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Autore: CrazyFantasyWriter    06/05/2015    1 recensioni
[Da epilogo alternativo] [merthur]
Merlino vuole salvare a tutti i costi Artù, il suo re, il suo migliore amico, il suo destino.
Per la prima volta però il mago dovrà riporre la magia e utilizzare un'arma più potente anche se più semplice: l'amore.
Genere: Fantasy, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Gaius, Merlino, Principe Artù | Coppie: Merlino/Artù
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Quarta stagione
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L'alba di un nuovo giorno


Re Artù di Camelot ormai era al tramonto della proprio vita. Tutto subito gli era sembrato strano che Merlino fosse un mago, quello stupido del suo servitore un mago? Non l'avrebbe mai immaginato. Poi però tutto gli sembrò normale. Merlino era un suo amico, era buono, era il tipico esempio di magia usata per il bene.

"Merlino" sussurrò con le poche forze che gli rimanevano.

"Ci siamo quasi, non temete, siamo quasi arrivati" disse il fedele servo più a se stesso che al proprio re.

"Merlino..." ribadì Artù.

E così il ragazzo si fermò e poggiò delicatamente il re a terra il biondo, mentre la pioggia scosciante cadeva su di loro.

"Merlino... Io..." il re si sentì venire meno e prontamente il servo lo accolse tra le sue braccia.

"Dobbiamo andare, sire"

"Merlino, sto morendo" disse poi il re essendosi ripreso.

"No, non dite idiozie. Siete sempre il solito zuccone" scherzò il mago.

Artù accennò un sorriso e poi disse:

"Stiamo qui. Stammi vicino"

Gli occhi di Merlino si riempirono di lacrime.

"No, non possiamo! Siamo quasi arrivati ad Avalon ormai, non possiamo arrenderci!" era furibondo, doveva salvare il suo amico, era quello il suo scopo, "Non permetterò che succeda qui, così, senza aver provato a salvarvi"

"Stammi vicino" disse ancora il re, facendo uno sforzo immane per pronunciare quelle parole.
Merlino capì che ormai era giunto quel momento in cui non si poteva fare niente, nemmeno la magia avrebbe salvato Artù, sarebbe semplicemente morto, come tante altre persone erano morte in guerra o morte di malattia. Non sarebbe morto valorosamente o in modo diverso... magico, sarebbe morto in modo stupido, a poca distanza dal lago che avrebbe potuto salvargli la vita.
Era questo che pensava il mago, era arrabbiato con se stesso, perché era solo colpa sua, lui sapeva cosa sarebbe successo, lo sapeva!

"Mi dispiace" disse piangendo.

Artù socchiuse gli occhi.

"Non è colpa tua, Merlino"

Il ragazzo strinse a sé Artù e cercò di sistemargli i capelli sporchi e bagnati di pioggia. Pochi istanti e sarebbe tutto finito. Il servitore osservò gli occhi stanchi del proprio padrone, erano tristi, non li aveva mai visti così tristi. Faceva male a vedere quelle pupille ingrigite e piene di lacrime.

“Andrà tutto bene, sire” sussurrò Merlino accarezzandogli una mano per rassicurarlo, “Andrà tutto bene”

Artù si sforzò di parlare ancora, ma fu troppo per le poche forze che gli rimanevano. Riuscì a dare un ultimo sguardo al suo fedele servitore e poi la vita lo lasciò.

“No” disse Merlino, “No, no, no!”

“NO” gridò ancora verso il cielo e in quel momento la pioggia parve cadere ancora con più potenza, come se anche il cielo fosse stato straziato dalla perdita che il giovane mago aveva appena subito.

Senza pensarci più di due volte Merlino issò con forza il corpo privo di vita di Artù e lo portò fino alla riva del lago, pochi metri più in là. Lo coricò delicatamente a terra, facendo poggiare la testa sulle proprie gambe.

Le lacrime iniziarono inevitabilmente a cadergli lungo le guance. Voleva troppo bene ad Artù, aveva bisogno di quel testone, doveva ancora farsi rimproverare, doveva farsi sgridare per avergli tenuto nascosto per anni di essere un mago, voleva sentire le lamentele del re quando l'acqua che gli versava nella bacinella per il bagno era troppo fredda o troppo calda, voleva vederlo ridere ai banchetti che si tenevano per le grandi occasioni, voleva scherzare con lui.

Un barlume di lucidità lo colpì: doveva bruciare il corpo.

Preparati una piccola barca e dei fiori, riuscì a metterci dentro Artù. Nel frattempo la pioggia si era calmata, proprio come l'animo del servitore.

Il ragazzo guardò il cielo e sospirò, poi gli occhi gli si riempirono di lacrime che ripulì in fretta con la manica della camiciola blu.

Si chinò verso l'amico e lo baciò sulle labbra, delicatamente, quasi avesse paura di sgualcirlo o rovinarlo. Era un ultimo saluto, ma quel bacio gli fece capire che l'affetto che provava per lui non era quello di un semplice servitore.

Sorrise tristemente nel constatare quanto amava quell' uomo per il quale aveva rischiato la vita innumerevoli volte. Non aveva combinato niente però, Artù era morto ed era colpa sua, lui sapeva tutto fin dall'inizio, eppure non era riuscito a fermare quel destino che aveva sempre temuto.

Tirò su col naso e deglutì, dopo iniziò a spingere la piccola barca nell'acqua, stava per lasciarla andare quando un colpo di tosse lo fermò.

Di scatto riportò la barca dove l'acqua era più bassa e si mise al capezzale di Artù.

Non ci credeva.

Il re mugolò, dolorante.

“Mer-”

“Ssh, sire, non parlate” disse Merlino sorpreso e felice come non si era mai sentito in tutta la sua vita”

“Mer- Merlino...” disse ancora il re, e poi svenne, stremato.

Il ragazzo, che si sentiva come se avesse recuperato tutte le forze, se lo mise a spalle e si avviò nella foresta.

* * *

Merlino era riuscito a portare il re fino a Camelot, dove lo aveva affidato alle cure del fidato medico e amico.

“Ma come si è salvato?” chiese Gaius dopo che Merlino gli ebbe raccontato l'accaduto.

“Non lo so, era morto...” rispose il giovane.

“Comunque sia, bravo Merlino, sono fiero di te”

Il ragazzo sorrise ed il medico lo lasciò solo nella stanza del re.

Cauto si avvicinò al letto, non aveva ancora parlato con l'amico, dopo che si era risvegliato.

Il re aprì gli occhi.

“Merlino” disse a mo' di saluto, si vedeva che stava già meglio, si alzò un po' mettendosi semi-seduto.

Il ragazzo vide la fasciatura bianca intorno al petto del biondo e poco sopra le spalle nude, abbassò lo sguardo, imbarazzato. Vedere quello zuccone nudo lo metteva in soggezione, eppure quante volte lo aveva visto così, se non meno vestito? Quanto si sentiva stupido...

“Come state?” chiese per allentare la tensione.

“Gaius mi ha dato dei tranquillanti, ma ora sto davvero meglio” rispose il re, poi aggiunse, “Siediti”

Merlino obbedì e si sedette vicino al suo letto.

“Mi ricordo quello che è successo” disse Artù senza troppi giri di parole, “E credo sia stato un terribile errore, ma grazie, davvero”

“Non...” il mago non sapeva cosa dire.

Artù poggio la propria mano su quella più esile e rovinata dai lavori domestici, del servitore.

“Non credo sia una cosa consona e... lecita” fece Merlino liberandosi la mano e alzandosi, la mano forte del re lo afferrò al polso.

“Non andartene” ordinò, poi aggiunse “per favore” e le labbra del giovane si incresparono in un sorriso.

Merlino si chinò su di Artù e lo baciò, proprio come quando pensava fosse ormai in fin di vita. Il re rispose al bacio, lo amava, come poteva non provare qualcosa per quel ragazzo che gli aveva tenuto testa fin da quando si erano conosciuti, anni prima?

Sì, lo amava, e quello era solamente l'ennesimo maledetto guaio in cui si erano cacciati insieme.

 

Note:

Salve a tutti :)
Fino ad adesso ho sempre scritto ff su Harry Potter o Mika, è la prima volta che mi cimento con Merlin, siccome è la mia serie preferita ho detto "perchè no? Dai, pubblichiamo" e così ho deciso di pubblicare questa OS senza troppe pretese e molto semplice secondo me. Adoro i merhur e secondo me il loro amore avrebbe potuto "nascere" proprio così.
Spero vi sia piaciuta e che mi lascerete una recensione :)


-Vale


 
  
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