pensieroso.
Gin, ancora immobile, continuava ad osservarlo, scrutandolo in cerca di una risposta. Ma Draco non dava segno di voler dare una riposta a quella domanda, neanche a se stesso.
La ragazza si allontanò dal tavolo e si avvicinò di nuovo alla porta, l'aprì ed osservò il cielo. Doveva ammettere che non era stato terribile passare la notte con lui, aveva scoperto un lato di lui, quel lato che teneva nascosto così bene, che l'affascinava. Era interessante vedere come il suo nemico di sempre, un Mangiamorte, avesse anche lui delle debolezze. Immaginava che neanche lui avesse bene in mente il suo futuro, anche lui aveva dei dubbi. Ma era pur sempre Draco Malfoy, ed il giorno dopo sarebbe tornato tutto alla normalità. E loro avrebbero continuato ad odiarsi.
All'orizzonte si incominciò ad intravedere un bagliore arancione, l'laba di un nuovo giorno.
Draco, intanto, si era alzato. Si avvicinò di nuovo a lei e la spinse, senza troppa violenza ma anche senza segni di gentilezza, contro la porta, facendola chiudere. Gin, spalle al muro e bloccata di nuovo dal suo corpo, non sapeva nè cosa fare nè cosa pensare. Malfoy aveva un'espressione seria, decisa. Era sicuro di quello che stava per fare.
'Non so cosa voglio, Weasley.' le disse, prima di unire le sue labbra a quelle di Gin.
Il bacio non assomigliava neanche un pò a quelli delicati che le dava Harry, era un bacio dettato dall'istinto, passionale, violento. Le loro lingue non stavano danzando, stavano lottando. Si mordevano le labbra a vicenda ed avevano il sapore del sangue in bocca, ma a nessuno dei due sembrava interessare. Era una situazione assurda, e nessuno dei due sapeva dare una spiegazione. Stava accadendo, e quello che sorprese di più Gin era che non le dispiaceva. Si sentiva viva, viva dopo tanto tempo. Non le fregava che stesse baciando Draco Malfoy, nè tanto meno che quel bacio sarebbe rimasto soltato un bacio. La sensazione della sua lingua contro la sua e le sue mani che violentamente le toccavano la schiena le davano un senso di vita mai provato prima.
Ma durò solo pochi secondi, si staccarono e si guardarono negli occhi per pochi istanti. E capirono che era stato semplicemente un errore, che era finita lì.
Gin annuì a se stessa e delicatamente allontanò Draco da se, lo guardò e gli sorrise. Un sorriso vero, che da tanto nessuno vedeva sulle sue labbra.
'Grazie.' disse semplicemente, prima di uscire dalla serra ed allontanarsi. Draco, questa volta, non la seguì.

Da quel giorno il loro rapporto cane e gatto non cambiò di una virgola, continuarono ad insultarsi ed a infastidirsi in continuazione, forse più del necessario. Ogni scusa era buona per parlarsi. Gin era cambiata, lentamente stava tornando quella di sempre. E stentava a credere che il motivo del suo cambiamento era stata quella nottata passata con Malfoy.
Le sue amiche, sorprese quanto lei per il suo cambiamento repentino anche se non ne capivano l'origine, erano felici. Avevano ritrovato la loro amica Ginny, e questo bastava. La ragazza partecipava più volentieri alle lezioni e anche se a volte si perdeva in quei pensieri cupi che l'avevano tormentata per mesi, ora riusciva a gestirli meglio. Riusciva a distrarsi, riusciva a vivere.
Si trovava in Sala Grande, in compagnia delle ragazze del dormitorio. Stavano parlando di ragazzi, l'argomento preferito fra le adolescenti di tutto il mondo.
'Ma, Beth, non credi che lui ti stia solo usando? Voglio dire, quando ti vuole ti chiama e tu accorri come se fossi la sua schiavetta.'
'Beh..' la ragazza castana sorrise, divertita. 'A me non dispiace per niente, quando mi chiama..non so se mi spiego.'
Le ragazze scoppiarono a ridere, scuotendo le teste.
'Invece te, Ginny, che ci dici? Hai puntato qualcuno?' Jennifer si era rivolta a lei e le stava sorridendo, tutta l'attenzione, ormai, era rivolta su Ginevra.
'No, ho perso interesse per I ragazzi. Sono carini, a volte ti fanno compagnia, ma servono solo per il mantenimento della specie umana.' disse loro, il sorriso stampato sul suo volto.
'Io sono d'accordo con Ginny, assolutamente.' Annuì convinta Beth, sorridendole. 'Vedete me e Kayl. I ragazzi servono per divertirsi, e noi ragazze serviamo loro per divertirsi. Avere un rapporto serio con loro significa solo farsi male, ed io non ci sto.'
'Ed io sono d'accordo con te, Beth. Jennifer?' Gin, ancora sorridente, rivolse l'attenzione sulla ragazza bionda accanto a lei.
'Io, invece, non sono d'accordo affatto con voi. Io vorrei trovare un ragazzo dolce, educato, che mi voglia bene e con cui stabilire un rapporto duraturo. Voi pensate solo alla fisicità, al fatto di fare sesso e al proprio piacere. A me piacerebbe dividere tutto questo con la stessa persona, per tanto tanto tempo.' disse la ragazza, sognante.
Beth e Gin si guardarono pochi secondi, per poi scoppiare a ridere.
'Jen, vivi in un universo parallelo. Quando trovarei questo principe azzurro chiamaci che gli chiediamo se ha qualche fratello..'
'O un cugino..'
'Anche uno zio di secondo grado..'
Jennifer guardò le sue amiche, scocciata, per poi lanciare ad ognuna di loro un tost. 'Siete troppo ciniche. Gin, so che ti fa ancora male parlarne ma..con Harry, non ti sentivi bene?'
A Gin si paralizzò il sorriso fra le labbra, ma si riprese subito. Divenne seria d'un tratto e guardò le sue amiche, anche loro senza sorriso.
'Si, Harry è l'unico ragazzo con il quale mi sono sentita al sicuro. Ma è finita, ed è per questo che non ho intenzione di cercare un'altra relazione stabile. Sto bene single e se dovesse capitare una storiella mi andrebbe bene. Ma una storia seria, come quella che ho avuto con Harry, è troppo intensa e personalmente, non riuscirei a reggerne un'altra.'
Beth e Jennifer si guardarono, per poi sorriderle. 'Cambiando argomento, così da evitare che Gin torni con il suo brutto muso triste, avete studiato pozioni?' chiese Jen, sorridendo.
'Non me ne parlare.' le rispose prontamente Beth, cercando lo sguardo di Gin.
La rossa le guardò attentamente, per poi scioglersi.
'Sono rimasta talmente indietro che sarei capace di studiare le pozioni dello scorso anno.'
'Allora non ti conviene venire a lezione oggi, McRyan probabilmente ci farà qualche domanda e lo sai, quello se ti becca che non sai niente ti da così tanti compiti che ne avresti per settimane.' le consigliò Beth, alzandosi in piedi, seguita da Jennifer.
'Si, hai ragione. Mi vado a rintanare in biblioteca, copritemi voi. Ci vediamo direttamente a cena.'
'Ciao Gin!' le ragazze se ne andarono velocemente e Gin, rimasta sola, sorrise. Si sentiva bene, e questo era l'importante. Si sentiva bene perché riusciva ad affrontare tutto senza rattristarsi. Perché si sentiva finalmente viva.
Si alzò anche lei e si diresse velocemente in biblioteca, completamente vuota. Si scelse un tavolo isolato e, tirati fuori I libri, incominciò a leggere annoiata. Ma, come succedeva ormai da tempo, I suoi pensieri sviarono pozioni, concentrandosi su tutt'altro. Quelle domande che spesso si era chiesta sul futuro non avevano trovato risposta, ma sapeva che presto o tardi qualcosa sarebbe cambiato, e tutto le sarebbe apparso chiaro, limpido. Cristallino.
Tutte quelle domande che la tormentavano avrebbero trovato una risposta. Aveva paura di scoprirle, ma doveva farlo. Doveva semplicemente aspettare.
Mentre rifletteva sentì dei passi avvicinarsi, alzò il viso e due occhi ghiacciati la perforarono. Non era la prima volta che si vedevano da quella sera, ma era la prima volta che si vedevano da soli. Non c'erano amici, professori, luoghi affollati. Adesso, erano solo lui e lei.
'Guarda chi abbiamo qui, Weasley..marini la lezione?'
'Potrei dire lo stesso di te, Malfoy.'
Draco sorrise, avvicinandosi al suo tavolo e sedendosi avanti a lei, non riuscendo ad interrompere il contatto dei loro occhi.
'Ma io ho un permesso, piccola. Non credo che Piton te lo abbia concesso. Mi basterebbe un niente per metterti nei guai.'
'Fallo, Malfoy. Sai,
piccolo, se continui a non mantenere le tue minacce presto o tardi nessuno avrà più paura di te.'
'Tranquilla Weasley, ci sarà sempre qualcuno che sarà terrorizzato da un Malfoy.'
'Certo, forse da tuo padre. Adesso, se non ti dispiace, stavo studiando. Se vuoi rimanere qui fai pure, ma non credo che ti farebbe piacere essere visto con la stracciona Weasley, quindi ti consiglerei di alzarti ed allontanarti il più possibile da questo tavolo.' Gin gli sorrise affabile, per poi alzarsi e sparire fra gli scaffali della biblioteca.
Ancora sorridente per lo scambio di battute, cercava attentamente il libro che le serviva, quando una mano le bloccò il polso e la fece girare. La ragazza, sorpresa, osservò il viso di Draco Malfoy così pericolosamente vicino al suo.
'Credo che questo sia già successo..' sussurrò, non riuscendo a distogliere lo sguardo dalle sue labbra.
'C'è sempre una seconda volta, Weasley.' le rispose Draco, bloccandole anche l'altro polso.
Si baciarono. Di nuovo. Era un bacio diverso, si potrebbe descrivere come un bacio dolce. All'inizio lento, per poi accellerare piano piano e diventare passionale, violento. Erano incuriositi l'uno dall'altra, si stavano scoprendo lentamente.
Si staccarono e si guardarono negli occhi; nessuno dei due riusciva a spiegarselo. Non c'era imbarazzo fra loro, solo curiosità.
Draco le teneva delicatamente I polsi incatenati alla libreria dietro di lei quando incominciò a baciarle la mascella, per poi scendere al collo e alla spalla. Le liberò I polsi, cercando quasi disperatamente le mani di Gin, che non aspettarono altro che intrecciarle con le sue. Continuarono a baciarsi per quelle che sembravano ore, ma le magie sono destinate a finire. Una campanella suonò lontana, e la biblioteca incominciò a riempirsi di suoni e di persone. Draco si allontanò di qualche centimetro da lei e la guardò, in viso un'espressione confusa. Nessuno dei sue sapeva perchè lo stavano facendo, perché si stavano imbarcando in una relazione così pericolosa. Oppure era semplicemente Ginevra che la pensava così, forse per Draco era semplicemente un'avventura, una persona con cui divertirsi per qualche ora. Ma le andava bene in qualsiasi caso. Non osava neanche immaginare quello che avrebbero detto I suoi parenti se l'avessero scoperta, che cosa avrebbero pensato di lei le sue compagne, che cosa gli avrebbe fatto Lucius Malfoy se l'avessero scoperti.
Ma in quel momento, in quel preciso istante, mentre osservava I lineamenti del viso di Draco, riuscì ad avere risposta ad una delle sue domande. Nel suo futuro più prossimo c'era Draco Malfoy.
'Io.. Weasley, so che assurdo, è assurdo per entrambi..ma..' il ragazzo sembrava in difficoltà, non sapeva come spiegarselo e non sapeva che cosa dirle.
'Ok, non ti preoccupare. È successo. E nessuno deve sapere niente di questa storia. Se ne hai voglia, noi due..'
'Ci dobbiamo vedere di nascosto, Weasley.'
'Lo so, Malfoy.'
Draco si guardò intorno, pensieroso.
'Questa sera, vediamoci nella stanza delle necessità. Alle nove.' Le disse infine; indeciso sul da farsi la salutò quasi imbarazzato, facendole un gesto con il capo e dileguandosi in fretta. Gin, rimasta sola, sorrise fra se.

'Gin! GIN! Ma mi ascolti?'
La rossa si riscosse dai suoi pensieri ed osservò Beth e Jennifer che la guardavano scocciate.
'No.' rispose semplicemente, sorridendo. 'Scusate, che dicevate?'
Le ragazze la guardarono per qualche altro secondo prima di ricominciare a parlare. 'Stavamo dicendo che oggi, a pozioni, neanche Malfoy si è presentato. Ed il professore ha incominciato ad insultarti dicendo di quanto fossi poco responsabile per saltare le lezioni in questo modo proprio al settimo anno, ma di Malfoy non ha detto neanche una parola.' Gin, a sentire il nome di Draco, si immobilizzò. La forchetta piena di purè si fermò a mezz'aria e lo sguardo, involontariamente, le cadde sul tavolo dei Serpeverde. Il ragazzo parlava con alcuni dei suoi scagnozzi, e loro lo ascoltavano interessati. Draco, sentendosi osservato, alzò gli occhi e la guardò. Gin si voltò velocemente verso le sue amiche e sospirò.
'Bhè, non mi pare così strano. Sapete quanto me che nessuno oserebbe pronunciare anche una sola parola contro Malfoy.'
'Si, ma non è comunque giusto. Che schifo..' commentò acidamente Beth, lanciando uno sguardo pieno d'odio verso Piton, seduto al centro della tavolata. Il professore, o meglio, il preside scrutava tutti attentamente.
Come se avesse sentito lo sguardo di Beth, Piton si alzò dal suo posto e si rivolse all'intera Sala Grande.
Gin si guardò con le sue amiche, terrorizzata. A volte, quando accadeva qualcosa di particolare che riguardava il Signore Oscuro, Piton lo faceva sapere all'intera scuola, non provando neanche a nascondere la sua natura di Mangiamorte.
'Voldemort ha, definitamente, il completo controllo al Ministero della magia e fra qualche giorno verrà eletto Ministro. Per quanto riguarda, invece, le battaglie che gli Auror stanno affrontando, inutilmente, contro I Mangiamorte ho appena saputo che ci sono state parecchie vittime fra gli Auror e I loro volontari nell'ultima battaglia.'
Piton si rimase a sedere, ignorando completamente il brusio di panico che quell'ultima frase aveva scatenato. Gin respirò a fondo, sapeva che nessuno dei suoi si era fatto male. Molly le aveva spedito una lettera, che aveva ricevuto giusto qualche ora prima, avvisandola che stavano tutti bene. Jennifer e Beth provenivano da famiglie babbane e per ora I loro genitori erano al sicuro.
Lentamente gli studendi incominciarono a tornare nei propri dormitori, e in men che non si dica la Sala Grande si svuotò. Gin si alzò, seguita dalle sue amiche, e uscirono insieme dalla Sala.
'Ehi ragazze, io non torno in dormitorio. Ci vediamo più tardi..'
Beth e Jennifer la guardarono e si sorrisero. 'Non è che hai un appuntamento, Ginevra Weasley?'
Gin, colta in fragrante, si grattò nervosamente il naso. 'Diciamo che si potrebbe considerare un appuntamento. Ma, prima che me lo chiediate, non posso dirvi con chi sarà questo appuntamento.'
Le due ragazze, deluse, salutarono Gin e si allontanarono ridendo, probabilmente facendo congetture.
Quando erano andate via dalla Sala Grande Draco se n'era già andato, quindi probabilmente l'aspettava nella Stanza delle Necessità, sempre se non aveva cambiato idea. Il discorso che aveva fatto Piton le aveva fatto pensare alla differenza più importanta che c'era fra lui e lei.
Non che prima non lo sapesse, ma si era resa conto solo ora che facevano parte di due schieramente diversi. Quanto avrebbe compromesso il loro rapporto?
Decise di non pensarci, di evitare per adesso. Non sapeva se c'era ancora un rapporto, non bisognava fasciarsi la testa prima di aversela rotta. Doveva prendere tutto come le veniva dato, oppure rifiutare.
Si diresse velocemente al settimo piano e arrivata avanti all'arazzo notò che c'era già una porta. Draco era già arrivato. Prese un bel respiro e, senza bussare, entrò nella stanza, chiudendosi velocemente la porta alle spalle. La camera era arredata semplicemente, il camino acceso illuminava il locale, avanti ad esso si trovavano due poltrone di pelle nera mentre al centro della stanza c'era un magnifico letto al baldacchino con le lenzuola verdi.
'Credo che assomiglia vagamente ai vostri dormitori, questa stanza.' disse Gin, sorridendo. Draco era seduto su una poltrona e non si era voltato quando aveva sentito la porta aprirsi. La ragazza si sedette nella poltrona avanti alla sua e osservò il viso cereo di Draco illuminato dal fuoco.
'Non sei mai stata nei nostri dormitori, Weasley.' le rispose, alzando le spalle.
'Ne sei proprio sicuro, Malfoy?' Gin sorrise studiando la sua sorpresa. Ma Draco si ricompose subito.
'Sai Weasley, ho portato molte ragazze in questa stanza. E tutte, ti assicuro, tutte hanno avuto la stessa reazione. Si sono spaventate, e si sono arrabbiate, vedendo il letto a baldacchino. Erano convinte, giustamente, che io l'avrei usate e basta. Ma a nessuna è mai venuto pensato di andarsene, di lasciarsi sfuggire un'opportunità come quella di passare una piacevole serata con me. Invece te, piccola, ti sei semplicemente seduta commentando l'arredamento. Non hai paura che io ti stia solo sfruttando?'
'Chi ti dice che non lo stia facendo anch'io?'
'Rispondi sempre con un'altra domanda, piccola?'
'A volte..'
Gin sorrise, appoggiandosi allo schienale e continuando a scrutare il ragazzo.
'Non hai paura di me, non hai paura di quello che ti possa fare, dai l'idea di non aver paura di niente, bambolina. Ma secondo me sei terrorizzata..'
'Sono umana, Draco. A volta ho paura, a volte no.'
'E di che cosa hai paura?'
Gin si fece seria, distolse lo sguardo dai suoi occhi scrutatori e rimase pensierosa per qualche secondo. Di che cosa aveva paura? E perché interessava a Draco?
'Non credi che sia troppo presto per le confessioni?' gli domandò, continuando a fissare il fuoco scoppiettare nel camino.
'Non è mai troppo presto, piccola. Fra qualche mese non esisterà più questa stanza, saremo l'uno contro l'altra. E non piacerà ad entrambi. Se proprio devo avere una relazione clandestina con Ginevra Weasley voglio godermela a pieno, conoscendo tutto della mia nemica.'
'Per poi usare queste informazioni contro di me?'
'Probabile.'
Era sincero, non nascondeva la sua natura. Era ammirevole. Lui si che non aveva paura di essere se stesso.
'Io ho paura del futuro, ho paura di quello che mi aspetta la fuori. Ho paura perché
non so cosa mi aspetta, ma sono pronta per affrontarlo. Ho paura delle risposte alle mie domande, ho paura di me stessa e di chi mi trasformerò fra qualche mese.'
Draco si alzò e si avvicinò a lei, le prese la mano e la condusse sul letto. Si stesero l'uno accanto all'altra.
'Io ho paura di quello che sto diventando.' disse Draco, chiudendo gli occhi. Gin vedendolo così vulnerabile gli si avvicinò e gli diede un leggero bacio a fior di labbra.
Draco sorrise, divertito.
'Non mi è bastato, piccola.'
'Lo so, Draco.' E unirono ancora una volta le loro labbra.

Erano passati mesi da quella sera, Draco e Ginevra continuarono a frequentarsi di nascosto. Il loro rapporto che dall'esterno poteva apparire così fragile, al contrario era basato sulla sincerità. Nessuno dei due aveva rinunciato alla sua vita e alle sue idee per l'altro, ed erano coscienti che si sarebbero dovuti separare. Sapevano che non sarebbe mai durata e che avrebbero dovuto scrivere la parola fine a quella storia.
Si godevano ogni istante, ogni respiro, ogni parola. In pubblico continuavano ad essere quelli di sempre, cane e gatto, ma appena si incontravano nel loro mondo privato non riuscivano a fare meno di toccarsi e baciarsi, disperati per come il destino li stava lentamente separando.
Era una serata di maggio, la stanza delle necessità non era cambiata da quella prima sera. Il camino era spento, e una finestra aperta lasciava passare il vento fresco.
Draco e Ginny erano distesi sotto le coperte, abbracciati, I vestiti erano sparpagliati per tutto il pavimento. Draco massaggiava delicatamente la spalla nuda di Gin, mentre la ragazza aveva la testa appoggiata al suo petto, ascoltando il ritmo del suo cuore.
'Draco ti ho mai detto che che ho pensato di te la seconda volta che ci baciammo?' chiese la ragazza, formando linee immaginare sul suo torace.
'No piccola, raccontami.'
'Quando rimanemmo bloccati fuori, quella notte, ti odiavo con tutta me stessa. È stato un brutto periodo per me e la mia mente non faceva altro che farsi domande, e non trovando risposte, ero sempre arrabbiata con il mondo. Quando ci baciammo io ti ringraziai, ti ringraziai perché mi avevi ridato il sorriso, mi avevi ridato la vitalità. In biblioteca trovai una risposta ad una mia domanda. Chi mi aspettava nel mio futuro più prossimo? Lì capii che eri tu, eri tu il mio futuro.'
Draco rimase silenzioso, massaggiando delicatamente I capelli di Gin.
'Visto che siamo in vena di confessione questa sera, ti dico che cosa è capitato a me. La prima sera era un gioco, non mi importava nulla di te. Ma incominciai a pensare sempre più a te, al tuo viso. E la voglia di baciarti ancora una volta non mi abbandonava mai. Non hai idea di quanto mi ci sia voluto per convincermi che era una buona idea avvicinarti di nuovo. Ma devo amemttere che ne è valsa la pena.'
Gin sorrise, mettendosi a sedere così da poterlo osservare meglio. 'Draco, non avrei mai pensato che potesse capitare ma.. Ti amo. E so che in qualche modo mi ami anche te, non sei costretto a dirmelo, lo sai.'
'Ti amo anch'io piccola, è così strano dirlo ma..credo che mi hai fatto perdere la testa.'
Si baciarono ancora una volta, rilassandosi.
Dopo qualche minuto di silenzio Draco sobbalzò, gemendo silenziosamente. Si alzò velocemente, spaventando a morte Gin, rimettendosi in fretta I boxer.
Si voltò a guardare Gin, che era rimasta a letto, in cerca della sua biancheria. Il ragazzo non disse nulla finchè anche Gin non fu vestita. Teneva la mano destra stretta all'avambraccio sinistro, ma lo sguardo era rivolto solo alla ragazza. Si era alzata, e scuotendo la testa, stentava a credere che fosse già il momento di dirsi addio.
'No..no Draco per favore. Non dirmelo.'
Il ragazzo, spaventato quanto lei, non seppe far altro che guardarla. Gin si avvicinò a lui e scostò la mano, osservando il Marchio Nero che sembrava voler strappare la palle di Draco. Trattenne la lacrime e alzò gli occhi verso di lui.
Prese coraggio e cercò di sorridere.
'Non rimpiango niente, Draco. Niente. Lo sapevamo fin dall'inizio che questa storia non poteva avere futuro, ce lo siamo detto tante volte. Adesso dobbiamo pensare solo a sopravvivere, poi scopriremo se il destino ci vorrà insieme.'
Draco l'abbraccio stretta, annusando per l'ultima volta l'odore dei suoi capelli e assapordo la sensazione di pace che gli dava tenerla stretta fra le sue braccia.
'Ti amo, piccola. Sei l'unica che entrerà mai qui dentro..' le disse, portando la mano di Gin all'altezza del suo cuore.
D'un tratto la porta si aprì ed entrò velocemente Piton, che la richiuse dietro di se. Gin, spaventata, si nascoste dietro il suo ragazzo.
'Draco, è ora di andare.' gli disse, scrutandolo affondo. I due ragazzi si rivestirono velocemente e Draco, dopo averla guardata un'altra volta negli occhi, sparì dietro la porta. Piton, prima di seguirlo, la guardò.
'Signorina Weasley le consiglio di mettersi al sicuro, ma conoscendola affronterà sicuramente una missione suicida e andrà a combattare.'
'Probabilmente, preside, farò così.' disse solo, lo superò velocemente e uscì anche lei, salutando mentalmente quel rifugio che li aveva protetti dalla realtà così a lungo. Non aveva rimpianti, quei mesi passati con Draco erano stati il più bel regalo che la vita potesse offrirle. Adesso, dovevano pensare solo a sopravvivere.


Sette anni dopo..

Ginevra Weasley camminava per le strade di Diagon Alley annoiata; I negozi, nonostante la guerra ormai finita che li aveva devastati, erano sempre gli stessi e vendevano sempre le stesse cose. Era una calda giornata di agosto e la via era piena di ragazzi in cerca di nuovo o vecchio materiale per l'imminente ritorno a scuola.
'Mamma, quando potrò andare a scuola anch'io?'
Gin si inginocchiò e guardò dritto negli occhi la bambina accanto a se.
'Fra qualche anno, tesoro. Goditi l'infanzia Beth, è il periodo più bello di tutta la vita. Ricordatelo sempre..'
Aveva chiamato sua figlia Beth in memoria della sua vecchia amica, morta da qualche anno, uccisa da un qualche Mangiamorte durante una delle tante battaglie che si erano svolte negli anni passati. Ebbe la possibilità di salvarsi, di tornare al suo mondo e di scappare con I suoi genitori, ma non lo fece. Rimase, rimase per aiutare I suoi amici. A costo della sua vita.
Alla bambina piaceva passeggiare per Diagon Alley quando era così affollata, si divertiva ad osservare I ragazzi e le loro famiglie in giro per negozi. E Gin non poteva fare a meno di accontentarla.
Si avvicinarono ad una libreria quasi vuota, vicino al confine che divideva Diagon Alley con Notturn Alley, e vi entrarono. La stanza, piena di libri impolverati, le ricordò la Biblioteca di Hogwarts e sorrise al pensiero. I ricordi non la facevano ancora riposare, e non aiutava avere vicino Beth..ma non le importava. L'unica cosa che le interessava era la salute della sua bambina.
Si avvicinò ad uno scaffale e incominciò ad osservare dei libri in uno dei ripiani più alti; Beth, offesa, richiamò la sua attenzione.
'Voglio vedere anch'io mamma.' Gin sorrise e la prese in braccio.
'Adesso vedi piccola?' La bambina annuì e fissò concentrata I libri, proprio come faceva Gin.
'Ehi mostriciattolo! Alex! Vieni qui, non allontanarti.' disse una voce, dall'altra parte del negozio. Ginevra si immobilizò e si allontanò dagli scaffali velocemente. Era impossibile, non poteva essere lui. Non adesso, non quando c'era anche Beth. Ma la curiosità e la brama di rivederlo furono più forti di lei, si avvicinò piano verso la fonte del rumore e si sentì svenire quando, finalmente, vide chi era l'uomo che aveva parlato.

Draco Malfoy non era cambiato di molto, I suoi lineameti si erano fatti più adulti e si era fatto più muscoloso. Ai suoi piedi c'era un bambino poco più piccolo della sua Beth, biondo come il padre ma con degli spaventosi e bellissimi occhi neri. Stava cercando di convincere suo figlio a stare fermo, senza risultati.
Beth, nel frattempo, fremeva dalla voglia di scendere dalle premurose braccia della madre, per andare a conoscere il suo coetaneo. Gin la fece scendere e la sua bambina corse a conoscere Alex, sorridendo. Appena Draco vide la nuova arrivata sorrise meccanicamente e alzò gli occhi per vedere chi fosse la madre della bambina. Appena vide Ginevra si immobilizzò anche lui, facendo quasi cadere il libro che aveva in mano.
Spostò di nuovo lo sguardo verso Beth e aprì la bocca un paio volte, cercando le parole giuste.
Gin non avrebbe mai voluto che Draco lo scoprisse in quel modo, ma era successo. E adesso dovevano parlare. Si era chiesta spesso il perché della sua decisione di non informare Draco, e la risposta era semplice. Quando era incinta di Beth, circa all'ottava mese, vide che c'era un articolo sulla Gazzetta del Profeta che riguardava lui..ed il suo matrimonio. Draco si era rifatto una vita, lei non poteva. E non voleva. Aveva in grembo sua figlia e non avrebbe permesso a nessun'altro di prendere il suo posto come padre.
I due bambini avevano intapreso una coinvolgente discussione e si era seduti a terra, ignorando quello che stava succedendo ai loro genitori. Draco fece qualche passo, incerto, ma dopo qualche secondo tornò sicuro di sè e si avvicinò velocemente a lei, la guardò negli occhi e l'abbracciò. Gin nascose il viso fra l'incavo del suo collo, respirando affondo il suo profumo.
'Piccola..' le sussurrò all'orecchio.
Si staccarono di malavoglia e Gin gli sorrise.
'Draco..io..non credo di aver parole.'
Il ragazzo sorrise e le accarezzò il viso, delicatamente.
'Perché? Perché non mi hai mai fatto sapere di lei, Gin?'
'O per favore Draco, sii serio. Ti stavi sposando ed eravamo in piena guerra, io non mi fermavo mai più di due notti in uno stesso posto per paura che qualcuno mi facesse male, e di conseguenza facesse male a Beth. So che avevi il diritto di saperlo, ma ti stavi facendo una nuova vita..e..'
'Gin, mio padre mi costrinse a sposare quella ragazza. Io non ho mai voluto, e il matrimonio durò poco. Morì partorendo Alex e da quel momento la mia vita si è incentrata solo su di lui. Non volevo essere la copia di Lucius per mio figlio, volevo che lui sapesse il bene che gli volevo.'
Gin gli prese la mano e gliela strinse, sorridente.
'Draco, è la tua fotocopia, se non fosse per gli occhi che sono palesemente I miei, si direbbe che è un tuo clone in gonnella.'
Il ragazzo rivolse la sua attenzione alla bambina e sorrise 'È quasi più bella della madre.'
'Sono d'accordo..'
Rimasero in silenzio, entrambi presi nel contemplare quelle piccole creature meravigliose.
'Cosa succederà adesso, Draco? Che significa tutto questo?'
'Piccola, il destino non lascia dubbi. Siamo sempre stati destinati a stare insieme, e Beth ne è la conferma.'
Si guardarono e unirono le loro labbra, un semplice bacio a stampo ma pieno di emozioni. Si erano rincontrati e non avrebbero permesso a nessuno di dividerli ancora. Erano ritornati nel loro piccolo mondo.

  
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