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Autore: _Briareos_    06/05/2015    0 recensioni
Frammenti del passato che Briareos rivedere su se stesso e Deunan. Piccola fic venuta per caso e messa da sola su consiglio del mio amico.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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alpha ver 2 cap 3 Questo pezzo doveva essere una parte del capitolo della fic 'Appleseed pre- Alpha - Un altro inizio'  ma il mio amico mi ha convinto a lavorarlo come pezzo a se stante perchè gli era piaciuto ed eccolo qui. Buona lettura.

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"Raccontami una storia"

Il terrore di grande dimensioni che lo colpì, lo prese alla richiesta fatta dalla bambina bionda al suo nuovo amico. Così lui voleva che lo chiamasse. Non protettore. Non altri nomignoli. Perchè  lei viveva sotto lo stesso tetto con un uomo venuto con suo padre, per proteggerla. Sarebbero rimasti insieme per molto tempo e nessuno dei due aveva dimestichezza con qualcuno come loro. Una bambina che prima viveva con la madre e un uomo a metà tra un militare e mercenario di primo livello. Due individui che non si conoscevano e non sapevano come relazionarsi con l'altro.

L'ex killer del KGB sbatté le palpebre un paio di volte prima che la richiesta, quella di una bambina di dodici anni, venisse accolta. Era nel panico, conosceva solo storie dettate dalle sue esperienze e missioni. Cosa poteva descrivere a una ragazzina, per cui doveva far del suo meglio per salvarla dal marcio del mondo?  Finendo la sua precedente attività, di controllare il perimetro della casa prima di chidere porte e finestre dopo cena, finì per rimboccare le lenzuola in intorno a lei, lasciandole scoperto solo il viso fino al mento. Briareos sedette sul bordo del letto e sospirò, considerata la sua limitata conoscenza di storie per tenere buona una bambina, iniziando a spremere le meningi.


"NOn hai un libro delle favole per bambini o roba simile?"

"...perchè? NOn sono una bambina...ho dodici anni. Sono una signorina..."

Il giovane di diciannove anni rimase interdetto alla sfacciataggine della bambina davanti a lui. Si, per lui era una bambina ma in molti posti che conosceva molte sue coetanee erano, per le leggi di quel paese o comunità, già grandi abbastanza per sposarsi. Oppure in altri, si era ancora minorenni fino ai diciotto anni. Lui, era stato uno di quei casi in cui un ragazzino poco più grande della sua nuova protetta, era adatto a iniziare un addestramento duro e spietato per renderlo una macchina da guerra e un esperto in vari campi. Poi, quel lavoro dall'uomo che, incaricato di fermare il famoso professionista e speciealista Egeo per conto del governo, lo fece uscire dal tunnel sempre uguale della sua vita. Lui era Egeo e imparò tanto quel giorno.
Si era ritrovato, dopo che aveva seguito quell'uomo con i baffi, come appena uscito da un lungo sostare sott'acqua senza aria. COme se prendesse boccate d'ossigeno che prima non aveva. Quell'uomo gli disse semplicemente che era troppo bravo e capace per finire in un  carcere governativo. Per quel motivo, non essendoci sue foto o informazioni dettagliete, finì per essere spacciato per un nuovo membro della quadra di Kirl Knute.

Una nuova vita.

Ma tutto si aspettava, quando gli disse che lo voleva nel suo gruppo, tranne che  restare in una casa sicura a badare a una bambina. Quella bambina. La figlia di quell'uomo. Poteva anche andare l'idea di fare il lavoro assegnatogli, cucinando e controllando la zona. Ma gestire i suoi capricci e fare le veci della madre morta, no, non era cosa che poteva fare a lungo.


Chiuse gli occhi cercando di pensare a qualche storia, finchè non sentì un risolino velato e fissò la sua fonte. La bambina bionda dai lucenti occhi verdi che stava sempre con il broncio e lo sguardo triste, rideva anche se lievemente. COn piccole fossette sulle guance.

"Perchè ridi..."

"Perchè quando fai le facce sei buffo...diventi brutto! Però non lo sei!"

La fissò senza capire se offendersi o prenderlo come un gioco. O forse doveva prenderlo come un complimento? Lei vedeva le cose in maniera diversa. Era abituata a osservare il mondo come una bambina, come aveva voluto la madre. Si voltò verso lo specchio dell'anta dell'armadio e si toccò la faccia, osservandosi. La bambina rise a pieni polmoni urlando 'fregato...fregato' e facendolo arrossire. Si sentì uno stupido per essere stato sconfitto da una ragazzina, proprio lui che in tutti i lavori e missioni non era mai stato fregato da nessuno.

"Sei proprio la figlia di Kirl..."

"NOn nominare mio padre..."

"Perchè? Sei qui proprio grazie a lui...ti sta proteggendo..."

"..."

"Deunan..."

"Raccontami una storia..."

"...se fai la brava te ne racconto una bella..."

"io sono brava..."

Briareos ridacchiò e cercò di non ricordarle le urla, le stoviglie o altro oggetto tirato addosso a lui quando non accettava ordini o rimproveri, il bagno allagato per sciopero e altre cose 'da bambini' a cui lui non era abituato. Osservò la stanza, fissò le poche cose che urlavano ai suoi occhi quanto di lei e di quell'età non dicevano nulla. Poco mobilio bianco e qualche vestito della bambina che spuntava dall'armadio semiaperto. Tornò con gli occhi su di lei.
Anche se  aveva ancora un sorrisetto stiracchiato era palese che fosse  triste. Sempre sola, sempre chiusa in casa, sempre a dover obbedire a un estraneo per volere di suo padre. Briareos le scompigliò i capelli e iniziò a inventarsi una storia, meglio che poteva.


"Cèra una volta una ragazza che voleva una vita tutta sua. Viveva in un mondo brutto e inospite ma non si arrendeva mai. Poi un giorno...."

"E poi? " Deunan chiese curiosamente "Lui è bello? Si innamorano? Vivranno insieme?"


"Piano piano...sei davvero frettolosa, bambina..."

"voglio solo sapere se loro resteranno insieme per sempre" mettendosi a sedere spostando la coperta "La trovano la casa?"

Briareos divenne pensieroso osservando lo sguardo di lei speranzoso e parecchio interessato.  Sorrise e le accarezzò una guancia, spingendola di nuovo al caldo.

 "Credo che con l'incontro staranno per scoprirlo...ragazza!"

Briareos si svegliò e si sistemò meglio con la testa sul cuscino per guardare la sua compagna accoccolata con lui nel letto. La portafinestre della camera da letto era aperta per far entrare aria fresca in quella notte primaverile. NOn vi era afa, fortunatamente, ma era necessario tenere la camera aperta verso il blu che vedevano dal letto per non morire comunque di caldo. Il cyborg carezzò la coscia della ragazza, che ormai non era più coperta dal lenzuolo, e rimase a fissarla dormire placidamente con la guancia sinistra sul suo petto . Il braccio destro della ragazza  stringeva delicatamente nel sonno il suo bicipite sinistro che lo faceva sentire bene. La cosa che amava più del suo legame con lei era il sapere che ogni tocco o gesto  nei suoi confronti era il segno che si sentiva amato e considerato. Portò la mano sinistra su quella che lei teneva sul bicipite e inclinò la testa per baciarle la fronte. Rimase immerso nel suo profumo, un misto di lavanda e cocco. Si ricordò che quando la vide la prima volta e le strinse la mano, percepì qualcosa di simile.

Carezzò la compagna per parecchio tempo, non riuscendo ad addormentarsi nonostante si sentisse in pace. Nel silenzio calmo, in cui lui la osservava, la sentì farfugliare assonnata e stringersi a lui. NOn capì le parole ma cercò di farle sentire che era con lei, come sempre. Poi, sorridendo, iniziò a sussurrarle all'orecchio dolcemente.

"C'era una volta...c'era una ragazza coraggiosa che poteva vincere ogni lotta ed era intenta a trovare la sua casa. Un giorno incontrò un guerriero triste e decise di collaborare con lui quando nessun altro lo avrebbe fatto. Lui si sentì come avesse ritrovato la fede e visto la luce. Insieme iniziarono un viaggio per il paese,  sconfiggendo chiunque li avesse sfidati...scoprirono che bastava essere insieme e, qualunque posto, con un pò di fortuna, poteva essere un paradiso. E la loro casa... ".

Allungò la mano e scompigliò i capelli della ragazza sperando che la notte non finisse mai..


   
 
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