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Autore: Pen_Inkwell    06/05/2015    4 recensioni
Tre figli delle tenebre all'alba partiranno,
Il flagello e la maledizione la verità trapelar faranno,
Il caos e la morte al tramonto della luna il dio caduto libereranno.
-SPOILER BLOOD OF OLYMPUS-
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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«Smettila Solace, Non scherzo!» Gridò il figlio di Ade al giovane guaritore, che si ostinava a spostargli una ciocca di capelli dietro l'orecchio. 
«Mh, certo, che gli dei non vogliano che io scateni l'ira del figlio di Ade» disse divertito Will passandosi una mano tra i capelli color del grano mentre si appoggiava al pino di Talia.
Erano rifugiati lì all'ombra da un po', per sfuggire al caldo delle prime ore del pomeriggio estivo.
«Oh lo vedrai come sono serio»
Disse Nico piazzandosi, davanti a lui cercando di sembrare il più minaccioso possibile.
« Che vuoi farmi eh? Chiamare il tuo zombie francese e portarmi a fare un giretto in macchina?» Ribatté questo nascondendosi dietro il pino e sporgendosi con la testa a fare capolino.
«Beh, potrei farlo, oppur--» esclamò interrotto dal semidio che, allontanatosi dal nascondiglio  si era fatto pericolosamente vicino. 
«Oppure..?» Sussurrò Will  afferrandolo per un braccio, il calore pervase il corpo del figlio di ade sotto la stretta del semidio.
Rimasero così per qualche istante, a guardarsi negli occhi, senza saper bene che fare, non era una situazione troppo imbarazzante e Nico sentiva i suoi problemi lontani.

Quel momento surreale si interruppe da un'affermazione fatta proprio da quest'ultimo.
«C'è puzza di morte» disse liberandosi dalla stretta.
Will si ricompose e incarcò un sopracciglio «Puzza di morte?»
Il semidio annuì, iniziando a camminare ispezionando la zona e ad un tratto notò una figura.

«Va via,Solace» sussurrò piano avvicinandosi a ciò che aveva attirato la sua attenzione.

«Scordatelo, Di angelo, io non mi muovo da qui» rispose serio il suo interlocutore.

«Va.. va bene, però sta indietro» disse spingendolo dietro di se, era confuso, non solo per la serietà nella voce del figlio di Apollo, ma per quello che si trovava davanti, a pochi passi dal versante esterno della collina, vide uno scheletrico cavallo bianco avanzare verso di lui, anzi, era lo scheletro bianco di un cavallo che si avvicinava verso di lui.
Sguainò la spada di ferro dello stige e andò avanzando fino all'immenso stallone e si accorse che non era solo, sulla groppa dell'animale c'era una ragazza priva di sensi che si reggeva incastrata con le mani nell'attaccatura del costato.
Il cavallo si inginocchiò e Nico depose la ragazza a terra, portava una camicia a quadri sopra un top a fascia, entrambi logori, dei jeans scoloriti e strappati e aveva i piedi nudi.
Era alta più o meno un metro e settanta, i suoi capelli erano talmente neri da respingere la luce, sembrava avesse imbrigliato la tenebra stessa, la pelle era talmente bianca che sembrava non avesse mai conosciuto la luce del sole.
«Hey, mi senti? Mi senti? Will vieni presto!»

La ragazza stava a poco a poco, riprendendo conoscenza.
Nico le teneva la testa alzata poggiata sul suo palmo.
Pian piano la giovane aprì gli occhi per qualche secondo e Nico mollò la presa.
Non aveva mai visto nulla del genere, e lui di cose ne aveva viste davvero tante, erano freddi come il vento d'inverno e grigi come nuvole in tempesta con delle iridescenze nero pece, tranne la parte alta destra dell'occhio sinistro: lì era di un colore sorprendente, il blu più intenso che avesse visto che aveva sfumature di viola e verde, come l'aurora boreale, e per un attimo poteva giurare di aver visto delle piccole stelle, ma forse stava semplicemente proiettando.
«Will prendila con te, portala in infermeria, io devo correre a informare gli altri» disse Nico, riprendendosi e rivolgendo uno sguardo cupo rivolto al ragazzo «Nico, posso farlo, ma sembra che abbia una clavicola rotta, è meglio caricarla sul cavallo» Rispose con voce rotta.
Nico annuì  «Dai, dammi una mano, issiamola sul cavallo»
Detto questo i due semidei si caricarono la ragazza sulle spalle e la sistemarono sulla groppa del maestoso cavallo-scheletro che si rialzò in tutta la sua grazia .
Nico, sollevandola, non poté far a meno di notare quanto magra fosse, le scapole le sporgevano e il viso era incavato.
«Sta indietro Will» disse avvicinandosi al destriero e posando una mano sul muso decretò
«Io, Nico Di Angelo ti do il permesso di entrare nel campo!»
Un tuono scosse la collina e lo stallone prese ad avanzare oltre al pino guidato dal figlio di Apollo.

Nico prese un profondo respiro e partì di corsa, alla volta della Casa Grande.

   
 
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