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Autore: Evil Devil    06/05/2015    4 recensioni
One shot su quello che è stato, secondo me, il passato di Jack e il motivo per cui si trova nella città di Halloween.
"In realtà Jack ricordava benissimo la sua vita prima di diventare il re di quella città.
Cercava sempre di non pensarci e non ne parlava mai a nessuno, ma questo non significava che l’avesse dimenticata: la sua vita da umano era ben conservata nella sua cassa toracica, dove una volta batteva il suo cuore…"
Buona lettura!
Genere: Dark, Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Altri, Jack Skeletron, Sally
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Erano ormai passati anni da quando Jack aveva provato a rubare la festa di qualcun’altro ed erano cambiate molte cose da allora: le due città erano ormai notevolmente unite e ogni anno festeggiavano entrambe sia Natale che Halloween, anche se per quanto riguardava i preparativi, per fortuna, ogni città si occupava esclusivamente della propria festività.
Finalmente grazie alla diplomazia di Jack e Babbo Natale tutte le città delle feste si conoscevano e rispettavano tra loro.
Tutto procedeva per il meglio. 
 
Pochi giorni prima di Natale, Jack e Sally camminavano mano nella mano nella città di Halloween osservando gli addobbi per quella gioiosa festività, scambiandosi ogni tanto uno sguardo denso di tenerezza.
Alcuni elfi inviati da Babbo Natale, infatti, si occupavano delle decorazioni e scorazzavano tra le vie addobbando la solitamente tetra città e rallegrando l’ambiente.
Sally, assorta nei suoi pensieri, si voltò verso il suo amato
-Jack, ti ricordi com’era prima?-
Lui, stendendo le lunghe braccia verso un gruppetto di elfi che trasportava un albero enorme e un sacco di addobbi, rispose sorridente
-Era molto triste. La nostra festa deve essere un inno agli scherzi e allo spavento, non deve mica far deprimere! Tra l’altro questo mi fa pensare a quel progetto che avevo accennato al Coniglio di Pasqua e…non era quello che intendevi, vero?-
Sally aveva fermato suo marito, sempre incredibilmente vivace e pieno di energie per essere uno scheletro, posandogli una mano sul braccio
-Intendevo…prima di questo mondo-.
L’espressione del re delle zucche s’intristì per un attimo, poi si girò verso di lei
-Non tanto, ma non ha importanza, dobbiamo pensare al nostro futuro-
Le diede un bacio
-Insieme-.
 
In realtà Jack ricordava benissimo la sua vita prima di diventare il re di quella città.
Cercava sempre di non pensarci e non ne parlava mai a nessuno, ma questo non significava che l’avesse dimenticata: la sua vita da umano era ben conservata nella sua cassa toracica, dove una volta batteva il suo cuore…
 
 

 
 
 
Londra, Maggio 1887
 
-Jack, sei pronto? Dobbiamo essere a teatro tra mezz’ora!-
Una bellissima ragazza con un elegante abito blu e una lunga treccia bionda aprì la porta dello studio di un giovane uomo molto alto e magro intento a scrivere a macchina, che con tutta probabilità non aveva completamente sentito la domanda.
-Jack, il teatro…-
-Mmm? Quale teatro, Sarah?-
Lei si avvicinò e gli diede un bacio sulla guancia, accarezzandogli nel frattempo i capelli neri, poi gli mise sotto gli occhi due biglietti per il teatro che lui stesso aveva acquistato.
Appena li vide Jack scattò in piedi e uscì dalla stanza correndo, chiedendo nel frattempo alla ragazza dove si trovasse il suo frac.
Dopo qualche minuto i due erano su una carrozza e il ragazzo si stava scusando per il ritardo
-Scusami, lo sai che ci tengo anch’io a questa serata…-
-Tranquillo amore, so che quando scrivi non ti accorgi di quello che ti succede attorno. E poi credo che riusciremo ad arrivare comunque in orario-.
 
Dopo lo spettacolo Jack aveva riportato Sarah a casa e le aveva chiesto di sposarlo: aveva detto di sì. Il giorno seguente avrebbe chiesto la sua mano alla famiglia di lei.
Mentre il ragazzo era intento ad aprire la porta del palazzotto dove abitava, gli si avvicinò un uomo che lui riconobbe subito come il padre di Sarah, Henry Cavendish.
Tu vorresti sposare mia figlia?-
-Sì, avevo intenzione di chiederle la sua mano …-
-Tsè, tu dovevi essere solo un passatempo per lei, non penserai mica che avrei dato mia figlia in sposa ad un scrittorucolo come te!?-
Sembrava fuori di sé e lo guardava come si guarda un insetto, ma lui non perse la calma e rispose lentamente
-Le posso assicurare che sarei in grado di permettermi una vita agiata per me e Sarah, se è questo a preoccuparla-
-Forse non sono stato chiaro: impedirò questo matrimonio finché avrò fiato in corpo!-
Appena Mr. Cavendish pronunciò questa frase Jack fu preso da un’idea.
Se finché il padre fosse stato in vita lui non avrebbe potuto sposare la sua amata, allora non c’era altra soluzione.
Doveva ucciderlo.
E lo fece: lo ammazzò di botte, là, davanti al suo portone, senza la minima pietà.
Quando fu morto lo portò in un vicolo distante da casa sua avendo cura di non essere visto. Poi, dopo che ebbe eliminato ogni indizio, tornò a casa e andò a letto.
Se si sentiva in colpa?
Assolutamente no, era l’unica scelta che aveva. Ora lui e Sarah potevano vivere felici e contenti.
 
 
1 Novembre, 1913
 
Era morto. Una brutta malattia aveva deciso di portarselo via prima del tempo.
Si era aspettato che tutto finisse lì, d’altra parte era ateo.
Invece, quando i suoi occhi si erano chiusi per l’ultima volta, aveva visto la proverbiale luce a cui aspira ogni buon cristiano.
-Lì c’è il paradiso?- aveva chiesto Jack, curioso come era sempre stato, senza neanche sapere a chi si riferisse, ma inaspettatamente qualcuno gli aveva risposto
-Beh, credo che dovrai tenerti questo dubbio. Non penserai mica che ti mandi con le anime pure, giusto?-
-Perché non sono religioso? E il famoso perdono cristiano?-
-Oh, se il tuo unico “peccato” fosse stato di non credere nella mia esistenza saresti già in paradiso. Ma tu hai ucciso una persona-.
Improvvisamente la luce sparì e Jack si ritrovò al buio
-Di solito per quelli come te c’è l’Inferno, ma tu non ti sei neanche pentito del tuo peccato, quindi andrai da un’altra parte-
-al Purgatorio?-
-Se vuoi chiamarlo così…diciamo che ti darò una seconda chance-
La strana voce andò affievolendosi man mano che parlava, finché non si dissolse.
 
Subito dopo a Jack ritornò la vista e vide davanti a sé, oltre una piccola collina, un curioso paese con case dalle forme bizzarre e tetti affilati come aghi.
Il cielo era grigiastro, ma si intuiva fosse giorno dal sole a forma di zucca intagliata, che emanava una luce smorta, affatto brillante.
Man mano che si avvicinava alla piccola città notò anche che non erano solo le case ad essere strane: per le vie giravano tranquilli vampiri, fantasmi, strani esseri mostruosi e gente con una scure conficcata nel cranio.
Ad un tratto vide che gli era arrivato accanto un bizzarro ometto con un sorriso inquietante e un lungo cappello
-Salve ragazzo! Devi essere appena arrivato da queste parti…io sono il sindaco, tu come ti chiami?-
-Il mio nome è Jack. Dove mi trovo?-
-Questa è la città di Halloween. Sai, ogni volta che sta per arrivare qualcuno di nuovo una nuova casa appare dal nulla: questa è la tua!-.
Il sindaco aveva indicato una casa che si estendeva più in altezza che in larghezza e che aveva sulla sommità una piccola torretta dall’aspetto un po’ instabile.
Sempre più perplesso Jack si era lasciato condurre fin sulla soglia dell’abitazione ed era poi rimasto da solo, appoggiato alla porta della sua nuova dimora.
Quello che certamente non avrebbe mai scordato sarebbe stato il momento in cui, girando per la casa, si era ritrovato davanti ad uno specchio: era rimasto per degli interminabili minuti a fissare il proprio teschio e le orbite degli occhi vuote, cercando di capire, anche sorvolando sul fatto che lo avesse vestito con il frac del giorno dell’omicidio, quale Dio crudele potesse ridurre così un uomo.
In seguito Jack aveva accettato appieno la sua condizione, arrivando addirittura a rovesciare il crudele re della città, il Bau-bau, e a diventare lui stesso il re delle Zucche!
Era riuscito a sfruttare quella “seconda chance” che gli era stata concessa?
Jack non lo sapeva, ma con Sally accanto non gli importava più.
 
 
 
 
 
 
Angolino buio della scrittrice semidepressa:
Salve, prima storiella su questo fandom, ovvero un piccolo esperimento che era partito per essere un sequel, poi è diventato un prequel e ora non ho più idea di cosa sia. Semplicemente volevo dare omaggio a questo fantastico capolavoro che è Nightmare Before Christmas!
Se siete arrivati qua in fondo volevo ringraziarvi per la vostra pazienza e, magari, per le eventuali recensioni. Grazie!!
 
  
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